Ho iniziato ad utilizzare penne stilografiche circa due anni fa, mosso dalla disperazione di non riuscire più a leggere quanto scribacchiavo su carta,
ho sempre scritto male se non malissimo, ma negli ultimi anni, complice l'uso quasi totale della tastiera ormai ero arrivato a dei livelli impresentabili.
Ormai cercando di rileggere le poche cose che appuntavo al volo in ufficio o in qualche riunione era più probabile che dessi inizio ad un rito ancestrale per
l'evocazione di strne e sconosciute divinità piuttosto che gli appuntamenti o le specifiche del cliente.
Non ho particolari simpatie o antipatie per le penne a sfera, tranne per una sola, che odio con tutte le mie dita: la famigerata Bic Crystal punta media,
che mi ha sempre perseguitato a scuola (a casa mia c'era solo quella, o al massimo se capitava qualche penna pubblicitaria), e al lavoro me la ritrovo puntualmente
come unica fornitura da ufficio disponibile...
Non sto a tediarvi oltre, scopro che le penne stilografiche non sono quegli ogggetti elitarie e costosissimi, appannaggio solo di primari, avvocati, notai o dirigenti d'azienda, e muovo i miei
primi passi (ed esercizi di scrittura, come alle elementari) con delle super economiche penne cinesi.
Poco dopo scopro che nei mercatini dell'usato (che bazzicavo spesso per altri articoli) (o nei cassetti dimenticati degli armadi di famiglia) si possono fare anche delle notevoli scoperte a basso budget, e in meno di un annetto
mi ritrovo con un piccolo bottino (niente di costoso o raro).
Come dicevo, ora ho qualche giorno di ferie, e giocando con il mio tessssssoro vorrei annoiarvi e infastidirvi

Andiamo ad incominciare in rigoroso non ordine.
La prima penna che vado a presentarvi è una Paper Mate Dynasty.
La trovai in una vetrinetta in mezzo ad un ammasso di accendini, portachiavi, figurine e mazzi di carte vintage di imprecisata datazione, dopo un veloce esame la acquistai per una manciata di euro.
Dopo il lavaggio di rito (alquanto lungo dato che era decisamente incrostata) ha finalmente preso a scrivere con un tratto superabbondante.
Come è fatta?
La Dynasty è una tipica penna degli anni '80, dal design slim, come tante altre penne di quegli anni fortemente influenzata dalla Aurora Hastil, cerca comunque di differenziarsi.
E' lunga 13,5 cm chiusa, il cappuccio arriva quasi a meta penna ed è lungo 7cm, la penna "decappucciata" misura 11,7 cm , piuttosto corta, se si hanno delle mani grandi diventa molto scomoda, si può calzare il cappuccio (che rimane ben saldo)
per renderla meglio maneggiabile, con il cappuccio calzato risulta leggermente sbilanciata all'indietro.
La penna è di forma cilindrica ma non ha un diametro costante, si rastrema leggermente alle estremità.
La mia versione è in metallo spazzolato, con i due fondelli in testa e in coda di color oro, anche la clip è dorata, con il fregio del doppio cuore in smalto nero.
Sul cappuccio reca la scritta PAPER MATE - W GERMANY, non sono presenti altre scritte sulla penna, alimentazione semplice a cartucce/converter, accetta cartucce standard sia corte che lunghe.
La sezione è in plastica, ma di un materiale strano, al tatto appare estremamente dura, leggermente lavorata sulla superficie (come satinata) ha un buon grip, la senzazione è strana, dandole colpetti con l'unghia sembra fatta di cemento invece che di plastica.
Se la sezione risulta bella lunga rispetto alla dimensione della penna, il pennino di contro è molto piccolo ed incassato, sembra un'unghia di un dito.
Il pennino è in acciaio dorato, con inciso un doppio cuore e all'interno la gradazione del pennino stesso, nel mio caso un M, non presenta foro di sfiato, ma nella parte inferiore dell'alimentatore c'è un "buco" che forse ne fa le veci.
Il cappuccio è a pressione, il fusto si svita per accogliere le cartucce e rivela una piccola chicca, entrambe le parti filettate (sezione e fusto) sono in metallo.
Come scrive?
Il tratto è decisamente un medio teutonico... ovvero "bello abbondante", anche il flusso va di pari passo, il che la rende un po' difficile da utilizzare per scrivere appunti in piccolo, o su cartacce "leggerine" prone al trapassamento o allo spiumaggio.
Dopo vari tentativi sono riuscito a domarlo con il Pelikan 4001 BlueBlack, il problema è che con questo inchiostro si restringe si il tratto, si riduce il flusso, la penna diventa finalmente utilizzabile ma si perde un po' la scorrevolezza, sembra che ogni tanto ci siano
dei "granellini di sabbia" nell'inchiostro, inoltre la tinta non mi piaceva proprio, un azzurro-grigiastro smorto molto deprimente.
Alla fine il risultato migliore è stato aggiungere alla cartuccia Pelikan qualche goccia di Nero di Lipsia della R&K, l'inchiostro si è trasformato, senza allargarne il tratto ha restituito la scorrevolezza originaria e ha anche modificato un po' la tinta.
Parlavo di scorrevolezza, eh si perchè il pennino è "veramente" teutonico, "bello abbondante" proprio come una Mercedes, scomoda nelle viuzze, difficile parcheggiarla nello stretto, ma quando sta sulla strada (carta) è un velluto, le parole scorrono come l'olio, con l'inchiostro giusto
il pennino è morbido e vellutato, vellutato è proprio la parola giusta, non è superscorrevole ma scivoloso come sul ghiaccio, non scappa via, ha un certo "freno" ma delicatissimo, sembra proprio di stare scrivendo con il proprio dito su un panno di velluto.
Con cosa si abbina?
Penna slim col design che grida "Anni 80!!!!" da ogni centimetro di metallo spazzolato, va perfettamente con giacche sportive colorate, orologio CASIO tassativamente in metallo,
mocassino, pantaloni a vita alta morbidi, se fumate, sigarette "pretenziose" tipo Davidoff o Dunhill, accendino anch'esso cromato (niente zippo!!!).
La sfoggerete insieme al portachiavi dell'auto, la giusta borsetta per le signore con le unghie tassativamente laccate rosse, siamo negli anni '80! che diamine!
Cosa mi piace/non mi piace?
Mi piace il design, ho scoperto che ho un debole per le penne in metallo, la sua affidabilità, la strana sensazione dell'impugnatura tra le dita, il vedere quella piccola unghia dorata che scrive sulla carta, i cuoricini sulla clip e sul pennino.
Esteticamente non è un capolavoro (stona un po' l'attacco della clip sulla testa del cappuccio), ma si fa apprezzare appunto abbinata con gli "accessori" giusti (ma è una penna o una cintura??).
Ottimo il fatto che accetti cartucce internazionali, reperibili ovunque.
E soprattutto, la sensazione morbida e avvolgente del pennino che accarezza la carta come il pelo di un morbido orsacchiotto di peluche...
Cosa invece non mi piace... il flusso e il tratto, è vero che con il giusto inchiostro lo si controlla, però questo limita parecchio la scelta di cosa mettere nel serbatoio di questa piccola Mercedes,
anche il design "slim", bello ma.... a lungo andare (neanche troppo a lungo) le dita cominciano ad affaticarsi perchè sono costrette a tenere una presa un po' troppo ristretta per via del diametro della sezione,
ovvero dopo un paio di pagine si presenta l'effetto "penna biro".. Va bene per scrivere un po', qualche interruzione, ancora un po' etc...
Spero di non aver scritto troppe boiate, questa era la mia prima recensione di una penna, ma ne ho altre nella scatola, e complici questi giorni ne sfornerò di altre!