Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Che libro state leggendo?
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- Crescent Filler
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Che libro state leggendo?
sto leggendo 'Riccardino' di Camilleri con Montalbano. In inglese. Catarella si esprime in simil inglese, per quello che ne capisco, nella traduzione per tenere botta al siculo-italico che usa Camilleri. Insomma, rimarrà l'unico Camilleri in inglese
Se non si va, non si vede
Marco
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Per me è stato un trauma
Noi (io e mia moglie) abbiamo letto tutto il ciclo ad alta voce… arrivati a Riccardino…. Mmmm
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- Esme
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Non spoilerate, eh!
Volevo leggerlo questa estate sotto il faro di "Marinella", visto che l'estate scorsa non ci eravamo stati, ma poi ne ho messi in fila altri.
Quindi penso che aspetterò l'anno prossimo.
Volevo leggerlo questa estate sotto il faro di "Marinella", visto che l'estate scorsa non ci eravamo stati, ma poi ne ho messi in fila altri.
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"È tutta colpa di Esme" [Bons]
Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Se vuoi, al termine, un commento su questo romanzo di cui mi riservo a breve (un paio di libri iniziati da terminare) la lettura. Grazie
„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
Giuseppe
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Volentieri!novainvicta ha scritto: ↑venerdì 16 settembre 2022, 18:36Se vuoi, al termine, un commento su questo romanzo di cui mi riservo a breve (un paio di libri iniziati da terminare) la lettura. Grazie
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Appena iniziato, è ben scritto e documentato
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Umberto
Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. Benedetto Croce
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- Phormula
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Ho appena finito di (ri)leggere "Qualcosa la fuori" di Bruno Arpaia.
Nel senso che l'ho letto tutto d'un fiato e una volta finito l'ho riletto daccapo.
Non mi era mai successo.
La prima volta l'ho letto per quel che è, ovvero un romanzo ambientato a fine secolo, in un mondo devastato dai cambiamenti climatici.
La seconda volta invece l'ho letto da scienziato, cercando di separare la fantasia del racconto dalla realtà di quello che sta succedendo, in un mondo in cui tutti dicono che si deve fare qualcosa per arginare il riscaldamento globale, ma nella realtà nessuno vuole fare rinunce e tutti sperano che i sacrifici li facciano gli altri.
Una lettura che consiglio.
Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile… Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che, come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana.
Nel senso che l'ho letto tutto d'un fiato e una volta finito l'ho riletto daccapo.
Non mi era mai successo.
La prima volta l'ho letto per quel che è, ovvero un romanzo ambientato a fine secolo, in un mondo devastato dai cambiamenti climatici.
La seconda volta invece l'ho letto da scienziato, cercando di separare la fantasia del racconto dalla realtà di quello che sta succedendo, in un mondo in cui tutti dicono che si deve fare qualcosa per arginare il riscaldamento globale, ma nella realtà nessuno vuole fare rinunce e tutti sperano che i sacrifici li facciano gli altri.
Una lettura che consiglio.
Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile… Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che, come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Ciao Phormula, mi è venuta l'ansia solo a leggere quelle poche righePhormula ha scritto: ↑giovedì 22 settembre 2022, 16:00 Ho appena finito di (ri)leggere "Qualcosa la fuori" di Bruno Arpaia.
Nel senso che l'ho letto tutto d'un fiato e una volta finito l'ho riletto daccapo.
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La prima volta l'ho letto per quel che è, ovvero un romanzo ambientato a fine secolo, in un mondo devastato dai cambiamenti climatici.
La seconda volta invece l'ho letto da scienziato, cercando di separare la fantasia del racconto dalla realtà di quello che sta succedendo, in un mondo in cui tutti dicono che si deve fare qualcosa per arginare il riscaldamento globale, ma nella realtà nessuno vuole fare rinunce e tutti sperano che i sacrifici li facciano gli altri.
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Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile… Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che, come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana.
Maruska
Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza (Oscar Wilde)
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Sto rileggendo tutto Henning Mankell, la serie di Wallander, perchè l'avevo letta non in ordine cronologico, Sono arrivata al terzo volume:
La leonessa bianca, scritto e pubblicato in Svezia nel 1993, in italiano pubblicato nel 2003
La leonessa bianca, scritto e pubblicato in Svezia nel 1993, in italiano pubblicato nel 2003
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non ho mai letto quella serie, se la rileggi suppongo che sia bella...
Maruska
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Se ti piace il Nord Europa e come me avevi una idea un po' stereotipata (tutti belli, biondi, alti, efficienza in tutti i campi. etc etc) te la consiglio. Mankell ha scritto moltissimo, era molto impegnato socialmente e politicamente e ha passato gran parte della propria vita in Mozambico.