AinNithael ha scritto: ↑sabato 21 gennaio 2023, 18:20
I pennelli più celebri (IMHO celebrità meritata) per acquerello ( e pittura su porcellana a terzo fuoco ecc) sono quelli Serie 7 della Winsor & Newton. Bene... questi oggetti straordinari nei negozi di Belle Arti online, soprattutto nella numerazione più alta ovvero quelli più grandi e folti, sono quasi scomparsi. Non so perché. Nonostante abbiano prezzi decisamente alti sono quasi introvabili. Ripeto, non ho capito perché.
Perché oggi esistono pennelli altrettanto buoni e, in almeno un caso, migliori (come la serie Raphael 8404). W&N ha ridotto moltissimo la produzione per il semplice fatto che vendono molto meno pennelli di un tempo; ciò accade perché - ad esempio - un meraviglioso Serie 7 del n° 10 costa quasi 300 euro, mentre un ancor più meraviglioso Raphael Serie 8404, sempre del n°10, costa la metà secca. W&N ha una bella gatta da pelare per convincere il mondo che se la propria Serie 7 la usa la casa reale inglese devono per forza essere il meglio del meglio; la realtà brutale è che esistono molti marchi che producono agli stessi livelli (ma anche superiore), a volte a metà prezzo (come i già citati Raphael), a volte a 1/3 o 1/4 del prezzo, come (tanto per fare qualche nome), i catalani Escoda, gli italiani B&B, gli italiani Tintoretto (che sono i più scarsi, ma non vanno mai sotto un buon livello di qualità e costano 1/6 dei W&N), gli americani (?) Da Vinci serie Maestro (scarsini anche questi), i francesi Isabey, gli americani Rosemary e Princeton... succede che la gente tende a comprare un pennello di qualità che costa meno, salvo poi accorgersi (ovviamente chi ha i mezzi per accorgersene) che la qualità è analoga.
C'è poi il discorso animalista: la tecnologia del pelo sintetico ha fatto passi da gigante negli ultimi dieci/quindici anni, raggiungendo un livello che prima pareva impensabile. Molti utilizzatori ritengono che - tralasciando il pelo di risulta - oggi l'uso del pelo naturale di pregio (come la martora rossa/Kolinsky o la mangusta, quest'ultima del tutto vietata dopo una mattanza durata 40 anni) non sia più moralmente accettabile, né necessario, in quanto esistono reali alternative che non hanno impatto sulla qualità dei risultati. Questo fatto ha dato una stretta ulteriore alla produzione mondiale perché molti artisti (io tra essi) hanno interrotto l'acquisto di pennelli in pelo naturale, continuando chiaramente a usare ciò che avevano già acquistato, ma evitando nuovi acquisti. Tra l'altro un pennello sintetico di qualità costa la decima parte di una buona martora e ha un comportamento analogo.
Esistono poi altri aspetti, non di minore importanza, che qui non cito per non annoiarvi, ma che hanno il loro peso.
La serie 7 di W&N oggi è relegata soprattutto nel mercato del modellismo/miniatura, dove servono misure molto piccole (ed economiche), ma in ogni caso si trovano ancora agevolmente le misure maggiori fino al n° 8; il produttore non fabbrica più Serie 7 oltre il n° 10 (un tempo si arrivava al 16 e per acquistarne uno serviva uno stipendio medio), misura comunque piuttosto rara. Gli altri fabbricanti, forti del prezzo migliore a cui possono proporre il proprio prodotto, arrivano a spingersi fino al n° 18.
Tutto quanto sopra con riferimento al classico pennello da acquerello/tempera tondo, con manico corto, ghiera intera non saldata.
edit: è possibile correggere un pennello che non mantiene la forma come in origine inzuppandolo in una soluzione di acqua e poca gomma arabica, badando di rifargli la punta e togliendo la soluzione in eccesso "accarezzando" un foglio di carta assorbente, riponendolo orizzontale e MAI in verticale a punta in su. Nei Da Vinci la cosa è fondamentale, perché il loro pelo tende - quando secco - a fare il cosiddetto "uncino" all'estremità.