Il Tanzanite è un comune inchiostro ai coloranti: niente base ferrogallica, neanche blanda.
VincenzoDG ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 9:54
A proposito di china, la Pelikan fa due inchiostri: il Fount India e lo Sribtol, quest’ultimo un vero e proprio inchiostro di china.
Mentre per il primo ho tetto che ne è consentito l’utilizzo anche nelle stilografiche, a patto che se ne curi accuratamente la pulizia, il secondo è del tutto sconsigliato alle stilografiche (le intasa) e adatto solo a dip pen.
A parte quindi lo Scribtol, penso usato solo per scopi artistici e di scrittura calligrafica, il Fount India dovrebbe essere il vero inchiostro permanente per scrittura documentale ma leggo, anche su questo forum, molte riserve su tale affermazione della casa perché pare che pure intasi le penne.
Io vedo in giro una certa confusione (e leggo molte inesattezze) per quanto riguarda la "meccanica di funzionamento" in base alla quale un inchiostro ai pigmenti lavora. Non starò a spiegarlo qui (magari lo farò in un topic ad hoc), ma posso dirti che, in questo caso, anche se Pelikan dichiara utilizzabile il suo Fount India sulle stilografiche, all'atto pratico questi non lo è, perché basta pochissimo per tappare la penna. L'unico vantaggio è che resterà tranquillamente lavabile, ma qualche residuo potrebbe ugualmente dare fastidio all'alimentatore.
VincenzoDG ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 9:54
A me pare strano che una casa seria come la Pelikan possa dire che un inchiostro è compatibile con l’uso nelle stilografiche e poi non esserlo al punto che si mantiene la penna caricata un paio di giorni con questo inchiostro si intasa.
Pelikan non è l'unica a fare dichiarazioni di questo genere, e neanche la peggiore: esiste almeno un altro inchiostro a base acrilica in grado di fare danni irreparabili ma che il produttore - inspiegabilmente, visto il livello (è tra i maggiori produttori al mondo di belle arti e tra i più antichi al mondo) - indicava come adatto alle stilografiche: il Winsor&Newton Calligraphy. Ultimamente è cambiata la formulazione, e non so se sulla boccetta viene ancora indicata compatibilità con le stilografiche, ma sul sito si parla - finalmente - solo di "dip pen" e pennello; inoltre viene dato come riattivabile, cosa che prima non era possibile, segno che il legante è cambiato. Divagazioni a parte, evitate il Pelikan Fount India nelle stilografiche o, se non potete farne a meno, caricatelo in una stilografica da usare in giornata e lavare subito dopo, possibilmente che sia smontabile per un lavaggio accurato.
VincenzoDG ha scritto: ↑domenica 3 ottobre 2021, 9:54
Ma se invece così non è e fosse adatto solo alle dip pen, quale sarebbe la differenza con lo Scribtol?
Non conosco la formulazione specifica dei due, ma se è un inchiostro di china tradizionale lo Scribtol contiene gommalacca, mentre il Fount India dovrebbe contenere un legante acrilico, vinilico, o miscela variabile dei due. In linea teorica il legante acrilico è più dannoso della gommalacca (parlo ovviamente delle stilografiche), ma la chiave è la percentuale di concentrazione della resina di base e anche, ovviamente, la stessa resina di base (ne esistono moltissime).
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