Ultimamente ho iniziato a decorare le mie operette calligrafiche con curve e svolazzi che, tecnicamente, prendono il nome di “fioriture” o “imbellimenti”. A differenza però della calligrafia, mi rendevo conto che le “fioriture” dei miei scritti erano fatte senza alcuna base concettuale che ne governasse, per così dire, le regole elementari, il modello teorico al quale accostarsi attraverso l’esercizio e il progressivo perfezionamento. “Fiorire” significavra dunque per me poco più che scopiazzare qua e là qualche svolazzo esteticamente ben riuscito e applicarlo in qualche parte dello scritto, senza alcuna possibilità di sapere se esistesse alcuna coerenza stilistica e storica tra le grafie e gli imbellimenti né alcuna coerenza interna quanto all’uso delle fioriture nel posto e nelle dimensioni teoricamente corrette.
Tempo addietro scoprii che esisteva un libro, pubblicato ormai 25 anni orsono, che poteva forse fare al caso mio, affrontando la “teoria della fioritura”. Calligraphic Flourishment - A new approach to an ancient art, di Bill Hildebrandt, risultò però essere un libro alquanto elusivo. Stampato a Boston nel 1995, il libro deve avere avuto una tiratura piuttosto limitata, oppure deve essere stato così valido da essere letteralmente andato a ruba, perché il risultato non cambia: trovare una copia del libro di Hildebtandt suona come una piccola impresa.
Non ho potuto trovare molte informazioni su William J. “Bill” Hildebrandt, la maggior parte ricavate dall’obituario scritto da una vicina del suo quartiere di West Simsbury, Ann Marie Potter, dove Hildebrandt morì nel luglio del 2013. Come ha scritto la signora Potter, “È impossibile elencare tutti i successi di Bill: rispettato calligrafo, poeta, inventore, insegnante, musicista, stampatore, autore, intagliatore di legno, attivista ambientale. Bill era un uomo energico che spalancava le braccia ad ogni nuova giornata, faceva tesoro delle nuove esperienze e coltivava molte abilità“.
Nato nel 1927 a West Allenhurst, negli Stati Uniti, Hildebrandt trascorse l’infanzia sulla costa del Jersey. Servì nell’esercito statunitense prima di ottenere il suo Master in ingegneria dallo Stevens Institute of Technology e la Università del Connecticut. Dedicò la sua vita professionale alla ingegneria industriale nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti (per i quali ottenne 31 brevetti nei campi della meccanica, elettro-meccanica ed elettronica) e all’insegnamento, come professore alla Graduate School e al Rensselaer Graduate Center della Università del Connecticut.
William “Bill” Hildebrandt
Sposato e con tre figli, Hildebrandt si interessò molto della stampa e per molti anni gestì la Cellar Press (la Tipografia della Cantina), dove conservava la sua collezione di caratteri tipografici e presse da stampa, e dove pubblicò numerosi libri, opuscoli e articoli. Bill fu un eccellente musicista, suonatore di chitarra, clarinetto, banjo e kazoo, scrisse canzoni e numerose parodie vocali (molte delle quali raccolte nel suo libro Songs of the scribe: A profusion of paleographic parodies, lyrics for lovers of letters & calligraphy canzones, che pubblicò nel 1987 nella sua tipografia) e si esibì spesso con il suo gruppo The New Farmington Valley Royal Ragtime Ramblers. A Simsbury, fu un membro attivo del gruppo ecologista "Keep the Woods", che riuscì a preservare 425 acri di foresta da un progetto di sviluppo urbano. Gli piacevano il giardinaggio, il nuoto, il ciclismo, e l’ escursionismo, che praticò con l'Hard Guys International Mountaineering Club. La fotografia fu un’altra delle sue passioni.
A lato della sua attività ingegneristica, per oltre vent’anni Hildebrandt offrì corsi di calligrafia e illuminazione dei manoscritti. Nel 1995 pubblicò, per i tipi dell’editore David R. Godine, una summa della sua esperienza come callligrafo, la prima e unica edizione del suo ”Calligraphic Flourishment”, un volume in brossura di 115 pagine che egli stesso disegnò in ogni dettaglio, incluso il font tipografico utilizzato per comporre le pagine. So, per un argomento aperto nel giugno del 2011 sulle pagine di “Discussioni di Calligrafia” del forum fountainpennetwork, che l’editore di Hildebrandt aveva in programma una ristampa del suo volume sulle fioriture per l’anno seguente, in concomitanza con la edizione di un nuovo libro dello stesso autore. La morte di Hildebrandt nel 2015 pose probabilmente fine a questi progetti.
Quanto al libro, nuovo non è più disponibile da molto tempo. Di tanto in tanto ne appare in rete qualche copia usata, ma trattandosi probabilmente di un’opera concepita come un manuale didattico, i librai avvisano con frequenza che le pagine sono annotate e sottolineate. Mentre non ho nulla contro le annotazioni marginali, che hanno una loro storia ad iniziare dalle rubricae e sovente arricchiscono il testo con riflessioni e rimandi del lettore, mi risulta invece insopportabile il testo sottolineato, che arbitrariamente evidenzia quello che il lettore considera rilevante (degradando il resto del testo a superfluo ornamento) e snatura le qualità compositive e l’armonia estetica della pagina. Son fisime di vecchio bibliofilo, lo so, ma bisogna sopravvivere coi propri mali.
Il libro di Hildebfandt fu edito, per di più, in sola brossura, così che le indicazioni del libraio di una copia in condizioni “buone” anziché “ottime”, spesso accompagnate da qualche commento sullo stato meno che perfetto del dorso, possono spesso significare che la legatura sia diventata blanda per l’uso.
Per fortuna, in aiuto del “cacciatore di libri”, esiste oggi il motore di Abebooks, una pagina che connette migliaia di piccole e grandi librerie in tutto il mondo, che vendono libri nuovi e usati ed utilizzano un gergo standardizzato per definirne lo stato e le condizioni. È qui dove, un mesetto fa, ho scovato una copia di Calligraphic Flourishing che mi ha incuriosito per la descrizione del libraio, il quale oltre a definirla “collectible” e “very good”, indicava anche la presenza di una dedica dell’autore. Una dedica della mano di un autore che ha scritto un libro sulle fioriture calligrafiche prometteva d’essere una bella dedica “fiorita”: abbastanza per rendere il libro irresistibile al bibliofilo e al calligrafo che sono in me...
Siccome far arrivare cose in questo angolo di paradiso tropicale dove vivo è sempre un po’ difficile, la busta con il libro è arrivata solo una settimana fa. Per lo stato della busta, e immaginando che contenesse un libro in brossura, direi che il libraio non ha fatto il migliore sforzo perché il libro arrivasse in condizioni perfette. Per fortuna, nella busta imbottita si poteva sentire la consistenza rigida di qualche tipo di cartone.
Potete immaginare la mia sorpresa quando, all’aprire la busta, ne é uscito un libro rilegato, con tanto di scritte editoriali sulla facciata e sul dorso! Nel mio peregrinare alla ricerca del libro, non mi ero mai imbattuto in copie rilegate. Una ulteriore ricerca mi conferma che Calligraphic Flourishing fu pubblicato esclusivamente in brossura. La mia copia fu dunque fatta rilegare dall’autore, che per poterne avere le scritte editoriali sul piatto e sul dorso dovette “sacrificare” la copertina di un’altra copia del libro.
All’interno, sulla pagina destra del risguardo, si trova la dedica di Hildebrandt. Come avevo immaginato, è fiorita ed è bellissima. Sidney Perlman, cui il libro fu dedicato dall’autore, deve certamente aver apprezzato il regalo, ma non credo fosse un appassionato di calligrafia. Il libro sembra, infatti, intonso, e dubito che qualcuno ne abbia mai sfogliato le pagine prima di me.
È particolarmente interessante notare che, mentre sono solito associare le fioriture alle grafie “appuntite” come la Copperplate e la Spencerian, il pennino che Hildebrandt utilizza maggiormente nei suoi esempi è invece l’italico, o comunque un pennino tronco.
Ad ogni modo oggi, e dopo la lettura di alcuni capitoli introduttori, con tre penne e pennini diversi (extra-fine flessibile, fine e italic/stub) ho iniziato gli esercizi...