il problema dei buoni flex europei d'annata è che prima li devi trovare, poi devi sperare che non siano demoliti dall'incuria, la maggior parte delle volte li paghi come le Pilot e, quando finalmente inizi a usarli, il pistone non gira/c'è una crepa nel cappuccio/il serbatoio non tiene/quello che lo usava prima impugnava come un cavernicolo e ha consumato il pennino tutto su un lato... e adesso nuovi non li fanno.sansenri ha scritto: ↑venerdì 22 luglio 2022, 13:55 Mi son fatto l’idea per qualche esperienza personale e diverse altre riportate, che il punto di forza dei pennini giapponesi sia il tratto sottile e soprattutto riproducibile, nel senso che è molto raro prendere un F che scrive come un M… uniforme, unito a ottima scorrevolezza malgrado la punta fine, a volte molto fine, la flessibilità non è il punto di forza a meno di pennini speciali e comunque non confrontabili con un buon flex europeo d’annata.
Non sono contrario al vintage, anzi! Ho inchiostrato oggi la OMAS da stiloforo per una calligrafia più fine ed elegante ma, come dici anche tu, i giapponesi sono riproducibili e affidabili nelle prestazioni. Col vintage va a cul*.
La piacevolezza dei pennini soft di Pilot è una rarità che difficilmente trova concorrenza nelle nuove produzioni.