Tutto questo mi ha fatto venire voglia di scrivere una riflessione sul significato della calligrafia e sul rapporto che da un anno e mezzo mi lega in modo speciale alla mia 149 Calligraphy, e di farlo avvalendomi di quanto appreso da tanti amici su queste pagine, usando la mia Calligraphy con carta e inchiostro scelti.
Il risultato è un piccolo lavoro calligrafico che ho realizzato prima su carta Unica, utilizzando la Calligraphy con l'Inchiostro Coffe Sunburst di Diamine, e poi la stessa penna con il Montblanc's Black Permanent su carta di Amalfi Amatruda.
Per il titolo, scritto in maiuscolo romano, ho usato l'inchiostro Mahatma Gandhi nella prima versione, usato per intinzione con una vecchia Omas Lucens. Ho disegnato il contorno delle lettere e poi le ho riempite di inchiostro con il pennino sottile della Omas. Comunque, a parte il fatto che il titolo mi è sembrato un po' troppo grande, mi è dispiaciuto non averlo scritto anch'esso "calligraficamente". La carta Unica si è comportata molto bene, con tutti i pennini e tutti gli inchiostri. La quasi totale mancanza di grana superficiale la rende però un po' "impersonale", per questo ho deciso di fare una seconda prova su una carta più ruvida. Per questa versione o scelto la carta Amatruda per stampanti a getto d'inchiostro, che è una vergata fatta a mano in formato A3. Nella parte inferiore destra del foglio presenta una grossa filigrana con il nome della cartiera.
Ho fatto alcune esperimenti con pennini e inchiostri diversi, usando sia pennini appuntiti sia tagliati. Alla fine mi è sembrato che il risultato migliore fosse quello del pennino stub della mia Montegrappa Extra 19230 Bamboo Black, ma non con l'inchiostro Alt Goldgrün con cui era caricata, bensì con il Golden Brown di Diamine. Ho perciò lavato la penna, l'ho caricata di bruno e ho scritto "di getto" il titolo in capitale quadrata romana.
Con un titolo in marrone, mi è sembrato che non dovesse essere di colore marrone anche il testo principale, quindi ho svuotato e lavato la Calligraphy e l'ho caricata con Black Permanent.
Ed ecco il risultato, che ho fotografato insieme alle due penne che lo hanno realizzato. Il testo ha molti, troppi aggettivi, ma mi piace per il suo design semplice. Con la calligrafia appuntita, il difficile è resistere alla tentazione di esagerare con gli svolazzi.
Traduco il testo, grosso modo, al piede della fotografia.
La scrittura a mano raffinata é l'arte di conferire alle parole una forma visibile superiore, una sofisticata bellezza fata di proporzioni ed equilibrio senza tempo,
e legarle insieme in un tutto ordinato e armonico che riflette nella nitidezza della rottura la lucida coerenza del pensiero.
Nella fotografia seguente si possono osservare gli "esperimenti" di capitale romana realizzati con diversi pennini e inchiostri, nonché la prima versione dell'opera, con il titolo scritto con l'inchiostro arancione Gandhi.