Questa volta vado a presentarvi una creazione del design italiano, prodotta dalla famosa e storica casa Aurora, la piccola Marco Polo.
Come è fatta?
Si tratta di una penna dalle forme tipiche degli anni '80,snella e sottile, erede della famosissima e iconica Hastil ne riprende la forma a cilindro, senza rastremature ai vertici,
la superficie esterna è lineare e senza particolari decorazioni, il fusto e il cappuccio sono in metallo (probabilmente ottone) mentre la sezione è in plastica, all'estremità il fusto termina con un fondello metallico, mentre il cappuccio è chiuso sulla sommità
da un'inserto circolare di resina nera lucida.
La clip è lineare, semplice e senza decorazioni, di forma rettangolare con gli angoli stondati, piuttosto rigida, sulla parte inferiore del cappuccio come unica decorazione della penna è presente una veretta di circa 8mm di altezza su cu sono incise sei scanalature a tutta circonferenza laccate al loro interno,
tali scanalature dovrebbero, secondo l'intenzione del designer, ricordare i sei "rebbi" del pettine decorativo presente sulla polena delle gondole veneziane.
Di questa penna erano state realizzate varie versioni e colorazioni, alcune anche placcate o laminate in oro, quella che mi è cascata nelle manie (giuro, io non volevo!) presenta il fondello, la veretta e la clip dorate (placcate oro?), il fusto metallico è verniciato a specchio in una specie di grigio canna di fucile,
che sotto alcune illuminazioni, a volte appare un grigio scuro tendende a marrone.
Tra la clip e la veretta è incisa la scritta "AURORA" in verticale, non sono presente altre scritte o simboli sulla penna.
Il pennino è in acciaio dorato (placcato oro?), di forma triangolare allungata, senza alcuna decorazione o indicazione della gradazione del tratto (sembra un medio tendente al fine), con foro di sfiato circolare, alimentatore di semplice plastica nera.
La penna è lunga in tutto 13,7 cm 12,2 cm senza cappuccio, mentre il cappuccio stesso misura 6 cm di lunghezza, il diametro della sezione passa da 0.7cm nel punto più vicino al pennino a 1cm nel punto più lontano.
Tutta la penna, sebbene in metallo, risulta comunque leggera grazie alle sue limitate dimensioni, è ben bilanciata senza cappuccio ma può risultare troppo corta per chi ha mani grandi, col cappuccio calzatola situazione migliora per quanto riguarda la lunghezza, mentre per il bilanciamento, esso peggiora leggermente in quanto
il peso tende ad andare verso la coda, fortunatamente la "cortezza" della penna limita l'effeto leva e la cosa non infastidisce troppo.
Il cappuccio è a pressione, si innesta con un bel "click" metallico sonoro ma non duro, si calza sul retro e sta perfettamente in posizione in quanto anche sulla coda della penna si innesta col solito sostanzioso "click" (ecco a cosa serve il fondello metallico).
L'alimentazione è a cartuccia (Aurora ma vanno bene anche le Parker, anche se le Parker entrano a pelo) e converter (il converter Parker a pistone entra alla perfezione).
Come scrive?
Scrive bene ostreghèta! Il pennino è rigido e duro, ma piuttosto scorrevole, rilascia un bel tratto tra il medio e il fine (a seconda della carta/inchiostro usato), non c'è alcuna velleità di "morbidezza" o "variazione" del tratto, è un pennino "da battaglia", di quelli che devono scrivere subito e bene senza richiedere alla mano troppa "abilità" calligrafica.
Il flusso è medio, ben calibrato, non allaga la carta ma non è nemmeno stitico, proprio ben misurato. Il pennino scrive molto bene come detto ed è scorrevole, tuttavia è presente un bel feedback "sonoro" che arriva dalla carta, sembra il suono di una matita molto "dura" o di una penna con punta in feltro (fineliner), detta così sembra una cosa sgradevole,
ma non lo è, a me non dispiace, questo comunque è solo il feedback "sonoro", mentre quello "tattile" è presente ma non invadente, frena il pennino il giusto per non renderlo "viscido" o "sfuggente", permette quindi un buon controllo sulla carta anche nella scrittura in velocità.
Le dimensioni della penna tuttavia la rendono poco consona alle lunghe sessioni di scrittura, come tutte le penne "slim" di quegli anni è adatta a piccoli appunti brevi e veloci, è comoda da portare in giro per le sue dimensioni ridotte, insomma come una piccola sportivetta cabrio italiana, divertente, elegante e maneggevole ma scomoda per i lunghi viaggi.
Con cosa si abbina?
Ora, va bene Marco Polo, va bene il design iconico e l'eredità della Hastil, va bene la veretta che omaggia "'e gondoète del canàl" però a me questa penna non fa venire per niente in mente la laguna, il milione, kublai khan o lo storico viaggiatore veneto...
A me sembra un'oggetto di stile DECISAMENTE piantato negli anni '80, anni di lusso, sfarzo, edonismo, borsa, l'aperitivo, la musica elettronica, la Reaganomics, la Tatcher, i manager in RollsRoyce, il whisky nell'ufficio la sera a Manhattan.
Diavolo, questa non sembra una stilografica! Sembra una di quelle costose matite per gli occhi di qualche stilista! E non sto dicendo che la cosa sia negativa, anzi, è design, è italiana, è perfettamente rappresentativa di quel periodo, per me è proprio una bella penna, ma lasciamo stare Marco Polo
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Fatta questa premessa, con cosa la vogliamo abbinare? Beh, a me sembra che stia perfettamente a suo agio con un rossetto borgogna scuro, un eyeliner che fa risaltare uno sguardo affascinante ma un po' aggressivo da "donna in carriera", un pacchetto di Dunhill International, un accenno di fard sulle gote per far risaltare gli zigomi rendendoli un po' più affilati,
una giacca a spalla larga con minigonna e scarpa tacco dodici, insomma una cosa in questo stile: Secondo me questa è una penna che sta bene soprattutto tra le mani di una ragazza/donna. Sono maschilista? arretrato? sessista? maschiocratico? machista? gendercentrico? genitore1/genitore2? Dite la vostra.... (però questa penna l'ho comprata io... mi devo porre delle domande??
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Cosa mi piace/Cosa non mi piace?
Mi piace il design tipico ottantiano ma senza scadere nel kitsch, nell'eccessivo o nella paccottiglia plasticosa che era tipica di qugli anni, Aurora ha fatto un ottimo lavoro di "centratura" dell'effetto estetico e dei materiali utilizzati.
Trovo intrigante la finitura della vernice, che cambia colore a seconda dell'illuminazione e l'effetto lucido metallico ma non freddo di tutto l'insieme.
Ottimo anche il soddisfacente "click" del cappuccio sia quando s chiude la penna che quando si calza sul retro, solido e preciso senza essere "duro".
Eccellente la qualità delle finiture, nonostante i suoi anni la penna sembra appena uscita di fabbrica.
Apprezzo molto anche il pennino, rigido e con un feedback "decisamente avvertibile" ma scorrevole, preciso e con un tratto ben misurato che si comporta in modo elegante e composto anche su carte di scarsa qualità.
Purtroppo l'eccessiva "snellezza" della penna ne pregiudica la comodità se si deve scrivere più di una pagina di fila, le dita cominciano a soffrire l'eccessiva tensione necessaria a stringere l'impugnatura sottile, tuttavia per brevi e veloci appunti va benissimo.
Anche la finitura lucida del corpo sebbene meravigliosa quando la penna se ne sta bella linda appoggiata sul tavolo si trasforma in una carta topografica di ditate appena la si usa, e costringe a doverla continuamente pulire con un panno, fortunatamente con questo colore da lontano non si nota,
ma appena ci si avvicina si possono vedere benissimo tutte le ditate che ci abbiamo lasciato manco avessimo appena finito di mangiare un pollo fritto usando solo le mani.
Anche la decorazione (o meglio la totale mancanza di essa) sul pennino mi ha lasciato un pochino deluso, va bene il minimalismo, ma almeno una piccola incisione decorativa, una scrittina "aurora", anche solo la lettera della gradazione, così nudo e crudo lascia un po' a desiderare.
E comunque alla "gondoèta" non ci somigghia pe' gnente...
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