edis ha scritto: ↑domenica 21 agosto 2022, 15:34
Mi pongo la stessa domanda ogni volta che leggo recensioni di penne super economiche. Premetto che le mie penne meno costose sono Lamy Safari e ABC, la più costosa la Homo Sapiens. La domanda è: che sia fatta in Cina o in Germania, ma perché dovrei scrivere con una penna da €2/3 che imita una Montblanc ? Chiaro è che, se a quel prezzo scrivesse come una Montblanc o in modo vagamente simile, la comprerei senza farmi nessun problema su come si chiama il brand. Ma se è un omaggio a Montblanc, deve avvicinarsi vagamente al modo in cui scrive Montblanc, altrimenti è una penna pensata per fare credere a chi mi guarda da non troppo vicino o da lontano, che sto scrivendo con una 149. Quindi ora chiedo a Fufluns, a parte la sobrietà senza anellini a cui i produttori italiani che di anellini ne mettono troppi dovrebbero ispirarsu, quando ci scrivi, rispetto a Montblanc, che sensazioni ti dà questa penna? Dalla corposa recensione, si evince solo che scrive, e che l'alimentatore eroga inchiostro. A vedere le prove di scrittura pubblicate, sembra che tu con questa penna faccia fatica a scrivere, o che la penna fatichi a stare dietro alla tua mano. Ho ingrandito le immagini: secondo me hai sofferto a tirare fuori una bella scrittura da questo pennino, correggimi se mi sbaglio.
[...] Tornando ora alla tua recensione, ti dirò che io non sono ancora convinta che valga la pena di rivolgersi ad una penna economica come la Jinhao 159. Avrà anche pochi anellini, ma probabilmente quei pochi si "sgrugneranno" tra qualche tempo. Estetica a parte, io leggendo la tua recensione non ho capito perché dovrei scegliere di usare la Jinhao 159 se posso usare una Montblanc OB 146 nel mio caso, o una Safari con un meraviglioso Z55 OB o OM. Ai tempi della scuola lasciai nel cassetto la Parker Vector che probabilmente ha un pennino con gli stessi standard di qualità, e le preferii delle penne gel. Cosa dovrebbe spingermi oggi ad usare la Jinhao 159, a parte le poche indicazioni che ci hai dato sul pennino , cioè che dal pennino esce inchiostro? A parte che scrive, a te piacciono le sensazioni che ti dà questa penna?
Edis, ho fatto il compitino, e più sotto riferisco. Prima, però, mi lasci aggiungere un paio di cose così, più generali.
La ragione di una recensione non é, a mio modo di vedere, quella di spingere qualcuno a comprare la penna, né a credere, come dice lei, che debba sceglierla e scriverci. Io, per ragioni mie, non recensisco penne che non mi piacciono; penso sempre che ci sarà pur sempre qualcuno a cui quei modelli piacciono, e non vedo ragioni valide per dargli un dispiacere con commentari negativi. Per me (per il mio modo di vedere), un commento su una penna vuole innanzitutto rivelarne i pregi
oggettivi, per permettere a chi stia pensando di comprarla di avere qualche elemento di giudizio in più rispetto a quelli forniti dal produttore. I difetti sono, con molta frequenza, assai più soggettivi dei pregi. La plastica può essere
oggettivamente lustra, ma
soggettivamente "dall'apparenza fragile" o "di un colore poco profondo". La clip può essere oggettivamente rigida, ma anche soggettivamente "troppo piccola". Cerco, anche se non é facile, di limitare queste impressioni troppo soggettive e di fatto, le poche volte che vedo la video-rassegna di una penna, sorvolo implacabilmente sulla sezione del "
what I like, what I do not like", perché trovo che la maggior parte di queste
opinioni non abbiano fondamento in alcuna
expertise particolare.
Come scrive una penna?
Da un punto di vista oggettivo, se fa il suo dovere, scrive senza salti, erogando l'inchiostro sufficiente perché possa rilasciare i suoi segni a varie velocità, non si impunta, non gratta, non si secca tra una sessione di scrittura e l'altra. Il resto non é
strettamente richiesto. Flessibilitá? Mi piace, ma non é obbligatoria.
Feedback? Meglio se c'é,
ma solo per i miei gusti. Scorrevolezza ("come il burro")? A qualcuno piace liscia, io la preferisco con un po' di "dente". Siccome la più parte dei "recensori di penne" scrive malissimo, mi risulta del tutto irrilevante la loro opinione
soggettiva al rispetto. Certo, se una persona come il nostro
calli1958 facesse un commentario sulle doti di un pennino, data la sua eccelsa calligrafia, correrei a leggerlo perché lo riterrei scritto da un esperto. Con ciò,
Edis, voglio solo spiegare perché non mi esprimo troppo a proposito di "come" scrive un pennino, a parte il fatto che compie con le aspettative basiche di un pennino che scrive, nel qual caso, a mio avviso, scrive bene.
Ed ora, il compitino.
Cinque penne a confronto, di varie qualitá (pennino in oro e in acciaio), varie marche e svariatissimi prezzi. La prova é fatta nel più a-scientifico dei modi, ma spero possa dare un'idea.
La Jinhao scrive bene. Il flusso non é magro, ma neppure molto abbondante (io, per i miei gusti, preferisco i flussi più abbondanti). E' un pennino dichiaratamente rigido (io li preferisco, ma non sempre, con un poco di elasticità, e meglio ancora con certa flessibilità, ma pennini così quasi non ce ne sono), con un leggero feedback (che a me piace) e la punta non eccessivamente liscia/rotonda (che per altri potrebbe essere un difetto, ma non per me). L'inchiostro é Montegrappa Nero.
Quarto posto di preferenza.
Montblanc Hemingway. Flusso decisamente maggiore (un terzo in più? la metà in più?), pennino in oro, 3–4 mm più lungo, con certa elasticità, anch'esso non completamente
lisciato, e punta dal disegno ebraico/architetto. L'esperienza di scrittura é, a mio avviso, più piacevole. Inchiostro Roher & Klingner Sepia.
Secondo posto di preferenza.
Omas Grand Paragon (o Paragon
post-2005). Pennino in oro con punta F, direi una misura 6 (più piccolo di quelli della Hemingway e della X-159), con flusso paragonabile a quello della Hemingway. Leggermente più scorrevole e leggermente più rigido, con punta non ebraica. Il mio preferito tra quelli provati in questo compitino. Inchiostro Akkerman SBRE BROWN.
Primo posto di preferenza.
Montblanc Meisterstück 146, anni '70, punta Fine. Specifico la data di fabbricazione perché i pennini di quell'epoca sono più elastici di quelli contemporanei. Flusso moderato/abbondante, pennino con
feedback molto pronunciato (a me piacciono molto i pennini che "cantano" sulla carta), puntale tipo ebraico. Inchiostro Montblanc Midnight Blue.
Terzo posto di preferenza.
Lamy Al-star con pennino Fine, in acciaio. Flusso moderato/basso, pennino molto rigido (il più rigido dei cinque in prova), con la punta molto arrotondata e scorrevole (vedi sopra per le mie preferenze). Inchiostro Pelikan Blue-Black.
Terzo posto di preferenza.
E adesso che ho dato il mio parere soggettivo al rispetto, passo e chiudo. Promuovo la X-159, ma passo ad altro.