Koten90 ha scritto: ↑venerdì 18 marzo 2022, 18:02
A dirla tutta, grazie al tuo modo di raccontarci dettagliatamente la tua esperienza, sono convinto che qualcuno abbia già valutato di comprare un microscopio, rigorosamente con obiettivo apocromatico
Gentilissimo Alessio, grazie per I commenti lusinghieri.
Mi permetto di spendere una parola sul microscopio. Io lo uso per lavoro, e questo mi permette di sperperare un po’ di soldini in microscopia facendo finta che sia necessario, però…
Quando io ero piccolo si usava, se possibile, fare dono ai bambini di un microscopio. Parlo di quei microscopi composti semplici, appena poco più di un giocattolo, che avrebbero dovuto servire per schiudere ai giovincelli le porte del mondo naturale e delle sue meraviglie, e stimolarne un poco di attenzione per le scienze naturali.
Dubito che quei microscopi, con le ottiche non molto luminose e i vetrini preparati acclusi, abbiano mai provocato passioni darwiniane, ma all’epoca non c’erano granché alternative: o il microscopio composto giocattolesco, con la sua torretta di plastica e le tre ottiche da 10, 40 e 100 ingrandimenti, tutte di bassa qualità, o… niente.
Oggi c’è la Cina. Forse tra i nostri amici del forum c’è n’è qualcuno che ha figli piccoli, oppure nipotini. È a loro che vorrei dare un suggerimento. Con i soldi di un microscopio composto giocattolo si può comprare dalla Cina un microscopio stereoscopico. Non di elevata qualità, ovviamente, ma pur sempre uno stereo microscopio.
Il microscopio stereoscopico è un vero strumento di scoperta, molto di più del microscopio composto Sotto l’obiettivo ci si può mettere di tutto, una foglia o un soldatino, una pietra o un insetto, un pennino o una muffa. Non c’è bisogno di “preparare” il campione, niente vetrini, solo collocare l’oggetto sotto l’obiettivo e mettere a fuoco. È la scoperta del mondo piccolo, visto con occhi adatti. Lo stereo microscopio permette di vedere in modo tridimensionale, come se l’osservatore fosse improvvisamente diventato anche lui piccolo in un mondo lillipuziano. È affascinante e fantastico.
Non sto suggerendo di “regalare” un microscopio stereoscopico. I bambini è meglio che non possiedano molte cose. Però, magari, metterglielo a disposizione ogni tanto, guidati, perché si avvicinino con stupore e desiderio come lo farebbero a una cosa preziosa… forse sì vale la pena.
Le mie figlie Margherita e Carlotta, da piccole, sostenute in braccio, sbirciavano negli oculari dello stereo di papà per vedere cose raccapriccianti, come un insetto gigantesco, o di assoluta fantasia come le antere di un fiore rigurgitanti di polline. Era, per loro, una esperienza inebriante. Entrambe son diventate musiciste, il che significa che non importa che il microscopio ne faccia delle piccole scienziate, però schiude loro un mondo.
Poi, già che lo stereo è lì e senza bimbi intorno nessuno lo usa, ci si può passare qualche mezz’oretta sbirciare i pennini con tutti i loro intricati dettagli, e magari farne anche qualche fotografia.
Mi stia bene.