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Scusate, qualcuno di voi sa quanto costerebbe in più una stilografica dal Giappone includendo le tasse?Dovrei spendere circa 200 euro, compreso le tasse quanto mi verrebbe a costare più o meno???
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devi aggiungere quello che paghi qui in Italia , un semplice.....21%.....ed hai voglia di far scrivere GIFT , quando un pacco o pacchetto viene da Usa o Giappone e' quasi automaticamente bloccato in dogana....se poi usi corrieri come Ups o Fedex ( si puo' dire ??? ) che effettuano direttamente lo sdoganamento l'iva ti arriva a casa in secondo momento , ma almeno il pacco non rimane fermo in dogana per tempi immemorabili.....vedi tu....
ciaooo
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- Fabry81
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quindi siamo sui 40 euro in piú, ti ringrazio (certo che è assurdo, comprando la penna lí giá pago le loro tasse, non faccio certo evasioni, Perché dovrei pagarle anche qui???
)

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Secondo me ti aggingono anche la dogana la percentuale e un segreto di stato
e sul prezzo penna+spedizioni+dogana si agginge il 21% di IVA per quello che ne so ...
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Si aggiungono IVA (21%), dazi (dipendono dal paese, oscillano intorno al 10%) e spese di sdoganamento.
Non sempre l'acquisto è conveniente, soprattutto quando le tasse si pagano due volte, la prima nel paese di acquisto e la seconda in Italia
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E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Non sono un esperto di tasse, ma questo discorso sopra lo potrebbero fare anche i venditori/importatori italiani.Fabry81 ha scritto:quindi siamo sui 40 euro in piú, ti ringrazio (certo che è assurdo, comprando la penna lí giá pago le loro tasse, non faccio certo evasioni, Perché dovrei pagarle anche qui???)
O no ?
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Infatti, anche i venditori italiani dovrebbero ribellarsi, capisco le spese x la dogana, ma x il resto è del tutto ingiustificato, ogni Paese ha le sue tasse e non le prendiamo certo in fabbrica o in contrabbando, il mercato dovrebbe essere libero e non gravato da tasse che ogni Paese mette, se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere, semplice no?Ottorino ha scritto:Non sono un esperto di tasse, ma questo discorso sopra lo potrebbero fare anche i venditori/importatori italiani.Fabry81 ha scritto:quindi siamo sui 40 euro in piú, ti ringrazio (certo che è assurdo, comprando la penna lí giá pago le loro tasse, non faccio certo evasioni, Perché dovrei pagarle anche qui???)
O no ?
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Mercato libero ?? e da quando ?
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Da mai purtroppo, è tutto un magna magna.Ottorino ha scritto:Mercato libero ?? e da quando ?
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Il principio delle tasse pagate nel paese di acquisto vale solo per i prodotti acquistati da privati cittadini all'interno dell'UE.
Se io compro un prodotto in qualsiasi paese UE e pago le tasse locali (IVA e quant'altro) sono libero di portarlo in qualsiasi altro paese UE senza doverle ripagare.
In tutti gli altri paesi non vale il principio del mutuo riconoscimento. Anche gli stranieri che fanno shopping in Italia, al rientro in patria devono (o almeno dovrebbero) dichiarare la merce e pagare le tasse per importarla nel loro paese. In un mondo ideale, tu dovresti pagare le tasse solo al momento dell'importazione, il venditore locale dovrebbe non farti pagare le tasse nel paese di vendita, perchè il prodotto è destinato all'esportazione. Infatti molti turisti che fanno shopping da noi, al momento di uscire dall'Italia chiedono il rimborso dell'IVA. In realtà molti venditori non lo fanno, perchè per loro è una complicazione in più.
Quindi il principio corretto non è: "se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere" ma "se compro al di fuori dell'UE non dovrei pagare nessuna tassa in quel pase (o pagarla e chiederne il rimborso)" e pagare solo le tasse italiane al momento dell'importazione.
Se io compro un prodotto in qualsiasi paese UE e pago le tasse locali (IVA e quant'altro) sono libero di portarlo in qualsiasi altro paese UE senza doverle ripagare.
In tutti gli altri paesi non vale il principio del mutuo riconoscimento. Anche gli stranieri che fanno shopping in Italia, al rientro in patria devono (o almeno dovrebbero) dichiarare la merce e pagare le tasse per importarla nel loro paese. In un mondo ideale, tu dovresti pagare le tasse solo al momento dell'importazione, il venditore locale dovrebbe non farti pagare le tasse nel paese di vendita, perchè il prodotto è destinato all'esportazione. Infatti molti turisti che fanno shopping da noi, al momento di uscire dall'Italia chiedono il rimborso dell'IVA. In realtà molti venditori non lo fanno, perchè per loro è una complicazione in più.
Quindi il principio corretto non è: "se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere" ma "se compro al di fuori dell'UE non dovrei pagare nessuna tassa in quel pase (o pagarla e chiederne il rimborso)" e pagare solo le tasse italiane al momento dell'importazione.
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Quoto Phormula: gli acquirenti "aiutano" il loro paese (loro stessi) pagando le tasse localmente, il venditore "aiuta" il suo paese esportando.Phormula ha scritto: Quindi il principio corretto non è: "se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere" ma "se compro al di fuori dell'UE non dovrei pagare nessuna tassa in quel pase (o pagarla e chiederne il rimborso)" e pagare solo le tasse italiane al momento dell'importazione.
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“Andare all’inferno è facile . C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli." (Leo Ortolani, Rat-Man n. 91)
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Io la penso diversamente, se compri fuori la questione delle tasse dovrebbe essere totalmente diversa, ci credo che molti venditori non fanno il rimborso dell'IVA, si aggiunge solo burocrazia in più, invece è più semplice il principio che "dove compri ci paghi le tasse", si favorisce la concorrenza e se lo Stato non calca la mano ha anche da guadagnarci attirando i capitali esteri.Phormula ha scritto:Il principio delle tasse pagate nel paese di acquisto vale solo per i prodotti acquistati da privati cittadini all'interno dell'UE.
Se io compro un prodotto in qualsiasi paese UE e pago le tasse locali (IVA e quant'altro) sono libero di portarlo in qualsiasi altro paese UE senza doverle ripagare.
In tutti gli altri paesi non vale il principio del mutuo riconoscimento. Anche gli stranieri che fanno shopping in Italia, al rientro in patria devono (o almeno dovrebbero) dichiarare la merce e pagare le tasse per importarla nel loro paese. In un mondo ideale, tu dovresti pagare le tasse solo al momento dell'importazione, il venditore locale dovrebbe non farti pagare le tasse nel paese di vendita, perchè il prodotto è destinato all'esportazione. Infatti molti turisti che fanno shopping da noi, al momento di uscire dall'Italia chiedono il rimborso dell'IVA. In realtà molti venditori non lo fanno, perchè per loro è una complicazione in più.
Quindi il principio corretto non è: "se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere" ma "se compro al di fuori dell'UE non dovrei pagare nessuna tassa in quel pase (o pagarla e chiederne il rimborso)" e pagare solo le tasse italiane al momento dell'importazione.
Tornando al discorso stilografiche la penna in questione è la Sailor Pro-Gear Realo, il prezzo è interessante ma volevo capire quanto lievitava il prezzo con tasse (italiane) incluse, e il fatto di dover pagare tasse doppie (giapponesi e italiane) mi sembra proprio un furto, quelle giapponesi ok perchè mi rivolgo a loro per l'acquisto, ma quelle italiane non hanno niente a che fare.

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Oltre quanto già detto, dovrai pagare anche il corriere per la consegna in Italia, come minimo altri 10-15 euro se la consegna la effettua poste italiane tramite SDA. Se spediscono con UPS o FedEx dovrebbero essere incluse anche le spede di consegna in Italia.
Fossi in te non rischierei. Se alla dogana aprono il plico e la penna si rovina...se la perdono...se se la prendono...se la penna fosse danneggiata...non voglio essere pessimista, anche perchè non lo sono, ma davvero, pensaci. Poi dovresti rinviarla a spese tue al mittente...in questi casi io "rischio" per oggetti di scarso valore: se arrivano bene, altrimenti pazienza. Ma per una penna di quel genere, ci penserei su due volte!
Fossi in te non rischierei. Se alla dogana aprono il plico e la penna si rovina...se la perdono...se se la prendono...se la penna fosse danneggiata...non voglio essere pessimista, anche perchè non lo sono, ma davvero, pensaci. Poi dovresti rinviarla a spese tue al mittente...in questi casi io "rischio" per oggetti di scarso valore: se arrivano bene, altrimenti pazienza. Ma per una penna di quel genere, ci penserei su due volte!
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Fabry81 ha scritto:
Io la penso diversamente, se compri fuori la questione delle tasse dovrebbe essere totalmente diversa, ci credo che molti venditori non fanno il rimborso dell'IVA, si aggiunge solo burocrazia in più, invece è più semplice il principio che "dove compri ci paghi le tasse", si favorisce la concorrenza e se lo Stato non calca la mano ha anche da guadagnarci attirando i capitali esteri.
Tornando al discorso stilografiche la penna in questione è la Sailor Pro-Gear Realo, il prezzo è interessante ma volevo capire quanto lievitava il prezzo con tasse (italiane) incluse, e il fatto di dover pagare tasse doppie (giapponesi e italiane) mi sembra proprio un furto, quelle giapponesi ok perchè mi rivolgo a loro per l'acquisto, ma quelle italiane non hanno niente a che fare.
Il tuo punto di vista può essere anche condivisibile, quello che è importante in questi casi è che le regole siano armonizzate e reciproche (come avviene all'interno dell'UE).
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Il fatto che le tasse sugli acquisti vadano pagate nel paese di destinazione è un principio accettato a livello internazionale, perchè mette tutti i paesi sullo stesso piano, nel senso che tutti i paesi aiutano le loro aziende che esportano allo stesso modo, non facendo pagare loro le tasse sui beni esportati. In questo modo non si crea concorrenza sleale tra il venditore che opera in un paese a tassazione ridotta rispetto a quello che opera in un paese con tasse maggiori, venditore che potrebbe essere penalizzato per colpa non sua, anche se magari è più efficiente e (tasse escluse) riuscirebbe a fare prezzi più bassi. Per non parlare delle aziende che sposterebbero il magazzino in un paradiso fiscale, dove vendere senza IVA. Su una penna si risparmia poco, ma pensa poter comprare una macchina da 40 mila Euro in un paese dove l'IVA non esiste e portartela a casa senza nulla dovere allo stato italiano... oppure nel caso di beni che in un paese sono fortemente tassati per via del loro impatto sulla salute o sull'ambiente, e quindi se ne scoraggia il consumo, se passasse il principio delle tasse pagate nel paese di origine, uno stato dove questi beni non hanno mercato potrebbe prevedere una tassazione molto ridotta, tanto vengono esportati, l'economia ci guadagna e i problemi se li becca qualcun altro.alfredop ha scritto:Quoto Phormula: gli acquirenti "aiutano" il loro paese (loro stessi) pagando le tasse localmente, il venditore "aiuta" il suo paese esportando.Phormula ha scritto: Quindi il principio corretto non è: "se mi rivolgo al mercato estero pago quelle estere" ma "se compro al di fuori dell'UE non dovrei pagare nessuna tassa in quel pase (o pagarla e chiederne il rimborso)" e pagare solo le tasse italiane al momento dell'importazione.
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Quel che invece succede spesso è che il venditore non si sbatte per esportare tax free, e quindi l'acquirente finisce per pagare le tasse due volte, come consumatore italiano devi pagare solo quelle italiane, in questo caso è il giapponese che non ti sta trattando bene, se ti fa pagare anche le tasse locali.
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