Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Tempi drammatici: Election/44
- A Casirati
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Tempi drammatici: Election/44
Infuria la seconda guerra mondiale. L’Italia, stretta alla Germania dallo sciagurato “Patto d’Acciaio”, è impegnata su più fronti in una guerra che non è in grado di combattere efficacemente. Gli episodi di valore estremo, come El Alamein o i combattimenti nel fango della Grecia o nelle steppe russe, dimostrano il coraggio dei combattenti ma anche le scarse potenzialità belliche dell’industria nazionale. Il Regno Unito ha vinto due anni prima la “Battaglia d’Inghilterra”, gettando le basi della vittoria futura, ma le sorti del conflitto sono ancora incerte, nonostante l’entrata in guerra degli USA.
In Italia le famiglie attendono con ansia le lettere dei loro cari al fronte ed i razionamenti mettono un’ipoteca pesante sul futuro delle prossime generazioni. Nelle città, le maggiori delle quali purtroppo assaggeranno presto i bombardamenti aerei, si vive ancora l’atmosfera surreale d’una vita “normale” dominata dall’ansia, dalla propaganda e da illusioni che ben presto, solo l’anno successivo, svaniranno come neve al sole. E’ in questa realtà che nasce negli stabilimenti d’una ditta del torinese la stilografica che vi presento oggi, testimone muta del coraggio silenzioso di chi, pur in frangenti tanto drammatici, affrontava, nel miglior modo possibile, le sue esperienze di vita. Pur non trattandosi d’una penna di pregio particolare, la Election/44 mi ha incuriosito, complice la mia passione per le stilografiche degli anni Trenta e Quaranta, specialmente se belle come questa.
Confesso che non avevo mai sentito parlare del marchio, del resto non menzionato neppure dal nostro pur ottimo wiki. Anche la classica ricerca in rete non ha portato a nulla, il che non stupisce, perché persino Letizia Jacopini si limita ad una semplice menzione della Election, a pag. 242 del secondo volume del suo “La storia della stilografica in Italia 1900 – 1950”, affermando che si trattava di stilografiche in bella celluloide colorata, con alimentazione a pulsante di fondo o a stantuffo, prodotte negli anni Trenta e Quaranta, con particolari laminati e pennini d’oro ed ipotizzando una produzione torinese. Una cosa un po’ stupisce: sappiamo bene che il regime imperante in quegli anni in Italia non vedeva di buon occhio le terminologie esterofile; ciononostante, per questo marchio si scelse un inglesismo… La celluloide utilizzata per il fusto ed il cappuccio di questo esemplare è molto piacevole e robusta. Le dimensioni sono importanti:
- lunghezza chiusa: 135 mm
- lunghezza aperta: 123 mm
- lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 164 mm
- lunghezza del cappuccio: 61 mm
- diametro massimo del fusto: 13,2 mm
- diametro medio della sezione: 9,2 mm
- diametro del cappuccio: 15 mm
- sacchetto: 63 x 8,5 mm
- barra di compressione: 75 x 3,6 mm
- alimentatore: 30 x 5,5 mm
- pennino: 31 x 7,4 mm
- peso: 20 gr (scarica)
- peso del cappuccio: 7 gr Il pennino, marcato “Nobil iridio extra”, è in acciaio e, provato a secco, si manifesta scorrevole e realmente flessibile. Probabilmente, è frutto d’una sostituzione operata nel corso della seconda guerra mondiale, o della mancanza di metallo nobile tipica degli anni 1940 - 45.
L’alimentazione è a pulsante di fondo ed il sacchetto è di grandi dimensioni.
Il bilanciamento è molto buono e la penna cade molto bene in mano, dando anche una certa soddisfazione grazie alle dimensioni ed alle proporzioni generose. Il cappuccio, che quando è calzato non crea problemi di bilanciamento, non presenta fori d’aereazione, ospita una clip di buona flessibilità con motivo a freccia (abbastanza in voga in Italia in quegli anni, anche per via del suo simbolismo politico) e si chiude in un giro e tre quarti. Questo genere di stilografiche, spesso ignorato o snobbato dai collezionisti, racchiude in sé molta storia di gente comune: quel tipo di storia che popola la vita di tante famiglie, che nel nascondimento e nella modestia portano da sempre il peso maggiore.
Ultima modifica di A Casirati il martedì 13 luglio 2021, 13:25, modificato 2 volte in totale.
Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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- maxpop 55
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Tempi drammatici: Election/44
Molto bella, complimenti e grazie per l'ambientazione storica estremamente interessante.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
- A Casirati
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Grazie, Max, sei molto gentile.
Alberto Casirati
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Le tue recensioni sono sempre una dichiarazione d'amore per la penna a cui hai dedicato le tue attenzioni ed è un piacere leggerle.
Tranne quando si tratta di Aurora.
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- A Casirati
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Grazie per le parole gentili. Non posso resistere al fascino di un manufatto storico, specialmente quando per sua natura è così personale, come uno strumento di scrittura.
Riguardo ad Aurora, temo che non ci troveremo mai d'accordo, ma naturalmente non è un problema.
Alberto Casirati
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Mi viene un dubbio : come giustamente scrivi, la scelta dell'inglese, che non sarebbe stata tollerata dal regime, e la ulteriore provocazione del nome in sé, non potrebbero fare scivolare di qualche anno la produzione di questa penna?A Casirati ha scritto: ↑martedì 13 luglio 2021, 9:00 Una cosa un po’ stupisce: sappiamo bene che il regime imperante in quegli anni in Italia non vedeva di buon occhio le terminologie esterofile; ciononostante, per questo marchio si scelse un inglesismo…
Sarebbe più nella nostra indole paracula.
- A Casirati
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Non è facile dare una risposta basata sui fatti, ma naturalmente potrebbe essere stata prodotta nella seconda metà degli anni Quaranta, utilizzando, com'era frequente in quel periodo, modelli ante guerra.Bons ha scritto: ↑martedì 13 luglio 2021, 10:29Mi viene un dubbio : come giustamente scrivi, la scelta dell'inglese, che non sarebbe stata tollerata dal regime, e la ulteriore provocazione del nome in sé, non potrebbero fare scivolare di qualche anno la produzione di questa penna?A Casirati ha scritto: ↑martedì 13 luglio 2021, 9:00 Una cosa un po’ stupisce: sappiamo bene che il regime imperante in quegli anni in Italia non vedeva di buon occhio le terminologie esterofile; ciononostante, per questo marchio si scelse un inglesismo…
Sarebbe più nella nostra indole paracula.
Alberto Casirati
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Molto bella questa penna, ottimo ritrovamento. E ancor più bello è il poter conoscere queste penne poco note. Un bel tuffo nei meandri dello stilografismo. Grazie
- A Casirati
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Grazie a te per le parole gentili d'apprezzamento.
Alberto Casirati
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Tempi drammatici: Election/44
Che dire, un'altra bellissima penna (quella celluloide mi affascina particolarmente) con una bellissima recensione.
E un marchio sostanzialmente sconosciuto e su cui a parte il trafiletto sul libro di Letizia Jacopini non ci sono dati. Cercando in giro per internet ho visto delle Election Maxima che sono molto simili (hanno il caricamento a levetta di fondo) alle Internazionale dell'Aurora, questa però non somiglia molto alle penne di produzione Aurora, per cui si può ipotizzare una produzione su commissione, magari ad parte di fornitori diversi (ma si tira comunque ad indovinare...).
Ho comunque approfittato delle foto per aggiungere il marchio alla lista dei marchi italiani sconosciuti (quasi).
Simone
E un marchio sostanzialmente sconosciuto e su cui a parte il trafiletto sul libro di Letizia Jacopini non ci sono dati. Cercando in giro per internet ho visto delle Election Maxima che sono molto simili (hanno il caricamento a levetta di fondo) alle Internazionale dell'Aurora, questa però non somiglia molto alle penne di produzione Aurora, per cui si può ipotizzare una produzione su commissione, magari ad parte di fornitori diversi (ma si tira comunque ad indovinare...).
Ho comunque approfittato delle foto per aggiungere il marchio alla lista dei marchi italiani sconosciuti (quasi).
Simone
Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
viewtopic.php?f=19&t=3123
e per aiutare chi non trova un termine:
viewtopic.php?f=19&t=1758
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Oggi sulla mia scrivania...
Alberto Casirati
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... la bellezza.
-
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Caro Alberto,
complimenti sinceri per la bellissima recensione, come sempre.
Questa penna mi piace molto, eleganza senza tempo e però tanta storia alle spalle, come sai ben evidenziare nelle tue ottime recensioni. Poi che scriva anche bene, mi fa pensare che davvero abbiamo avuto prodotti eccezionali e poco conosciuti.
A mio modesto parere credo che poche penne odierne possano vantare un fascino come queste.
Cari saluti
complimenti sinceri per la bellissima recensione, come sempre.
Questa penna mi piace molto, eleganza senza tempo e però tanta storia alle spalle, come sai ben evidenziare nelle tue ottime recensioni. Poi che scriva anche bene, mi fa pensare che davvero abbiamo avuto prodotti eccezionali e poco conosciuti.
A mio modesto parere credo che poche penne odierne possano vantare un fascino come queste.
Cari saluti
Cesare
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In una recensione, l'inserimento nel contesto storico è ciò che mi affascina maggiormente.
Questa penna prova ancora una volta come non sia necessario avere alle spalle un marchio prestigioso per creare qualcosa di qualità.
Davvero bella, sia per la qualità costruttiva che per il significato storico che si porta appresso.
Questa penna prova ancora una volta come non sia necessario avere alle spalle un marchio prestigioso per creare qualcosa di qualità.
Davvero bella, sia per la qualità costruttiva che per il significato storico che si porta appresso.