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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Qualche cromatografia e cenni teorici
- Mir70
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- La mia penna preferita: Auretta
- Il mio inchiostro preferito: Sailor Black Kiwaguro
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- Località: Settimo T.
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Qualche esempio.
Dominant Industry "Dominant Blue"
Sailor Ink "Blue"
Robert Oster "Muddy Sand"
Dominant Industry "Leaf green"
Sailor "Rikyucha"
Sailor "Shirakashi"
Pilot Iroshizuku "Tsuki-yo"
Herbin "Ambre de Baltique"
Fine Parte I
Dominant Industry "Dominant Blue"
Sailor Ink "Blue"
Robert Oster "Muddy Sand"
Dominant Industry "Leaf green"
Sailor "Rikyucha"
Sailor "Shirakashi"
Pilot Iroshizuku "Tsuki-yo"
Herbin "Ambre de Baltique"
Fine Parte I
Mirko
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Parte II
Talvolta nelle discussioni sugli inchiostri stilografici è possibile osservare quella che viene comunemente chiamata cromatografia : una foto o immagine nella quale è possibile discernere su carta i diversi componenti di diversi colori che mescolati tra loro costituiscono il singolo colore originario dell'inchiostro stesso. In altre parole (semplici) si può dire che è una tecnica inversa della miscelazione di più colori .
In parole un poco più complesse , la cromatografia è una tecnica della chimica analitica che permette la separazione di un miscuglio omogeneo (nel nostro caso un inchiostro) nelle sue diverse componenti chimiche per mezzo della diversa affinità (chimica) che ciascun componente presenta nel distribuirsi tra due differenti fasi, una fase fissa o stazionaria ed una fase mobile , quest'ultima fatta scorrere sulla prima. Nella più semplice tecnica cromatografia la fase fissa è costituita da un foglio di carta sul quale è posta una goccia di campione , e la fase mobile è un solvente liquido quale ad esempio un alcool o molto più semplicemente dell'acqua che , lambendo un lato del supporto di carta dove è depositato il campione , si muove per capillarità (o per gravità a seconda della tecnica) sul foglio stesso , trascinando così i diversi componenti del campione sul foglio. I componenti chimici più affini alla carta (fase stazionaria) rimarranno nelle immediate vicinanze della zona di deposizione, mentre i componenti chimici più affini al solvente (fase mobile) verranno trascinati con quest'ultimo via via più lontano dalla zona di deposizione, attuando così una sorta di separazione spaziale tra i diversi componenti (in altre tecniche cromatografie come quella gascromatografica dove la fase mobile è un gas, avviene una separazione che possiamo definire temporale, a causa delle diverse velocità di trasporto dei componenti). Questo per semplificare molto la teoria che c’è dietro , chiedendo venia ai chimici analitici più duri e puri.
Per andare subito sul pratico esaminiamo due colori blu, uno leggermente più scuro e l’altro con una punta di turchese ma bello carico : il Sailor Blue Ink e il Dominant Industry “Dominant Blue”.
Il Sailor blue è presente (in quantità minore o maggiore) praticamente su tutta la lunghezza della striscia di carta imbibita dall’acqua , mentre il Dominant blue ha praticamente lasciato la zona di deposizione dell’inchiostro ed è migrato tutto nella zona superiore dove l’acqua ha terminato la sua corsa sul foglio. Intuitivamente si direbbe che il Sailor è più affine alla carta rispetto al Dominat.
In effetti immergendo brevemente in acqua un bigliettino scritto con i due inchiostri, uno risulta ancora leggibile mentre l’altro è solo una chiazza di colore.
Un’ altra cosa salta all’occhio dai cromatogrammi : questi inchiostri presi in esame , anche se di marche diverse , sembrano comportarsi in modo simile dove la componente blu/turchese si attesta nella zona alta (quindi più affine all’acqua) e poi via via a scendere si trovano le tonalità rosse, arancioni, gialle, grigie e violacee (ovviamente dove questi colori siano presenti miscelati all’inchiostro originale). Questo comportamento è alla base (o è la natura stessa) della tecnica cromatografia dove il composto colorato X lo troveremo sempre a quella altezza, il composto colorato Y a quell’altra altezza (ovviamente a parità di fase stazionaria e fase mobile, oppure a determinati tempi di eluizione per le tecniche cromatografiche più performanti ed in uso come la gascromatigrafia, la cromatografia liquida ad alte prestazioni, ecc…)
Siccome la cromatografia esegue (nei fatti) una estrazione, è possibile estrarre (o separare fisicamente) i diversi componenti del miscuglio originale. Prendendo ad esempio il verde Leaf Green di Dominant Industry , è possibile partendo dalla striscia di carta sulla quale è stata effettuata la cromatografia, separare la frazione di colore giallo da quella di colore blu/turchese semplicemente ritagliando la porzione di carta che contiene quei due colori.
Posti in due piccoli recipienti si aggiunge acqua
La componente blu/turchese e quella gialla erano posizionati nella zona alta del cromatogramma , è logico pensare che i due composti abbiano una più che buon affinità con l’acqua e che quindi siano facilmente diluitili nell’acqua stessa. Ed in effetti si ottengono due liquidi, uno di colore azzurrino e l’altro di colore giallo.
Non sto a dire che miscelando i due liquidi si ottiene …
Se siete giunti fino a qui, mi complimenti con voi per la pazienza !
Talvolta nelle discussioni sugli inchiostri stilografici è possibile osservare quella che viene comunemente chiamata cromatografia : una foto o immagine nella quale è possibile discernere su carta i diversi componenti di diversi colori che mescolati tra loro costituiscono il singolo colore originario dell'inchiostro stesso. In altre parole (semplici) si può dire che è una tecnica inversa della miscelazione di più colori .
In parole un poco più complesse , la cromatografia è una tecnica della chimica analitica che permette la separazione di un miscuglio omogeneo (nel nostro caso un inchiostro) nelle sue diverse componenti chimiche per mezzo della diversa affinità (chimica) che ciascun componente presenta nel distribuirsi tra due differenti fasi, una fase fissa o stazionaria ed una fase mobile , quest'ultima fatta scorrere sulla prima. Nella più semplice tecnica cromatografia la fase fissa è costituita da un foglio di carta sul quale è posta una goccia di campione , e la fase mobile è un solvente liquido quale ad esempio un alcool o molto più semplicemente dell'acqua che , lambendo un lato del supporto di carta dove è depositato il campione , si muove per capillarità (o per gravità a seconda della tecnica) sul foglio stesso , trascinando così i diversi componenti del campione sul foglio. I componenti chimici più affini alla carta (fase stazionaria) rimarranno nelle immediate vicinanze della zona di deposizione, mentre i componenti chimici più affini al solvente (fase mobile) verranno trascinati con quest'ultimo via via più lontano dalla zona di deposizione, attuando così una sorta di separazione spaziale tra i diversi componenti (in altre tecniche cromatografie come quella gascromatografica dove la fase mobile è un gas, avviene una separazione che possiamo definire temporale, a causa delle diverse velocità di trasporto dei componenti). Questo per semplificare molto la teoria che c’è dietro , chiedendo venia ai chimici analitici più duri e puri.
Per andare subito sul pratico esaminiamo due colori blu, uno leggermente più scuro e l’altro con una punta di turchese ma bello carico : il Sailor Blue Ink e il Dominant Industry “Dominant Blue”.
Il Sailor blue è presente (in quantità minore o maggiore) praticamente su tutta la lunghezza della striscia di carta imbibita dall’acqua , mentre il Dominant blue ha praticamente lasciato la zona di deposizione dell’inchiostro ed è migrato tutto nella zona superiore dove l’acqua ha terminato la sua corsa sul foglio. Intuitivamente si direbbe che il Sailor è più affine alla carta rispetto al Dominat.
In effetti immergendo brevemente in acqua un bigliettino scritto con i due inchiostri, uno risulta ancora leggibile mentre l’altro è solo una chiazza di colore.
Un’ altra cosa salta all’occhio dai cromatogrammi : questi inchiostri presi in esame , anche se di marche diverse , sembrano comportarsi in modo simile dove la componente blu/turchese si attesta nella zona alta (quindi più affine all’acqua) e poi via via a scendere si trovano le tonalità rosse, arancioni, gialle, grigie e violacee (ovviamente dove questi colori siano presenti miscelati all’inchiostro originale). Questo comportamento è alla base (o è la natura stessa) della tecnica cromatografia dove il composto colorato X lo troveremo sempre a quella altezza, il composto colorato Y a quell’altra altezza (ovviamente a parità di fase stazionaria e fase mobile, oppure a determinati tempi di eluizione per le tecniche cromatografiche più performanti ed in uso come la gascromatigrafia, la cromatografia liquida ad alte prestazioni, ecc…)
Siccome la cromatografia esegue (nei fatti) una estrazione, è possibile estrarre (o separare fisicamente) i diversi componenti del miscuglio originale. Prendendo ad esempio il verde Leaf Green di Dominant Industry , è possibile partendo dalla striscia di carta sulla quale è stata effettuata la cromatografia, separare la frazione di colore giallo da quella di colore blu/turchese semplicemente ritagliando la porzione di carta che contiene quei due colori.
Posti in due piccoli recipienti si aggiunge acqua
La componente blu/turchese e quella gialla erano posizionati nella zona alta del cromatogramma , è logico pensare che i due composti abbiano una più che buon affinità con l’acqua e che quindi siano facilmente diluitili nell’acqua stessa. Ed in effetti si ottengono due liquidi, uno di colore azzurrino e l’altro di colore giallo.
Non sto a dire che miscelando i due liquidi si ottiene …
Se siete giunti fino a qui, mi complimenti con voi per la pazienza !
Mirko
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Mi hai ricordato le lezioni del liceo
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Direi grazie a te per aver scritto questa dettagliata spiegazione, molto chiara e ancor di più interessante.
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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Qualche cromatografia e cenni teorici
grazie! interessante vedere le componenti degli inchiostri! e poi... ho passato gran parte della mia tesi di laurea (eoni fa...) a fare valanghe di cromatografie in colonne di silice con ettolitri di cloruro di metilene...
le tue cromatografie oltre ad essere interessanti, mostrando le componenti degli inchiostri, sono pure evocative!
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Grazie, è tutto molto interessante. Ti vorrei solo chiedere che tipo di carta è stata usata e se l'inchiostro è stato posto a caduta per goccia.
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
Giuseppe
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Grazie a te.novainvicta ha scritto: ↑domenica 5 febbraio 2023, 18:13 Grazie, è tutto molto interessante. Ti vorrei solo chiedere che tipo di carta è stata usata e se l'inchiostro è stato posto a caduta per goccia.
Mi hai battuto sul tempo, perché volevo scrivere due righe a riguardo.
La carta migliore per queste prove dovrebbe avere una consistenza e una trama il più uniforme possibile al fine di evitare che l'acqua nella sua risalita per capillarità scelga percorsi preferenziali (principalmente dovuti appunto a consistenza e trama non uniforme), e dovrebbe anche essere un minimo porosa per assorbire l'inchiostro e non farlo scivolare via a contatto con l'acqua . Io ho utilizzato una carta da filtro per laboratorio (la si trova anche in amazzonia , ma conviene scegliere quella da laboratorio piuttosto che quella casalinga per filtrare caffè o altri liquidi alimentari). Quindi evito carte come quelle assorbenti da cucina , fazzoletti di carta o quella igienica , anche perché molto spesso hanno impresse delle trame decorative che disturbano la separazione.
Per la deposizione dell'inchiostro , preferisco tirare con la stilografica una riga lunga circa 4-5 centimetri per poi prendere una porzione di carta di circa 1-2 cm laddove la riga è di spessore costante perché permette una risalita dell'acqua con le componenti dell'inchiostro molto più stabile. Ho provato anche con la goccia, ma poiché la carta da filtro è comunque assorbente, la goccia si spande con un diametro abbastanza ampio (anche 5-6 millimetri) e nella risalita con acqua disturbano la separazione talvolta accavallando alcuni colori che si trovano molto vicini.
Mirko
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Prima di Natale mio figlio ha fatto un esperimento di cromatografia in laboratorio di scienze.
Peccato gli abbiano fatto utilizzare una biro e un pennarello, e non la sua stilo...
Questo tuo post gli sarebbe stato utile per la verifica!
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
"Nove decimi del cervello non vengono usati, e come la maggior parte dei fatti noti, è falso."
[sir Terry Pratchett]
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Si Esme, è una cosa carina da fare anche a casa con i bambini.
Ahia ! Io ci ho passato quasi sette anni in un laboratorio per lavoro, e un po' mi manca .
Mi spiace, scusa

Grazie Simone
Mirko
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Anche a me ricorda gli anni del "Casale", probabilmente ne abbiamo parlato,
quanta carta da filtro sprecavamo ogni volta
quanta carta da filtro sprecavamo ogni volta
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- Irishtales
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Mirko, mi unisco ai ringraziamenti per l'argomento interessante e ai complimenti per come lo hai trattato.
Tempo fa ho fatto qualche esperimento anche io, ma ahimé con della semplice carta assorbente da cucina.
La prossima volta mi attrezzerò meglio, grazie alla tua precisa speigazione anche a questo proposito.
Tempo fa ho fatto qualche esperimento anche io, ma ahimé con della semplice carta assorbente da cucina.
La prossima volta mi attrezzerò meglio, grazie alla tua precisa speigazione anche a questo proposito.
"Scrittura e pittura sono le due estremità della stessa arte e la loro realizzazione è identica" - Aforisma di Shitao
Daniela
Daniela
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Vero, ne abbiamo parlato... Non solo la carta da filtro si sprecava, ma anche il parafilm utile per mille usi, non ultimo per fare le palline da sparare con la Bic

Grazie a te.Irishtales ha scritto: ↑domenica 5 febbraio 2023, 18:48 Mirko, mi unisco ai ringraziamenti per l'argomento interessante e ai complimenti per come lo hai trattato.
Tempo fa ho fatto qualche esperimento anche io, ma ahimé con della semplice carta assorbente da cucina.
La prossima volta mi attrezzerò meglio, grazie alla tua precisa speigazione anche a questo proposito.
Ho visto , ne sei l'ispiratrice e ti ringrazio anche per questo.
Mirko
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- Stantuffo
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Qualche cromatografia e cenni teorici
Grazie, molto interessante 

Enrica
"Non essere mai codardo o crudele. Cerca di essere sempre gentile, ma non smettere mai di essere buono." Doctor Who
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mi hai anticipato, volevo scrivere esattamente le stesse parole.
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"