Concordo. Considero che si può parlare del prodotto e tirare in ballo il luogo di origine solo se influisce in manera evidente sulla sua fattura. Altrimenti bisogna, a mio parere, addirittura complimentarsi sulla capacità del produttore (o chi per lui) di aver acquisito tale competenza da essere capace di tirar fuori un esemplare del genere. Poi, sui gusti chiaramente è quasi impossibile discutere... per cui se piace...edis ha scritto: ↑domenica 22 gennaio 2023, 10:38Mettere il condizionale davanti a qualsiasi espressione artistica significa negare l'espressione artistica. Walter Benjamin superò il condizionale all'arte in un testo del 1935 che si intitola "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", la lettura è impegnativa ma vale la pena di farla, se si è interessati ad uscire dal fosso. Si eviterebbe così di andare a visitare la Cappella Sistina e commentare la grandezza di Michelangelo con un: "Guarda che bello, le mani sembrano vere!" Gli stessi poi escono dal museo compiaciuti di essere italiani e si dimenticano che diversi secoli ci separano da Michelangelo e che nel frattempo l'Italia ha prodotto poco poco in termini di arte. Al Museo del Novecento di Milano, gli specialisti delle mani vere di Michelangelo guardano le tele di Fontana e dicono "ma che è?"tomcar ha scritto: ↑domenica 22 gennaio 2023, 9:50 Personalmente trovo l’argomento sulla nazionalità dell’artista molto molto debole. Essendo una tecnica può essere tramandate e imparata; noi, a meno che qui non si nascondano dei maestri, non abbiamo proprio gli strumenti per giudicarla, l’unica cosa che possiamo fare è, appunto, metterci i paraocchi, chiuderci in una stanza imbottita e rifiutare tutto ciò che non si incastri nei nostri schemi mentali. I temi utilizzati ovviamente sono un’idea dell’artista, possono non piacere ma non sono criticabili.
Un mio amico suona jazz, è un bravissimo chitarrista. Ogni volta che parliamo di musica, sono circa 30 anni che premetto: "Io non ne capisco nulla, ma sto pezzo è pazzesco!" E lui puntualmente mi risponde: "Che devi capire? Ti piace, o non ti piace? Quess'è!"
Perché una penna maki-e deve essere fatta in Giappone? A me le nakaya non piacciono, la maki-e floreale l'avrei comprata. E se l'artista francese Wisser fosse figlio di mamma giapponese e cresciuto in giappone? La penna diventerebbe improvvisamente bella? E se fosse giapponese adottato da famiglia francese? E se fosse francese figlio di ambasciatore cresciuto in giappone? E se avesse studiato arte in un'Accademia di Parigi con maestro giapponese? E se il maestro giapponese avesse rifiutato il tradizionalismo dell'arte urushi dopo aver letto Benjamin?
Io ho il passaporto italiano ma vado in India per lavoro. Mi piacciono le spezie indiane. Quando al posto della pasta in bianco col parmigiano, scaldo curcuma, coriandolo e cumino nell'acqua di cottura e poi condisco la pasta, che pasta ho fatto? Una pasta che mi piace.
Ti piace, o non ti piace? Quess'è.
A me la seconda piace moltissimo.