Nello specifico si parlava di un collarino alloggiante alimentatore e pennino wing-flow di una penna economica.Esme ha scritto: ↑mercoledì 1 dicembre 2021, 11:07 La butto proprio lì.
Le stampanti 3d possono usare filamenti in policaprolattone, che ha proprietá fisiche simili al polipropilene, almeno in condizioni di temperatura e umiditá "ordinarie". Sono i filamenti che in genere vengono usati per le parti a perdere, dato che basta scaldare a 70C° per farlo sciogliere.
Magari si possono realizzare copie conformi.
Non so se l'argomento è stato già affrontato in passato, ma credo che la copia di pezzi di ricambio usando la tecnologia 3d sarà il futuro. Da una parte infatti la tecnologia di scansione e stampa 3d si fa sempre più sofisticata e con materiali migliori, dall'altra la possibilità di reperire pezzi di ricambio negli anni diventerà sempre più difficile. Ed anche gli artigiani in grado di ricreare manualmente i pezzi sono sempre meno, ed il costo della manodopera chiaramente giustifica e remunera la loro opera solo in caso di penne preziose o importanti. Ciò lascia un'ampia fascia di penne che non vengono/verranno mai riparate per assenza di pezzi di ricambio, o che potranno esserlo solo a scapito di una donatrice.
In questo senso una soluzione economica potrebbe essere la replicazione di pezzi con stampanti 3D, passando da una scansione 3D dell'originale o attraverso la ricostruzione di un modello in CAD. Sarebbe penso lungimirante poter creare un database di modelli tridimensionali di pezzi di ricambio non più facilmente reperibili sul mercato, ma che possano essere ricreati con resine per stampanti 3d. L'ideale sarebbe fosse costituito open source, ma potrebbe anche essere a pagamento per finanziare l'attività di sviluppo. Il pennofilo potrebbe quindi consultare il database e stamparsi o farsi stampare una copia a prezzi ragionevoli.
Si dovrebbe chiaramente limitare l'attività a pezzi i cui brevetti e marchi non ne vietino più la duplicazione.
Mi chiedevo se qualcuno si fosse giù cimentato.
Marco