Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
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Ebanite vs plastica
- A Casirati
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Ebanite vs plastica
Buonasera a tutti.
E' vero l'assunto che vuole che un alimentatore in ebanite (a parità di forma e dimensioni) sia superiore ad uno in plastica, perché garantisce un maggiore effetto di capillarità?
Grazie in anticipo!
E' vero l'assunto che vuole che un alimentatore in ebanite (a parità di forma e dimensioni) sia superiore ad uno in plastica, perché garantisce un maggiore effetto di capillarità?
Grazie in anticipo!
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Re: Ebanite vs plastica
Ne abbiamo parlato già in una precedente discussione, non ricordo quale, ma cercando si troverà sicuramente.
Tiberio
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Re: Ebanite vs plastica
Ben venga una discussione sull'ebanite, repetita juvant. Per me l'ebanite è il materiale migliore non solo per l'alimentatore, ma anche per tutto il resto della penna, un'ebanite di buona qualità è bella, resiste al tempo e restituisce una sensazione tattile che nessuna plastica potrà mai offrire.
- vikingo60
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Re: Ebanite vs plastica
Fui io ad aprire una discussione circa due anni fa;l'ebanite per gli alimentatori va benissimo e si trova su alcune penne di fascia alta:Aurora,Montegrappa e qualche Delta.
Da prove da me eseguite,posso però dire che l'alimentatore in ebanite,per funzionare bene,deve "impregnarsi" di inchiostro,e ciò a volte richiede qualche ora,al contrario della plastica trattata che va bene quasi subito.Si può inoltre dire che se l'alimentatore presenta un difetto di progettazione,anche essendo in ebanite non permetterà un buon funzionamento della penna.Tra l'altro si rompe più facilmente con gli urti,e nel tempo,per quanto ne so,è soggetto a leggerissime variazioni che possono incidere sulla buona alimentazione della penna.
Da prove da me eseguite,posso però dire che l'alimentatore in ebanite,per funzionare bene,deve "impregnarsi" di inchiostro,e ciò a volte richiede qualche ora,al contrario della plastica trattata che va bene quasi subito.Si può inoltre dire che se l'alimentatore presenta un difetto di progettazione,anche essendo in ebanite non permetterà un buon funzionamento della penna.Tra l'altro si rompe più facilmente con gli urti,e nel tempo,per quanto ne so,è soggetto a leggerissime variazioni che possono incidere sulla buona alimentazione della penna.
Alessandro
- piccardi
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Re: Ebanite vs plastica
Per gli alimentatori l'ebanite non lucidata offre una superficie ruvida che può garantire una buona ritenzione, inoltre essendo un materiale chimicamente inerte è totalmente insensibile a qualunque tipo di inchiostro. L'inerzia chimica è anche il suo grande vantaggio rispetto alla celluloide,che resta una materiale vivo che per questo può anche morire (cristallizzare). Inoltre alcuni colori sono soggetti a viraggi e si macchinano facilmente, e per finire è estremamente infiammabile, essendo in sostanza nitrocellulosa (cioè fulmicotone, un esplosivo) stabilizzata con canfora.
Non tutti i tipi di celluloide comunque sono soggetti al problema della cristallizzazione (non ho ancora visto una vacumatic anellata o una sheaffer a strisce cristallizzata ad esempio) ed alcuni sono molto più sensibili di altri al viraggio (il verde giada o il nero e perla, ad esempio). Dal canto suo va detto che anche l'ebanite (specie quella di qualità inferiore) tende a assumere una patina marroncina per l'emersione dello zolfo della vulcanizzazione non proprio piacevole.
Storicamente l'ebanite ha perso la lotta con la celluloide per la difficoltà di colorazione e per la resistenza meccanica. I colori in ebanite, anche quando ci sono, assai meno brillanti di quelli della celluloide, per non parlare dell'impossibilità di avere trasparenze o gli effetti cangianti che fanno restare a bocca aperta davanti a certe penne. Dal punto di vista meccanico l'ebanite è molto più fragile (le palline da ping pong ancora le fanno in celluloide per la elasticità nella risposta agli urti del materiale).
Riguardo alla sensazione tattile ... difficile da dire a me piacciono entrambe.
Simone
Non tutti i tipi di celluloide comunque sono soggetti al problema della cristallizzazione (non ho ancora visto una vacumatic anellata o una sheaffer a strisce cristallizzata ad esempio) ed alcuni sono molto più sensibili di altri al viraggio (il verde giada o il nero e perla, ad esempio). Dal canto suo va detto che anche l'ebanite (specie quella di qualità inferiore) tende a assumere una patina marroncina per l'emersione dello zolfo della vulcanizzazione non proprio piacevole.
Storicamente l'ebanite ha perso la lotta con la celluloide per la difficoltà di colorazione e per la resistenza meccanica. I colori in ebanite, anche quando ci sono, assai meno brillanti di quelli della celluloide, per non parlare dell'impossibilità di avere trasparenze o gli effetti cangianti che fanno restare a bocca aperta davanti a certe penne. Dal punto di vista meccanico l'ebanite è molto più fragile (le palline da ping pong ancora le fanno in celluloide per la elasticità nella risposta agli urti del materiale).
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- nello56
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Re: Ebanite vs plastica
Chapeau!
Sono rimasto basito!
Grazie della esaudiente spiegazione Simone!
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- klapaucius
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Re: Ebanite vs plastica
E per quella olfattiva?piccardi ha scritto:
Riguardo alla sensazione tattile ... difficile da dire a me piacciono entrambe.

Giuseppe
- piccardi
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Re: Ebanite vs plastica
No su quella vince la canfora.klapaucius ha scritto:E per quella olfattiva?piccardi ha scritto:
Riguardo alla sensazione tattile ... difficile da dire a me piacciono entrambe.
Simone
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Re: Ebanite vs plastica
indubbiamente la canfora ha vittoria facile sulla gomma vulcanizzata e lo zolfo
Tornando allo specifico dell'alimentatore di plastica rispetto a quello di ebanite, credo non sia un caso che su alcune penne di fascia alta si continui ad usarlo in ebanite. Forse è un fatto di tradizione, o semplicemente meccanico di capacità di essere bagnato dall'inchiostro, come pure da un suo certo grado di porosità che rendono il suo aspetto piuttosto "trasudante" di inchiostro, cosa che nella plastica non mi sembra di aver notato. Ciò sarebbe in grado di fornire una "presenza" costante di inchiostro, piuttosto che di un vero e proprio flusso, a tutto vantaggio di una maggiore sicurezza nel movimentare la penna e di un tratto copioso ma mai eccessivo. Mi chiedo però se l'ebanite non abbia anche un effetto anche sulla sensazione di scrittura, essendo l'alimentatore solidale con il pennino credo che esso partecipi direttamente a quell'insieme di impressioni tattili che fanno di una penna uno strumento di scrittura confortevole, elastico, vivo, reattivo, preciso, ecc ecc. L'elasticità dell'ebanite è molto diversa rispetto a quella della plastica, la prima a differenza della seconda, ha una inerzia maggiore, una capacità maggiore di assorbire gli urti e le sollecitazioni, ed un modo diverso di essere elastico. Un alimentatore in plastica lo definirei in generale più rigido e "nervoso", che non conosce vie di mezzo perchè può essere molto avaro o molto prodigo d'inchiostro, in esso mi pare che scorra un vero e proprio flusso e forse anche per questo motivo si richiede una grande precisione di progettazione e costruzione. Facendo un paio di esempi pratici, la Montblanc 146 ha un alimentatore in ebanite "umido", invece la più moderna Stipula Bon Voyage ne ha uno in plastica in cui dall'esterno non si scorgono tracce di inchiostro. Il tutto, anche per le ovvie differenze qualitative (pennino in oro vs. pennino di serie in acciaio) e di prezzo, si traduce in esperienze di scrittura molto diverse.

Tornando allo specifico dell'alimentatore di plastica rispetto a quello di ebanite, credo non sia un caso che su alcune penne di fascia alta si continui ad usarlo in ebanite. Forse è un fatto di tradizione, o semplicemente meccanico di capacità di essere bagnato dall'inchiostro, come pure da un suo certo grado di porosità che rendono il suo aspetto piuttosto "trasudante" di inchiostro, cosa che nella plastica non mi sembra di aver notato. Ciò sarebbe in grado di fornire una "presenza" costante di inchiostro, piuttosto che di un vero e proprio flusso, a tutto vantaggio di una maggiore sicurezza nel movimentare la penna e di un tratto copioso ma mai eccessivo. Mi chiedo però se l'ebanite non abbia anche un effetto anche sulla sensazione di scrittura, essendo l'alimentatore solidale con il pennino credo che esso partecipi direttamente a quell'insieme di impressioni tattili che fanno di una penna uno strumento di scrittura confortevole, elastico, vivo, reattivo, preciso, ecc ecc. L'elasticità dell'ebanite è molto diversa rispetto a quella della plastica, la prima a differenza della seconda, ha una inerzia maggiore, una capacità maggiore di assorbire gli urti e le sollecitazioni, ed un modo diverso di essere elastico. Un alimentatore in plastica lo definirei in generale più rigido e "nervoso", che non conosce vie di mezzo perchè può essere molto avaro o molto prodigo d'inchiostro, in esso mi pare che scorra un vero e proprio flusso e forse anche per questo motivo si richiede una grande precisione di progettazione e costruzione. Facendo un paio di esempi pratici, la Montblanc 146 ha un alimentatore in ebanite "umido", invece la più moderna Stipula Bon Voyage ne ha uno in plastica in cui dall'esterno non si scorgono tracce di inchiostro. Il tutto, anche per le ovvie differenze qualitative (pennino in oro vs. pennino di serie in acciaio) e di prezzo, si traduce in esperienze di scrittura molto diverse.