Veronica
Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Pascal è l’unico linguaggio di programmazione che ci insegnarono nelle 5 lezioni di informatica in 3ª liceo scientifico (le uniche fatte in 5 anni, nonostante l’indirizzo fosse P.N.I. Piano Nazionale per l’Informatica). Non le facemmo nemmeno al computer, ma su quaderno a quadretti era il 2016
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Mamma mia cosa mi avete fatto ricordare...!
Il mio primo pc "personale" è stato un 386 con già i floppy da 720 ed un piccolo hd col sistema operativo MS-DOS, ma su Internet ci sono stato molto prima!
Ricordo ancora la "magia" di recarmi ad un dipartimento presso "La Sapienza", prendere un telefono tradizionale, inserire la cornetta in un modem rudimentale dell'epoca e chiamare, per fare una ricerca bibliografica per la mia tesi di laurea...
A proposito di preistoria: il mio primo codice di programmazione l'ho scritto su schede perforate...
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Beh nel 1991 usavo un IBM serie 1 con floppy da 8” e un hard disk grande come una scatola di scarpe da ben 20 mega con connessione tramite modem da 14,4
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Alfredo
P.S. bei tempi.
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Oddio che tragedia informattca!!!Koten90 ha scritto: ↑martedì 11 maggio 2021, 17:58Pascal è l’unico linguaggio di programmazione che ci insegnarono nelle 5 lezioni di informatica in 3ª liceo scientifico (le uniche fatte in 5 anni, nonostante l’indirizzo fosse P.N.I. Piano Nazionale per l’Informatica). Non le facemmo nemmeno al computer, ma su quaderno a quadretti era il 2016
Avrei voluto viverli quei tempi... già nei miei primi anni (seconda metà degli anni '90) l'informatica era un altro mondo, ti sentivi un precursore... ma ai tempi delle scheda :Oplatax ha scritto: ↑martedì 11 maggio 2021, 19:26 Mamma mia cosa mi avete fatto ricordare...!
Il mio primo pc "personale" è stato un 386 con già i floppy da 720 ed un piccolo hd col sistema operativo MS-DOS, ma su Internet ci sono stato molto prima!
Ricordo ancora la "magia" di recarmi ad un dipartimento presso "La Sapienza", prendere un telefono tradizionale, inserire la cornetta in un modem rudimentale dell'epoca e chiamare, per fare una ricerca bibliografica per la mia tesi di laurea...
A proposito di preistoria: il mio primo codice di programmazione l'ho scritto su schede perforate...
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Io sono della generazione Commodore 64 e, ovviamente, odiavo quelli con lo Spectrum
Stessa esperienza disarmante con le cassette che un altro utente ha già descritto, minuti interminabili di rumore di ingranaggi plastici
Prima di internet una BBS e dal 1995 il primo collegamento.
Ma siccome sono masochista, insieme ad un amico, mi sono portato a casa un PDP-11 in dismissione in un'azienda informatica e dopo aver sfogliato una tonnellata di manuali cartacei siamo riusciti a fargli fare il boot - grande soddisfazione per una cosa toralmente inutile ma, informaticamente parlando, piuttosto "romantica".
Tutto il resto è storia moderna
Stessa esperienza disarmante con le cassette che un altro utente ha già descritto, minuti interminabili di rumore di ingranaggi plastici
Prima di internet una BBS e dal 1995 il primo collegamento.
Ma siccome sono masochista, insieme ad un amico, mi sono portato a casa un PDP-11 in dismissione in un'azienda informatica e dopo aver sfogliato una tonnellata di manuali cartacei siamo riusciti a fargli fare il boot - grande soddisfazione per una cosa toralmente inutile ma, informaticamente parlando, piuttosto "romantica".
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Anch'io lo ho appreso nello stesso ambito, ma lo usammo per davvero. Il professore del biennio ci credeva molto (era il 96-98), nonostante fosse uno di antica formazione, e arrivammo a programmare sistemi di equazioni. Al triennio le lezioni divennero meno frequenti, ma ci divertimmo con coniche e integrali. In ogni caso fu utile.Koten90 ha scritto: ↑martedì 11 maggio 2021, 17:58Pascal è l’unico linguaggio di programmazione che ci insegnarono nelle 5 lezioni di informatica in 3ª liceo scientifico (le uniche fatte in 5 anni, nonostante l’indirizzo fosse P.N.I. Piano Nazionale per l’Informatica). Non le facemmo nemmeno al computer, ma su quaderno a quadretti era il 2016
All'università ho fatto due esami di analisi numerica, usando Matlab, che usammo poi molto in modellizzazione varie.
Giovanni Paolo
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Noi, nelle 5 ore (da 50 minuti) che ci furono concesse, imparammo i vari tipi di variabile e writeln() readln() println(). Forse arrivammo addirittura a fare qualche operazione di base, ma non di più.G P M P ha scritto: ↑mercoledì 12 maggio 2021, 6:31Anch'io lo ho appreso nello stesso ambito, ma lo usammo per davvero. Il professore del biennio ci credeva molto (era il 96-98), nonostante fosse uno di antica formazione, e arrivammo a programmare sistemi di equazioni. Al triennio le lezioni divennero meno frequenti, ma ci divertimmo con coniche e integrali. In ogni caso fu utile.Koten90 ha scritto: ↑martedì 11 maggio 2021, 17:58Pascal è l’unico linguaggio di programmazione che ci insegnarono nelle 5 lezioni di informatica in 3ª liceo scientifico (le uniche fatte in 5 anni, nonostante l’indirizzo fosse P.N.I. Piano Nazionale per l’Informatica). Non le facemmo nemmeno al computer, ma su quaderno a quadretti era il 2016
All'università ho fatto due esami di analisi numerica, usando Matlab, che usammo poi molto in modellizzazione varie.
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i programmi in Algol li salvavamo sulle schede perforate
Ultima modifica di levodi il mercoledì 12 maggio 2021, 14:28, modificato 1 volta in totale.
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quelle di argilla?
Sembra veramente di parlare di secoli fa!
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Questo era il modem dei miei primi collegamenti (rigorosamente notturni), in interurbana con Roma (Mc-Link), alla folle velocità di 300 baud (o 600 non ricordo bene):
Cordialità.
Marco
___
Se devi scegliere tra avere ragione ed essere gentile, scegli di essere gentile ed avrai sempre ragione.
Marco
___
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Ciao a tutti.
Che io mi ricordi il primo computer ad entrare in casa, grazie ad un padre appassionato di elettronica (non informatica, purtroppo) nerd prima che fossero trendy (non geek, proprio nerd), fu l'Olivetti M10.
Non so cosa ci facesse mio padre, io ero troppo piccolo per capirci qualcosa... mi ricordo l'accoppiatore acustico, o meglio i suoni.
Era l'83.
Ma tanto dissi e tanto feci che poco dopo arrivò a casa un Toshiba HX-10, altrimenti detto MSX 64K.
Rosso. Con caricatore a cassetta (mai avuto i soldi per comprare la cartridge... ricordo che le le prime cassette le compravamo in Svizzera).
Se non erro era l'84.
Per caricare qualche gioco ci volevano decine di minuti, e a un certo punto decisi di studiare il manuale di BASIC MSX, seguendo l'esercizio di un gioco di guida (cioè.. un vertical scroller con pochi pixel in movimento).
Mi ricordo ancora IF ... GOTO .. ELSE, con i numeri di riga ad incremento 10!
Da lì una corsa:
Olivetti M24, con MS-DOS, poco dopo.
Mio padre si era messo in proprio, ed io giocavo con il CAD per gli schemi elettrici e i PLC... lui disegnava a mano, io "cadd-avo".
La BBS HAL, nell''87.
E qui si aprì il mondo dell'online.
Ad un certo punto un AMIGA, ma era in prestito...
Il mio primo computer "personale" è arrivato dopo, nel 96.
Ma ormai ero fuori casa. Era un Pentium 120, assemblato con i pezzi acquistati da Computer Discount.
Un lavoro serale a scrivere codice e gestire server durante l'università.
L'incontro con le Silicon Graphic del laboratorio di Realtà Virtuale, e l'amore durato qualche anno.
Oggi il computer è solo uno strumento, dopo averci "vissuto" per anni.
Più che altro mi considero un disintossicato
Che io mi ricordi il primo computer ad entrare in casa, grazie ad un padre appassionato di elettronica (non informatica, purtroppo) nerd prima che fossero trendy (non geek, proprio nerd), fu l'Olivetti M10.
Non so cosa ci facesse mio padre, io ero troppo piccolo per capirci qualcosa... mi ricordo l'accoppiatore acustico, o meglio i suoni.
Era l'83.
Ma tanto dissi e tanto feci che poco dopo arrivò a casa un Toshiba HX-10, altrimenti detto MSX 64K.
Rosso. Con caricatore a cassetta (mai avuto i soldi per comprare la cartridge... ricordo che le le prime cassette le compravamo in Svizzera).
Se non erro era l'84.
Per caricare qualche gioco ci volevano decine di minuti, e a un certo punto decisi di studiare il manuale di BASIC MSX, seguendo l'esercizio di un gioco di guida (cioè.. un vertical scroller con pochi pixel in movimento).
Mi ricordo ancora IF ... GOTO .. ELSE, con i numeri di riga ad incremento 10!
Da lì una corsa:
Olivetti M24, con MS-DOS, poco dopo.
Mio padre si era messo in proprio, ed io giocavo con il CAD per gli schemi elettrici e i PLC... lui disegnava a mano, io "cadd-avo".
La BBS HAL, nell''87.
E qui si aprì il mondo dell'online.
Ad un certo punto un AMIGA, ma era in prestito...
Il mio primo computer "personale" è arrivato dopo, nel 96.
Ma ormai ero fuori casa. Era un Pentium 120, assemblato con i pezzi acquistati da Computer Discount.
Un lavoro serale a scrivere codice e gestire server durante l'università.
L'incontro con le Silicon Graphic del laboratorio di Realtà Virtuale, e l'amore durato qualche anno.
Oggi il computer è solo uno strumento, dopo averci "vissuto" per anni.
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- Iscritto il: lunedì 20 maggio 2019, 17:20
- La mia penna preferita: penna Astoria (tour Eiffel)
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
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Millenovecentonovantaequalcosa (post 1995, però): modem 14.4k, e avevo il permesso di collegarmi rapidamente quasi tutte le sere, ma solo il tempo strettamente necessario per scaricare la posta (all'epoca si pagava anche la telefonata, se non altro era già urbana), e una volta alla settimana tutta la sera per partecipare ad una chat su IRC (e navigare).
Poi ho vissuto il brevissimo periodo dei provider con numero verde, con cui si poteva stare collegati ad oltranza (ma solo se nessun'altro in casa aveva bisogno del telefono!)
Il primo PC su cui ho messo le mani è stato un 286, credo nei tardi anni 80, primissimi 90, ma era di mio padre, lo potevo usare solo saltuariamente. Prima però mi avevano regalato uno scatolotto con tastiera e una riga di display, programmabile in basic, con cui ho giocato abbastanza. L'unico lato negativo è che con determinati errori andava in blocco, emetteva un fischio fastidioso e bisognava resettarlo togliendo le pile, che tendevano ad esplodere e cadere per ogni dove.
Però non ho ancora avuto tempo di mettermi lì veramente ad imparare a programmare il motore analitico, anche se vorrei.
Poi ho vissuto il brevissimo periodo dei provider con numero verde, con cui si poteva stare collegati ad oltranza (ma solo se nessun'altro in casa aveva bisogno del telefono!)
ma i floppy per C64 c'erano. solo che il lettore costava forse anche più del C64; ne ho visto uno una volta soltanto, quando sono stata selezionata per *una* lezione di programmazione con il logo, alle elementari (lezione in due parti, metà a computer e metà in corridoio a fare la tartaruga).Automedonte ha scritto: ↑martedì 11 maggio 2021, 10:22 Ho iniziato nel 1982/83 con un Commodore 64 che memorizzava i programmi su una musicassetta, i floppy ancora non esistevano e vi lascio immaginare quanto impiegasse ogni volta per salvare o per caricare i programmi.
Il primo PC su cui ho messo le mani è stato un 286, credo nei tardi anni 80, primissimi 90, ma era di mio padre, lo potevo usare solo saltuariamente. Prima però mi avevano regalato uno scatolotto con tastiera e una riga di display, programmabile in basic, con cui ho giocato abbastanza. L'unico lato negativo è che con determinati errori andava in blocco, emetteva un fischio fastidioso e bisognava resettarlo togliendo le pile, che tendevano ad esplodere e cadere per ogni dove.
Per un costume steampunk mi sono fatta una chatelaine con delle finte schede perforate (stile istruzioni per il motore analitico, non stile ibm) e un ritratto di Ada Lovelace sulla spilla, può andare?
Però non ho ancora avuto tempo di mettermi lì veramente ad imparare a programmare il motore analitico, anche se vorrei.