Maruska ha scritto: ↑venerdì 5 agosto 2022, 23:01
Non è colpa degli acquirenti è colpa dei produttori: ci sono acquirenti che comprano le penne per puro collezionismo, conoscevo un signore che comprava Visconti Van Gogh di continuo, ma non ne ha mai usata una, quindi Visconti con questa persona andava tranquillo, già con me non va tranquillo, gliene ho rispedito indietro due. Poi forse ci sono acquirenti dalla "bocca buona" che se il pennino gratta non fa niente, se salta non fa niente, se, se, se.... e tanti altri se. Poi ci sono gli acquirenti che non si accontentano e mandano le penne indietro. Ora bisognerebbe sapere qual è la percentuale di acquirenti facili e di acquirenti difficili. Un controllo qualità è doveroso da parte di un produttore, sia che venda a persone facili sia che venda a persone difficili. Ma forse non è conveniente e si spera negli acquirenti che comprano, ma che non scrivono.
Mi sembra che Lei, negandola, abbia confermato la mia tesi.
Sapere qual é la percentuale di "acquirenti facili" e di "acquirenti difficili" non é difficile.
-Il mercato delle penne di lusso di alcune marche é costituito in stragrande maggioranza da collezionisti ("acquirenti facili").
Queste aziende danno ai loro clienti ciò che essi vogliono: materiali pregiati, estetiche inebrianti, nuovi modelli, edizioni limitate etc.
Perché dovrebbero spendere soldi nel controllo della qualità di scrittura per penne che nella maggioranza dei casi non verranno mai inchiostrate?
-La minoranza costituita dagli utilizzatori rassegnati (anch'essi "acquirenti facili")
ormai accetta tale difettosità come caratteristica intrinseca del prodotto e ritiene normale il fatto di dover mandare in assistenza una penna nuova.
-Coloro che effettuano il reso delle penne difettose ("acquirenti difficili")
sono così pochi da costituire una sparuta minoranza anche all'interno di un mercato di nicchia:
é evidente che il danno arrecato da questi ai fatturati delle aziende é nullo o trascurabile.
Se le percentuali fossero diverse queste aziende avrebbero già chiuso i battenti e portato i libri in tribunale.
Il controllo qualità é un fase produttiva molto onerosa;
la sua "doverosità" da parte del produttore é un concetto molto bello ma che fa a pugni con la massimizzazione del profitto.
Le fette di mercato ipotizzate sopra ci confermano che evidentemente é più economico "aggiustare" gli esemplari che tornano in assistenza
piuttosto che controllare che tutte le penne che escono dalla fabbrica scrivano.
Questa situazione, inverosimilmente, invece di creare, come in altri settori, un "danno reputazionale"
(flessione degli utili derivante da una percezione negativa dell'immagine dell'azienda da parte di clienti)
diviene occasione per gli "utilizzatori rassegnati" per esaltare l'eccellente servizio post vendita dei produttori di soprammobili a forma di stilografica.
Bisogna ringraziare la Marca X per avermi rifilato una penna che non scrive o scrive male,
di cui mi sono immediatamente dovuto privare per mandarla due mesi in assistenza,
e che finalmente ora esegue in maniera autonoma complicati interventi di neurochirurgia della colonna vertebrale...ah, no, scrive...
La colpa é dei produttori? I produttori danno al mercato quello che il mercato chiede cercando di massimizzare i profitti!
La colpa é dei consumatori che continuano ad acquistare quelle penne!