Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Canoni estetici, tendenze
Canoni estetici, tendenze
Visitando il reparto penne di un negozio di oggettistica da regalo mi ha colpito come le penne più care tendano ad essere più appariscenti e quelle meno care non solo più essenziali ma anche di dimensioni ridotte - fattore che si evidenzia ancora più nelle "non stilografiche" che immagino abbiano meno vincoli di volume interno.
Come ricordava una nota pubblicità un grande pennello non è necessariamente un pennello grande, ma sorge il dubbio che le dimensioni contino, specie in certe occasioni di impiego dell' oggetto (mi viene in mente la firma di atti importanti o cose del genere), e, quindi, che una apparenza massiccia possa in qualche modo giustificarsi in quanto "appaga l'occhio".
Ciò che mi chiedo è se esistano dei canoni estetici "di tendenza" (non mi riferisco a penne vintage o particolari quanto piuttosto al grosso della produzione attuale), al di là della "necessaria" riconoscibilità a colpo d' occhio del marchio, dando per scontato che fake ed imitazioni servili sono deprecabili di per sé e che la sostanza tecnica (ergonomia, materiali e lavorazioni di qualità, qualità della scrittura prodotta e scorrevolezza) è un prerequisito necessario che prevale su qualsiasi valutazione estetica.
A margine di ciò mi chiedo quale sia il limite tra prodotto totalmente originale, "omaggio" ed imitazione. Ad esempio negli orologi i bracciali metallici somigliano quasi tutti ad oyster, jubilée ecc senza che per questo l'orologio venga considerato una "imitazione" - un po' come avere le ruote rotonde non fa di un'auto un' imitazione di una Ferrari.
Il tutto sottintende un' altra questione: può una penna da pochi soldi essere di per sé "bella" (come un fiore di campo, che è bello anche se non costa nulla o se preferite come la moka che è nata perfetta ed ogni tentativo di "migliorarla" anche esteticamente non fa che ottenere l'effetto contrario) ad di là del fatto che è improbabile che un oggetto del genere esista veramente?
Come ricordava una nota pubblicità un grande pennello non è necessariamente un pennello grande, ma sorge il dubbio che le dimensioni contino, specie in certe occasioni di impiego dell' oggetto (mi viene in mente la firma di atti importanti o cose del genere), e, quindi, che una apparenza massiccia possa in qualche modo giustificarsi in quanto "appaga l'occhio".
Ciò che mi chiedo è se esistano dei canoni estetici "di tendenza" (non mi riferisco a penne vintage o particolari quanto piuttosto al grosso della produzione attuale), al di là della "necessaria" riconoscibilità a colpo d' occhio del marchio, dando per scontato che fake ed imitazioni servili sono deprecabili di per sé e che la sostanza tecnica (ergonomia, materiali e lavorazioni di qualità, qualità della scrittura prodotta e scorrevolezza) è un prerequisito necessario che prevale su qualsiasi valutazione estetica.
A margine di ciò mi chiedo quale sia il limite tra prodotto totalmente originale, "omaggio" ed imitazione. Ad esempio negli orologi i bracciali metallici somigliano quasi tutti ad oyster, jubilée ecc senza che per questo l'orologio venga considerato una "imitazione" - un po' come avere le ruote rotonde non fa di un'auto un' imitazione di una Ferrari.
Il tutto sottintende un' altra questione: può una penna da pochi soldi essere di per sé "bella" (come un fiore di campo, che è bello anche se non costa nulla o se preferite come la moka che è nata perfetta ed ogni tentativo di "migliorarla" anche esteticamente non fa che ottenere l'effetto contrario) ad di là del fatto che è improbabile che un oggetto del genere esista veramente?
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Certamente dipende da cosa ognuno di noi percepisce come bello, ma direi che ci sono eccome.
La Safari a molti non piace (a me sì) ma penso nessuno possa negare che sia iconica e che funzionalmente sia stata ottimizzata come poche altre. E di qualità costruttiva e di materiali molto buona.
Gli infiniti cloni ne danno testimonianza.
Mi viene in mente anche la Kaweco Sport. Questa per esempio a me non piace molto, ma è indubbio che sia un'altra penna iconica e molto valida.
La Sheaffer Nononsense è un'altra penna iconica, in genere considerata anche bella e di ottima qualità.
Tu hai fatto l'esempio calzante della moka. A me viene quello dello spremiagrumi.
Poi però esiste quello a missile di Starck che ha avuto successo ed è stato esposto al MoMa. Secondo me è una corazzata Potemkin, soprattutto dal punto di vista ergonomico, però è evidente che ad alcuni piace quel tipo di design.
La Safari a molti non piace (a me sì) ma penso nessuno possa negare che sia iconica e che funzionalmente sia stata ottimizzata come poche altre. E di qualità costruttiva e di materiali molto buona.
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Mi viene in mente anche la Kaweco Sport. Questa per esempio a me non piace molto, ma è indubbio che sia un'altra penna iconica e molto valida.
La Sheaffer Nononsense è un'altra penna iconica, in genere considerata anche bella e di ottima qualità.
Tu hai fatto l'esempio calzante della moka. A me viene quello dello spremiagrumi.
Poi però esiste quello a missile di Starck che ha avuto successo ed è stato esposto al MoMa. Secondo me è una corazzata Potemkin, soprattutto dal punto di vista ergonomico, però è evidente che ad alcuni piace quel tipo di design.
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Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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Riguardo le dimensioni delle penne esistono senz'altro delle tendenze. Oggi sono tornate di moda le penne "grosse", negli anni '70/80 andavano invece di moda quelle sottili. Sarà che volendo usare plastiche colorate e sgargianti, farle sottili diventa troppo difficile sul piano tecnico.
In tempi storici non mi risulta, dalle pubblicità presenti relative alla firma dei trattati con la penna di marca X o Y, che venissero usate le versioni più grandi. Ma il modello specifico non viene citato, per cui la mia resta una impressione.
Personalmente trovo la mania di farle sempre più grosse (e conseguentemente pesanti) poco attraente, mi sembra quasi l'espressione dell'incapacità di farle davvero originali e interessanti per cui le faccio più grosse (la serie delle Pelikan MXXX in questo è esemplificativa).
Simone
In tempi storici non mi risulta, dalle pubblicità presenti relative alla firma dei trattati con la penna di marca X o Y, che venissero usate le versioni più grandi. Ma il modello specifico non viene citato, per cui la mia resta una impressione.
Personalmente trovo la mania di farle sempre più grosse (e conseguentemente pesanti) poco attraente, mi sembra quasi l'espressione dell'incapacità di farle davvero originali e interessanti per cui le faccio più grosse (la serie delle Pelikan MXXX in questo è esemplificativa).
Simone
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Adesso si scherza eh.....
Peró un certo trend in terra teutonica ce lo vedo...
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La dimensione crescente é certamente una attuale tendenza, l'altra che noto é l 'uso di resine ad "esplosione di colore". Può piacere o meno ma credo dipenda anche e soprattutto dal fatto che la produzione di resine si è evoluta, si possono fare miscele forse non fattibili prima, in diversi casi noto l'uso recente dell'aluminite, che rende il materiale in un certo senso "luccicante". L'aluminite in mano ha anche una sensazione un po' diversa dalla resina classica, è più setosa al tatto.
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Più che altro credo che il diametro maggiore crei una superficie esterna più adatta a sviluppare incroci e avvolgimenti di decorazioni. Mi immagino due colori che si avvolgono su una penna sottile necessariamente in fasce sottilissime, altrimenti ci sarebbe poco spazio per il secondo colore. Ha meno senso questo discorso per le monocromatiche (parlavamo in altro topic della Namiki Emperor) o di decorazioni come le Pelikan.
Credo che il vero aumento di taglia si stia verificando sui pennini e che quello del corpo penna sia solo una conseguenza (il cappuccio deve calzare su un pennino più grande e poi andare a chiudersi sul fusto, non vedo altro modo che aumentare anche il diametro del fusto).
Questi pennini più grandi hanno vantaggi dal lato della morbidezza, oltre che della maestosità, perché rebbi più lunghi esercitano una maggiore leva e risultano più naturalmente flessibili senza andare a ricercare un materiale come quello dei superflex vintage (immagino molto più costoso da produrre). Con un pennino del genere la scrittura finisce per essere più piacevole e meno faticosa, le dita lughe e rilassate, la penna resta più inclinata sul foglio e, se lunga a sufficienza, si appoggia alla base del pollice.
È pur vero che andando avanti di questo passo (e cavalcando l’onda satirica della vignetta BMW) arriveremo a comprare penne che hanno il libretto d’uso e manutenzione inciso sul pennino!
Aggiungo: a livello estetico, il pennino dovrebbe essere sempre proporzionato alle dimensioni della penna. Una penna come la Visconti Mirage (da cui sono rimasto traumatizzato e per fortuna ho potuto rendere senza problemi) con corpo gigante e pennino piccolissimo, fa un po’ l’effetto del culturista gonfio di steroidi diventato impotente
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Innanzitutto grazie a tutti per il feedback.
Interessante la segnalazione di penne iconiche, suppongo che si sottintenda che "citare" il particolare di un prodotto iconico in un prodotto che differisce per tutto il resto costituisca appunto il confine tra omaggio ed imitazione.
Dimensioni: credo che razionalmente dovrebbero essere rapportate alle dimensioni della mano, probabilmente non regalerei ad una signora una penna massiccia, più adatta alle mani di un Bud Spencer, né a qualcuno con un fisico simile una penna piccola e sottile. E' possibile peraltro che abbiano a che fare con la tendenza ad "esibire" del mondo attuale, anche se le occasioni in cui esibire una penna sono decisamente più limitate di quelle in cui si può esibire un orologio importante.
Interessante la considerazione sullo "sdoganamento" delle resine e delle penne colorate, purché effetto di una ricerca estetica in una produzione di qualità.
Interessante la segnalazione di penne iconiche, suppongo che si sottintenda che "citare" il particolare di un prodotto iconico in un prodotto che differisce per tutto il resto costituisca appunto il confine tra omaggio ed imitazione.
Dimensioni: credo che razionalmente dovrebbero essere rapportate alle dimensioni della mano, probabilmente non regalerei ad una signora una penna massiccia, più adatta alle mani di un Bud Spencer, né a qualcuno con un fisico simile una penna piccola e sottile. E' possibile peraltro che abbiano a che fare con la tendenza ad "esibire" del mondo attuale, anche se le occasioni in cui esibire una penna sono decisamente più limitate di quelle in cui si può esibire un orologio importante.
Interessante la considerazione sullo "sdoganamento" delle resine e delle penne colorate, purché effetto di una ricerca estetica in una produzione di qualità.
- Esme
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Più che altro mi riferivo al tuo chiederti/ci se penne da pochi soldi possano essere belle di per sé, cioè senza dover imitarne altre.
Ecco, quelle penne che ho portato ad esempio (soprattutto le prime due) sono penne non solo del tutto originali, ma anzi sono loro a fornire ispirazione.
Se siano belle ognuno fa la propria valutazione, ma sicuramente è possibile progettare e realizzare penne economiche senza per forza imitare.
Al di là del fatto che una penna stilografica ha dei tratti essenziali da cui è quasi impossibile allontanarsi, a meno di voler finire nella galleria degli errori/orrori...
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La corsa alle penne di grandi dimensioni la vedo però solo sulle produzioni di fascia medio-alta / alta , oppure in qualche produzione di fascia bassa che vuole ostentare opulenza .
O sbaglio ? Perché in fascia bassa e media , vedo tante stilo di dimensioni più contenute e tante penne da taschino .
O sbaglio ? Perché in fascia bassa e media , vedo tante stilo di dimensioni più contenute e tante penne da taschino .
Mirko
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la tendenza alle dimensioni accresciute secondo me si nota un po' su tutte le produzioni che sfuggono al tradizionale (che per definizione non può cambiare più di tanto), le tascabili sono un trend a parte, una sorta di nicchia, che ha richiesta e che quindi si è sviluppata.
Un altro trend che vedo, e che rifuggo, è l'aspetto filante a penna chiusa. Sarà pur bello da vedere ma quando la penna la devi usare e ti trovi a fare i conti con enormi e affilati gradini, son dolori.
Un altro trend che vedo, e che rifuggo, è l'aspetto filante a penna chiusa. Sarà pur bello da vedere ma quando la penna la devi usare e ti trovi a fare i conti con enormi e affilati gradini, son dolori.
- piccardi
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Le penne di fascia bassa e media le vendi sulla base di praticità, economia e adattabilità al maggior numero di persone, non per l'ostentazione o la soddisfazione estetica.
Simone
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Una cosa che ho notato è che ormai quasi nessuno mette più in cappuccio sul fusto quando scrive.
Anzi, le stilografiche moderne son fatte in modo tale che il cappuccio non ci sta oppure - se ci sta - ha un aspetto estetico orribile e/o sbilancia tutta la penna.
Se penso che una volta molte stilo facevano addirittura "click" quando mettevi il cappuccio sul fusto e si bilanciavano alla perfezione... ma ormai tutti nascono con le biro e quelle il cappuccio generalmente non ce l'hanno proprio.
Anzi, le stilografiche moderne son fatte in modo tale che il cappuccio non ci sta oppure - se ci sta - ha un aspetto estetico orribile e/o sbilancia tutta la penna.
Se penso che una volta molte stilo facevano addirittura "click" quando mettevi il cappuccio sul fusto e si bilanciavano alla perfezione... ma ormai tutti nascono con le biro e quelle il cappuccio generalmente non ce l'hanno proprio.
Venceremos.
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Vero, al concetto di "penna da taschino" non avevo pensato proprio, chissà da quanti anni non mi capita di vedere (né tanto meno di avere) una penna nella tasca interna della giacca, ma ci sarà pure qualcuno che veste in modo formale ed ama avere una penna sempre a portata di mano.
E' possibile che i produttori intendano suggerire una specializzazione del prodotto (penna da scrivania <> penna da taschino) o più semplicemente vendere una o più penne "king size" a chi di penne di dimensioni ordinarie ne ha già quante gliene basterebbero per il resto della vita oppure suggerire la possibilità di allargare una collezione che si riteneva già sufficientemente completa.
@Esme sì, avevo notato che le penne segnalate come iconiche sono anche low cost anche se poi mi sono concentrato sul concetto di "iconico" e su come questo dia un senso alla citazione, stante che se l'opera citata è virtualmente conosciuta da tutti e si coglie ispirazione solo da un particolare, si sgombra il campo dal sospetto che si stia tentando di produrre una copia per semplice mancanza di fantasia o peggio per ingannare l' acquirente.
E' possibile che i produttori intendano suggerire una specializzazione del prodotto (penna da scrivania <> penna da taschino) o più semplicemente vendere una o più penne "king size" a chi di penne di dimensioni ordinarie ne ha già quante gliene basterebbero per il resto della vita oppure suggerire la possibilità di allargare una collezione che si riteneva già sufficientemente completa.
@Esme sì, avevo notato che le penne segnalate come iconiche sono anche low cost anche se poi mi sono concentrato sul concetto di "iconico" e su come questo dia un senso alla citazione, stante che se l'opera citata è virtualmente conosciuta da tutti e si coglie ispirazione solo da un particolare, si sgombra il campo dal sospetto che si stia tentando di produrre una copia per semplice mancanza di fantasia o peggio per ingannare l' acquirente.
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Eh, qui a mio parere si entra in un campo minato.
Il confine tra citazione e mancanza di fantasia, anche per un solo particolare, personalmente non lo vedo così facile da individuare e penso dipenda dalla propria sensibilità.
Non metto mai il cappuccio, e le mie sono quasi tutte vintage.
Anche penne che per altri sono bilanciate con il cappuccio calzato, per me lo sono senza.
Non dipende dall'uso delle biro, non nel mio caso (che comunque vengono spesso usate calzate, vedo).
Il cappuccio calzato mi dà fastidio come bilanciamento, ma anche non mi piace esteticamente.
Inoltre non sopporto l'usura che spesso provoca sul fondo del fusto.
In realtà, lancio una provocazione: perché diavolo dovrebbe essere calzato il cappuccio? Dubito fortemente che la motivazione originale fosse il bilanciamento.
Penso che fosse prima di tutto un "cerchiamo di non perderlo", da cui la necessità di bilanciamento è arrivata come conseguenza, non il contrario.
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Con mani grandi e impugnatura alta a dita allungate, è parecchio difficile trovare penne che arrivino ad appoggiarsi alla base del pollice. A me piace avere l’appoggio lì, mi aiuta a scrivere meglio, ma mi ci vuole che la penna sia più di 13cm. Tra le mie solo Capless e Justus ci arrivano, (oltre alle “code lunghe”), le altre le allungo calzando il cappuccio. Sulla Osmia non calza in modo stabile a meno che non sviti il fondello scoprendo il pulsante di fondo e andrà a finire che lo perdoEsme ha scritto: ↑martedì 21 giugno 2022, 14:07 In realtà, lancio una provocazione: perché diavolo dovrebbe essere calzato il cappuccio? Dubito fortemente che la motivazione originale fosse il bilanciamento.
Penso che fosse prima di tutto un "cerchiamo di non perderlo", da cui la necessità di bilanciamento è arrivata come conseguenza, non il contrario.
Alessio Pariani
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