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Questo Wahl Oxford non può vivere vicino agli altri
. Qualcun altro ha una penna di celluloide in quarantena? Si può notare il degrado all'estremità del fusto, ma la trovo ancora bellissima.
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Domanda da completo ignorante: come mai in quarantena? Il degrado è causato da muffa/funghi?
Enrico
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Però da quando la ho acquistata è perennemente sulla scrivania , da sola , a prendere aria (tenerla chiusa non aiuta di certo) , ma soprattutto sempre pronta a scrivere qualcosa . Usala anche tu, altrimenti tanto vale dargli una martellata sopra così ti tiri via subito il pensiero : ops , si è rotta !

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Credo che attualmente sia la mia penna preferita.Mir70 ha scritto: ↑mercoledì 1 febbraio 2023, 22:47Io![]()
Però da quando la ho acquistata è perennemente sulla scrivania , da sola , a prendere aria (tenerla chiusa non aiuta di certo) , ma soprattutto sempre pronta a scrivere qualcosa . Usala anche tu, altrimenti tanto vale dargli una martellata sopra così ti tiri via subito il pensiero : ops , si è rotta !...

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Un articolo di David Nishimura.
https://vintagepensblog.blogspot.com/20 ... n.html?m=1
Conservazione della celluloide e assorbimento degli acidi
Quando la celluloide invecchia, emette una serie di composti. Alcuni sono benigni, ma quando la celluloide comincia ad avvicinarsi alla data di scadenza, vengono rilasciate sostanze piuttosto nocive, in particolare l'acido nitrico. Questo accelera il processo di deterioramento e attacca altri materiali vicini. Per questo motivo, i conservatori raccomandano di conservare i manufatti in celluloide separati l'uno dall'altro e con una buona ventilazione. Anche mantenere bassa la temperatura e soprattutto l'umidità rallenta il processo di invecchiamento. (cfr. Julie A. Reilly, "Celluloid Objects: Their Chemistry and Preservation", Journal of the American Institute for Conservation, 1991, vol. 30, n. 2, articolo 3, pp. 145-162).
Il rilascio di composti acidi inizia ben prima di qualsiasi segno visibile di degrado del materiale, come è stato dimostrato avvolgendo vecchie penne di celluloide in carta tornasole. La cartina tornasole, tuttavia, è solo un indicatore. Non fa molto per assorbire o neutralizzare gli acidi liberi. Per questo, la chimica elementare suggerisce l'uso di una base leggera, come il bicarbonato di sodio (bicarbonato di sodio) o il carbonato di calcio (calce). I conservatori dei musei hanno effettivamente utilizzato il carbonato di calcio per intrappolare i gas acidi, ma si è scoperto che sono disponibili opzioni molto migliori.
Per la conservazione delle penne, la scelta migliore sembra essere la zeolite di grado SPZ e, in particolare, le carte MicroChamber. Queste carte sono impregnate di zeolite ad alto assorbimento con un tampone alcalino e possono essere utilizzate per rivestire le aree di conservazione delle penne o per avvolgere le singole penne. La carta interleaving di dimensioni standard costa meno di 0,25 dollari per foglio da 6,5 x 10,125 pollici e può essere acquistata su Amazon o direttamente dal produttore. Studi che risalgono a più di vent'anni fa dimostrano che queste carte per la cattura degli acidi superano nettamente il carbonato di calcio, sia per quanto riguarda l'accuratezza della cattura e della neutralizzazione degli acidi, sia per quanto riguarda la capacità di trattenere nel tempo gli acidi e altri inquinanti atmosferici (si veda Siegfried Rempel, "Zeolite Molecular Traps And Their Use In Preventative Conservation" (Western Association for Art Conservation Newsletter, gennaio 1996), Getty Conservation Institute, "Performance of Pollutant Adsorbents (2001-2003)" e il sito web di Conservation Resources). Ora ho carta MicroChamber che riveste la maggior parte delle mie aree di stoccaggio delle penne e dei pezzi, integrata da barattoli di gel di silice per assorbire l'umidità in eccesso. Sebbene io abbia carta di dimensioni standard, è necessaria carta da 14 pollici se si desidera piegarla intorno alle creste divisorie di una scatola standard per slotter da 12 penne. Infine, non ho alcun interesse finanziario in nessuno di questi prodotti: li uso perché tutte le fonti che ho trovato indicano che offrono la migliore opzione di protezione (tenendo presente che i filtri a carbone attivo hanno un valore paragonabile, anche se molto più ingombranti).
NOTA: esistono carte MicroChamber che incorporano anche carbone attivo. Come ha notato un commentatore su Facebook, si possono anche inserire strisce di carta MicroChamber *all'interno* delle penne in celluloide per ottenere una protezione aggiuntiva, anche se se la penna deve essere usata regolarmente, la carta deve essere tagliata e modellata con attenzione in modo da non interferire con il meccanismo di caricamento. I maggiori vantaggi si avrebbero con le penne con caricamento a bottone e con altre penne con fusto a tenuta stagna.
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Grazie! Non avrei mai immaginato che la celluloide avesse una scadenza degenerativa 
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Enrico
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Non c'è di che, questo argomento è stato menzionato anche sul wiki e discusso in precedenza sul forum.
viewtopic.php?f=12&t=11452

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Processo tragicamente irreversibile, ho una Doric che vive perennemente fuori per lo stesso motivo.
Tuttavia in molti casi il processo è lento, a me è stato consigliato di immergere le parti in ammoniaca, quella per uso casalingo, per fermare il degrado della celluloide. Spero che funzioni, in un paio di anni non è andata avanti la cristallizazione.
Tuttavia in molti casi il processo è lento, a me è stato consigliato di immergere le parti in ammoniaca, quella per uso casalingo, per fermare il degrado della celluloide. Spero che funzioni, in un paio di anni non è andata avanti la cristallizazione.
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Avete immerso la parte cristallizzata solo nell'ammoniaca domestica?francoiacc ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 7:19 Processo tragicamente irreversibile, ho una Doric che vive perennemente fuori per lo stesso motivo.
Tuttavia in molti casi il processo è lento, a me è stato consigliato di immergere le parti in ammoniaca, quella per uso casalingo, per fermare il degrado della celluloide. Spero che funzioni, in un paio di anni non è andata avanti la cristallizazione.
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una mia Omas Galileo Galilei ha vissuto per qualche anno in quarantena (lontano da altre penne soprattutto in celluloide, in una scatola di cartone aperta, su un ripiano della libreria - sotto la penna, qualche strato di carta e uno straccetto in cotone, nel tempo lo straccetto si è macchiato di grigio sulla superficie sulla quale poggiava la penna, dal ché avevo ribattezzato la Omas malata, la mia sindone...) fin tanto che ha ceduto definitivamente spezzandosi in due.
Quanto citato nell'articolo di David Nishimura è assolutamente vero, una volta iniziato il processo di degradazione è inarrestabile (anzi in genere accelera). Quanto dice Francesco è possibile, nel senso che per contrastare gli effetti della produzione di acido nitrico, che degrada ulteriormente la celluloide e attacca le parti metalliche corrodendole, i lavaggi con una soluzione basica probabilmente aiutano almeno a ridurre gli effetti del "offgas" di acido nitrico, rallentando la degradazione esterna. Purtroppo temo che la degradazione interna non sia arrestabile, ma magari nel frattempo la penna può essere ancora usata.
Non tutta la celluloide è soggetta a questo problema, anzi esistono esempi di celluloidi uguali alcune degradate e alcune no. Di certo ha influenza il processo produttivo (se fatto a regola d'arte o meno) e le condizioni di conservazione (la celluloide teme il caldo, che come in tutte le reazioni chimiche accelera la reazione). Inoltre giocano un ruolo alcune sostanza aggiunte che fanno da stabilizzanti.
L'isolamento ideale sarebbe al freddo ventilato (oltre alle sostanze che possano assorbire l'acido prodotto).
La mia attuale penna in quarantena è una Visconti Voyager Midnight blu, ha iniziato a sudare sul fondello, si notano già parziali corrosioni del metallo, e quando la carico con acqua, l'acqua fuoriesce gialla... purtroppo, non volendo rovinare anche gli inchiostri, ho smesso di usarla.
Attendo di prendere una decisione sul da farsi (poco da fare se non tentare di chiedere a Visconti o farmela rifare da qualcuno bravo - un'idea ce l'ho, come non è difficile immaginare...)
Quanto citato nell'articolo di David Nishimura è assolutamente vero, una volta iniziato il processo di degradazione è inarrestabile (anzi in genere accelera). Quanto dice Francesco è possibile, nel senso che per contrastare gli effetti della produzione di acido nitrico, che degrada ulteriormente la celluloide e attacca le parti metalliche corrodendole, i lavaggi con una soluzione basica probabilmente aiutano almeno a ridurre gli effetti del "offgas" di acido nitrico, rallentando la degradazione esterna. Purtroppo temo che la degradazione interna non sia arrestabile, ma magari nel frattempo la penna può essere ancora usata.
Non tutta la celluloide è soggetta a questo problema, anzi esistono esempi di celluloidi uguali alcune degradate e alcune no. Di certo ha influenza il processo produttivo (se fatto a regola d'arte o meno) e le condizioni di conservazione (la celluloide teme il caldo, che come in tutte le reazioni chimiche accelera la reazione). Inoltre giocano un ruolo alcune sostanza aggiunte che fanno da stabilizzanti.
L'isolamento ideale sarebbe al freddo ventilato (oltre alle sostanze che possano assorbire l'acido prodotto).
La mia attuale penna in quarantena è una Visconti Voyager Midnight blu, ha iniziato a sudare sul fondello, si notano già parziali corrosioni del metallo, e quando la carico con acqua, l'acqua fuoriesce gialla... purtroppo, non volendo rovinare anche gli inchiostri, ho smesso di usarla.
Attendo di prendere una decisione sul da farsi (poco da fare se non tentare di chiedere a Visconti o farmela rifare da qualcuno bravo - un'idea ce l'ho, come non è difficile immaginare...)
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Si esattamenteModello60 ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 21:40Avete immerso la parte cristallizzata solo nell'ammoniaca domestica?francoiacc ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 7:19 Processo tragicamente irreversibile, ho una Doric che vive perennemente fuori per lo stesso motivo.
Tuttavia in molti casi il processo è lento, a me è stato consigliato di immergere le parti in ammoniaca, quella per uso casalingo, per fermare il degrado della celluloide. Spero che funzioni, in un paio di anni non è andata avanti la cristallizazione.
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come dice Nishimura, anche una soluzione satura di bicarbonato dovrebbe funzionare allo scopoModello60 ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 21:40Avete immerso la parte cristallizzata solo nell'ammoniaca domestica?francoiacc ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 7:19 Processo tragicamente irreversibile, ho una Doric che vive perennemente fuori per lo stesso motivo.
Tuttavia in molti casi il processo è lento, a me è stato consigliato di immergere le parti in ammoniaca, quella per uso casalingo, per fermare il degrado della celluloide. Spero che funzioni, in un paio di anni non è andata avanti la cristallizazione.
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Credo che le peggiori siano le celluloidi più trasparenti.sansenri ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 21:51 esistono esempi di celluloidi uguali alcune degradate e alcune no. Di certo ha influenza il processo produttivo (se fatto a regola d'arte o meno) e le condizioni di conservazione (la celluloide teme il caldo, che come in tutte le reazioni chimiche accelera la reazione). Inoltre giocano un ruolo alcune sostanza aggiunte che fanno da stabilizzanti.
Per quanto a me la celluloide piaccia molto, ho smesso di sognarle e di comprarle. E' bizzarro, con la mia età che avanza, l'aspettativa di vita di una penna in celluloide è ogni anno che passa maggiore della mia. Tuttavia mi turba profondamente comprarne altre!

Venceremos.
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ti capisco, probabilmente quelle che però si possono comprare ancora con ragionevole tranquillità sono le vintage in colori scuri.maylota ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 22:01Credo che le peggiori siano le celluloidi più trasparenti.sansenri ha scritto: ↑giovedì 2 febbraio 2023, 21:51 esistono esempi di celluloidi uguali alcune degradate e alcune no. Di certo ha influenza il processo produttivo (se fatto a regola d'arte o meno) e le condizioni di conservazione (la celluloide teme il caldo, che come in tutte le reazioni chimiche accelera la reazione). Inoltre giocano un ruolo alcune sostanza aggiunte che fanno da stabilizzanti.
Per quanto a me la celluloide piaccia molto, ho smesso di sognarle e di comprarle. E' bizzarro, con la mia età che avanza, l'aspettativa di vita di una penna in celluloide è ogni anno che passa maggiore della mia. Tuttavia mi turba profondamente comprarne altre!![]()
Come dicevi, le trasparenti sono le più "pericolose", il motivo probabilmente è dovuto al fatto che nella produzione della celluloide si usano dei materiali inerti come additivi coloranti che servono oltre a dare il colore a stabilizzarla, come il talco e se non ricordo male derivati del carbone. Nella celluloide trasparente stabilizzanti non ne puoi mettere... o comunque pochi, altrimenti diventa opaca...
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questo post mi farà venire gli incubi questa notte ed in quelle a venire, l'85% delle penne in mio possesso è in celluloide...
inchiostrare non si può sentire, sarebbe come dire ho benzinato l'auto, o ho vinificato la damigiana, ho peperonato la pentola, ho orologiato il polso. mi ricorda molto il "esci il cane che lo piscio"