Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Pennino piccolo o grande?
- A Casirati
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Pennino piccolo o grande?
Mi rendo conto che si tratta di un quesito molto generico e legato, per forza di cose, anche ad aspetti del tutto personali.
Lo scopo di questo argomento, infatti, non è quello di stabilire se, oggettivamente, sia meglio un pennino piccolo oppure uno grande, ma di proporre una sorta di sondaggio alla buona circa le preferenze dei forumisti.
Parto io: recentemente, nonostante apprezzi l'imponenza e, spesso, la bellezza dei pennini grandi, nello scrivere mi trovo molto meglio con quelli piccoli (per fare un esempio: preferisco il Bock 060 allo 076). Penso che la ragione stia nel fatto che, trovandosi più vicina alla punta, la mia mano riesca a governare meglio la penna.
Non essendo affatto legato a questioni di "status symbol", ovviamente la cosa non mi crea alcun problema.
E voi cosa preferite?
Lo scopo di questo argomento, infatti, non è quello di stabilire se, oggettivamente, sia meglio un pennino piccolo oppure uno grande, ma di proporre una sorta di sondaggio alla buona circa le preferenze dei forumisti.
Parto io: recentemente, nonostante apprezzi l'imponenza e, spesso, la bellezza dei pennini grandi, nello scrivere mi trovo molto meglio con quelli piccoli (per fare un esempio: preferisco il Bock 060 allo 076). Penso che la ragione stia nel fatto che, trovandosi più vicina alla punta, la mia mano riesca a governare meglio la penna.
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E voi cosa preferite?
Alberto Casirati
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“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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io preferisco i pennini più piccoli, gestisco meglio la scrittura, ho venduto una 149 proprio perché il pennino era troppo lungo
Maruska
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per il mio modo di scrivere la cosa è poco influente (scrivo malino comunque...).
Esteticamente un pennino grande mi piace di più...
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Io fondamentalmente credo di gestire meglio la scrittura con i pennini piccoli, infatti mi trovo benissimo con le 88 Nizzoli e sue derivate.
Ma se devo dire ciò che più influisce negativamente sul mio scrivere e sul piacere di farlo, più che la dimensione del pennino è il tratto troppo fine e/o il flusso stitico.
Quando becco una penna così mollo tutto immediatamente.
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Antonio
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Secondo me il pennino deve essere proporzionato alla penna.
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certo che il pennino deve essere proporzionato alla penna, infatti voglio pennini piccoli su penne piccole e leggerefrancoiacc ha scritto: ↑giovedì 22 settembre 2022, 13:39 Secondo me il pennino deve essere proporzionato alla penna.
Maruska
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Interessante sondaggio, esteticamente per me non fa alcuna differenza, basta che la penna appaia equilibrata ai miei occhi. La mia M1000 ha un pennino enorme e bellissimo e ci scrivo anche bene…. però… però adesso che mi fate riflettere, alcune delle penne con cui mi trovo meglio hanno in effetti il pennino piccolino. Vale per la Kaweco Dia2, per la Noodler’s Boston Safety, per la Noodler’s Charlie e l’aurora 98 con pennino carenato ma che sembra in effetti piccolino e ultima ma non ultima La Mozart.
P.S. devo aggiungere (in maniera un pizzico bonariamente provocatoria) che da ieri uso due Jinhao x159 con pennino misura 8 che scrivono molto molto bene
P.S. devo aggiungere (in maniera un pizzico bonariamente provocatoria) che da ieri uso due Jinhao x159 con pennino misura 8 che scrivono molto molto bene
Fabio
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Anche io in genere mi trovo bene con pennini piccoli, si addicono meglio alla mia scrittura minuta . Però secondo me la cosa importante è che siano proporzionati alla penna. Con alcune piccole eccezioni, ad esempio la Kaweco Dia 2 con il pennino piccolo ci sta bene, rafforza la sua riecheggiante sensazione di vintage, mentre che so, su una Conklin Duragraph, pur simile nelle forme, un pennino della grandezza di quelli della Kaweco Sport non ci sta bene.
Riassumendo, preferisco pennini non esageratamente grandi ma proporzionati, quindi tendo verso pennini piccoli e penne non gigantesche.
Riassumendo, preferisco pennini non esageratamente grandi ma proporzionati, quindi tendo verso pennini piccoli e penne non gigantesche.
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Grande o piccolo, mi trovo a mio agio con entrambe le configurazioni, non devono essere troppo rigidi.
Riccardo
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
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Pennino piccolo o grande?
Indifferente. Dipende necessariamente dal flusso, se magro mi condiziona a tal punto che mi porta a sostituire la penna; non amo le penne con il freno a mano tirato
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
Giuseppe
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Pennino piccolo o grande?
Esteticamente il pennino dovrebbe essere proporzionato per dimensioni al corpo penna. Se dovessi scegliere uno sproporzionato, meglio pennino grande su penna piccola che pennino piccolo su penna grande (vedi la Visconti Mirage, enorme ma con pennino #5 )
Funzionalmente preferisco i pennini lunghi, primo perché preferisco anche le penne grandi; secondo perché essendo lunghi devo tenere la penna più sdraiata sul foglio e, anche con mani sudaticce, le dita non mi scivolano verso la punta per effetto della gravità; terzo perché la lunghezza introduce una leva maggiore che fa percepire maggiore morbidezza nel pennino che gradisco parecchio (soprattutto se la si tiene meno verticale sul foglio come detto al secondo punto)
Funzionalmente preferisco i pennini lunghi, primo perché preferisco anche le penne grandi; secondo perché essendo lunghi devo tenere la penna più sdraiata sul foglio e, anche con mani sudaticce, le dita non mi scivolano verso la punta per effetto della gravità; terzo perché la lunghezza introduce una leva maggiore che fa percepire maggiore morbidezza nel pennino che gradisco parecchio (soprattutto se la si tiene meno verticale sul foglio come detto al secondo punto)
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Pennino piccolo o grande?
Sono convinto che esistono tre problematiche su questo argomento. Premetto che questo è un post molto interesante, perchè analizza un problema reale andando a toccare l'aspetto più importante, ossia "SCRIVERE" ! Chiaramente chi colleziona le stilografiche e di tanto in tanto butta giù due righe, non vede il problema, perchè ne fa un uso occasionale e le valuta per altri fattori, sempre importanti, ma differenti.A Casirati ha scritto: ↑giovedì 22 settembre 2022, 13:00 Mi rendo conto che si tratta di un quesito molto generico e legato, per forza di cose, anche ad aspetti del tutto personali.
Lo scopo di questo argomento, infatti, non è quello di stabilire se, oggettivamente, sia meglio un pennino piccolo oppure uno grande, ma di proporre una sorta di sondaggio alla buona circa le preferenze dei forumisti.
Parto io: recentemente, nonostante apprezzi l'imponenza e, spesso, la bellezza dei pennini grandi, nello scrivere mi trovo molto meglio con quelli piccoli (per fare un esempio: preferisco il Bock 060 allo 076). Penso che la ragione stia nel fatto che, trovandosi più vicina alla punta, la mia mano riesca a governare meglio la penna.
Non essendo affatto legato a questioni di "status symbol", ovviamente la cosa non mi crea alcun problema.
E voi cosa preferite?
1) La Stilografica deve essere perfettamente proporzionata (dimensione, pesi, bilaciamento, diametro dell'impugnatura, altezza del pennino) se qualsiasi parametro è fuori asse, immediatamente diventa una stilografica faticosa da usare e non regala alcuna confidenza a chi la impugna.
2) Mai farsi ingannare dalla dimensioni ! Io ho una mano piccola e mai avrei sperato che la 149 Cally potesse essere la mia penna per eccellenza. Una volta la presi in mano per pochi minuti in uno shop montblanc e subito dissi a me stesso, NO ! Troppo grande, Troppo Alta e VIA ! In seguito lessi una recensione dove si parlava di questo, persone con mani PICCOLE che ne parlavano entusiasti ! Allora ho capito che probabilmente ero stato solo suggestionato e che il primo giudizio era errato. In Effetti ora sono MERAVIGLIATO da come una stilografica così imponente possa volare sulla carta nelle mie piccole mani. E' Cosi !
3) Anche i pennini piccoli se messi in una stilografica sproporzionata, troppo pesante, troppo grande, ....un accrocchio, sono ugualmente scomodi anche per piccole mani.
Ne consegue che non è una questione di MANI, ma di Stilografica e del nostro rapporto con essa. Certamente ognuno di noi a più o meno confidenza con una stilografica o con un altra, ma credetemi, non è questione di dimensioni ma esclusivamente di come essa è progettata. Certamente se è fatta male scriverà ma non incontrerà mai la giusta confidenza, resterà magari una bellissima stilografica per brevi sessioni di scrittura e costringerà le nostre mani ad adeguarsi a lei. Al contrario una stilografica perfettamente equilibrata ...è solo una questione di poco tempo e le nostre mani sapranno a che altezza impugnarla e dopo pochissimo inizierà il feeling.
Di certo se partiamo con pregiudizi e neanche le diamo il tempo di farla nostra, resterà incompresa. Di solito questo aspetto andrebbe valutato prima dell'acquisto. Io solitamente ascolto le recensioni e pongo molta attenzione a come viene usata (con cappuccio, senza cappuccio); affermazioni del tipo ...è una penna pesante nello scrivere, è una penna troppo leggera, sono già indicatori di un prodotto probabilmente non equilibrato che non regala confidenza. E questa confidenza come la da ? Senza cappuccio, con il cappuccio ? L'impugnatura è confortevole ? permette di essere impugnata almeno con 5 millimetri in su o in giù ? tutti fattori che determinano la confidenza che posso trovare. Poi se ha un pennino 5 o un pennino 8 poco importa.
Esempi concreti, per me:
La Omas Gentleman è STRAORDINARIA ! Una Stilografica leggera ed equilibrata, nelle mani sembra volteggiare, ti viene voglia di farla roteare nelle dita.
La Scribo Piuma è STRAORDINARIA, stessi fattori
La Montblanc 149, Uguale
La recentissima Kaweco Original 250. Perfetta ! Ottimo Grip, Diametro consistente (non scappa come uno stecchino) , Leggera, Equilibrata.
Di contro:
La Pinneider Avatar (non mi trovo !) Penna pesante, Impugnatura scivolosa, pennino anche troppo alto
...una lunghissima lista.,.. di stilografiche assolutamente non proporzionate.
Giuseppe
La Maestra a scuola di mio figlio detesta le stilografiche. dice; "abbiamo fatto tanto per levarcele di torno" :-)
La Maestra a scuola di mio figlio detesta le stilografiche. dice; "abbiamo fatto tanto per levarcele di torno" :-)
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mah penso che la mano grande o piccola, come dici tu non c'entra niente; io ho una mano piuttosto grande, ma prediligo le penne piccole e leggere, poi mi piace calzare il cappuccio, ed inoltre impugno la penna molto in basso, vicissima al pennino, con la 149 avevo il dito indice sopra al pennino per la mia mano la penna perfetta è la Pelikan M200/M400 se vado oltre posso farmi una passeggiata con la penna, ma non sarà mai la mia penna per scriverelinusmax ha scritto: ↑giovedì 22 settembre 2022, 18:19Sono convinto che esistono tre problematiche su questo argomento. Premetto che questo è un post molto interesante, perchè analizza un problema reale andando a toccare l'aspetto più importante, ossia "SCRIVERE" ! Chiaramente chi colleziona le stilografiche e di tanto in tanto butta giù due righe, non vede il problema, perchè ne fa un uso occasionale e le valuta per altri fattori, sempre importanti, ma differenti.A Casirati ha scritto: ↑giovedì 22 settembre 2022, 13:00 Mi rendo conto che si tratta di un quesito molto generico e legato, per forza di cose, anche ad aspetti del tutto personali.
Lo scopo di questo argomento, infatti, non è quello di stabilire se, oggettivamente, sia meglio un pennino piccolo oppure uno grande, ma di proporre una sorta di sondaggio alla buona circa le preferenze dei forumisti.
Parto io: recentemente, nonostante apprezzi l'imponenza e, spesso, la bellezza dei pennini grandi, nello scrivere mi trovo molto meglio con quelli piccoli (per fare un esempio: preferisco il Bock 060 allo 076). Penso che la ragione stia nel fatto che, trovandosi più vicina alla punta, la mia mano riesca a governare meglio la penna.
Non essendo affatto legato a questioni di "status symbol", ovviamente la cosa non mi crea alcun problema.
E voi cosa preferite?
1) La Stilografica deve essere perfettamente proporzionata (dimensione, pesi, bilaciamento, diametro dell'impugnatura, altezza del pennino) se qualsiasi parametro è fuori asse, immediatamente diventa una stilografica faticosa da usare e non regala alcuna confidenza a chi la impugna.
2) Mai farsi ingannare dalla dimensioni ! Io ho una mano piccola e mai avrei sperato che la 149 Cally potesse essere la mia penna per eccellenza. Una volta la presi in mano per pochi minuti in uno shop montblanc e subito dissi a me stesso, NO ! Troppo grande, Troppo Alta e VIA ! In seguito lessi una recensione dove si parlava di questo, persone con mani PICCOLE che ne parlavano entusiasti ! Allora ho capito che probabilmente ero stato solo suggestionato e che il primo giudizio era errato. In Effetti ora sono MERAVIGLIATO da come una stilografica così imponente possa volare sulla carta nelle mie piccole mani. E' Cosi !
3) Anche i pennini piccoli se messi in una stilografica sproporzionata, troppo pesante, troppo grande, ....un accrocchio, sono ugualmente scomodi anche per piccole mani.
Ne consegue che non è una questione di MANI, ma di Stilografica e del nostro rapporto con essa. Certamente ognuno di noi a più o meno confidenza con una stilografica o con un altra, ma credetemi, non è questione di dimensioni ma esclusivamente di come essa è progettata. Certamente se è fatta male scriverà ma non incontrerà mai la giusta confidenza, resterà magari una bellissima stilografica per brevi sessioni di scrittura e costringerà le nostre mani ad adeguarsi a lei. Al contrario una stilografica perfettamente equilibrata ...è solo una questione di poco tempo e le nostre mani sapranno a che altezza impugnarla e dopo pochissimo inizierà il feeling.
Di certo se partiamo con pregiudizi e neanche le diamo il tempo di farla nostra, resterà incompresa. Di solito questo aspetto andrebbe valutato prima dell'acquisto. Io solitamente ascolto le recensioni e pongo molta attenzione a come viene usata (con cappuccio, senza cappuccio); affermazioni del tipo ...è una penna pesante nello scrivere, è una penna troppo leggera, sono già indicatori di un prodotto probabilmente non equilibrato che non regala confidenza. E questa confidenza come la da ? Senza cappuccio, con il cappuccio ? L'impugnatura è confortevole ? permette di essere impugnata almeno con 5 millimetri in su o in giù ? tutti fattori che determinano la confidenza che posso trovare. Poi se ha un pennino 5 o un pennino 8 poco importa.
Esempi concreti, per me:
La Omas Gentleman è STRAORDINARIA ! Una Stilografica leggera ed equilibrata, nelle mani sembra volteggiare, ti viene voglia di farla roteare nelle dita.
La Scribo Piuma è STRAORDINARIA, stessi fattori
La Montblanc 149, Uguale
La recentissima Kaweco Original 250. Perfetta ! Ottimo Grip, Diametro consistente (non scappa come uno stecchino) , Leggera, Equilibrata.
Di contro:
La Pinneider Avatar (non mi trovo !) Penna pesante, Impugnatura scivolosa, pennino anche troppo alto
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il pennino piccolo avvicina la stilografica alla carta, e questo, dato che tengo la penna abbastanza in alto, mi costringe a tenere la penna ancora più indietro, spesso dal fusto e non più dalla sezione. Anche su penne di dimensioni medie, ad esempio la Omas Milord le mie dita sono dietro la filettatura.
In genere questo non è un problema a meno che la penna non abbia sbalzi o simili. La Omas Lady 1930 ad esempio la tengo del tutto dal fusto.
In genere sulle penne piccole soffro di più la presenza di un pennino rigido, molte vintage, piccole e con pennini piccoli, sono meglio gestibili se hanno un pennino discretamente flessibile (in genere hanno anche fusti diritti e senza sbalzi, perchè il cappuccio si avvita direttamente sul corpo), mentre su penne di dimensioni maggiori un pennino anche rigido non mi infastidisce.
Nella pratica sulle penne moderne non amo molto avere pennini piccoli (salvo qualche Kaweco, che apprezzo per motivi di portabilità) mentre sulle vintage, non solo è più ordinario e quindi accettabile avere un pennino piccolo, ma in virtù delle loro qualità spesso anche gradevole.
In genere questo non è un problema a meno che la penna non abbia sbalzi o simili. La Omas Lady 1930 ad esempio la tengo del tutto dal fusto.
In genere sulle penne piccole soffro di più la presenza di un pennino rigido, molte vintage, piccole e con pennini piccoli, sono meglio gestibili se hanno un pennino discretamente flessibile (in genere hanno anche fusti diritti e senza sbalzi, perchè il cappuccio si avvita direttamente sul corpo), mentre su penne di dimensioni maggiori un pennino anche rigido non mi infastidisce.
Nella pratica sulle penne moderne non amo molto avere pennini piccoli (salvo qualche Kaweco, che apprezzo per motivi di portabilità) mentre sulle vintage, non solo è più ordinario e quindi accettabile avere un pennino piccolo, ma in virtù delle loro qualità spesso anche gradevole.
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Con riferimento a quanto scritto da Linusmax ritengo che sia una analisi precisa e pressochè completa, condivisibile. Ho aggiunto l'avverbio solo per un motivo: si può raggiungere il massimo di compatibilità tra struttura della penna con la nostra antropometria, il nostro sistema di scrittura e compiacenza generale nell'uso ma senza una valida capacità di scrittura, secondo le nostre aspettative, da parte dello strumento ritengo che tutto decade. Cioè posso avere il massimo della penna stilografica, secondo le mie attese, ma questa scrive in maniera non soddisfacente ebbene, per quanto mi riguarda la userò veramente in modo sporadico. Addirittura secondo la mia opinione è più importante l'inversione dei termini. Per esempio ho una Parker 51 che non mi soddisfa appieno come compatibilità di struttura rispetto il mio modo di scrivere (ha un pennino talmente minuto che a volte faccio fatica a orientare in modo corretto la penna) ma scrive in una maniera pressochè perfetta secondo le mie attese che non posso fare a meno di usarla anche per lunghe sessioni di scrittura, con la massima piacevolezza.
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
Giuseppe
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