Milan Pen Show - Mostra Scambio di Milano
22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Omas Extra Lucens anellata
- francoiacc
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- La mia penna preferita: OMAS Extra Paragon Arco Bronze
- Il mio inchiostro preferito: P.W. Akkerman #5 Shocking Blue
- Misura preferita del pennino: Stub
- Località: Capitale del Regno delle Due Sicilie
- Gender:
Omas Extra Lucens anellata
Alla fine degli anni '20 i maggiori produttori di stilografiche iniziarono a realizzare penne in cui fosse possibile portare tanto inchiostro e verificarne la quantità rimanente. La cosa ovviamente comportava l'abbandono di quei sistemi di caricamento che richiedevano l'uso dei sacchetti di latex, quindi caricamenti tipo la levetta e il pulsante di fondo.
Nel 1929 Pelikan introdusse la 100 con ricarica a pistone e finestrella d'ispezione di inchiostro che consentiva una ottima capacità di carica. Nel 1932 Parker introdusse l'innovativa Golden Arrow, precorritrice della Vacumatic che vide la luce l'anno successivo. Con il nuovo sistema Vacumatic si riusciva a caricare una notevole quantità di inchiostro direttamente all'interno di un fusto di celluloide semitrasparente laminata che consentiva di visualizzarne il contenuto.Questi sono solo gli esempi più noti ma furono introdotti altri sistemi di ricarica che consentivano di trasportare tanto inchiostro e controllarne il contenuto.
In Italia, sulla scia di queste nuove tendenze provenienti dall'oltre oceano, OMAS introdusse nel 1936 la Lucens, una penna che nello stile non differiva dalla Extra, avendo anche questa una clip a ruzzolina e la fascia con la greca sul cappuccio,ma introduceva il sistema di ricarica a stantuffo tuffante che consentiva di ricaricare una notevole quantità di inchiostro all'interno di un fusto in celluloide semitrasparente. Le più note arrivate a nostri giorni sono quelle in celluloide nera anellata o spiralata, ma ne vennero prodotte in altre colorazioni più rare da ritrovare essendo in alcuni casi più fragili o, presumo, più costose.
La Lucens venne affiancata dalla versione faccettata denominata inizialmente Lucens Extra e poi Extra Lucens. Nel 1938 Armando Simoni effettuò un restiling della Extra Lucens rifacendosi alle ultime tendenze provenienti dagli States ed introduce così clip e pennino a freccia di chiara ispirazione Parker.
E così arriviamo all'esemplare di cui sono fortunatamente riuscito ad entrare in possesso, una delle nuove colorazioni introdotte negli anni '40, ossia una celluloide laminata grigio/verde semitrasparente.
La Extra Lucens venne prodotta in tre diverse taglie, in questo caso siamo di fronte ad una senior, quindi la versione più grande, ecco le sue misure:
Lunghezza da chiusa: 136 mm
Lunghezza da aperta: 125 mm
Lunghezza calzata: 173 mm
Diametro fusto: 13 mm
Diametro cappuccio: 15 mm
Diametro sezione: 11.5 mm - 10 mm
Peso (vuota): 20 gr
Qui OMAS aveva già abbandonato da tempo la greca in favore di tre semplici anellini che danno alla penna una linea più pulita. L'unico altro anellino che troviamo è quello che adorna il fusto e che si trova alla base del fondello che aziona lo stantuffo tuffante.
Altro chiaro elemento di ispirazione d'oltreoceano è lo stemmino AS che troviamo sotto la clip che ricorda il golde seal utilizzato da Wahl Eversharp.
Sul fusto della penna troviamo infine inciso OMAS Extra Lucens con il brevetto della penna 73725-1936
Il pennino è un Extra Fine con ancora una buona quantità di iridio, l'ho provato solo per intinzione, non ho ancora trovato il coraggio di caricarla. Ha un feedback che si fa sentire ma non gratta, ma quel che è notevole di questo pennino è la sua naturale attitudine a seguire il movimento della mano aprendosi e richiudendosi naturalmente in modo da donare carattere alla grafia in modo del tutto naturale.
La sua leggerezza e la piacevolezza del pennino ne fanno una penna che dona puro piacere non solo alla vista ma anche all'uso, sarà difficile riuscire a non ricaricarla e rinunciare a godermi ore di scrittura.
C'è tanto di proveniente dall'oltreoceano in questa penna, ma senza il gusto, lo stile nel design, la ineccepibile qualità costruttiva ed un sistema di ricarica che consente un'ottima capacità di inchiostro, sarebbe solo un'altra Parker Vacumatic, invece è una delle più belle realizzazioni di Armando Simoni che ha dato e ancora dà lustro al Made in Italy.
Nel 1929 Pelikan introdusse la 100 con ricarica a pistone e finestrella d'ispezione di inchiostro che consentiva una ottima capacità di carica. Nel 1932 Parker introdusse l'innovativa Golden Arrow, precorritrice della Vacumatic che vide la luce l'anno successivo. Con il nuovo sistema Vacumatic si riusciva a caricare una notevole quantità di inchiostro direttamente all'interno di un fusto di celluloide semitrasparente laminata che consentiva di visualizzarne il contenuto.Questi sono solo gli esempi più noti ma furono introdotti altri sistemi di ricarica che consentivano di trasportare tanto inchiostro e controllarne il contenuto.
In Italia, sulla scia di queste nuove tendenze provenienti dall'oltre oceano, OMAS introdusse nel 1936 la Lucens, una penna che nello stile non differiva dalla Extra, avendo anche questa una clip a ruzzolina e la fascia con la greca sul cappuccio,ma introduceva il sistema di ricarica a stantuffo tuffante che consentiva di ricaricare una notevole quantità di inchiostro all'interno di un fusto in celluloide semitrasparente. Le più note arrivate a nostri giorni sono quelle in celluloide nera anellata o spiralata, ma ne vennero prodotte in altre colorazioni più rare da ritrovare essendo in alcuni casi più fragili o, presumo, più costose.
La Lucens venne affiancata dalla versione faccettata denominata inizialmente Lucens Extra e poi Extra Lucens. Nel 1938 Armando Simoni effettuò un restiling della Extra Lucens rifacendosi alle ultime tendenze provenienti dagli States ed introduce così clip e pennino a freccia di chiara ispirazione Parker.
E così arriviamo all'esemplare di cui sono fortunatamente riuscito ad entrare in possesso, una delle nuove colorazioni introdotte negli anni '40, ossia una celluloide laminata grigio/verde semitrasparente.
La Extra Lucens venne prodotta in tre diverse taglie, in questo caso siamo di fronte ad una senior, quindi la versione più grande, ecco le sue misure:
Lunghezza da chiusa: 136 mm
Lunghezza da aperta: 125 mm
Lunghezza calzata: 173 mm
Diametro fusto: 13 mm
Diametro cappuccio: 15 mm
Diametro sezione: 11.5 mm - 10 mm
Peso (vuota): 20 gr
Qui OMAS aveva già abbandonato da tempo la greca in favore di tre semplici anellini che danno alla penna una linea più pulita. L'unico altro anellino che troviamo è quello che adorna il fusto e che si trova alla base del fondello che aziona lo stantuffo tuffante.
Altro chiaro elemento di ispirazione d'oltreoceano è lo stemmino AS che troviamo sotto la clip che ricorda il golde seal utilizzato da Wahl Eversharp.
Sul fusto della penna troviamo infine inciso OMAS Extra Lucens con il brevetto della penna 73725-1936
Il pennino è un Extra Fine con ancora una buona quantità di iridio, l'ho provato solo per intinzione, non ho ancora trovato il coraggio di caricarla. Ha un feedback che si fa sentire ma non gratta, ma quel che è notevole di questo pennino è la sua naturale attitudine a seguire il movimento della mano aprendosi e richiudendosi naturalmente in modo da donare carattere alla grafia in modo del tutto naturale.
La sua leggerezza e la piacevolezza del pennino ne fanno una penna che dona puro piacere non solo alla vista ma anche all'uso, sarà difficile riuscire a non ricaricarla e rinunciare a godermi ore di scrittura.
C'è tanto di proveniente dall'oltreoceano in questa penna, ma senza il gusto, lo stile nel design, la ineccepibile qualità costruttiva ed un sistema di ricarica che consente un'ottima capacità di inchiostro, sarebbe solo un'altra Parker Vacumatic, invece è una delle più belle realizzazioni di Armando Simoni che ha dato e ancora dà lustro al Made in Italy.
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Bel colpo Francesco!
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Complimenti, una delle più belle penne della Omas, un vero spettacolo.
Simone
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Molto, molto bella. Complimenti .
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Bellissima e grazie per la spiegazione, che la fa apprezzare anche a chi come me non si intende di penne di età 

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Non sarebbe opportuno per evitare disinterpretazioni, sostituire il termine di laminata con anellata (anche nel titolo)?
Giorgio
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Grazie per i complimenti, è davvero una delle più belle penne realizzate da Omas, bisogna però dire che ci sono marchi meno noti ai più che hanno fatto capolavori di pari bellezza.
Non c’è molto da intendersene, una penna quando è bella e ci piace spinge ad approfondire e poi condividere. Comunque tutta colpa dei PenShow dove si viene irretito da collezioni e meraviglie d’altri tempi.Silvia1974 ha scritto: ↑lunedì 17 ottobre 2022, 6:52 Bellissima e grazie per la spiegazione, che la fa apprezzare anche a chi come me non si intende di penne di età![]()
Ciao Giorgio, in che senso disinterpretazioni? Credo che sia corretto chiamare questa celluloide laminata.Giorgio1955 ha scritto: ↑lunedì 17 ottobre 2022, 7:40 Non sarebbe opportuno per evitare disinterpretazioni, sostituire il termine di laminata con anellata (anche nel titolo)?
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Ciao Francoiacc, come sempre grandi complimenti per questo spettacolo! 
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Ciao, la penna è superba, anche io la avrei chiamata anellata.
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Laminata non è la classica penna rivestita in lamina d'oro, tipo questa?
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Giorgio
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Concordo; anche io leggendo "laminata" pensavo a qualcosa di ricoperto; anellata è il termine che ho sempre utilizzato per queste (bellissime) celluloidiGiorgio1955 ha scritto: ↑lunedì 17 ottobre 2022, 7:40 Non sarebbe opportuno per evitare disinterpretazioni, sostituire il termine di laminata con anellata (anche nel titolo)?
Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Bellissima penna, Francesco, e legittimo il tuo orgoglio per averla acquisita in condizioni ottime!
A questo proposito, solo un paio di osservazioni:
- il precedente di una penna trasparente tra le marche più rinomate spetta senz'altro alla Parker in "bachelite" degli anni Dieci (https://parkersheaffer.com/parker-bakel ... t-english/): erano eydropper con fusto trasparente (da non confondere con le demonstrator delle Jack Knife a pulsante di fondo, e perciò dotate di (orrido) sacchetto di inchiostro interno a vista, destinate ai rappresentanti).
- La Pelikan 100 aveva per me una "finestra" trasparente, e non solo una "finestrella" (come l'Aurora Optima odierna, per intenderci), ma sono minuzie gergali e ci siamo capiti...
- "laminated" è l'aggettivo usato dagli americani per indicare questo tipo di celluloide introdotto con le Vacumatic https://www.vintagepens.com/Parker_Vacumatics.shtml
Per concludere, ti chiederei la cortesia di aggiungere anche una foto "in trasparenza" (ovviamente solo del fusto
) e una piccola prova per intinzione del pennino (non crediamo a chi sostiene che non serva proprio a nulla...
), un EF flex che promette meraviglie...
Giorgio

Grazie anche per la ricapitolazione storica del modello, molto apprezzabile!francoiacc ha scritto: ↑domenica 16 ottobre 2022, 22:40 Alla fine degli anni '20 i maggiori produttori di stilografiche iniziarono a realizzare penne in cui fosse possibile portare tanto inchiostro e verificarne la quantità rimanente. La cosa ovviamente comportava l'abbandono di quei sistemi di caricamento che richiedevano l'uso dei sacchetti di latex, quindi caricamenti tipo la levetta e il pulsante di fondo.
Nel 1929 Pelikan introdusse la 100 con ricarica a pistone e finestrella d'ispezione di inchiostro che consentiva una ottima capacità di carica. Nel 1932 Parker introdusse l'innovativa Golden Arrow, precorritrice della Vacumatic che vide la luce l'anno successivo. Con il nuovo sistema Vacumatic si riusciva a caricare una notevole quantità di inchiostro direttamente all'interno di un fusto di celluloide semitrasparente laminata che consentiva di visualizzarne il contenuto.Questi sono solo gli esempi più noti ma furono introdotti altri sistemi di ricarica che consentivano di trasportare tanto inchiostro e controllarne il contenuto.
...
A questo proposito, solo un paio di osservazioni:
- il precedente di una penna trasparente tra le marche più rinomate spetta senz'altro alla Parker in "bachelite" degli anni Dieci (https://parkersheaffer.com/parker-bakel ... t-english/): erano eydropper con fusto trasparente (da non confondere con le demonstrator delle Jack Knife a pulsante di fondo, e perciò dotate di (orrido) sacchetto di inchiostro interno a vista, destinate ai rappresentanti).
- La Pelikan 100 aveva per me una "finestra" trasparente, e non solo una "finestrella" (come l'Aurora Optima odierna, per intenderci), ma sono minuzie gergali e ci siamo capiti...
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- "laminated" è l'aggettivo usato dagli americani per indicare questo tipo di celluloide introdotto con le Vacumatic https://www.vintagepens.com/Parker_Vacumatics.shtml
Per concludere, ti chiederei la cortesia di aggiungere anche una foto "in trasparenza" (ovviamente solo del fusto
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- "laminated" è l'aggettivo usato dagli americani per indicare questo tipo di celluloide introdotto con le Vacumatic https://www.vintagepens.com/Parker_Vacumatics.shtml
D'accordo per laminated, come la chiamano gli anglosassoni.
Solo che in Italia, traducendo alla lettera, con laminata riferita alla stilografica si intende la classica penna d'oro che allora dovremmo chiamare ricoperta.
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D'accordo per laminated, come la chiamano gli anglosassoni.
Solo che in Italia, traducendo alla lettera, con laminata riferita alla stilografica si intende la classica penna d'oro che allora dovremmo chiamare ricoperta.
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Ciao Giorgio, grazie mille per i tuoi precisi e utili commenti.Musicus ha scritto: ↑lunedì 17 ottobre 2022, 11:08 Bellissima penna, Francesco, e legittimo il tuo orgoglio per averla acquisita in condizioni ottime!
Grazie anche per la ricapitolazione storica del modello, molto apprezzabile!
A questo proposito, solo un paio di osservazioni:
- il precedente di una penna trasparente tra le marche più rinomate spetta senz'altro alla Parker in "bachelite" degli anni Dieci (https://parkersheaffer.com/parker-bakel ... t-english/): erano eydropper con fusto trasparente (da non confondere con le demonstrator delle Jack Knife a pulsante di fondo, e perciò dotate di (orrido) sacchetto di inchiostro interno a vista, destinate ai rappresentanti).
- La Pelikan 100 aveva per me una "finestra" trasparente, e non solo una "finestrella" (come l'Aurora Optima odierna, per intenderci), ma sono minuzie gergali e ci siamo capiti...
- "laminated" è l'aggettivo usato dagli americani per indicare questo tipo di celluloide introdotto con le Vacumatic https://www.vintagepens.com/Parker_Vacumatics.shtml
Per concludere, ti chiederei la cortesia di aggiungere anche una foto "in trasparenza" (ovviamente solo del fusto) e una piccola prova per intinzione del pennino (non crediamo a chi sostiene che non serva proprio a nulla...
), un EF flex che promette meraviglie...

Il mio orgoglio oltre che per la penna in ottime condizioni, a dirla tutta, è per essere riuscito a riportarla in ottime condizioni. La presi ad inizio 2022 con il fondello di ricarica masticato, lo stantuffo tuffante che non funzionava (ma questo era il minimo), la clip spezzata e un pennino in acciaio generico pure arrugginito. Riuscire a ritrovare le parti mancanti originali e coeve è stato un lavoraccio, più che trovare chi me la rimettesse in sesto!
Stasera cercherò di ottemperare alle tue più che legittime richieste
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Giorgio, ora capisco il tuo commento, scusami ma lavoro full immersion in ambiente anglosassone e a volte traduco "bovinamente" senza rendermene conto!Giorgio1955 ha scritto: ↑lunedì 17 ottobre 2022, 12:58 - "laminated" è l'aggettivo usato dagli americani per indicare questo tipo di celluloide introdotto con le Vacumatic https://www.vintagepens.com/Parker_Vacumatics.shtml
D'accordo per laminated, come la chiamano gli anglosassoni.
Solo che in Italia, traducendo alla lettera, con laminata riferita alla stilografica si intende la classica penna d'oro che allora dovremmo chiamare ricoperta.

Se gli admin potessero cambiare Laminata in Anellata quantomeno nel primo post gliene sarei estremamente grato.
Eccole… da tenere in seria considerazione che come fotografo sono peggiore del mio iPhone!
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Favolosa! Tanti, tanti complimenti, anche per essere riuscito a riportarla al suo antico splendore
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Cesare