capisco, ma in questo caso dubito che i problemi si manifestino solo in caso di pressione assente. un alimentatore eccessivamente parco riuscirebbe a stare dietro a 4 pagine a4 consecutive?sansenri ha scritto: ↑lunedì 3 ottobre 2022, 13:55 Cercavo di andare oltre per affrontare nella pratica il problema su alcune penne che non ne vogliono sapere di scrivere sotto il loro stesso peso.
Ossia il come non è secondario. Allargare i rebbi è solo uno degli approcci, ma almeno per mia esperienza a volte non risolve, anzi a volte allarga il tratto ma non risolve la questione del flusso…
A volte mi sono trovato a dover proprio sostituire il converter e in alcuni casi, pochi per fortuna, a mettere mano all’alimentatore. Sulle penne a pistone i problemi di flusso insufficiente si sono rivelati per fortuna rari, e risolti allargando un poco i rebbi. Forse in effetti lo dicevamo in modo chiaro all’inizio, se la penna è già a punto, e manca quel minimo di flusso in più, agire sui rebbi dovrebbe bastare. È che a volte non è solo quello il problema, ma non è facile capirlo.
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Perchè le penne a pistone hanno flusso migliore delle altre? Non l'ho mai capito.merloplano ha scritto: ↑venerdì 16 settembre 2022, 10:17 Sulle penne a pistone i problemi di flusso insufficiente si sono rivelati per fortuna rari, e risolti allargando un poco i rebbi. Forse in effetti lo dicevamo in modo chiaro all’inizio, se la penna è già a punto, e manca quel minimo di flusso in più, agire sui rebbi dovrebbe bastare. È che a volte non è solo quello il problema, ma non è facile capirlo.
Inizialmente pensavo fosse perchè avevano "l'imbocco" verso l'alimentatore più largo ma non è assolutamente così. Basta smontare una Leonardo a pistone (ma non è l'unica) per vedere che l'alimentatore è assolutamente lo stesso della versione a converter e quindi il passaggio di inchiostro il medesimo.
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Riusciamo a misurare la quantità di inchiostro che giunge al pennino? penso sia una frazione piccolissima di ml e quanto è la sezione di un imbocco di cartuccia, convertitore e/o falso pistone? E' talmente grande rispetto alla frazione di ml che deve passare che non penso possa influenzare il flusso di una penna. Quest'ultimo dipende da altri fattori e non certo dalla "strozzatura" dell'attacco. Un esempio pratico è quello del pennino dell'Aurora che può essere installato sulla 88, Optima e Talentum. Le prime due sono a pistone e l'ultima a cartuccia ma scambiando lo stesso pennino fra le tre non noto variazioni di flusso apprezzabili, almeno io no.
Riccardo
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non l'ho scritto io ma sansenri. il mio intervento del 16/9 10:17 e' totalmente diverso. io ho rilevato problemi di flusso (appunto, dopo scritture molto lunghe) solo con cartucce std, che adesso evito.maylota ha scritto: ↑lunedì 3 ottobre 2022, 16:57Perchè le penne a pistone hanno flusso migliore delle altre? Non l'ho mai capito.merloplano ha scritto: ↑venerdì 16 settembre 2022, 10:17 Sulle penne a pistone i problemi di flusso insufficiente si sono rivelati per fortuna rari, e risolti allargando un poco i rebbi. Forse in effetti lo dicevamo in modo chiaro all’inizio, se la penna è già a punto, e manca quel minimo di flusso in più, agire sui rebbi dovrebbe bastare. È che a volte non è solo quello il problema, ma non è facile capirlo.
Inizialmente pensavo fosse perchè avevano "l'imbocco" verso l'alimentatore più largo ma non è assolutamente così. Basta smontare una Leonardo a pistone (ma non è l'unica) per vedere che l'alimentatore è assolutamente lo stesso della versione a converter e quindi il passaggio di inchiostro il medesimo.
non credo il problema sia il flusso d'inchiostro in uscita, ma quello di aria in entrata (penso al comportamento di una bottiglia senza foro di compensazione). una cartuccia con imboccatura stretta potrebbe provocare problemi, ed alterare il libero flusso di aria all'interno del "serbatoio" (cc/pistone). assenza di cartuccia, o diametro elevato (pilot, sailor. converter aerometrici) dovrebbero ridurre i disturbi all'aria in ingresso, e quindi stabilizzare il flusso di inchiostro in uscita
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mi spiace per lo scambio di personamerloplano ha scritto: ↑lunedì 3 ottobre 2022, 19:45
non credo il problema sia il flusso d'inchiostro in uscita, ma quello di aria in entrata (penso al comportamento di una bottiglia senza foro di compensazione). una cartuccia con imboccatura stretta potrebbe provocare problemi, ed alterare il libero flusso di aria all'interno del "serbatoio" (cc/pistone). assenza di cartuccia, o diametro elevato (pilot, sailor. converter aerometrici) dovrebbero ridurre i disturbi all'aria in ingresso, e quindi stabilizzare il flusso di inchiostro in uscita
L'ipotesi è decisamente plausibile, anche se la quantità di aria che deve entrare è probabilmente talmente piccola in rapporto all'imboccatura che potrebbe anche essere indifferente? Non lo so...
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Il flusso di inchiostro è il risultato di un equilibrio molto delicato tra pressione, gravità e capillarità.
Non è facile realizzare un flusso costante, quando cambiano le condizioni tra serbatoio (o cartuccia) piena e quasi vuota, con diversi tipi di inchiostro e nel contempo evitare che se la penna riceve uno scossone, il cappuccio si allarga.
Vi porto alcuni esempi.
Io mi sono trovato malissimo con le prime Twsbi, flusso abbondante all'inizio e poi smagriva progressivamente, dopo un paio di pagine A4 scritte non-stop, iniziavano i salti di tratto. Mentre ho avuto un inchiostro Diamine in cartucce caratterizzato da una tensione superficiale molto elevata, per cui quando la cartuccia era verso metà, si "incollava" letteralmente alla parete e per bagnare l'alimentatore bisognava schiacciare la cartuccia. Altro esempio è la Lamy 2000, una delle mie penne preferite ma bisogna tenerla alla larga da alcuni inchiostri.
A parte qualche caso, sto notando che le penne moderne peccano verso il flusso magro, probabilmente perchè questo riduce il rischio di perdite e i tempi di asciugatura. A questo si aggiunge la minore qualità della carta. Le biro amano una carta più porosa, che "cattura" l'inchiostro e riduce le sbavature. Inoltre sono sempre meno le persone che prendono in mano una penna e ci scrivono per ore senza interruzione (come il sottoscritto). Molte persone ormai si limitano alla firma e alla lista della spesa.
Detto questo, prima di dire che una penna è problematica, a meno che non sia evidente, consiglio di provare inchiostri diversi, quello tra penna, inchiostro e carta è un vero e proprio matrimonio.
Non è facile realizzare un flusso costante, quando cambiano le condizioni tra serbatoio (o cartuccia) piena e quasi vuota, con diversi tipi di inchiostro e nel contempo evitare che se la penna riceve uno scossone, il cappuccio si allarga.
Vi porto alcuni esempi.
Io mi sono trovato malissimo con le prime Twsbi, flusso abbondante all'inizio e poi smagriva progressivamente, dopo un paio di pagine A4 scritte non-stop, iniziavano i salti di tratto. Mentre ho avuto un inchiostro Diamine in cartucce caratterizzato da una tensione superficiale molto elevata, per cui quando la cartuccia era verso metà, si "incollava" letteralmente alla parete e per bagnare l'alimentatore bisognava schiacciare la cartuccia. Altro esempio è la Lamy 2000, una delle mie penne preferite ma bisogna tenerla alla larga da alcuni inchiostri.
A parte qualche caso, sto notando che le penne moderne peccano verso il flusso magro, probabilmente perchè questo riduce il rischio di perdite e i tempi di asciugatura. A questo si aggiunge la minore qualità della carta. Le biro amano una carta più porosa, che "cattura" l'inchiostro e riduce le sbavature. Inoltre sono sempre meno le persone che prendono in mano una penna e ci scrivono per ore senza interruzione (come il sottoscritto). Molte persone ormai si limitano alla firma e alla lista della spesa.
Detto questo, prima di dire che una penna è problematica, a meno che non sia evidente, consiglio di provare inchiostri diversi, quello tra penna, inchiostro e carta è un vero e proprio matrimonio.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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riprendo un attimo questa discussione perché arrivare ad una qualche sorta di conclusione tutto sommato mi interessa (per derivare qualche rimedio pratico).merloplano ha scritto: ↑lunedì 3 ottobre 2022, 19:45non l'ho scritto io ma sansenri. il mio intervento del 16/9 10:17 e' totalmente diverso. io ho rilevato problemi di flusso (appunto, dopo scritture molto lunghe) solo con cartucce std, che adesso evito.maylota ha scritto: ↑lunedì 3 ottobre 2022, 16:57
Perchè le penne a pistone hanno flusso migliore delle altre? Non l'ho mai capito.
Inizialmente pensavo fosse perchè avevano "l'imbocco" verso l'alimentatore più largo ma non è assolutamente così. Basta smontare una Leonardo a pistone (ma non è l'unica) per vedere che l'alimentatore è assolutamente lo stesso della versione a converter e quindi il passaggio di inchiostro il medesimo.
non credo il problema sia il flusso d'inchiostro in uscita, ma quello di aria in entrata (penso al comportamento di una bottiglia senza foro di compensazione). una cartuccia con imboccatura stretta potrebbe provocare problemi, ed alterare il libero flusso di aria all'interno del "serbatoio" (cc/pistone). assenza di cartuccia, o diametro elevato (pilot, sailor. converter aerometrici) dovrebbero ridurre i disturbi all'aria in ingresso, e quindi stabilizzare il flusso di inchiostro in uscita
Come dice anche Phormula più sopra, il fatto che il flusso di inchiostro sia il risultato di un equilibrio molto delicato tra pressione, gravità e capillarità, mi è chiaro.
Tutti e tre gli aspetti sono quindi coinvolti, ma ammettiamo che il problema del flusso insufficiente che "non fa scrivere la penna sotto il suo stesso peso" sia legato nel nostro caso (teniamo ferme le altre variabili per un attimo) ad una entrata di aria insufficiente, in una cartuccia con imboccatura stretta. L'imboccatura del converter è uguale a quella della cartuccia, no? quindi anche il converter può causare un rientro di aria insufficiente e ridurre il flusso, rispetto, se ho ben capito quello che dici, alla assenza della cartuccia (e quindi nei riempimenti a pistone, o eyedropper, o altri in cui vi sia un diametro più elevato per il passaggio dell'inchiostro, con minor resistenza al rientro dell'aria, come i converter a bocca larga, o i aerometrici).
Secondo me diciamo la stessa cosa (a parte identificare la causa specifica che possa essere più legata a ridotto rientro di aria, rispetto alla maggiore portata dell'inchiostro in uscita su un diametro più largo) nella pratica questi sistemi tendono a fornire un flusso più "pronto".
Questo spiegherebbe anche perché capita in alcune penne a converter che il flusso scrivendo si riduce (non tutte però... sistema meglio tarato?) man mano che l'aria fa fatica ad entrare per sostituirsi all'inchiostro.
Se questo accade nelle penne a cartuccia e a converter (con bocca stretta), su quali parametri si può agire per aumentare il flusso e vincere il rientro d'aria insufficiente? Solo sul pennino allargando i rebbi? (a volte fare questa manovra mi fa preoccupare di modificare troppo il tratto del pennino). O anche sull'alimentatore allargando il canale di rientro dell'aria (che non sempre c'è però, e quando c'è soprattutto sugli alimentatori in plastica è difficilissimo toccare, per il rischio di distruggere l'alimentatore stesso), o che altro? Sul canale di portata dell'inchiostro?
Chiedo, perché qualche penna a converter che si ostina a mostrare flusso ridotto ce l'ho, e non sempre allargare i rebbi ha risolto (seppure in alcuni casi, si).
Mi è capitato un caso su una penna a riempimento eyedropper che aveva un flusso molto trattenuto. Qui la soluzione di allargare i rebbi non ha portato a nulla, avevo fatto anche delle prove di sostituzione del pennino (a frizione) con vari altri, ma nulla. Alla fine, ispezionato l'alimentatore in ebanite, ho ipotizzato che potesse esservi un blocco al flusso (o al rientro dell'aria) nella parte terminale interna, del canale dell'alimentatore (il quale aveva un solo canale superiore). Ho quindi allargato con una piccola lima la parte terminale del canale, et voilà flusso normalizzato e pronto!
Ovvio che fare questo su una penna a converter è impossibile, o perlomeno molto più critico.
Grazie per altri suggerimenti (col dovuto disclaimer "fatelo solo se siete consapevoli").
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Dubito che il problema sia la cartuccia/converter (anche il converter è un sistema chiuso come la cartuccia, quindi il problema sarebbe lo stesso, come giustamente suggerisci): delle svariate Pilot che ho provato, tutte alla stessa maniera scrivono sotto il loro peso dalla MR alla Custom Urushi e, come sai, tutte sono a cartuccia con alimentatore in ABS.
Non hanno nemmeno questo grande flusso bagnato, quindi si esclude anche questo motivo.
Sarebbe assurdo che si andasse avanti a proporre un sistema chiaramente difettoso dopo quanto? 50 anni che si fanno penne a cartuccia?
Vedo più probabile delle difettosità degli alimentatori (come il tuo in ebanite) o una scorretta taratura nel caso in cui la penna non fosse in grado di scrivere senza pressione.
Non hanno nemmeno questo grande flusso bagnato, quindi si esclude anche questo motivo.
Sarebbe assurdo che si andasse avanti a proporre un sistema chiaramente difettoso dopo quanto? 50 anni che si fanno penne a cartuccia?
Vedo più probabile delle difettosità degli alimentatori (come il tuo in ebanite) o una scorretta taratura nel caso in cui la penna non fosse in grado di scrivere senza pressione.
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L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
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mmh... però il tuo esempio non è il più calzante, i converter Pilot sono del genere a bocca larga, quindi se il problema fosse il rientro dell'aria (come diceva Merloplano) sarebbero facilitati da una sezione di scambio inchiostro-aria maggiore...
Ovvio che non metto in discussione in sè il funzionamento delle cartucce e dei converter (usati e sperimentati a lungo, alcuni funzionano non c'è dubbio), o il fatto che le Pilot abbiano flusso ridotto per natura, quelle sono tarature di progetto, controllate migliaia di volte dai produttori.
No, dicevo solo che la sensazione che le penne a pistone (e alcuni altri riempimenti a cui si accennava) abbiano un flusso più pronto a confronto, a me resta (sono il solo?).
L'altro aspetto, se fosse possibile capirlo, è dove agire in quelle penne che per qualche motivo non sono tarate al meglio e stentano nel flusso, se solo sullo spazio tra i rebbi o anche altrove.
Ovvio che non metto in discussione in sè il funzionamento delle cartucce e dei converter (usati e sperimentati a lungo, alcuni funzionano non c'è dubbio), o il fatto che le Pilot abbiano flusso ridotto per natura, quelle sono tarature di progetto, controllate migliaia di volte dai produttori.
No, dicevo solo che la sensazione che le penne a pistone (e alcuni altri riempimenti a cui si accennava) abbiano un flusso più pronto a confronto, a me resta (sono il solo?).
L'altro aspetto, se fosse possibile capirlo, è dove agire in quelle penne che per qualche motivo non sono tarate al meglio e stentano nel flusso, se solo sullo spazio tra i rebbi o anche altrove.
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non mi riferivo alla mancata scrittura con tratto molto leggero, ma alla progressiva diminuzione del flusso dopo numerose righe che ho riscontrato su int cart. il flusso insufficiente di cui parli si manifesta all'inizio. quello di cui scrivevo io, al contrario, e' di un flusso in calo con la scritturasansenri ha scritto: ↑martedì 9 maggio 2023, 18:27 Tutti e tre gli aspetti sono quindi coinvolti, ma ammettiamo che il problema del flusso insufficiente che "non fa scrivere la penna sotto il suo stesso peso" sia legato nel nostro caso (teniamo ferme le altre variabili per un attimo) ad una entrata di aria insufficiente, in una cartuccia con imboccatura stretta.
si, la penso cosi. anche i converter int mi hanno dato smagrimento del flussoL'imboccatura del converter è uguale a quella della cartuccia, no? quindi anche il converter può causare un rientro di aria insufficiente e ridurre il flusso, rispetto, se ho ben capito quello che dici, alla assenza della cartuccia (e quindi nei riempimenti a pistone, o eyedropper, o altri in cui vi sia un diametro più elevato per il passaggio dell'inchiostro, con minor resistenza al rientro dell'aria, come i converter a bocca larga, o i aerometrici).
questo fenomeno non e' legato a "non fa scrivere la penna sotto il suo stesso peso". hai infatti chiarito che "il flusso scrivendo si riduce". mischiando fenomeni diversi aumenti il rischio di fare confusioneSecondo me diciamo la stessa cosa (a parte identificare la causa specifica che possa essere più legata a ridotto rientro di aria, rispetto alla maggiore portata dell'inchiostro in uscita su un diametro più largo) nella pratica questi sistemi tendono a fornire un flusso più "pronto".
Questo spiegherebbe anche perché capita in alcune penne a converter che il flusso scrivendo si riduce (non tutte però... sistema meglio tarato?) man mano che l'aria fa fatica ad entrare per sostituirsi all'inchiostro.
direi di no. avresti sempre il calo, invece che da normale a magro passeresti da bagnato a normaleSe questo accade nelle penne a cartuccia e a converter (con bocca stretta), su quali parametri si può agire per aumentare il flusso e vincere il rientro d'aria insufficiente? Solo sul pennino allargando i rebbi? (a volte fare questa manovra mi fa preoccupare di modificare troppo il tratto del pennino)
si, e' li che devi intervenire. vedi allegati, non miei, presi dal forum usaO anche sull'alimentatore allargando il canale di rientro dell'aria (che non sempre c'è però, e quando c'è soprattutto sugli alimentatori in plastica è difficilissimo toccare, per il rischio di distruggere l'alimentatore stesso), o che altro?
no, analogo ad allargare il penninoSul canale di portata dell'inchiostro?
io non parlavo di parti difettose od ostruite da residui. mi riferivo solo al calo di flusso che dopo lunghe scritture (per me rarissime e limitate a test) rilevo in penne con int cartChiedo, perché qualche penna a converter che si ostina a mostrare flusso ridotto ce l'ho, e non sempre allargare i rebbi ha risolto (seppure in alcuni casi, si).
Mi è capitato un caso su una penna a riempimento eyedropper che aveva un flusso molto trattenuto. Qui la soluzione di allargare i rebbi non ha portato a nulla, avevo fatto anche delle prove di sostituzione del pennino (a frizione) con vari altri, ma nulla. Alla fine, ispezionato l'alimentatore in ebanite, ho ipotizzato che potesse esservi un blocco al flusso (o al rientro dell'aria) nella parte terminale interna, del canale dell'alimentatore (il quale aveva un solo canale superiore). Ho quindi allargato con una piccola lima la parte terminale del canale, et voilà flusso normalizzato e pronto!
Ovvio che fare questo su una penna a converter è impossibile, o perlomeno molto più critico.
Grazie per altri suggerimenti (col dovuto disclaimer "fatelo solo se siete consapevoli").