Ringrazio gli admin che tempestivamente hanno accettato la mia richiesta!
Mi chiamo Cristian, sono originariamente calabrese, mi sono trasferito da poco a Torino per motivi di studio universitario e sono molto giovane (2002).
Sono felicissimo di far parte finalmente di questo bellissimo forum; il luogo perfetto per gli appassionati che hanno bisogno di scambiare qualche idea in questo affascinante e a volte contraddittorio mondo delle stilografiche. Sono appassionato di penne stilografiche relativamente da poco (circa 5 anni, causa la mia giovane età), ma ne so già abbastanza, ma siccome la conoscenza non è mai troppa ho tanto da imparare ancora.
Riparo occasionalmente pennini e penne stilografiche danneggiate che trovo in aste online (dopo tanti tanti disastri e qualche grande soddisfazione ho finalmente iniziato a capire la tecnica adatta e ho una buona manualità).
La mia passione principale è il pennino, quello flessibile, quello vero, non le rivisitazioni moderne (che trovo comunque molto piacevoli e che legittimamente nascono per esigenze di scrittura differenti), poi se la penna è bella è un aspetto secondario che fa di certo piacere, una bella celluloide non si rifiuta mai
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Adoro le stilografiche vintage per quell’aspetto legato alla personalità e alla personalizzazione della scrittura, includendo una sorta di dimensione aggiuntiva data appunto dalla flessibilità.
Sono felice possessore di due Omas Extra del 1932: un modello lady, molto piccola, in celluloide screziata da un magnifico color ambrato, con l’ottimo pennino Omas Extra 585 super flessibile e con un tratto di partenza molto molto sottile; mentre l’altra, il modello più grande (quello che successivamente venne identificato con la sigla 557/F) che trovo ancora più piacevole, è probabilmente la mia stilografica preferita, se non per il colore verde/marrone che non trovo particolarmente piacevole… (sto facendo degli esperimenti su questa per cercare di cambiarne il colore in blu. Vista quella naturale propensione che la celluloide ha di macchiarsi con gli inchiostri perché non tingerla completamente tutta di blu
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Posseggo inoltre una Omas 556/S con cappuccio laminato in oro praticamente nuova, acquistata giusto l’altro ieri, un vero spettacolo per gli occhi. Devo ancora testarla accuratamente ma viste le condizioni impeccabili e la fama di questi esemplari, so già che rimarrò quasi sicuramente estasiato dalla qualità di scrittura che potrà offrirmi.
Poi ho altre penne, più moderne, una Montblanc Meisterstück 149 - 2021 dal pennino medio che odio con ogni singola fibra del mio corpo (probabilmente la venderò). Un tratto decisamente troppo spesso per essere definito medio… Non mi aspettavo di certo il medio di una Sailor, ma nemmeno una pennellata da mezzo metro no? Poi per il costo che ha questa sono molto deluso; scrive alla pari di una Pelikan M200…
Per parlare ancora di insoddisfazioni, o meglio, di aspettative troppo alte, posseggo una Pineider - la grande bellezza - lapis - serie gemstones, con il quill nib in versione fine (che sembra un broad a causa quel flusso che paragonerei ad un fiume in piena… per questo motivo vorrei provare per la prima volta ad effettuare un regrinding del pennino anche se ne ho una paura dannata
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Ho anche diverse kaweco e lamy: penne economiche e che scrivono bene, belle per studiare, veloci, sempre pronte, che mi consentono di usare tanti tipi di inchiostri simultaneamente senza avere da parte un arsenale di penne stilografiche costosissime (non sarebbe proprio l’ideale per il mio portafogli).
Ho anche una Pilot Custom 74 SF molto piacevole e “elastica”/“molleggiata”, davvero molto comoda e relativamente “economica”;
Poi un’altra magnifica penna, degli anni 50, una Omas Rinascimento dal pennino fine, un ottimo pennino scorrevole e flessibile: quella forma rivolta verso l’alto mi ricorda vagamente quello della storica 361, non so magari è simile (?) mentre tra le penne dei giorni d’oggi ricorda il pennino Waverly di Pilot sempre sulla serie custom 74, da’ quella sensazione di rotondità del tratto che lo fa scorrere sulla carta economica (tipica di noi studenti) che una bellezza, non a caso è la penna “principale” con la quale prendo appunti in aula.
E infine per chiudere in bellezza una Waterman 42 1/2 V in ebanite/laminata in oro (modello dalla livrea francese a righe), credo sia un modello degli anni venti, la classica safety pen, con delle guarnizioni in sughero che mi hanno fatto impazzire per settimane. La penna ha un magnifico pennino ideal che fa davvero paura per le sue prestazioni, davvero fantastico, ne parlerei per ore…
Peccato per le dimensioni della penna veramente ridotte che la rendono quasi inutilizzabile per le mie manoni da pianista.
Beh credo di essermi presentato abbastanza chiaramente, spero di pubblicare qualcosa al più presto, e spero anche di esservi di aiuto in qualche modo.
(Mi scuso per eventuali errori, migliorerò anche in questo col tempo)
Grazie a tutti per la lettura, a presto !!!