Non è un racconto dell'orrore, ma solo un titolo attrattivo, spero, soprattutto per chi ha approcciato da poco la calligrafia!
Giusto ieri, un conoscente che ha recentemente partecipato ad un primo corso di calligrafia (corsivo inglese) mi accennava alcuni problemi che incontra nel progredire. Naturalmente sono le difficoltà che tutti incontriamo all'inizio (e anche dopo!) quindi del tutto superabili con un poco di pratica; ma, fra tutte, ho colto due aspetti che non ha tenuto nella dovuta considerazione i quali, a mio personale parere, sono molto rilevanti. Di sicuro l'insegnante li ha evidenziati ma mi rendo conto, soprattutto per chi parte da zero e partecipa ad un corso breve ed intensivo, fra postura - impugnatura - pennino - inchiostro - forma delle lettere - inclinazione - pressione - ecc. ecc., alcuni "fondamenti" non siano di facile assimilazione. Credo quindi sia utile per chi è agli inizi tenere ben presente questi due aspetti:
- si scrive sempre nella stessa posizione (da cui "zona"); cioè la mano scrivente non si sposta più di qualche centimetro ( 2-3) dallo stesso punto. La mano non continua a spostarsi verso destra fino alla fine della riga, né si abbassa passando alle righe successive. Si rimane sempre nella stessa posizione; sarà l'altra mano a spostare il foglio sia in orizzontale che in verticale! Da questo, come evidente, ne deriva che i movimenti del gruppo mano-braccio-spalla sono sempre eseguiti con le stesse angolazioni (quindi con una più efficace "memoria muscolare"), e che i nostri occhi vedono quello che stiamo scrivendo sempre dalla stessa angolazione, evitando distorsioni dovute ad angolazioni eccessive (pensiamo ad es. ad un foglio molto largo con una riga di scrittura molto lunga quali difficoltà incontreremmo sia nei movimenti sia nella visione se non spostassimo il foglio).
- la mano, una volta trovata l'impugnatura e la posizione di scrittura dovrebbe servire unicamente per tenere il canotto (o cannuccia o portapennino o penholder o in qualsiasi altro modo lo si chiami); le dita dovrebbero essere il più ferme possibile (per questo "mano morta"). i movimenti sono di braccio-spalla, la pressione di polso. Solo in certi stili si hanno, per effettuare particolari variazioni di tratto, dei movimenti di dita (peraltro per ruotare la penna, non per spostarla né per fare pressione).
E' del tutto evidente che in ogni caso, e per fortuna, ognuno scrive come vuole, è però altrettanto verificabile che avere bene in mente questi due aspetti ogni volta che che ci si prepara alla scrittura produce risultati positivi che, assieme a molti altri elementi da tenere presente favoriscono i miglioramenti nella calligrafia.
Buona scrittura.
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La zona della "mano morta"
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...se ne scopre sempre una!calli1958 ha scritto: ↑domenica 8 maggio 2022, 2:27
- la mano, una volta trovata l'impugnatura e la posizione di scrittura dovrebbe servire unicamente per tenere il canotto (o cannuccia o portapennino o penholder o in qualsiasi altro modo lo si chiami); le dita dovrebbero essere il più ferme possibile (per questo "mano morta"). i movimenti sono di braccio-spalla, la pressione di polso. Solo in certi stili si hanno, per effettuare particolari variazioni di tratto, dei movimenti di dita (peraltro per ruotare la penna, non per spostarla né per fare pressione).
Buona scrittura.
Grazie calli1958 per la spiegazione chiarissima. Io non sono per niente un calligrafo (..magari!) però cerco continuamente di migliorare la calligrafia, cosa resa un po' più complicata dalla mia pessima abitudine di scrivere con il polso sopra alla riga, perché sono mancino.
Questa cosa della "mano morta" vale sempre o solo per la scrittura calligrafica in senso stretto? ...è opportuno cercare di utilizzarla anche per la scrittura quotidiana? ...magari non quando si buttano giù appunti di fretta ma quando si ha tempo di scrivere con un minimo di controllo.
Ciao. G.
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Bisogna essere mancini per capire quanto il mondo sia fatto per i destrimani
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He he he...
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Scherzi a parte, sempre meglio ritornare su questi concetti, che a volte si trascurano...