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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Il lato oscuro del lato oscuro
- LeonardoCambria
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- Iscritto il: giovedì 29 luglio 2021, 17:18
- La mia penna preferita: Pilot Justus 95, per ora...
- Il mio inchiostro preferito: Caran d'Ache Cosmic Black
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Torino
Il lato oscuro del lato oscuro
Gentili utenti del forum,
è passato tanto tempo dalla mia presentazione tra i ranghi di questa splendida congregazione stilografica e mi sono accorto di avere contribuito poco o nulla alla comunità.
Mi si permetta allora di riparare a questa mancanza imperdonabile con uno sguardo ironico su un fenomeno, dal quale sono sempre stato incuriosito e del quale sono spesso stato vittima: il rapporto strano e ambivalente che noi (almeno alcuni tra noi, me compreso) abbiamo con gli inchiostri neri. La questione si potrebbe riassumere in una dicotomia combattiva di gusti e preferenze: da un lato, i sostenitori di un approccio comprensivo e accomodante e, dall'altro, gli accoliti più ortodossi delle tenebre, araldi dell'oscurità. I primi sono transigenti con quegli inchiostri neri di cui apprezzano la capacità di virare gentilmente verso un'ombreggiatura grigio-scuro di tutto rispetto. In questo caso si riconosce la possibilità all'inchiostro nero di avere caratteristiche di shading , trattandolo a tutti gli effetti come un qualsiasi inchiostro. Invece i secondi, al grido di: «Saturazione o morte!», bramano il buio più totale e non accettano il benché minimo cedimento dalla tinta, la quale deve rispecchiare l'abisso infinito dell'animo umano, un buio totale, al punto di risucchiare il lettore meno accorto per sprofondarlo nelle tetre lande della disperazione. Si può notare l'inflessibilità nei confronti del colore, il quale deve idealmente essere dotato di una purezza mai richiesta ad altra tinta.
È pur vero che mi sono trovato spesso da entrambi i lati della barricata. A partire dal Pilot Black e dal Perle Noire, per non parlare del famigerato e incomprensibilmente odiato 4001 Brillant Black. Quest'ultimo, infatti, è tra i miei preferiti di sempre per la scrittura di appunti su carte di bassa qualità, dato che lo faccio per gran parte della giornata tra studio e lavoro. Aggiungo anche il Pilot Iroshizuku Take-Sumi, del quale sono innamorato per le proprietà dinamiche insieme alla Justus 95. Tutti ottimi inchiostri, ma devo ammettere di avere ceduto, a volte, alle pulsuoni più basse dell'animo umano, manifestate nell'acquisto inevitabile del liquido torinese più temuto al mondo - e no, non sto parlando dell'acqua del Po all'altezza dei Murazzi -. L'Aurora Nero, il nero più nero che esista in commercio, indelebile, ma solo se ti macchia le dita. In realtà ce ne sono di ancora più saturati, ma è un inchiostro con una reputazione così solida da renderne quasi obbligatorio l'acquisto, è una pietra miliare, una tappa archetipica nel viaggio alla scoperta degli inchiostri.
Ultimamente, la mia continua ricerca mi ha spinto verso deviazioni cromatiche rispetto alla querelle sul nero più nero e mi sono trovato a preferire l'esplorazione del verde e del rosso. Però in fondo al cuore tutti noi sappiamo che l'animo umano soggiace a una forza oscura insaziabile, con la quale possiamo solo convivere.
Voi da che parte state?
Esistono davvero queste parti separate l'una dall'altra, oppure convivono entrambe in ognuno di noi?
Esistono solo nella mia testa?
è passato tanto tempo dalla mia presentazione tra i ranghi di questa splendida congregazione stilografica e mi sono accorto di avere contribuito poco o nulla alla comunità.
Mi si permetta allora di riparare a questa mancanza imperdonabile con uno sguardo ironico su un fenomeno, dal quale sono sempre stato incuriosito e del quale sono spesso stato vittima: il rapporto strano e ambivalente che noi (almeno alcuni tra noi, me compreso) abbiamo con gli inchiostri neri. La questione si potrebbe riassumere in una dicotomia combattiva di gusti e preferenze: da un lato, i sostenitori di un approccio comprensivo e accomodante e, dall'altro, gli accoliti più ortodossi delle tenebre, araldi dell'oscurità. I primi sono transigenti con quegli inchiostri neri di cui apprezzano la capacità di virare gentilmente verso un'ombreggiatura grigio-scuro di tutto rispetto. In questo caso si riconosce la possibilità all'inchiostro nero di avere caratteristiche di shading , trattandolo a tutti gli effetti come un qualsiasi inchiostro. Invece i secondi, al grido di: «Saturazione o morte!», bramano il buio più totale e non accettano il benché minimo cedimento dalla tinta, la quale deve rispecchiare l'abisso infinito dell'animo umano, un buio totale, al punto di risucchiare il lettore meno accorto per sprofondarlo nelle tetre lande della disperazione. Si può notare l'inflessibilità nei confronti del colore, il quale deve idealmente essere dotato di una purezza mai richiesta ad altra tinta.
È pur vero che mi sono trovato spesso da entrambi i lati della barricata. A partire dal Pilot Black e dal Perle Noire, per non parlare del famigerato e incomprensibilmente odiato 4001 Brillant Black. Quest'ultimo, infatti, è tra i miei preferiti di sempre per la scrittura di appunti su carte di bassa qualità, dato che lo faccio per gran parte della giornata tra studio e lavoro. Aggiungo anche il Pilot Iroshizuku Take-Sumi, del quale sono innamorato per le proprietà dinamiche insieme alla Justus 95. Tutti ottimi inchiostri, ma devo ammettere di avere ceduto, a volte, alle pulsuoni più basse dell'animo umano, manifestate nell'acquisto inevitabile del liquido torinese più temuto al mondo - e no, non sto parlando dell'acqua del Po all'altezza dei Murazzi -. L'Aurora Nero, il nero più nero che esista in commercio, indelebile, ma solo se ti macchia le dita. In realtà ce ne sono di ancora più saturati, ma è un inchiostro con una reputazione così solida da renderne quasi obbligatorio l'acquisto, è una pietra miliare, una tappa archetipica nel viaggio alla scoperta degli inchiostri.
Ultimamente, la mia continua ricerca mi ha spinto verso deviazioni cromatiche rispetto alla querelle sul nero più nero e mi sono trovato a preferire l'esplorazione del verde e del rosso. Però in fondo al cuore tutti noi sappiamo che l'animo umano soggiace a una forza oscura insaziabile, con la quale possiamo solo convivere.
Voi da che parte state?
Esistono davvero queste parti separate l'una dall'altra, oppure convivono entrambe in ognuno di noi?
Esistono solo nella mia testa?
- rolex hunter
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Il lato oscuro del lato oscuro
Io (a detta di molti/e che mi conoscono) sono un adepto del lato oscuro della forza.
Nondimeno, l'inchiostro nero proprio no, a meno che non debba, per forza.
Al limite meglio un grigio.
Per fortuna, debbo per forza rarissimamente (e comunque, gli unici neri nel mio panel di inchiostri sono l'Aurora nero, 2 boccette ancora intonse dagli anni 90, e il Pelikan BB, 1 boccetta da 30ml in uso dal 2009)
Vedi un po' tu....
Nondimeno, l'inchiostro nero proprio no, a meno che non debba, per forza.
Al limite meglio un grigio.
Per fortuna, debbo per forza rarissimamente (e comunque, gli unici neri nel mio panel di inchiostri sono l'Aurora nero, 2 boccette ancora intonse dagli anni 90, e il Pelikan BB, 1 boccetta da 30ml in uso dal 2009)
Vedi un po' tu....
Giorgio
la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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&...
I don't want to belong to any club that will accept people like me as a member (cit)- Ottorino
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Il lato oscuro del lato oscuro
leggere a lato nel mio avatar. E piu' di due "nero" non ci entravano !
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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- Ghiandaia
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Il lato oscuro del lato oscuro
Sono stato su entrambe le sponde, prima ho favorito il nero assoluto (e consumato una boccetta e mezza di Aurora Nero) poi sono passato dall'altra parte ("vado verso la vita!") e adesso uso tutti i colori dell'iride, più tutte le sfumature di grigio e nero. Adesso sono in un periodo di rosa, bellissimo il Laban Aphrodite. Se penso a un nero che mi piace... Platinum Carbon Black? KWZ Warsaw Dreaming? Taccia Usuzumi? Mi piace troppa roba...
- Esme
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Il lato oscuro del lato oscuro
Io sono tollerante, perché anch'io non metto nero in una stilografica.
Per il nero ci sono i rapidi.
Quando faranno
(Vantablack suona più figo però di blackest black, io il secondo lo avrei chiamato black mambaaaaaa! )
Per il nero ci sono i rapidi.
Quando faranno
o meglio ancora a base di blackest black, vedremo.
(Vantablack suona più figo però di blackest black, io il secondo lo avrei chiamato black mambaaaaaa! )
"È tutta colpa di Esme" [Bons]
Gli stolti hanno il privilegio di riuscire a ridere anche di fronte al dramma.
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- Maqroll
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Il lato oscuro del lato oscuro
Non sono mai stato un grande amante del nero per le stilografiche, anche se la Konrad, sia col Diamine Onyx Black che col pelikan nero brillante, mi ha dato buone soddisfazioni, fino a quando non ho incontrato alcune cartucce di nero Delta che un venditore al mercatino mi ha regalato insieme a una Delta a cartucce con pennino 18k molto fine, che non so identificare ma che scrive deliziosamente, e proprio con l'inchiostro nero.
E' un nero che mangia la luce, mi ha stregato, solo così il nero ha senso per me, un nero ben saturo anche con pennini sottili. Adesso la sto provando con il nero Leonardo, che è un buon nero, più avanti proverò l'Aurora.
Per me un nero/grigio non ha senso visto che ci sono tanti bei grigi in giro che fanno molto bene il loro lavoro.
E' un nero che mangia la luce, mi ha stregato, solo così il nero ha senso per me, un nero ben saturo anche con pennini sottili. Adesso la sto provando con il nero Leonardo, che è un buon nero, più avanti proverò l'Aurora.
Per me un nero/grigio non ha senso visto che ci sono tanti bei grigi in giro che fanno molto bene il loro lavoro.
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- Stantuffo
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- Iscritto il: mercoledì 28 novembre 2018, 23:38
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Il lato oscuro del lato oscuro
Io sono per il lato oscuro, ma con qualche tolleranza. I neri che uso sono due, il Perle Noire per il lato oscuro, e il Noodler's Black per le tolleranze, essendo questo un nero abbastanza scuro, indelebile, tende a non trapassare le carte e si comporta bene sulle penne non lasciando macchie o residui. Tranne sulle cinesi, con quelle non so perché ma non ci va d'accordo, esce slavato e bruttarello. Ora è caricato su una Aurora Ipsilon (bordeaux) che ha un M piuttosto bagnato. E nonostante questo, non passa dall'altro lato del foglio. Questi sono i miei neri d'ordinanza, oscuri ma con un po' di tolleranza
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- Vacumatic
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Il lato oscuro del lato oscuro
vero, anche il blackest black è interessante.
il problema è che dovrebbero renderli micropigmenti, cosa che non so quanto fattibile sia (e poi sarebbe comunque un inchostro a micropigmenti).
Comunque, se ci fosse una cosa del genere e non costasse un rene, io una prova la farei, perché sì.
Non credo che serva veramente per scrivere tutti i giorni però, in quello tendo ad essere abbastanza tollerante anche dei grigi scuri, tra le tante cose tra cui spaziare.
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- Touchdown
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Il lato oscuro del lato oscuro
Saturare a morte.
Il nero deve essere nero, talmente nero da fare buchi nella carta da cui si veda la fine dell'universo.
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Mai usato un nero, preferisco i blue/black. Sto esplorando i grigio scuri e tutta la tavolozza dei colori. Ultimamente sto approfondendo le caratteristiche dei Sailor Ink Studio (sono 100 ). C’è da esplorare per tutta la vita, tenendo conto dello scarso tempo che riesco a dedicare alle stilografiche.
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Niente. Nero no, praticamente non l'ho mai usato, nè nero-nero, nè nero sfumato.
In sostanza vado solo di blu (possiedo pochissimi inchiostri che non siano blu e comunque restano lì).
Seppure usi la stilo da oltre 50 anni, il nero non è quasi mai entrato nelle mie penne. Dico quasi perché qualche nero ce l'ho, ma soltanto perché ho comprato qualche penna che lo aveva in omaggio nella confezione. Uno di questi l'ho usato per un poco, il Visconti, nero strano che quando scrivi a volte sembra avere sfumature verdi e altre volte viola. Non che sia brutto, ma è proprio che il nero è fuori dalle mie abitudini, sulla carta mi piace vedere il blu.
Lasciamo poi stare le abitudini famigliari, a casa mia in generale penne nere (neanche biro) non circolano. Per una sciocca superstizione mia moglie ha del tutto abolito le penne che scrivono nero. Lei dice (accaduto prima ancora di conoscerci) che anche allora non le piaceva scrivere in nero, un giorno lo ha fatto (per necessità, non c'era una penna di un colore diverso) e dopo qualche giorno è morta sua nonna... Da allora, meglio non rischiare, il nero per scrivere non si usa da me...
Ecco, l'ho detto, ma tanto so che voi non siete per nulla superstiziosi, e poi è un fatto personale (di mia moglie - io non osservo la dottrina, però devo stare attento in sua presenza!) quindi siete immuni.
Buona scrittura!
In sostanza vado solo di blu (possiedo pochissimi inchiostri che non siano blu e comunque restano lì).
Seppure usi la stilo da oltre 50 anni, il nero non è quasi mai entrato nelle mie penne. Dico quasi perché qualche nero ce l'ho, ma soltanto perché ho comprato qualche penna che lo aveva in omaggio nella confezione. Uno di questi l'ho usato per un poco, il Visconti, nero strano che quando scrivi a volte sembra avere sfumature verdi e altre volte viola. Non che sia brutto, ma è proprio che il nero è fuori dalle mie abitudini, sulla carta mi piace vedere il blu.
Lasciamo poi stare le abitudini famigliari, a casa mia in generale penne nere (neanche biro) non circolano. Per una sciocca superstizione mia moglie ha del tutto abolito le penne che scrivono nero. Lei dice (accaduto prima ancora di conoscerci) che anche allora non le piaceva scrivere in nero, un giorno lo ha fatto (per necessità, non c'era una penna di un colore diverso) e dopo qualche giorno è morta sua nonna... Da allora, meglio non rischiare, il nero per scrivere non si usa da me...
Ecco, l'ho detto, ma tanto so che voi non siete per nulla superstiziosi, e poi è un fatto personale (di mia moglie - io non osservo la dottrina, però devo stare attento in sua presenza!) quindi siete immuni.
Buona scrittura!
- stanzarichi
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Io come nero, solo kiwa guro. A tratti antracite, ma mi piace un casino.
Riccardo
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Il lato oscuro del lato oscuro
Ho sempre amato il nero, sin di tempi delle elementari, perché lo trovo un colore riposante in scrittura, lontano dall'invasività cromatica degli inchiostri che vogliono dire la loro ed imporsi alla pupilla ad ogni costo.
Il nero a mio parere deve essere nero, altrimenti non è nero, ma grigio, per quanto si voglia scuro, oppure verde, viola, blu...
Mi trovo molto bene con il Pelikan 4001 Brilliant Black (per le stilografiche vintage) e con il Nero Aurora.
Apprezzo anche tanti altri inchiostri, di diversi colori, ma, se dovessi salvarne solo uno, sarebbe il nero.
Il nero a mio parere deve essere nero, altrimenti non è nero, ma grigio, per quanto si voglia scuro, oppure verde, viola, blu...
Mi trovo molto bene con il Pelikan 4001 Brilliant Black (per le stilografiche vintage) e con il Nero Aurora.
Apprezzo anche tanti altri inchiostri, di diversi colori, ma, se dovessi salvarne solo uno, sarebbe il nero.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Il lato oscuro del lato oscuro
il nero non è fra i miei preferiti. Tendenzialmente vado di blu o altri colori, anche molto vivaci.
Ma se nero deve essere, che sia un nero ... al cubo !
Aurora su tutti, ma anche sheaffer, carbon ink e simili
Ma se nero deve essere, che sia un nero ... al cubo !
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