Neapolis Pen Show - Mostra Scambio di Napoli
19-20 ottobre 2024 - Hotel Palazzo Alabardieri, via Alabardieri n. 9
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il dubbio del collezionista (ovvero la ritrosia ad usare una stilografica)
il dubbio del collezionista (ovvero la ritrosia ad usare una stilografica)
Mi schiero con quanti usano le stilografiche. Posso confermare che è bello guardarle ma è fantastico utilizzarle, sarebbe un peccato lasciarle lì ferme in una scatola.
Sempre meglio colorare le giornate con inchiostri e stilografiche.
E per le penne vintage? Beh la cosa che mi piace di più è dare loro nuova vita... Pensate a quante pagine hanno scritto in tempi passati... Mi piace immaginare che quella penna abbia scritto parole d'amore in un periodo buio, o parole di conforto quando tutto sembrava "finito"... E rendermi "partecipe" della continuità di quella stilografica, mi rende felice, è come portare avanti un pezzo di storia e in quel caso fanne parte, ma in un'altra epoca...
Sempre meglio colorare le giornate con inchiostri e stilografiche.
E per le penne vintage? Beh la cosa che mi piace di più è dare loro nuova vita... Pensate a quante pagine hanno scritto in tempi passati... Mi piace immaginare che quella penna abbia scritto parole d'amore in un periodo buio, o parole di conforto quando tutto sembrava "finito"... E rendermi "partecipe" della continuità di quella stilografica, mi rende felice, è come portare avanti un pezzo di storia e in quel caso fanne parte, ma in un'altra epoca...
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il dubbio del collezionista (ovvero la ritrosia ad usare una stilografica)
hai esattamente colto il mio stato d'animo.Gargaros ha scritto: ↑lunedì 15 novembre 2021, 23:57Eh, la fai facile, la domanda... In verità è una domanda amletica, almeno per me. Posto che non sono collezionista, ma raccoglitore, la situazione che hai proposto è stimolante e induce un certo cortocircuito nelle mie cervella. Non ti so rispondere. Forse prima di aprirle farei una ricerca in rete, per vedere quanto sono quotate in quelle condizioni di immacolatezza. Poi boh, dipende da quanto potrei racimolare. Oppure me ne fregherei e le userei io, visto che cambio di continuo penne inchiostrate e usare penne economiche non mi fa né caldo né freddo rispetto a usare penne costosette. E racimolare qualche decina di euro (ma anche qualche centinaio di euri) non cambierebbe in meglio la mia vita... Però sì, va considerato anche la felicità mentale di chi cerca questi oggetti, a volte anche ossessivamente (perché lui sì che è collezionista)... Sarei così egoista? Amletica! Amletica ti dico!
grazie a tutti per aver espresso il vostro pensiero, non ho ancora completamente vinto tutte le remore, ma sto propendendo verso l'utilizzo.
Poverine sono li da tanto tempo che chiedono di scrivere...
Comunque c'è tempo, adesso ho già diverse penne inchiostrate... vediamo nella prossima rotazione se trovo il coraggio di inchiostrarne una.
marco
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Ma di notte non senti i sussurri disperati di quelle poverine costrette in quelle scatola buie, fredde senza possibilità di sgranchire il pennino? Siete senza cuore
Riccardo
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
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E' questo il concetto che per me ha minor rilevanza, l'importanza di mantenere la conoscenza dello stato originale. Mi reputo un maniaco nel mantenere le penne, non solamente quelle di valore, ma non mi priverei mai dell'altra conoscenza per me fondamentale, come funziona un oggetto, personalmente è a questo tipo di conoscenza che do la priorità.piccardi ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 11:43Nel caso mio no, non è così.riktik ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 10:39 Questa è una soluzione spesso adottata dai collezionisti per aggirare il dubbio, acquistare 2 copie di ogni esemplare. Uno dedicato alla contemplazione, conservazione e mostra, l'altro dedicato all'uso. Più è deperibile l'oggetto della collezione, più è adottato tale atteggiamento. Certo è anche il modo più costoso
Il mio discorso sulla conservazione di un oggetto nelle condizioni originali (nei pochi casi in cui ne ho, le penne le voglio usare e pertanto le compro solo quando l'occasione è ghiotta) non ha a che fare con la contemplazione ma con la volontà di mantenere la conoscenza dello stato originale che che una volta persa non è recuperabile.
Simone
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Mi rendo conto leggendo alcuni dei commenti, che forse ho fatto trasparire con delle accezioni negative alcuni approcci del collezionismo nella mia classificazione. Sento il dovere di precisare che non era mia intenzione, e che il mio pensiero è esattamente l'opposto.
Ritengo che il collezionista che ama sfoggiare, classificare, e mostrare i propri oggetti sia estremamente importante, molti di questi collezionisti sono tra i più edotti sulla storia e gli aneddoti della loro collezione. Molto spesso è da questi collezionisti che partono le conoscenze che poi vengono riversate in pubblicazioni, per passare ad iniziative come le mostre fino ad arrivare alla creazione di autentici musei. Questo tipo di collezionista non vuole che la propria collezione si rovini o venga dispersa.
Il collezionista conservatore è altrettanto importante, spesso alcuni oggetti, specie se deperibili, sarebbero irrimediabilmente persi nella loro originalità. Quindi i collezionisti preservano il passato per renderne edotti i posteri. Anzi spesso conservano pezzi di cui pochi hanno la percezione del valore nell'attualità, ma che a distanza di molto tempo diventano importanti. Naturalmente conservano anche cose assolutamente prive di ogni valore.
Come dicevo, io credo che in ogni collezionista convivano molti degli aspetti qui discussi ma che poi vi sia un atteggiamento prevalente che caratterizza la nostra collezione (io amo utilizzare le penne). Ciò non di meno talvolta ci si trova in situazioni in cui l'animo da collezionista più conservatore ci impedisce di godere appieno di alcuni oggetti, od il possesso di alcuni oggetti in condizioni esageratamente buone nelle nostre mani sentiamo siano sprecati, perché troverebbero posto ben migliore in una collezione più completa o sistematica o di altri oggetti in condizioni perfette.
A prescindere dal valore.
Alla fine sono spesso solo fisime, i collezionisti ne hanno a iosa, io per primo le colleziono
Ritengo che il collezionista che ama sfoggiare, classificare, e mostrare i propri oggetti sia estremamente importante, molti di questi collezionisti sono tra i più edotti sulla storia e gli aneddoti della loro collezione. Molto spesso è da questi collezionisti che partono le conoscenze che poi vengono riversate in pubblicazioni, per passare ad iniziative come le mostre fino ad arrivare alla creazione di autentici musei. Questo tipo di collezionista non vuole che la propria collezione si rovini o venga dispersa.
Il collezionista conservatore è altrettanto importante, spesso alcuni oggetti, specie se deperibili, sarebbero irrimediabilmente persi nella loro originalità. Quindi i collezionisti preservano il passato per renderne edotti i posteri. Anzi spesso conservano pezzi di cui pochi hanno la percezione del valore nell'attualità, ma che a distanza di molto tempo diventano importanti. Naturalmente conservano anche cose assolutamente prive di ogni valore.
Come dicevo, io credo che in ogni collezionista convivano molti degli aspetti qui discussi ma che poi vi sia un atteggiamento prevalente che caratterizza la nostra collezione (io amo utilizzare le penne). Ciò non di meno talvolta ci si trova in situazioni in cui l'animo da collezionista più conservatore ci impedisce di godere appieno di alcuni oggetti, od il possesso di alcuni oggetti in condizioni esageratamente buone nelle nostre mani sentiamo siano sprecati, perché troverebbero posto ben migliore in una collezione più completa o sistematica o di altri oggetti in condizioni perfette.
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Per sapere come funziona una basta prenderne una non intonsa, si trova più facilmente e si spende anche meno. Francamente non vedo cosa aggiunga al tuo scopo usarne una in stato originale, mentre vedo benissimo cosa toglie.francoiacc ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 15:07 E' questo il concetto che per me ha minor rilevanza, l'importanza di mantenere la conoscenza dello stato originale. Mi reputo un maniaco nel mantenere le penne, non solamente quelle di valore, ma non mi priverei mai dell'altra conoscenza per me fondamentale, come funziona un oggetto, personalmente è a questo tipo di conoscenza che do la priorità.
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Non mi riferisco al funzionamento di una penna quanto alle sue specifiche e peculiari caratteristiche di scritture, non credo che le stilografiche scrivano tutte allo stesso modo, almeno non è questa la mia esperienza.piccardi ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 17:39Per sapere come funziona una basta prenderne una non intonsa, si trova più facilmente e si spende anche meno. Francamente non vedo cosa aggiunga al tuo scopo usarne una in stato originale, mentre vedo benissimo cosa toglie.francoiacc ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 15:07 E' questo il concetto che per me ha minor rilevanza, l'importanza di mantenere la conoscenza dello stato originale. Mi reputo un maniaco nel mantenere le penne, non solamente quelle di valore, ma non mi priverei mai dell'altra conoscenza per me fondamentale, come funziona un oggetto, personalmente è a questo tipo di conoscenza che do la priorità.
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Ovviamente non avendo mai trovato una Etiopia NOS, non saprei dire se la inchiostrerei o meno.
Ma davanti a penne più comuni, mi assumo la responsabilità di privare la posterità del piacere di contemplarle in una teca.
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Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
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Personalmente non considero una penna inchiostrata un paio di volte diversa da una NOS, se qualcuno fa questa differenza mi spiace per lui
Non intendo rinunciare al piacere di provarla per fargli un favore.
Certo una penna particolare non la metto nella rotazione di quelle che porto in giro o uso in studio abitualmente, ma a casa la uso eccome
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Certo una penna particolare non la metto nella rotazione di quelle che porto in giro o uso in studio abitualmente, ma a casa la uso eccome
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Neanche la mia, ma continuo a non vedere in nessuna prospettiva cosa potrebbe darmi in termini di approfondimento della conoscenza distruggere il gommino originale della CS per caricarla ed usarla, quando ne ho un altro paio quasi nuove che non necessitano di tutto ciò. Ma in effetti non ho trovato nessun interesse nello scoprire come funzionava la seconda preppy dopo aver già usato la prima, mi sa che è un tipo di conoscenza che proprio esula dai miei interessi.francoiacc ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 18:46 Non mi riferisco al funzionamento di una penna quanto alle sue specifiche e peculiari caratteristiche di scritture, non credo che le stilografiche scrivano tutte allo stesso modo, almeno non è questa la mia esperienza.
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Direi che questa è una grandissima verità.
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Credo vi sia un aspetto nelle stilografiche, come in alcuni altri oggetti, pur da collezione, che le rende differenti, ed è ovvio.
La stilografica è uno strumento e come tale il suo scopo è l'uso ed è dall'uso che ne derivano sensazioni all'utilizzatore.
E' quindi difficile trovare un appassionato di stilografiche che non sia almeno in parte nella categoria 3.
Mio padre collezionava francobolli, e la differenza in quel caso era evidente. Sia i francobolli usati, che quelli nuovi si collezionano, si studiano, si raccolgono in ordini specifici, ma in sostanza non si usano (seppure in qualche caso ho il vago ricordo che lui li mandasse a se stesso - quelli di nuova emissione - per avere sia la versione nuova che quella usata...).
Fu lui però che non molto prima di morire mi regalò la Omas 361 che era appartenuta a mio nonno, e si raccomandò di usarla (e mi disse che lui si rammaricava di non averla usata "perché era di suo padre").
Seppure possa anch'io avere qualche penna che non ho ancora usato, l'intenzione c'è.
Tornando però alle penne ritrovate
"Una waterman phileas / kultur
Un paio di Pelikan Go M75
Una Parker Frontier primo modello 1996."
dipende molto da quali altre penne hai a disposizione.
Se queste non ti intrigano, non ci troverei nulla di male a venderle come NOS o meglio NEW! (ho visto dei prezzi mica male sulle Phileas New)
Qualcuno che ambisca averle potresti trovarlo.
La stilografica è uno strumento e come tale il suo scopo è l'uso ed è dall'uso che ne derivano sensazioni all'utilizzatore.
E' quindi difficile trovare un appassionato di stilografiche che non sia almeno in parte nella categoria 3.
Mio padre collezionava francobolli, e la differenza in quel caso era evidente. Sia i francobolli usati, che quelli nuovi si collezionano, si studiano, si raccolgono in ordini specifici, ma in sostanza non si usano (seppure in qualche caso ho il vago ricordo che lui li mandasse a se stesso - quelli di nuova emissione - per avere sia la versione nuova che quella usata...).
Fu lui però che non molto prima di morire mi regalò la Omas 361 che era appartenuta a mio nonno, e si raccomandò di usarla (e mi disse che lui si rammaricava di non averla usata "perché era di suo padre").
Seppure possa anch'io avere qualche penna che non ho ancora usato, l'intenzione c'è.
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Come (quasi) sempre non c'è una verità assoluta perché i comportamenti sono soggettivi e dettati da una sacco di variabili (impostazione mentale, carattere, formazione, abitudini ecc.) ed ogni scelta può essere argomentata tranquillamente con ragione.
A leggere quanto afferma la stragrande maggioranza di chi interviene sull'argomento sembra che nessuno abbia remore a inchiostrare una penna NOS anche se un po' datata.
Eppure sull'argomento ci siamo già stati viewtopic.php?f=16&t=15447 e mi sembra di ricordare che non sono solo in questo forum ad andare controcorrente, pur con conclamata patologia!
stefano
A leggere quanto afferma la stragrande maggioranza di chi interviene sull'argomento sembra che nessuno abbia remore a inchiostrare una penna NOS anche se un po' datata.
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Si chiama penna. È come una stampante, collegata direttamente al mio cervello.
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Corretto; infatti, se non ricordo male, si discusse del fatto che NOS può essere definita solo nel negozio/esercizio che la aveva in magazzino; una volta che abbia cambiato mano, tecnicamente, non è più NOS ma è pur sempre "mint".sansenri ha scritto: non ci troverei nulla di male a venderle come NOS o meglio NEW!
Non che la cosa abbia particolare rilevanza;
Ho seguito la discussione ma, a parte il mio primo intervento, non ho avuto motivo di intervenire notando che, appena ho un punto da aggiungere, scopro che Simone ha espresso esattamente il mio punto di vista, circa 10 minuti prima; si è verificato almeno 3 volte in questa discussione.
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la penna perfetta non esiste, quindi per essere felici bisogna avere tante penne (cit.)
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Due penne diverse anche se della stessa marca, due gruppi scrittura diversi. Mi sfugge il discorso gommino, mai vista una NOS con un gommino che non sia già distrutto o completamente indurito a parte le 51, a meno che tu la conservi con il gommino originale ma inutilizzabile. Tuttavia capisco il tuo punto di vista, direi da vero storico ed estimatore della penna stilografica.piccardi ha scritto: ↑martedì 16 novembre 2021, 22:05
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