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Liceo scientifico e latino
Liceo scientifico e latino
perdona la mia domanda forse banale, ma perchè hai fatto il liceo scientifico e non l'itis se volevi più matematica e materie tecniche, io avendo fatto l'itis ho fatto analisi 1 e 2 saltandoli a piè pari, io studio latino per conto mio perchè adoro l'etimologia che veramente aiuta a pensare e molto.
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Bella domanda.levodi ha scritto: ↑venerdì 4 febbraio 2022, 19:09 perdona la mia domanda forse banale, ma perchè hai fatto il liceo scientifico e non l'itis se volevi più matematica e materie tecniche, io avendo fatto l'itis ho fatto analisi 1 e 2 saltandoli a piè pari, io studio latino per conto mio perchè adoro l'etimologia che veramente aiuta a pensare e molto.
Primo, nella mia zona avrei dovuto spostarmi un po' per poter frequentare istituti tecnici di buon livello, mentre i licei vicini erano piuttosto rinomati (sempre nell'ambito della mia zona).
Secondo, ero giovane (ma dai? ) e come spesso succede ho seguito i consigli di altre persone che mi hanno indirizzato verso il liceo scientifico, senza contare che c'erano vari amici che fecero la mia stessa scelta.
Non me ne pento eh, era una bella scuola con ottimi professori.
Solo che il latino mi è rimasto indigesto e visto poi il percorso di studi che ho intrapreso avrei preferito a posteriori studiare al suo posto qualcosa di più utile.
Marco
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In effetti quello che conta è come e quanto si studia. E come e quanto si continua a studiare anche dopo, quando si è finito il corso di studi.
Al ginnasio (quasi cinquanta anni fa), mi toccavano quattro versioni di greco e cinque di latino a settimana, con una professoressa che alle interrogazioni ti chiedeva il contenuto delle note delle grammatiche ("Dimmi di cosa dice la nota 37"). Seguiva il riassunto di un capitolo a settimana dei Promessi Sposi, storia e geografia.
Sembrava di frequentare un corso di sopravvivenza per gli incursori di marina, con una bella decimazione (1 su 5) alla fine del quarto ginnasio.
Al liceo era un'altra cosa: tutta vita (almeno rispetto al ginnasio).
Al ginnasio (quasi cinquanta anni fa), mi toccavano quattro versioni di greco e cinque di latino a settimana, con una professoressa che alle interrogazioni ti chiedeva il contenuto delle note delle grammatiche ("Dimmi di cosa dice la nota 37"). Seguiva il riassunto di un capitolo a settimana dei Promessi Sposi, storia e geografia.
Sembrava di frequentare un corso di sopravvivenza per gli incursori di marina, con una bella decimazione (1 su 5) alla fine del quarto ginnasio.
Al liceo era un'altra cosa: tutta vita (almeno rispetto al ginnasio).
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Direi che se c'è questo problema dipende da una non adeguata informazione.Hiver77 ha scritto: ↑venerdì 4 febbraio 2022, 19:00 Non vorrei essere fraintesa, non tutti quelli che si iscrivono negli indirizzi liceali "senza latino" lo fanno per scansare la fatica, però è vero che tuo figlio si troverà con diversi compagni convinti (poveri loro) di aver scelto un percorso più semplice e gli insegnanti avranno un bel lavoro da fare per far capire loro che non è così.
Tutti i compagni di mio figlio che hanno scelto un liceo, classico, scientifico, socio-economico, lo hanno fatto ben consci dell'impegno di studio richiesto, latino o non latino.
La scelta è stata fatta in base ai loro interessi, ben guidati dai docenti.
Del resto anche negli istituti tecnici, oggi ben diversi da come erano intesi una volta, è richiesto un forte impegno di studio teorico, non sono certo scuole dove si fatica di meno che in un liceo.
L'impegno è richiesto ovunque e gli scansafatiche ci sono ovunque.
Non venitemi a raccontare che tutti gli studenti del classico sono secchioni modello, su!
Forse se si smettesse di dipingere come cultura alta (e difficile) le materie umanistiche e come "seconda linea" le materie scientifiche anche i ragazzi avrebbero le idee più chiare.
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Polemarco ha scritto: ↑venerdì 4 febbraio 2022, 19:24 Al ginnasio (quasi cinquanta anni fa), mi toccavano quattro versioni di greco e cinque di latino a settimana, con una professoressa che alle interrogazioni ti chiedeva il contenuto delle note delle grammatiche ("Dimmi di cosa dice la nota 37"). Seguiva il riassunto di un capitolo a settimana dei Promessi Sposi, storia e geografia.
Sembrava di frequentare un corso di sopravvivenza per gli incursori di marina, con una bella decimazione (1 su 5) alla fine del quarto ginnasio.
Per me sarebbe stato un incubo
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Sante parole!
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Questo per me è un esempio di docente molto meno che mediocre, il cui intento non ha nulla a che vedere con quello che significa veramente formare le menti.
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Beh, in questi giormi mi sto studiando gli indici di allerta elaborati dai commercialisti e, sinceramente, sono difficili ma non impossibili.
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In effetti era nozionismo, ma potenziava la memoria. Alla fine del quinto ginnasio traducevo dal latino senza vocabolario.
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Perdonami, ci sono modi molto più interessanti e proficui di allenare la memoria.
Oltretutto le abilità mnemoniche sono solo uno strumento, tra l'altro facilmente rimpiazzabili, di cui non tutti sono dotati.
Uno può anche sapere a memoria un dizionario, questo non significa che sappia comprendere o elaborare correttamente un testo. O elaborare un pensiero critico che non sia una ripetizione a pappagallo di "il commentatore Tizio sostiene che...".
La selezione basata su queste richieste assurde fa solo perdere talenti. E penso sia utilizzata solo dai docenti che non sanno fare nulla di meglio.
Oltre al fatto che un ragazzo ha tutto il diritto, ma direi anche il dovere, di poter fare altro oltre che studiare.
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Uno può anche sapere a memoria un dizionario, questo non significa che sappia comprendere o elaborare correttamente un testo. O elaborare un pensiero critico che non sia una ripetizione a pappagallo di "il commentatore Tizio sostiene che...".
La selezione basata su queste richieste assurde fa solo perdere talenti. E penso sia utilizzata solo dai docenti che non sanno fare nulla di meglio.
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Beh, tradurre dal latino e soprattutto dal greco non richiede soltanto il vocabolario (a memoria o meno) ma anche una buona conscenza della cultura, dell’autore e del contesto testuale.
Ricordo che per “os” il Rocci (vocabolario di greco) offriva una qualche decina di pagine.
Considera inoltre che le partitiones della retorica (che non è solo l’attore che recita o il politico che sproloquia) sono: inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria. Dove la memoria non è solo quella del discorso ma soprattutto quella dei topoi vincenti, delle figure etc. .
È in quelle classi che ho capito il significato di conoscenza “circolare” dove tutto è in collegamento e la memoria ne configura un teatro
Ricordo che per “os” il Rocci (vocabolario di greco) offriva una qualche decina di pagine.
Considera inoltre che le partitiones della retorica (che non è solo l’attore che recita o il politico che sproloquia) sono: inventio, dispositio, elocutio, actio e memoria. Dove la memoria non è solo quella del discorso ma soprattutto quella dei topoi vincenti, delle figure etc. .
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Questo però mi sembra come dire che non serve imparare a far di conto perchè tanto si usa la calcolatrice...
Venceremos.
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Ma perchè hai fatto il liceo se odiavi tanto il latino
Un’ultima considerazione che finora non è stata fatta, c’era un motivo per cui al liceo non si approfondivano materie tecniche specifiche.
Il liceo era concepito come preparazione per l’università dove poi ognuno si sarebbe specializzato in quel che voleva, ed era l’unica scuola che consentisse l’iscrizione a qualunque facoltà.
Infatti il liceo non dava un titolo di studio “abilitante” ad una professione come invece Ragioneria, agraria, geometra e simili.
Lo stesso istituto magistrale, facendo l’anno integrativo, abilitava all’insegnamento il liceo neanche a quello.
Per questo motivo si facevano studiare soprattutto materie umanistiche che danno una cultura di base generalizzata che è cosa sempre utile e non cose specifiche che magari nella vita non serviranno mai.
Avere una infarinatura di latino può aiutare nelle materie giuridiche, nella botanica ( come può ben spiegare il nostro fufluns), le letteratura, può essere utile anche quando vai a visitare un museo e nella vita di tutti i giorni.
Viceversa lo studio dell’informatica serve solo se poi lo fai di mestiere altrimenti è inutile perché la maggior parte di noi utilizza dei programmi ma non gli interessa imparare il linguaggio di programmazione o come si costruisce un pc, allo stesso modo in cui a chi guida l’auto non interessa imparare a costruire un motore o a fare il tagliando.
Per questo motivo resto un sostenitore dell’esistenza di un liceo in senso “classico” senza nulla togliere al fatto che si possano avere indirizzi specifici che prevedano approfondimenti su particolari materie.
Però chiamiamoli in modo diverso
Cesare Augusto
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Questa discussione è molto interessante. Io ho fatto una scuola superiore meno nobile dei licei, ragioneria Igea (Indirizzo Giuridico, Economico e Amministrativo) poi all'università mi sono laureato in Lingue, Letterature e Culture Moderne. Un percorso eterogeneo, e di certo se avessi studiato latino mi sarebbe servito per studiare materie come Filologia Germanica e Filologia Romanza, che si affrontano anche senza, ma con una qualche base di latino lo si fa meglio. Così come lo studio del Tedesco ad esempio, che conserva una struttura con i casi, simile al latino. Penso che lo studio della lingua da cui deriva la nostra (e molte altre) possa farci meglio comprenderne uso, struttura ed etimologia. Pensare aiuta a pensare, e avere una cultura sia scientifica che umanistica aiuta a farlo in modi diversi, e da diversi punti di vista. Senza contare che capire da dove veniamo aiuta a comprendere come parliamo, e perché lo facciamo a quel modo. Detto questo, credo che lo studio del latino in un liceo scientifico serva a dare strumenti per pensare in modi diversi, e ad approcciarsi in m
aniera più proficua allo studio, qualsiasi esso sia.
E poi, puoi correggere chi sbaglia citazioni come Quisque Faber Fortune Suae o Carpe Diem quam minimum credula postero, e dire che lo fai da ingegnere
aniera più proficua allo studio, qualsiasi esso sia.
E poi, puoi correggere chi sbaglia citazioni come Quisque Faber Fortune Suae o Carpe Diem quam minimum credula postero, e dire che lo fai da ingegnere