Visconti Mirage
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„Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore.“
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- francoiacc
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Mah! Non capisco il senso di certi commenti, può non piacere una penna o i prodotti di un marchio, ma sparare a zero su Visconti o produttori italiani lo trovo sbagliato.
La mia piccola collezione di Visconti. Saranno fatte con gli avanzi della tavola di Natale, ma sono fatte bene, sono belle, c’è stile e ricercatezza nel design, e scrivono bene, almeno delle mie nessuna va male. Poi nulla è perfetto, ma se una Visconti non funziona bene basta contattare il servizio clienti per ottenere un supporto adeguato al nome della casa.
Le giapponesi? Ma siamo sicuri che siano tutte perfette? Insomma de gustibus non est disputandum, ma io preferisco tirare fuori dal taschino una bella Wall Street made in Italy con orgoglio e scrivere senza perdere un colpo.
La mia piccola collezione di Visconti. Saranno fatte con gli avanzi della tavola di Natale, ma sono fatte bene, sono belle, c’è stile e ricercatezza nel design, e scrivono bene, almeno delle mie nessuna va male. Poi nulla è perfetto, ma se una Visconti non funziona bene basta contattare il servizio clienti per ottenere un supporto adeguato al nome della casa.
Le giapponesi? Ma siamo sicuri che siano tutte perfette? Insomma de gustibus non est disputandum, ma io preferisco tirare fuori dal taschino una bella Wall Street made in Italy con orgoglio e scrivere senza perdere un colpo.
Visconti Mirage
Ho scritto a proposito di dati oggettivi. Chiudiamo questo discorso per piacere
- francoiacc
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Indubbiamente una Visconti con dei seri problemi l’hai avuta. Anche io ho avuto una Pilot che non valeva una cicca in quanto oltre a essere un pezzo di plastica stampato non scriveva. Ma dire che Pilot produce plastica stampata con pennini che non scrivono mi sembra un pelino scorretto.
Idem con Lamy, Montblanc e Sailor, ma non per questo direi che giapponesi e tedeschi fanno robaccia.
Quella Rembrandt l’hai mandata in assistenza?
- Koten90
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Visconti Mirage
Franco la mia esperienza è certamente minima, quasi nulla, confrontata alla tua e a quella di molti altri qui sul forum. Lo è altrettanto il campione statistico su cui posso basarmi per trarre delle conclusioni, ma le mie impressioni finora sono queste: paghi tanto e godi poco.francoiacc ha scritto: ↑martedì 26 aprile 2022, 23:14 Mah! Non capisco il senso di certi commenti, può non piacere una penna o i prodotti di un marchio, ma sparare a zero su Visconti o produttori italiani lo trovo sbagliato.
Saranno fatte con gli avanzi della tavola di Natale, ma sono fatte bene, sono belle, c’è stile e ricercatezza nel design, e scrivono bene, almeno delle mie nessuna va male. Poi nulla è perfetto, ma se una Visconti non funziona bene basta contattare il servizio clienti per ottenere un supporto adeguato al nome della casa.
Le giapponesi? Ma siamo sicuri che siano tutte perfette? Insomma de gustibus non est disputandum, ma io preferisco tirare fuori dal taschino una bella Wall Street made in Italy con orgoglio e scrivere senza perdere un colpo.
Per quel che mi riguarda, una penna nuova non va in assistenza per sostituire un pennino o per un qualsiasi altro problema, la penna nuova difettosa torna a chi non l’ha controllata.
Poi capisco che un pennino possa avere un difetto, ma quello è stato l’ultimo dei miei “problemi” con questa penna. Il design mi sembra fatto da uno che non abbia mai preso in mano una penna: l’impugnatura è scomoda, il baricentro spostato all’indietro, il pennino troppo piccolo, la chiusura magnetica comodissima solo se centri il buco al primo colpo altrimenti devi stare a girare finché non entra…
Le stesse identiche impressioni le ho avute con Stipula sulla Speed, dove oltretutto avrebbe dovuto esserci un pennino “Flex” e invece era uno scalpello.
Mi rendo conto che sto parlando di penne entry level, ma che comunque hanno il loro prezzo. Anche se fosse, che senso ha per un’azienda lanciare una linea senza fare un controllo qualità, solo perché questa è la linea più economica?
Non mi son fatto problemi a spendere 200€ per la Capless e 300€ per la Justus (che è già l’ammiraglia tra quelle in plastica), perché vedendo qui sul forum nessuno si lamenta di nulla con queste penne, ma queste avrebbero subito lo stesso trattamento se non fossero state perfette. Il fatto che una Justus sia di plastica è vero, così come quasi tutte le giapponesi sotto i 500€, ma ci vedo un’attenzione ai dettagli che non ho trovato sulle penne italiane, son penne comode da usare, studiate per fare il loro lavoro (ribadisco: il mio campione statistico è praticamente nullo, le mie sono impressioni soggettive).
Non è un mistero che Pilot abbia toppato alla grande con l’alimentatore da abbinare al pennino Falcon (per loro è giusto così, per far quello che ci faccio io usano i pennelli), ci ho tribolato parecchio, ma un pennino con quella flessibilità in occidente non si vede da quanto? 20 anni? (Tralasciando quello delle Calligraphy Montblanc che costano uno sproposito, circa 4 volte tanto). Senza contare il fatto che penne come la Justus o la Capless hanno una componentistica interna molto complicata che richiede attenzione nella progettazione e nell’assemblaggio. Siccome è progettata bene, non esce una Justus che abbia il pennino leggermente ruotato rispetto alla sua linguetta (alimentatore e sezione hanno una tacca di allineamento) così come tutti i pennini Pilot sono ben posizionati sui loro alimentatori grazie alle tacche che non permettono di sbagliare lasciando il pennino troppo avanti o indietro. Questo, secondo me, è progettare bene un articolo. Si spende un po’ di più in progettazione e costruzione degli stampi, ma anche una scimmia può assemblarli
Forse dovrei provare una Leonardo, ma anche qui, se non prendo una penna almeno del prezzo della Justus, non mi ritrovo un pennino italiano (o quantomeno rilavorato in Italia) e allora mi chiedo di che patriottismo stiamo parlando. Occidente contro Oriente?
Apprezzo tanto il lavoro che fanno sulla ricerca di materiali, ma arrivano poi a livelli di costo non certo popolare. A questo punto, piuttosto che una Homo Sapiens, punto a una Montblanc Calligraphy o una Namiki Maki-e, ma son prezzi talmente alti che nemmeno le considero.
Alessio Pariani
L’ottimismo è il sale della vita, l’umorismo ne è lo zucchero.
FORZA RAGAZZI! [cit. maicol69]
C7H14S [cit. Chimicazza]
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Io di Visconti ho solo una Van Gogh pennino fine e scrive una meraviglia, oltre ad essere una penna esteticamente gradevole (sia pur con pennino in umile acciaio).
Ho svariate Aurora (sono un fan del marchio) e tutte scrivono divinamente per i miei gusti. Ho avuto solo in un caso un problema, peraltro minore, su un pennino 18k di una Optima limited edition ma è stato risolto abbastanza velocemente dal servizio assistenza (ora è la penna che scrive meglio in assoluto tra quelle che ho).
Ho una Sailor pro gear limited edition e il pennino non è scorrevole come vorrei.
Le generalizzazioni secondo me vanno evitate ma credo, per quella che è la mia esperienza, che in Italia non si realizzino penne scadenti. Almeno con riguardo ai marchi storici di cui ho esperienza.
Ho svariate Aurora (sono un fan del marchio) e tutte scrivono divinamente per i miei gusti. Ho avuto solo in un caso un problema, peraltro minore, su un pennino 18k di una Optima limited edition ma è stato risolto abbastanza velocemente dal servizio assistenza (ora è la penna che scrive meglio in assoluto tra quelle che ho).
Ho una Sailor pro gear limited edition e il pennino non è scorrevole come vorrei.
Le generalizzazioni secondo me vanno evitate ma credo, per quella che è la mia esperienza, che in Italia non si realizzino penne scadenti. Almeno con riguardo ai marchi storici di cui ho esperienza.
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Vedi, il discorso e' complesso, ma alla fine spendiamo i nostri soldi dove ci fa più piacere spenderli. Spero di non essere stato frainteso o di non essere stato io a spiegarmi male, quel che trovo ingeneroso e' sparare a zero sulla produzione italiana. Io non ho nulla in contrario ad una penna fintantoché mi piaccia, sia fatta come piace a me e funziona bene, da dove viene geograficamente me ne importa poco. Se a te piace più una calligraphy rispetto ad una homo sapiens credo che non ci sia nulla di criticabile, ma dire che la homo sapiens non vale una cicca credo invece che sia ingeneroso, e te lo dico perché e' originale, fatta bene, con un materiale molto bello e funziona bene. Io una maki-e non la comprerei mai perché non mi piace, personalmente le trovo delle pacchianate dipinte su una penna, ma questa e' la mia personalissima (e discutibile!) opinione dettata dal mio gusto e non sparo a zero sulla produzione giapponese.Koten90 ha scritto: ↑mercoledì 27 aprile 2022, 12:02Franco la mia esperienza è certamente minima, quasi nulla, confrontata alla tua e a quella di molti altri qui sul forum. Lo è altrettanto il campione statistico su cui posso basarmi per trarre delle conclusioni, ma le mie impressioni finora sono queste: paghi tanto e godi poco.francoiacc ha scritto: ↑martedì 26 aprile 2022, 23:14 Mah! Non capisco il senso di certi commenti, può non piacere una penna o i prodotti di un marchio, ma sparare a zero su Visconti o produttori italiani lo trovo sbagliato.
Saranno fatte con gli avanzi della tavola di Natale, ma sono fatte bene, sono belle, c’è stile e ricercatezza nel design, e scrivono bene, almeno delle mie nessuna va male. Poi nulla è perfetto, ma se una Visconti non funziona bene basta contattare il servizio clienti per ottenere un supporto adeguato al nome della casa.
Le giapponesi? Ma siamo sicuri che siano tutte perfette? Insomma de gustibus non est disputandum, ma io preferisco tirare fuori dal taschino una bella Wall Street made in Italy con orgoglio e scrivere senza perdere un colpo.
Per quel che mi riguarda, una penna nuova non va in assistenza per sostituire un pennino o per un qualsiasi altro problema, la penna nuova difettosa torna a chi non l’ha controllata.
Poi capisco che un pennino possa avere un difetto, ma quello è stato l’ultimo dei miei “problemi” con questa penna. Il design mi sembra fatto da uno che non abbia mai preso in mano una penna: l’impugnatura è scomoda, il baricentro spostato all’indietro, il pennino troppo piccolo, la chiusura magnetica comodissima solo se centri il buco al primo colpo altrimenti devi stare a girare finché non entra…
Le stesse identiche impressioni le ho avute con Stipula sulla Speed, dove oltretutto avrebbe dovuto esserci un pennino “Flex” e invece era uno scalpello.
Mi rendo conto che sto parlando di penne entry level, ma che comunque hanno il loro prezzo. Anche se fosse, che senso ha per un’azienda lanciare una linea senza fare un controllo qualità, solo perché questa è la linea più economica?
Non mi son fatto problemi a spendere 200€ per la Capless e 300€ per la Justus (che è già l’ammiraglia tra quelle in plastica), perché vedendo qui sul forum nessuno si lamenta di nulla con queste penne, ma queste avrebbero subito lo stesso trattamento se non fossero state perfette. Il fatto che una Justus sia di plastica è vero, così come quasi tutte le giapponesi sotto i 500€, ma ci vedo un’attenzione ai dettagli che non ho trovato sulle penne italiane, son penne comode da usare, studiate per fare il loro lavoro (ribadisco: il mio campione statistico è praticamente nullo, le mie sono impressioni soggettive).
Non è un mistero che Pilot abbia toppato alla grande con l’alimentatore da abbinare al pennino Falcon (per loro è giusto così, per far quello che ci faccio io usano i pennelli), ci ho tribolato parecchio, ma un pennino con quella flessibilità in occidente non si vede da quanto? 20 anni? (Tralasciando quello delle Calligraphy Montblanc che costano uno sproposito, circa 4 volte tanto). Senza contare il fatto che penne come la Justus o la Capless hanno una componentistica interna molto complicata che richiede attenzione nella progettazione e nell’assemblaggio. Siccome è progettata bene, non esce una Justus che abbia il pennino leggermente ruotato rispetto alla sua linguetta (alimentatore e sezione hanno una tacca di allineamento) così come tutti i pennini Pilot sono ben posizionati sui loro alimentatori grazie alle tacche che non permettono di sbagliare lasciando il pennino troppo avanti o indietro. Questo, secondo me, è progettare bene un articolo. Si spende un po’ di più in progettazione e costruzione degli stampi, ma anche una scimmia può assemblarli
Forse dovrei provare una Leonardo, ma anche qui, se non prendo una penna almeno del prezzo della Justus, non mi ritrovo un pennino italiano (o quantomeno rilavorato in Italia) e allora mi chiedo di che patriottismo stiamo parlando. Occidente contro Oriente?
Apprezzo tanto il lavoro che fanno sulla ricerca di materiali, ma arrivano poi a livelli di costo non certo popolare. A questo punto, piuttosto che una Homo Sapiens, punto a una Montblanc Calligraphy o una Namiki Maki-e, ma son prezzi talmente alti che nemmeno le considero.
Il mio non e' patriottismo, e' che mi urtano i disfattismi e le generalizzazioni. La prima 149 che ho comprato era un disastro, seguendo questa logica avrei dovuto accantonare Montblanc, ma ho provato altro e ci sono stati altri fallimenti ma tanti tanti successi. Le penne giapponesi non sono in sintonia con il mio karma, e di certo non e' stata una Pilot fallata a farmi scrivere peste e corna sulla produzione del sol levante, e non lo saranno altre 10 se un milione di persone ne sono soddisfatte. Ben venga la tua, come quella di altri, passione per i prodotti del sol levante, ma fare questi paragoni non credo sia utile e porti da nessuna parte. Giusto per concludere, credo di avere una accumulo multietnico, inclusa una meravigliosa Penbbs 308 in una bellissima resina azzurra che grazie ad un pennino Delta scrive anche impeccabilmente.
La tua recensione e' onesta e, secondo me, sono queste le recensioni utili ai produttori, perché li aiuta a crescere. Spero che le leggano e credimi c'e' chi lo fa e impara.
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Lo spero tanto anche io, perché capisco che in fondo, se ho provato ad acquistare una Visconti è perché mi piaceva la fantasia elaborata del corpo penna e per uscire un po’ dal monacale rigore (come l’ha recentemente definito qualcuno qui sul forum) delle giapponesi.
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ho passato anche io il "periodo giapponese" e so bene che, quando lo si attraversa, pare quasi inconcepibile spendere una cifra analoga ,o molto di più, per una penna che monti un banale Jowo ; sembra folle pagare di più " solo" per l'estetica.Koten90 ha scritto: ↑mercoledì 27 aprile 2022, 15:01 Lo spero tanto anche io, perché capisco che in fondo, se ho provato ad acquistare una Visconti è perché mi piaceva la fantasia elaborata del corpo penna e per uscire un po’ dal monacale rigore (come l’ha recentemente definito qualcuno qui sul forum) delle giapponesi.
Poi si cambia, e invecchiando e magari viene il gusto di avere una penna unicamente perchè soddisfa gli occhi ; certo magari non scrive così bene , un poco più spesso , un po' meno nitida nel tratto però il materiale con cui è realizzata la rende " speciale".
Poche penne a mio avviso scrivono bene come una Capless o una Elite però mi piace avere nell'astuccio anche una bella Montegrappa Mia o una Pineider Lgb o una Momento Zero ... anche solo per il gusto per sfuggire un poco dal rigore nipponico.
Certamente dove tante aziende italiche devono migliorare è il servizio clienti, questo sì in alcuni casi non all'altezza del nome che portano. Per quanto mi riguarda posso dire solo bene sia di Pineider che Leonardo, su Visconti non ne ho avuto bisogno.
Visconti Mirage
Pineider Lgb ?
Ecco che arriva @Bons !
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