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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Kaweco Sport
- A Casirati
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Kaweco Sport
Kaweco Sport – la stilografica è per tutti
E’ da qualche tempo che l’interesse verso le stilografiche si è risvegliato. Non solo grazie a chi vede e vive questo affascinante strumento di scrittura come status symbol oppure quale segno distintivo, ma anche grazie a chi, più semplicemente, apprezza lo scrivere a mano, anche quale valido strumento d’espressione personale in alternativa all’isterismo della scrittura alla tastiera e dei cosiddetti “social networks”, che ormai, per motivi meramente pratici, dominano buona parte del nostro mondo tecnologizzato.
Naturalmente, non tutti si possono permettere la spesa richiesta da stilografiche di pregio per la natura dei materiali utilizzati nella loro fabbricazione. In questi tempi di crisi, spendere alcune centinaia di euro per l’acquisto di una stilografica è troppo spesso un lusso per pochi.
Ecco dunque che il mercato offre anche penne di prezzo adatto a tutti i portafogli, ma che rimangono, al 100%, stilografiche a tutti gli effetti. E che offrono anche alcuni vantaggi non trascurabili.
E’ il caso della Kaweco Sport di base, prodotta in Germania e che oggi può essere acquistata al prezzo di 23 €. L’ho comprata allo scopo di avere sempre in tasca una stilografica senza dovermi preoccupare né delle dimensioni né della possibilità di rovinarla. Chiusa, la Sport è lunga 10,54 cm e può essere tenuta tranquillamente in tasca. E’ di plastica (niente metallo oppure “resina pregiata”), con una finitura superficiale che ricorda molto da vicino quella dell’ebanite.
La qualità del materiale assicura una notevole robustezza e, oltre a proteggere molto bene lo strumento dagli urti, riduce al minimo la possibilità di graffiature, rendendo piacevole e spensierato il portare con sé questa penna in ogni situazione.
Il cappuccio a vite, di 13,2 mm di diametro e sezione ottagonale, evita il rischio di rotolamenti e cadute accidentali e sulla sommità presenta, ben realizzato in ottone, il logo del produttore, nella forma che caratterizza i prodotti della Casa dal 1929. Una volta aperta e con il cappuccio calzato, la stilografica è lunga 13,21 cm e può essere impugnata confortevolmente. L’impugnatura ha un diametro medio di 9,4 mm mentre il corpo cilindrico ha un diametro di 11 mm. Il pennino, prodotto da Peter Bock AG e placcato in oro a 23k, è finemente inciso, esattamente come sul coperchio della scatola metallica che ospita la stilografica. Voto per materiali, funzionalità e finiture: 8.
E’ possibile solo l’alimentazione con cartuccia. La confezione ne offre una scatola di 6, prodotte nell'Unione Europea (le mie sono blu, ma la Kaweco annuncia la disponibilità di almeno 7 colori diversi), che si aggiungono a quella presente nel corpo della stilografica. Quest’ultimo è piuttosto piccolo e non può ospitare una cartuccia di riserva. Le cartucce mi sembrano identiche, per forma e dimensioni, allo standard Pelikan ed Omas.
Il fermaglio, per l’inserimento della penna nel taschino, va acquistato a parte, anche se alcuni rivenditori lo offrono gratuitamente.
Il pennino, lungo 16 mm e con proporzioni quasi italiane grazie alle spalle in buona evidenza, presenta un foro circolare di areazione. E’ ben montato: si presenta infatti dritto ed allineato con il corpo, cosa che, purtroppo, non si può dare mai per scontata, neppure in stilografiche di pregio. Inserito a baionetta nel corpo, è scorrevole e piacevole nell’uso pur essendo rigido, ma non tanto quanto altri pennini che ho avuto modo di provare. L’alimentatore non presenta alette. Inserita la cartuccia, occorre attendere un po’ prima che la capillarizzazione porti l’inchiostro al pennino, ma a quel punto la scrittura comincia fluida e regolare, senza intoppi o incertezze particolari. Naturalmente, un uso prolungato migliora le qualità del flusso. La penna ha superato bene anche la prova della scrittura dopo un periodo prolungato a “testa in su”. Pur prediligendo penne con sezione di diametro decisamente maggiore, debbo dire che ho trovato la scrittura molto confortevole.
Voto di scrittura: 9.
Almeno nell’area bergamasca, nella quale vivo, il mercato sembra aver capito perfettamente la filosofia di questo prodotto, che ha registrato vendite intorno al 100% delle penne disponibili, includendo anche quelle di fascia più alta, già recensite su questo forum.
E’ da qualche tempo che l’interesse verso le stilografiche si è risvegliato. Non solo grazie a chi vede e vive questo affascinante strumento di scrittura come status symbol oppure quale segno distintivo, ma anche grazie a chi, più semplicemente, apprezza lo scrivere a mano, anche quale valido strumento d’espressione personale in alternativa all’isterismo della scrittura alla tastiera e dei cosiddetti “social networks”, che ormai, per motivi meramente pratici, dominano buona parte del nostro mondo tecnologizzato.
Naturalmente, non tutti si possono permettere la spesa richiesta da stilografiche di pregio per la natura dei materiali utilizzati nella loro fabbricazione. In questi tempi di crisi, spendere alcune centinaia di euro per l’acquisto di una stilografica è troppo spesso un lusso per pochi.
Ecco dunque che il mercato offre anche penne di prezzo adatto a tutti i portafogli, ma che rimangono, al 100%, stilografiche a tutti gli effetti. E che offrono anche alcuni vantaggi non trascurabili.
E’ il caso della Kaweco Sport di base, prodotta in Germania e che oggi può essere acquistata al prezzo di 23 €. L’ho comprata allo scopo di avere sempre in tasca una stilografica senza dovermi preoccupare né delle dimensioni né della possibilità di rovinarla. Chiusa, la Sport è lunga 10,54 cm e può essere tenuta tranquillamente in tasca. E’ di plastica (niente metallo oppure “resina pregiata”), con una finitura superficiale che ricorda molto da vicino quella dell’ebanite.
La qualità del materiale assicura una notevole robustezza e, oltre a proteggere molto bene lo strumento dagli urti, riduce al minimo la possibilità di graffiature, rendendo piacevole e spensierato il portare con sé questa penna in ogni situazione.
Il cappuccio a vite, di 13,2 mm di diametro e sezione ottagonale, evita il rischio di rotolamenti e cadute accidentali e sulla sommità presenta, ben realizzato in ottone, il logo del produttore, nella forma che caratterizza i prodotti della Casa dal 1929. Una volta aperta e con il cappuccio calzato, la stilografica è lunga 13,21 cm e può essere impugnata confortevolmente. L’impugnatura ha un diametro medio di 9,4 mm mentre il corpo cilindrico ha un diametro di 11 mm. Il pennino, prodotto da Peter Bock AG e placcato in oro a 23k, è finemente inciso, esattamente come sul coperchio della scatola metallica che ospita la stilografica. Voto per materiali, funzionalità e finiture: 8.
E’ possibile solo l’alimentazione con cartuccia. La confezione ne offre una scatola di 6, prodotte nell'Unione Europea (le mie sono blu, ma la Kaweco annuncia la disponibilità di almeno 7 colori diversi), che si aggiungono a quella presente nel corpo della stilografica. Quest’ultimo è piuttosto piccolo e non può ospitare una cartuccia di riserva. Le cartucce mi sembrano identiche, per forma e dimensioni, allo standard Pelikan ed Omas.
Il fermaglio, per l’inserimento della penna nel taschino, va acquistato a parte, anche se alcuni rivenditori lo offrono gratuitamente.
Il pennino, lungo 16 mm e con proporzioni quasi italiane grazie alle spalle in buona evidenza, presenta un foro circolare di areazione. E’ ben montato: si presenta infatti dritto ed allineato con il corpo, cosa che, purtroppo, non si può dare mai per scontata, neppure in stilografiche di pregio. Inserito a baionetta nel corpo, è scorrevole e piacevole nell’uso pur essendo rigido, ma non tanto quanto altri pennini che ho avuto modo di provare. L’alimentatore non presenta alette. Inserita la cartuccia, occorre attendere un po’ prima che la capillarizzazione porti l’inchiostro al pennino, ma a quel punto la scrittura comincia fluida e regolare, senza intoppi o incertezze particolari. Naturalmente, un uso prolungato migliora le qualità del flusso. La penna ha superato bene anche la prova della scrittura dopo un periodo prolungato a “testa in su”. Pur prediligendo penne con sezione di diametro decisamente maggiore, debbo dire che ho trovato la scrittura molto confortevole.
Voto di scrittura: 9.
Almeno nell’area bergamasca, nella quale vivo, il mercato sembra aver capito perfettamente la filosofia di questo prodotto, che ha registrato vendite intorno al 100% delle penne disponibili, includendo anche quelle di fascia più alta, già recensite su questo forum.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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- Phormula
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- La mia penna preferita: Lamy 2000 F
- Il mio inchiostro preferito: R&K Phormula Blau
- Misura preferita del pennino: Medio
- Arte Italiana FP.IT M: 006
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Kaweco Sport
Grazie per la recensione, interessante e che conferma in pieno le mie impressioni!
Ho avuto per un certo periodo una Kaweko Sport trasparente, che ho convertito al caricamento con contagocce e poi ho regalato.
La Kaweco in plastica è realizzata in Makrolon, cioè il policarbonato prodotto dalla Bayer.
E' un materiale plastico molto resistente, il policarbonato è utilizzato ad esempio per fare i CD e i DVD perchè è molto stabile oltre che trasparente e per realizzare il trasparente dei fari delle automobili.
Le cartucce sono quelle standard internazionali. A me piace molto il loro blue-black, che uso, appunto, in altre penne che accettano cartucce internazionali.
Anche degli inchiostri in bottiglia della Kaweco ho sentito dire bene, pur non avendone esperienza diretta. Penso che se li facciano realizzare da altri, del resto fanno lo stesso con molte componenti delle loro penne (i pennini e gli alimentatori sono Bock, i meccanismi delle matite sono giapponesi, i refill mi pare siano Schmidt), però anche se fanno outsourcing, la mia impressione è che conservino una attenzione molto alta sul livello di qualità dei loro prodotti.
Ho avuto per un certo periodo una Kaweko Sport trasparente, che ho convertito al caricamento con contagocce e poi ho regalato.
La Kaweco in plastica è realizzata in Makrolon, cioè il policarbonato prodotto dalla Bayer.
E' un materiale plastico molto resistente, il policarbonato è utilizzato ad esempio per fare i CD e i DVD perchè è molto stabile oltre che trasparente e per realizzare il trasparente dei fari delle automobili.
Le cartucce sono quelle standard internazionali. A me piace molto il loro blue-black, che uso, appunto, in altre penne che accettano cartucce internazionali.
Anche degli inchiostri in bottiglia della Kaweco ho sentito dire bene, pur non avendone esperienza diretta. Penso che se li facciano realizzare da altri, del resto fanno lo stesso con molte componenti delle loro penne (i pennini e gli alimentatori sono Bock, i meccanismi delle matite sono giapponesi, i refill mi pare siano Schmidt), però anche se fanno outsourcing, la mia impressione è che conservino una attenzione molto alta sul livello di qualità dei loro prodotti.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
- colex
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Kaweco Sport
Ottima penna... Ottima recensione...
Consiglio la vintage spendendo un pò di più, estetica identica, stantuffo anziché cartuccia, pennino flessibile, se si ha fortuna si riesce a trovare in ottime condizioni
Consiglio la vintage spendendo un pò di più, estetica identica, stantuffo anziché cartuccia, pennino flessibile, se si ha fortuna si riesce a trovare in ottime condizioni
pen: Aurora*Delta*Kaweco*LAMY*Montblanc*Leonardo*OMAS*Parker*Pelikan*Pilot*Sheaffer*Stipula*TWSBI*Visconti*Waterman
ink: Aurora*Delta*Diamine*J.Herbin*Montblanc*Noodler's*Leonardo*Omas*Pelikan*Pilot Iroshizuku*Sailor*Visconti*Waterman
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- vikingo60
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Grazie per la recensione, davvero molto dettagliata. Avevo provato la versione in alluminio, trovandola ottimamente realizzata e perfettamente funzionale. Questa è ancora più economica ma a quanto pare altrettanto valida. E' interessante vedere come in Germania almeno si sita sviluppando il mercato delle stilografiche economiche, pensate per scrivere, che arrivano anche qui, mi piacerebbe accadesse anche da noi e che anche le aziende italiane si impegnassero su quel segmento di mercato.
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
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In realtà, la spiegazione è semplice, in Germania, Austria e Svizzera esiste la domanda di penne stilografiche economiche ma con ottima qualità di scrittura.piccardi ha scritto:... E' interessante vedere come in Germania almeno si sita sviluppando il mercato delle stilografiche economiche, pensate per scrivere, che arrivano anche qui, mi piacerebbe accadesse anche da noi e che anche le aziende italiane si impegnassero su quel segmento di mercato.
Tutto inizia con l'equivalente della nostra scuola elementare, molti maestri chiedono espressamente agli alunni di usare la stilografica, e per una ragione ben precisa, perchè la stilografica obbliga ad imparare come impugnare correttamente la penna (vedo continuamente gente che scrive con la biro impugnandola nei modi più assurdi) e favorisce lo sviluppo di una buona calligrafia. Di conseguenza nelle cartolerie e nei supermercati si trovano le penne scolastiche pensate per chi inizia a scrivere: Lamy ABC, Schneider Base Kid, Staedtler Learner, Faber Castell... sono penne molto colorate, con l'impugnatura ergonomica e lo spazio per scrivere il nome dell'alunno. Tecnicamente hanno pennini M molto rigidi, che tollerano più di qualche abuso, e sono disponibili nelle due varianti, normale e per mancini. Io ho una Staedtler (che sembra un grosso matitone) e ho il sospetto che se la faccio cadere per terra di punta, il pennino non faccia una piega...
Se uno impara a scrivere con la stilografica, è probabile che continui, soprattutto se la scuola continua a consigliarla, e infatti il passo successivo è rappresentato dalle penne scolastiche destinate agli studenti degli ultimi anni delle elementari e delle medie, che sono penne dall'aspetto meno "giocattoloso" ma sempre penne economiche che scrivono bene. Si tratta di penne che stanno nelle tre fasce di prezzo: 10, 15 e 20 Euro. Sono penne realizzate quasi interamente in plastica, a volte dall'aspetto economico ma senza sacrificare la qualità di scrittura, che è il motivo principale per cui le si acquista. Noi conosciamo molto bene la Lamy Safari, che si vende anche da noi, ma a questa categoria appartengono anche molte Pelikan, la Schneider Base, la Lamy Nexx, una gamma praticamente infinita di penne Online, e, se non ricordo male, anche una Faber Castell. a questo livello comincia ad essere presente la scelta di pennini, di solito F, M e L (mancini). A riprova di questo, se vi fate un giro nei supermercati tedeschi e curiosate tra gli astucci, ne trovate di pensati per la stilografica. Sono astucci con chiusura a zip che hanno due o tre anelli elastici per tenere stilografica, biro e matita, e una tasca per tutto il resto.
Il passo successivo riguarda gli studenti delle medie e delle superiori che incominciano a volersi distinguere, per cui, oltre alla funzionalità, entra in gioco anche il design. Nella maggior parte delle scuole superiori viene meno l'obbligo di uso della stilografica, ma ormai molti studenti sono abituati e continuano a farlo. L'industria risponde alla domanda di questo tipo di utenza realizzando penne multicolori, di design, o anche dall'aspetto più serioso, come la Online Vision, la Kaweco Student, la Lamy Al . I prezzi salgono un po', la maggior parte di queste penne costa tra 15 e 30 Euro e in qualche caso, si arriva al massimo a 50. Questa è la fascia di prezzo che presenta la maggiore offerta, anche perchè succede che queste penne continuino ad essere acquistate ed usate anche dagli studenti universitari e più in là, da persone che le usano nel loro lavoro. Tutti i produttori tedeschi hanno in catalogo penne di questo tipo. Man mano che il prezzo sale, la plastica lascia lo spazio al metallo e migliora la qualità della finitura. Spesso, come accade per Lamy e per Faber Castell, alimentatore e pennino sono condivisi tra penne di famiglie diverse, per le ovvie economie di scala. Inoltre alla stilografica vengono affiancati biro, matita e roller, per accontentare la clientela che desidera un set. Addirittura Lamy presen
La Kaweco, nelle due varianti, plastica e metallo, appartiene a questo gruppo, che è quello con la maggiore fascia di utenza e capacità di spesa. Ma, come ho scritto più su, questa fascia di consumatori, tra cui mi ci metto anch'io ha le sue radici nel fatto di avere usato la stilografica a scuola, averla apprezzata e continuare a farlo. Del resto si tratta di penne che scrivono bene e non costano tantissimo, quindi non ci si piange troppo sopra se finiscono male. Le aziende tedesche hanno la fortuna di avere la domanda e quindi sviluppano i prodotti attorno ad essa, cosa che quelle italiane non possono fare, dal momento che la nostra scuola elementare è stata colonizzata dalle biro cancellabili, che sono quanto di peggio si possa usare per imparare a scrivere.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Piccolo OT: quanti di voi hanno prole che frequenta la scuola elementare mi possono confermare questa informazione, che ho ricevuot (con orrore) anche da alcuni colleghi? Davvero nella scuola elementare ai bambini viene insegnato a scrivere con la penna cancellabile?Phormula ha scritto:... dal momento che la nostra scuola elementare è stata colonizzata dalle biro cancellabili, che sono quanto di peggio si possa usare per imparare a scrivere.
Quando andavo alle elementari, iniziavano ad uscire le prime Papermate cancellabili (manco tanto), che le maestre ci VIETAVANO di usare. Sui quaderni solo colori a pastello (grrrr ) e matita per i disegni, la penna per scrivere. BIC, e uguali per tutti (oggi so che era fatto per non creare differenze tra chi veniva da famiglie umili, e chi invece aveva più possibilità - la stessa funzione del grembiule, d'altronde).
Scrivere a penna, per imparare a pensare prima di scrivere, e soprattutto ad essere ordinati e "puliti".
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Già io, oltre venti anni addietro, ho fatto le elementari con obbligo di usare le Papermate cancellabili.. E anche ora mi pare che la situazione sia pressoché analoga.G P M P ha scritto:Piccolo OT: quanti di voi hanno prole che frequenta la scuola elementare mi possono confermare questa informazione, che ho ricevuot (con orrore) anche da alcuni colleghi? Davvero nella scuola elementare ai bambini viene insegnato a scrivere con la penna cancellabile?Phormula ha scritto:... dal momento che la nostra scuola elementare è stata colonizzata dalle biro cancellabili, che sono quanto di peggio si possa usare per imparare a scrivere.
Quando andavo alle elementari, iniziavano ad uscire le prime Papermate cancellabili (manco tanto), che le maestre ci VIETAVANO di usare. Sui quaderni solo colori a pastello (grrrr ) e matita per i disegni, la penna per scrivere. BIC, e uguali per tutti (oggi so che era fatto per non creare differenze tra chi veniva da famiglie umili, e chi invece aveva più possibilità - la stessa funzione del grembiule, d'altronde).
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..in questo forse sono stato fortunato ma la maestra di italiano ci obbligava ad usare le stilografiche.... (e non sono tanto vecchio, ho solo 27 anni ) mi ricordo di un pelikan economica (mi sfugge il modello) che ho usato fino in seconda media.
le penne cancellabili erano accettate però da tutte le altre docenti della scuola.
le penne cancellabili erano accettate però da tutte le altre docenti della scuola.
Francesco
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Nella mia scuola, 20 anni fa, all'inizio si potevano usare solo lapis e matita rossa.
Quando le maestre vedevano che sbagliavi poco, potevi passare alle penne cancellabili e poi, sempre col loro benestare, alle non cancellabili.
Dal 3° anno scrivevo con la stilografica, che poi ho abbandonato dalle medie per due motivi:
1. qualità di scrittura: avendo usato due penne economiche che si trovavano nei supermercati e che grattavano da morire, pensavo scrivessero tutte in quel modo;
2. praticità: non mi piaceva che l'inchiostro Pelikan blu - per me l'unico esistente allora - non avesse alcuna resistenza all'acqua. Inoltre il fatto di dover spesso ripulire il cappuccio e l'impugnatura dall'inchiostro perso era abbastanza fastidioso.
Probabilmente, se avessi avuto in mano penne scolastiche come queste tedesche che vedo sul forum e qualche scelta in più tra gli inchiostri, non avrei mai smesso di usarle.
Quando le maestre vedevano che sbagliavi poco, potevi passare alle penne cancellabili e poi, sempre col loro benestare, alle non cancellabili.
Dal 3° anno scrivevo con la stilografica, che poi ho abbandonato dalle medie per due motivi:
1. qualità di scrittura: avendo usato due penne economiche che si trovavano nei supermercati e che grattavano da morire, pensavo scrivessero tutte in quel modo;
2. praticità: non mi piaceva che l'inchiostro Pelikan blu - per me l'unico esistente allora - non avesse alcuna resistenza all'acqua. Inoltre il fatto di dover spesso ripulire il cappuccio e l'impugnatura dall'inchiostro perso era abbastanza fastidioso.
Probabilmente, se avessi avuto in mano penne scolastiche come queste tedesche che vedo sul forum e qualche scelta in più tra gli inchiostri, non avrei mai smesso di usarle.
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Chiedo venia per avere portato OT questa discussione, spiegando il perchè i produttori tedeschi realizzano ottime penne di costo ragionevole.
Magari i moderatori possono spezzare questa discussione aprendone una nuova con un titolo più consono.
Discorso Replay. Io ho più di qualche capello grigio, e ricordo di avere usato a scuola prima la matita e poi la stilografica, che doveva essere rigorosamente una Pelikan verdolina e le cartucce rigorosamente Pelikan Royal Blue. Qualsiasi altra stilografica veniva sequestrata dalla maestra e rottamata. Ricordo di avere odiato quella penna a tal punto che per 35 anni non ho più comprato una Pelikan e, pur usandolo ancora, non amo particolarmente il Royal Blue. Quando sono arrivato alle medie, ho continuato con la stilografica, anche se non era più un obbligo, e ho continuato anche alle superiori ed all'università (era ideale per scrivere a lungo prendendo appunti dei corsi), fino ad oggi, la trovo fantastica nelle riunioni.
Mio fratello, che ha qualche anno in meno, appartiene già alla generazione delle Replay. Ricordo che le prime Replay erano orribili, per scrivere dovevi schiacciare con forza, e, più che deporre una linea fluida, avevano un inchiostro molto denso, praticamente defecavano una linea di inchiostro sulla carta che a volte non era nemmeno continua ma aveva microinterruzioni. Oggi spero che le abbiano migliorate, perchè veramente erano la penna meno adatta per imparare ad avere una buona grafia.
Magari i moderatori possono spezzare questa discussione aprendone una nuova con un titolo più consono.
Discorso Replay. Io ho più di qualche capello grigio, e ricordo di avere usato a scuola prima la matita e poi la stilografica, che doveva essere rigorosamente una Pelikan verdolina e le cartucce rigorosamente Pelikan Royal Blue. Qualsiasi altra stilografica veniva sequestrata dalla maestra e rottamata. Ricordo di avere odiato quella penna a tal punto che per 35 anni non ho più comprato una Pelikan e, pur usandolo ancora, non amo particolarmente il Royal Blue. Quando sono arrivato alle medie, ho continuato con la stilografica, anche se non era più un obbligo, e ho continuato anche alle superiori ed all'università (era ideale per scrivere a lungo prendendo appunti dei corsi), fino ad oggi, la trovo fantastica nelle riunioni.
Mio fratello, che ha qualche anno in meno, appartiene già alla generazione delle Replay. Ricordo che le prime Replay erano orribili, per scrivere dovevi schiacciare con forza, e, più che deporre una linea fluida, avevano un inchiostro molto denso, praticamente defecavano una linea di inchiostro sulla carta che a volte non era nemmeno continua ma aveva microinterruzioni. Oggi spero che le abbiano migliorate, perchè veramente erano la penna meno adatta per imparare ad avere una buona grafia.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Ciao Alberto,
io ho una Kaweco Sport in alluminio e mi ritrovo nella tua accurata recensione. Per me è una penna da portare sempre in tasca.
Mi riprometto di pubblicare le impressioni sulla mia curando soprattutto le differenze dovute al corpo in alluminio.
Saluti,
Giovanni
io ho una Kaweco Sport in alluminio e mi ritrovo nella tua accurata recensione. Per me è una penna da portare sempre in tasca.
Mi riprometto di pubblicare le impressioni sulla mia curando soprattutto le differenze dovute al corpo in alluminio.
Saluti,
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Sono talmente soddisfatto della mia Kaweco Sport Classic in makrolon, che oggi ho acquistato un altro esemplare, questa volta bianco.
Dopo il classico lavaggio della sezione con detersivo per piatti (una sola goccia in un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente) ed una accurato risciacquo con acqua corrente, è bastato inserire la cartuccia, agitare leggermente, appoggiare il pennino su un po' di carta assorbente ed il flusso è partito subito, costante e perfetto.
Mia moglie ne ha acquistata una trasparente verde (proporrò una breve recensione domani) e mia figlia una bianca come la mia: sono entrambe perfette.
A mio parere, si tratta di un prodotto ottimo, con un rapporto qualità/prezzo che non teme confronti.
P.S.: a scanso d'eventuali equivoci, preciso che non ho alcun legame con Kaweco: sono solo un cliente molto soddisfatto.
Dopo il classico lavaggio della sezione con detersivo per piatti (una sola goccia in un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente) ed una accurato risciacquo con acqua corrente, è bastato inserire la cartuccia, agitare leggermente, appoggiare il pennino su un po' di carta assorbente ed il flusso è partito subito, costante e perfetto.
Mia moglie ne ha acquistata una trasparente verde (proporrò una breve recensione domani) e mia figlia una bianca come la mia: sono entrambe perfette.
A mio parere, si tratta di un prodotto ottimo, con un rapporto qualità/prezzo che non teme confronti.
P.S.: a scanso d'eventuali equivoci, preciso che non ho alcun legame con Kaweco: sono solo un cliente molto soddisfatto.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Ne ho acquistata una (identicaa quella recensita dall'opener) Venerdi.
Soddisfattissimo. Poca spesa tanta resa.
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Fabrizio
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Phormula ha scritto:In realtà, la spiegazione è semplice, in Germania, Austria e Svizzera esiste la domanda di penne stilografiche economiche ma con ottima qualità di scrittura.piccardi ha scritto:... E' interessante vedere come in Germania almeno si sita sviluppando il mercato delle stilografiche economiche, pensate per scrivere, che arrivano anche qui, mi piacerebbe accadesse anche da noi e che anche le aziende italiane si impegnassero su quel segmento di mercato.
Tutto inizia con l'equivalente della nostra scuola elementare, molti maestri chiedono espressamente agli alunni di usare la stilografica, e per una ragione ben precisa, perchè la stilografica obbliga ad imparare come impugnare correttamente la penna (vedo continuamente gente che scrive con la biro impugnandola nei modi più assurdi) e favorisce lo sviluppo di una buona calligrafia. Di conseguenza nelle cartolerie e nei supermercati si trovano le penne scolastiche pensate per chi inizia a scrivere: Lamy ABC, Schneider Base Kid, Staedtler Learner, Faber Castell... sono penne molto colorate, con l'impugnatura ergonomica e lo spazio per scrivere il nome dell'alunno. Tecnicamente hanno pennini M molto rigidi, che tollerano più di qualche abuso, e sono disponibili nelle due varianti, normale e per mancini. Io ho una Staedtler (che sembra un grosso matitone) e ho il sospetto che se la faccio cadere per terra di punta, il pennino non faccia una piega...
Se uno impara a scrivere con la stilografica, è probabile che continui, soprattutto se la scuola continua a consigliarla, e infatti il passo successivo è rappresentato dalle penne scolastiche destinate agli studenti degli ultimi anni delle elementari e delle medie, che sono penne dall'aspetto meno "giocattoloso" ma sempre penne economiche che scrivono bene. Si tratta di penne che stanno nelle tre fasce di prezzo: 10, 15 e 20 Euro. Sono penne realizzate quasi interamente in plastica, a volte dall'aspetto economico ma senza sacrificare la qualità di scrittura, che è il motivo principale per cui le si acquista. Noi conosciamo molto bene la Lamy Safari, che si vende anche da noi, ma a questa categoria appartengono anche molte Pelikan, la Schneider Base, la Lamy Nexx, una gamma praticamente infinita di penne Online, e, se non ricordo male, anche una Faber Castell. a questo livello comincia ad essere presente la scelta di pennini, di solito F, M e L (mancini). A riprova di questo, se vi fate un giro nei supermercati tedeschi e curiosate tra gli astucci, ne trovate di pensati per la stilografica. Sono astucci con chiusura a zip che hanno due o tre anelli elastici per tenere stilografica, biro e matita, e una tasca per tutto il resto.
Il passo successivo riguarda gli studenti delle medie e delle superiori che incominciano a volersi distinguere, per cui, oltre alla funzionalità, entra in gioco anche il design. Nella maggior parte delle scuole superiori viene meno l'obbligo di uso della stilografica, ma ormai molti studenti sono abituati e continuano a farlo. L'industria risponde alla domanda di questo tipo di utenza realizzando penne multicolori, di design, o anche dall'aspetto più serioso, come la Online Vision, la Kaweco Student, la Lamy Al . I prezzi salgono un po', la maggior parte di queste penne costa tra 15 e 30 Euro e in qualche caso, si arriva al massimo a 50. Questa è la fascia di prezzo che presenta la maggiore offerta, anche perchè succede che queste penne continuino ad essere acquistate ed usate anche dagli studenti universitari e più in là, da persone che le usano nel loro lavoro. Tutti i produttori tedeschi hanno in catalogo penne di questo tipo. Man mano che il prezzo sale, la plastica lascia lo spazio al metallo e migliora la qualità della finitura. Spesso, come accade per Lamy e per Faber Castell, alimentatore e pennino sono condivisi tra penne di famiglie diverse, per le ovvie economie di scala. Inoltre alla stilografica vengono affiancati biro, matita e roller, per accontentare la clientela che desidera un set. Addirittura Lamy presen
La Kaweco, nelle due varianti, plastica e metallo, appartiene a questo gruppo, che è quello con la maggiore fascia di utenza e capacità di spesa. Ma, come ho scritto più su, questa fascia di consumatori, tra cui mi ci metto anch'io ha le sue radici nel fatto di avere usato la stilografica a scuola, averla apprezzata e continuare a farlo. Del resto si tratta di penne che scrivono bene e non costano tantissimo, quindi non ci si piange troppo sopra se finiscono male. Le aziende tedesche hanno la fortuna di avere la domanda e quindi sviluppano i prodotti attorno ad essa, cosa che quelle italiane non possono fare, dal momento che la nostra scuola elementare è stata colonizzata dalle biro cancellabili, che sono quanto di peggio si possa usare per imparare a scrivere.
anche se l'articolo è un po' lungo concordo
la mia maestra ci obbligò ad usare la stilografica e la passione per la stilografica mi è rimasta