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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Aurora 88 (Nizzoli)
- RiAff
- Pulsante di Fondo
- Messaggi: 415
- Iscritto il: mercoledì 10 febbraio 2021, 14:02
- La mia penna preferita: Faber Castell E-motion
- Misura preferita del pennino: Extra Fine
- Gender:
Aurora 88 (Nizzoli)
“La 88 venne introdotta sul mercato dall'Aurora alla fine del 1946 dopo che la produzione venne spostata nei nuovi stabilimenti posti in Strada dell'Abbazia di Stura. ... La 88 ebbe un grandissimo successo e costituisce il principale, se non l'unico, modello prodotto dall'Aurora nel primo dopoguerra…”
Entriamo nel mondo “Aurora” in silenzio, il rispetto per i tantissimi appassionati di questo marchio ci rende pedissequamente umili, attenti alle parole, agli aggettivi usati. La prima cosa che impariamo in questo mondo di entusiasti e complimentarsi per la penna altrui, nel rispetto del senso estetico di tutti. Alla mia età tendo a pontificare e senza rendermene conto mi appisolo, lasciandomi andare ai miei sogni di piccolo, grande e ingenuo collezionista… Me ne stavo sereno e tranquillo a non fare niente, quando mi è venuta voglia di perdere tempo su la Baia, strada facendo mi sono imbattuto in un’asta per una stilografica Aurora 88. Poche foto, una descrizione assai modesta e nessuna certezza… Acquistare una penna “vintage” da sconosciuti, senza vedere la penna di persona, senza poterla provare, è altamente sconsigliato, in particolare si rischia di buttare soldi o di acquistare prodotti rovinati e danneggiati. Aspetto le 21,00 di sera e, contro tutti i consigli amichevoli, all’ultimo minuto, pochi istanti prima che venga a scadere l’asta, lancio la mia offensiva. Le offerte erano state basse, partite da un euro erano arrivate a poco più di 37,50 euro, chiaramente la Baia declinava che non si era raggiunto il prezzo soddisfacente per il venditore. Evito di partecipare all’asta, ma faccio una sola offerta poco prima della conclusione naturale. Controllo che il venditore abiti a pochi chilometri da casa mia, se io vivo in terra etrusca al confine con Roma, non dovrebbe essere difficile raggiungerlo, inoltre mi accerto del suo feedback, guardo che tipi di articoli vende, insomma cerco di farmi un’idea generica. In realtà, so benissimo che tutto dipenderà dalla fortuna se la stilografica corrisponderà alle mie aspettative.
Arriviamo al dunque, l’asta me l’aggiudico al prezzo di cinquanta euro, non si può dire se è tanto o poco, tutto dipenderà, appunto, dalle sue condizioni. La busta arriverà per raccomandata dopo cinque giorni, non ho fretta di aprirla, disbrigo altre faccende e poi apro il pacchetto, che sicuramente è ben incellofanato, ma non al sicuro da compressione o pestaggi. Vedere l’Aurora integra e in buono stato è già un’ottima notizia, lo strumento si presenta priva di grossi danni oppure rigature e rotture evidenti. La tengo in mano, tolgo il cappuccio, la osservo, inutile perdere tempo bisognerà lavarla. Acqua tiepida, una goccia di sapone liquido per i piatti e poi, una volta asciugata, caricata e subito alla prova.
L’Aurora 88, fin da subito presenta tutti i problemi possibili che una “vintage” potrebbe avere. Non ricarica, sembra che non sfiati, non carica l’acqua, non carica l’inchiostro. All’inizio ha scritto, ma ogni volta che la chiudo con il suo cappuccio e dopo qualche minuto la riprendo per scrivere, stenta, devo aspettare, sbatterla all’aria, aspettare che l’inchiostro scenda. Osservandola contro luce, sembra che il serbatoio sia vuoto. Leggendo sui vari forum, mi rendo conto che smontarla, quello che è per tanti una passeggiata, per me potrebbe rivelarsi un dramma. Più leggo sull’argomento, più strade si aprono e tutte sono complesse o lasciano poche speranze alla mia banale incompetenza. Tento la penultima strada percorribile. L’ultima sarebbe affidarmi a santa Rita, ma preferisco tenermela come "ultima spiaggia" e mantenere sacra la sua immagine. Mi decido, così, a svuotarla dell’inchiostro e a fare un ulteriore lavaggio. Utilizzo il pistone caricando e scaricando acqua, alla fine mi accorgo che, tra bollicine d’aria e macchie d’inchiostro, il pistone comincia ad aspirare i liquidi. Mi sento vicino al traguardo, una volta asciutta carico la mia “Aurora 88” con un Diamine Jet Black, così, tanto per provare.
Dopo alterne vicende sembra che abbia iniziato a scrivere, ma all’improvviso lascia andare l’inchiostro dal forellino che l’Aurora 88 possiede sul fusto. Ne avevo sentito parlare, altre brutte nuvole all’orizzonte, si possono intravedere. Asciugo le macchie, la poggio sul tavolino e la guardo sconsolato. Ora tocca a lei, dovrà comprendere che l’autoguarigione è l’unica sua possibilità. Il problema della ripartenza sembra ormai superato. Continuo a scrivere, a chiudere il cappuccio e poi a riprenderla, per capire se il flusso esiste oppure ci porta lontano. Il giorno dopo, la notte ha portato riposo e consiglio, l’Aurora, non magicamente, ma per motivi sicuramente scientifici, inizia a scrivere fluidamente e il suo pennino abbastanza flessibile comincia a darmi belle sensazioni. L’acquisto sembra (continuo ad usare il condizionale) essere andato a buon fine, per andare a pieno regime la proverò con l’inchiostro Aurora, con il Pilot Iroshizuku asa-gao, Montblanc Royal Blu e altro ancora… Dopo qualche giorno di scrittura, non compaiono più quelle incertezze iniziali, probabilmente aver comprato una “vintage” al buio non è da consigliare a nessuno, questa volta è andata bene, non sempre è così. Un mese dopo, questa stessa penna mi farà trovare quello che io cercavo da una vita, ma questa è un'altra vicenda e fa parte di un'altra storia (oops! recensione)...
Il pennino della Aurora permette, a chi possiede il dono della calligrafia, ottime evoluzioni di stile e di forma, possederla per un collezionista è aver raggiunto una buona meta (ce ne sono tantissime sul mercato). Alcuni collezionisti si pongono la questione morale di non spendere più di 200 euro per l’acquisto di una stilografica, in realtà tutto è discutibile, forma e sostanza non sempre sono parte della stessa struttura mentale, lasciamoci così, con l’impressione di guidare uno strumento di scrittura che è al secondo posto per desiderio (nel sondaggio “Le dieci penne d’avere…”) sul forum: https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=8&t=1765
Ognuno di noi può dire la sua, ma l’Aurora 88 (Nizzoli) è sicuramente un’ottima penna, non la consiglierei al neofita, perché rimane un impegno psicologico e manuale, ma non è sicuramente una penna difficile da gestire, anzi per scrittura tende a correggere gli errori umani, così come le Pelikan, semmai possiamo dire che l’Aurora 88 possiede il fascino delle favole di una volta, le giuste atmosfere che ci fanno più buoni e che ci rilassano le menti. Marcello Nizzoli (Boretto, 2 gennaio 1887 – Camogli, 31 luglio 1969) con la sua macchina da scrivere Olivetti Lettera 22, il suo distributore di benzina Agip, l’Aurora 88, i manifesti pubblicitari, le abitazioni per dipendenti Olivetti a Ivrea e tanto altro ancora, ci riporta indietro, a quell’Italia che sembrava brutta e piena di retorica ma che paragonata alla nazione di oggi, ci fa sospirare di rimpianto. Complimenti Aurora!
Riccardo Affinati
Cit. “La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità.” (A. Appelfeld)
SCHEDA TECNICA
Brand: Aurora
Collezione: 88
Colore: nero
Edizione: regolare
Materiale Corpo: celluloide
Materiale Pennino: in oro 14 carati
Tipologia Pennino: rigido, ben molleggiato, coperto
Caricamento: stantuffo
Capacità serbatoio: 1,40 ml. (? assai variabile)
Paese di Produzione: Italia
Tipologia Cappuccio: a pistone
Finiture: dorate (cromate)
Lunghezza chiusa: 135 mm
Lunghezza aperta: 124 mm
Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 140 mm
Lunghezza del cappuccio: 65 mm
Diametro massimo del corpo: 11,5 mm
Peso (totale): 22 g
Peso (senza cappuccio): 14 gr.
Peso (cappuccio): 8 gr.
“La 88 è equipaggiata da un pennino coperto da una guaina in ebanite sulla cui base è riportato il logo ovoidale dell'Aurora riportante al suo interno la dicitura Aurora 88. Sul lato opposto della sezione viene riportato un numero di serie, purtroppo non esiste una corrispondenza accertata che consenta di correlarlo al periodo di produzione, ma viene riportato che ad inizio del 1952 erano state vendute 750000 penne, passando il milione alla fine dell'anno.”
Il numero di serie di questa stilografica è il n. 1374794.
PAGELLA – VOTO: 8,75
Costruzione, originalità e aspetto: 8 (un piccolo capolavoro nella sua essenzialità e sobrietà)
Rapporto qualità prezzo: 8 (se ne trovano ancora a prezzi ottimi)
Sistema caricamento: 9 (stantuffo)
Scrittura: 8 (affidabile, affascinante)
Nota positiva: sobria, elegante, sincera, affidabile, decisamente consigliata a chi ama il marchio Aurora.
Nota negativa: è da sconsigliare solo a chi non ama le penne “vintage”.
Altre esperienze sulla M200: https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=16717
L'Aurora 88 con una collega sua più giovane, una Pelikan Classic M200:
Entriamo nel mondo “Aurora” in silenzio, il rispetto per i tantissimi appassionati di questo marchio ci rende pedissequamente umili, attenti alle parole, agli aggettivi usati. La prima cosa che impariamo in questo mondo di entusiasti e complimentarsi per la penna altrui, nel rispetto del senso estetico di tutti. Alla mia età tendo a pontificare e senza rendermene conto mi appisolo, lasciandomi andare ai miei sogni di piccolo, grande e ingenuo collezionista… Me ne stavo sereno e tranquillo a non fare niente, quando mi è venuta voglia di perdere tempo su la Baia, strada facendo mi sono imbattuto in un’asta per una stilografica Aurora 88. Poche foto, una descrizione assai modesta e nessuna certezza… Acquistare una penna “vintage” da sconosciuti, senza vedere la penna di persona, senza poterla provare, è altamente sconsigliato, in particolare si rischia di buttare soldi o di acquistare prodotti rovinati e danneggiati. Aspetto le 21,00 di sera e, contro tutti i consigli amichevoli, all’ultimo minuto, pochi istanti prima che venga a scadere l’asta, lancio la mia offensiva. Le offerte erano state basse, partite da un euro erano arrivate a poco più di 37,50 euro, chiaramente la Baia declinava che non si era raggiunto il prezzo soddisfacente per il venditore. Evito di partecipare all’asta, ma faccio una sola offerta poco prima della conclusione naturale. Controllo che il venditore abiti a pochi chilometri da casa mia, se io vivo in terra etrusca al confine con Roma, non dovrebbe essere difficile raggiungerlo, inoltre mi accerto del suo feedback, guardo che tipi di articoli vende, insomma cerco di farmi un’idea generica. In realtà, so benissimo che tutto dipenderà dalla fortuna se la stilografica corrisponderà alle mie aspettative.
Arriviamo al dunque, l’asta me l’aggiudico al prezzo di cinquanta euro, non si può dire se è tanto o poco, tutto dipenderà, appunto, dalle sue condizioni. La busta arriverà per raccomandata dopo cinque giorni, non ho fretta di aprirla, disbrigo altre faccende e poi apro il pacchetto, che sicuramente è ben incellofanato, ma non al sicuro da compressione o pestaggi. Vedere l’Aurora integra e in buono stato è già un’ottima notizia, lo strumento si presenta priva di grossi danni oppure rigature e rotture evidenti. La tengo in mano, tolgo il cappuccio, la osservo, inutile perdere tempo bisognerà lavarla. Acqua tiepida, una goccia di sapone liquido per i piatti e poi, una volta asciugata, caricata e subito alla prova.
L’Aurora 88, fin da subito presenta tutti i problemi possibili che una “vintage” potrebbe avere. Non ricarica, sembra che non sfiati, non carica l’acqua, non carica l’inchiostro. All’inizio ha scritto, ma ogni volta che la chiudo con il suo cappuccio e dopo qualche minuto la riprendo per scrivere, stenta, devo aspettare, sbatterla all’aria, aspettare che l’inchiostro scenda. Osservandola contro luce, sembra che il serbatoio sia vuoto. Leggendo sui vari forum, mi rendo conto che smontarla, quello che è per tanti una passeggiata, per me potrebbe rivelarsi un dramma. Più leggo sull’argomento, più strade si aprono e tutte sono complesse o lasciano poche speranze alla mia banale incompetenza. Tento la penultima strada percorribile. L’ultima sarebbe affidarmi a santa Rita, ma preferisco tenermela come "ultima spiaggia" e mantenere sacra la sua immagine. Mi decido, così, a svuotarla dell’inchiostro e a fare un ulteriore lavaggio. Utilizzo il pistone caricando e scaricando acqua, alla fine mi accorgo che, tra bollicine d’aria e macchie d’inchiostro, il pistone comincia ad aspirare i liquidi. Mi sento vicino al traguardo, una volta asciutta carico la mia “Aurora 88” con un Diamine Jet Black, così, tanto per provare.
Dopo alterne vicende sembra che abbia iniziato a scrivere, ma all’improvviso lascia andare l’inchiostro dal forellino che l’Aurora 88 possiede sul fusto. Ne avevo sentito parlare, altre brutte nuvole all’orizzonte, si possono intravedere. Asciugo le macchie, la poggio sul tavolino e la guardo sconsolato. Ora tocca a lei, dovrà comprendere che l’autoguarigione è l’unica sua possibilità. Il problema della ripartenza sembra ormai superato. Continuo a scrivere, a chiudere il cappuccio e poi a riprenderla, per capire se il flusso esiste oppure ci porta lontano. Il giorno dopo, la notte ha portato riposo e consiglio, l’Aurora, non magicamente, ma per motivi sicuramente scientifici, inizia a scrivere fluidamente e il suo pennino abbastanza flessibile comincia a darmi belle sensazioni. L’acquisto sembra (continuo ad usare il condizionale) essere andato a buon fine, per andare a pieno regime la proverò con l’inchiostro Aurora, con il Pilot Iroshizuku asa-gao, Montblanc Royal Blu e altro ancora… Dopo qualche giorno di scrittura, non compaiono più quelle incertezze iniziali, probabilmente aver comprato una “vintage” al buio non è da consigliare a nessuno, questa volta è andata bene, non sempre è così. Un mese dopo, questa stessa penna mi farà trovare quello che io cercavo da una vita, ma questa è un'altra vicenda e fa parte di un'altra storia (oops! recensione)...
Il pennino della Aurora permette, a chi possiede il dono della calligrafia, ottime evoluzioni di stile e di forma, possederla per un collezionista è aver raggiunto una buona meta (ce ne sono tantissime sul mercato). Alcuni collezionisti si pongono la questione morale di non spendere più di 200 euro per l’acquisto di una stilografica, in realtà tutto è discutibile, forma e sostanza non sempre sono parte della stessa struttura mentale, lasciamoci così, con l’impressione di guidare uno strumento di scrittura che è al secondo posto per desiderio (nel sondaggio “Le dieci penne d’avere…”) sul forum: https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=8&t=1765
Ognuno di noi può dire la sua, ma l’Aurora 88 (Nizzoli) è sicuramente un’ottima penna, non la consiglierei al neofita, perché rimane un impegno psicologico e manuale, ma non è sicuramente una penna difficile da gestire, anzi per scrittura tende a correggere gli errori umani, così come le Pelikan, semmai possiamo dire che l’Aurora 88 possiede il fascino delle favole di una volta, le giuste atmosfere che ci fanno più buoni e che ci rilassano le menti. Marcello Nizzoli (Boretto, 2 gennaio 1887 – Camogli, 31 luglio 1969) con la sua macchina da scrivere Olivetti Lettera 22, il suo distributore di benzina Agip, l’Aurora 88, i manifesti pubblicitari, le abitazioni per dipendenti Olivetti a Ivrea e tanto altro ancora, ci riporta indietro, a quell’Italia che sembrava brutta e piena di retorica ma che paragonata alla nazione di oggi, ci fa sospirare di rimpianto. Complimenti Aurora!
Riccardo Affinati
Cit. “La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità.” (A. Appelfeld)
SCHEDA TECNICA
Brand: Aurora
Collezione: 88
Colore: nero
Edizione: regolare
Materiale Corpo: celluloide
Materiale Pennino: in oro 14 carati
Tipologia Pennino: rigido, ben molleggiato, coperto
Caricamento: stantuffo
Capacità serbatoio: 1,40 ml. (? assai variabile)
Paese di Produzione: Italia
Tipologia Cappuccio: a pistone
Finiture: dorate (cromate)
Lunghezza chiusa: 135 mm
Lunghezza aperta: 124 mm
Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 140 mm
Lunghezza del cappuccio: 65 mm
Diametro massimo del corpo: 11,5 mm
Peso (totale): 22 g
Peso (senza cappuccio): 14 gr.
Peso (cappuccio): 8 gr.
“La 88 è equipaggiata da un pennino coperto da una guaina in ebanite sulla cui base è riportato il logo ovoidale dell'Aurora riportante al suo interno la dicitura Aurora 88. Sul lato opposto della sezione viene riportato un numero di serie, purtroppo non esiste una corrispondenza accertata che consenta di correlarlo al periodo di produzione, ma viene riportato che ad inizio del 1952 erano state vendute 750000 penne, passando il milione alla fine dell'anno.”
Il numero di serie di questa stilografica è il n. 1374794.
PAGELLA – VOTO: 8,75
Costruzione, originalità e aspetto: 8 (un piccolo capolavoro nella sua essenzialità e sobrietà)
Rapporto qualità prezzo: 8 (se ne trovano ancora a prezzi ottimi)
Sistema caricamento: 9 (stantuffo)
Scrittura: 8 (affidabile, affascinante)
Nota positiva: sobria, elegante, sincera, affidabile, decisamente consigliata a chi ama il marchio Aurora.
Nota negativa: è da sconsigliare solo a chi non ama le penne “vintage”.
Altre esperienze sulla M200: https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=16717
L'Aurora 88 con una collega sua più giovane, una Pelikan Classic M200:
Ultima modifica di RiAff il mercoledì 3 marzo 2021, 14:30, modificato 4 volte in totale.
- JetMcQuack
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Aurora 88 (Nizzoli)
Che bella storia, non solo una recensione!
- RiAff
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Grazie, la mia è una piccola storia comune, quella dell'Aurora, invece, sicuramente piena di fascino e grandi cose...
R.A.
Aurora 88 (Nizzoli)
No, così non vale, non puoi lasciarci così sospesi.
Mica è un romanzo d'appendice...
Ho una curiosità, chissà che tu non riesca a soddisfarla.
Premetto, ma non credo sia un mistero per nessuno, che ho ben poca simpatia per quello che ritengo essere un clone con gli steroidi.
La mia domanda è: perché 88?
Prima di questa penna, non mi risulta che Aurora ne abbia mai battezzata nessuna con un numero, e anche dopo forse c'è stata solo la 98.
Sul perché la 51 si chiami così ci sono svariate versioni, ma questa?
-
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Bella storia, credo che accomuni molti di noi. Anche con la mia prima 88 (ne ho due, non decine) avevo un po' di remore a smontarla e armeggiare con le guarnizioni. Poi con l'aiuto del forum, sono riuscito a smontarla e a farla funzionare. A me, questa penna piace tanto. Buon per chi ce l'ha
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Io sono un fan della 88 Nizzoli, ogni volta che ne vedo una devo trattenermi dal prenderla, e ne ho già 7..
Se l'hai presa con la sua scatola di metallo e il foglietto illustrativo hai avuto fortuna.
Ciao.
Gionni
Se l'hai presa con la sua scatola di metallo e il foglietto illustrativo hai avuto fortuna.
Ciao.
Gionni
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Bons ha scritto: ↑mercoledì 3 marzo 2021, 15:31No, così non vale, non puoi lasciarci così sospesi.
Mica è un romanzo d'appendice...
Ho una curiosità, chissà che tu non riesca a soddisfarla.
Premetto, ma non credo sia un mistero per nessuno, che ho ben poca simpatia per quello che ritengo essere un clone con gli steroidi.
La mia domanda è: perché 88?
Prima di questa penna, non mi risulta che Aurora ne abbia mai battezzata nessuna con un numero, e anche dopo forse c'è stata solo la 98.
Sul perché la 51 si chiami così ci sono svariate versioni, ma questa?
"Si usciva da una guerra mondiale e da un regime, infatti, fino ad allora Aurora era nota per usare nomi evocativi derivati dalla lingua latina, come: Novum, Superna, Optima… usare nomi stranieri era infatti severamente vietato. Il nome stesso di "Aurora 88" (1947) fu creato per rappresentare un cambiamento con il passato, era quindi sia un omaggio al modello ispiratore "51" sia una fuga verso la modernità, per simboleggiare un nuovo inizio, una nuova "Aurora"... Nizzoli nel 1950 creò per l'Olivetti la macchina da scrivere Lettera 22...
Aurora 88 (Nizzoli)
se qualcuno ha la risposta Bons sarà invogliato a prenderne una qualcuno che mandi una email alla Aurora c'è?
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Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Bella recensione, molto personale ed intrigante, tutt'altro che una asettica presentazione tecnica.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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Bah, che fosse un omaggio non credo proprio, un volersi richiamare a qualcosa di nuovo (la 51) probabile.
Anche perché il nuovo corso si è esaurito presto per tornare a nomi e non più numeri.
La domanda resta: perché proprio 88?
Io oltre i caciocavalli della smorfia non vado.
Non se ne parla proprio. Più di una volta ho provato a prenderne una ma non ci riesco, credo di esserne allergico.
- RiAff
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Ho parlato di "omaggio" per non dire "altro"...Bons ha scritto: ↑mercoledì 3 marzo 2021, 21:00Bah, che fosse un omaggio non credo proprio, un volersi richiamare a qualcosa di nuovo (la 51) probabile.
Anche perché il nuovo corso si è esaurito presto per tornare a nomi e non più numeri.
La domanda resta: perché proprio 88?
Io oltre i caciocavalli della smorfia non vado.
Non se ne parla proprio. Più di una volta ho provato a prenderne una ma non ci riesco, credo di esserne allergico.
Sul significato ne avrei certezza, ma preferisco non dirlo... Ti do, invece, solo delle risposte che portano il sorriso, ad esempio:
Nel codice morse è un'abbreviazione comunemente usata con significato di love and kisses (baci e abbracci).
Alcuni altri significati:
88 È il numero atomico del Radio (Ra).
88 È un numero intoccabile, non essendo la somma dei divisori propri di nessun altro numero.
L'88 alluderebbe anche al cannone contraereo usato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, l'8,8 cm FlaK, soprannominato «l'88».
https://it.wikipedia.org/wiki/8,8_cm_Fl ... k18-36.jpg
- RiAff
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Il fondadore dell'azienda Aurora:
Isaia Levi nasce a Torino il 20 novembre 1863 da Donato, commerciante, e Marianna. Egli appartiene a una delle più importanti famiglie della borghesia ebraica d’Italia. Frequentato brillantemente il Liceo, consegue la Laurea nella sua città e intraprende la professione imprenditoriale. Sposa Nella Coen e alla fine del secolo XIX ha già costruito numerose imprese. Quale industriale ottiene tali e tanti successi da diventare Cavaliere del Lavoro. Saluta positivamente l’avvento del Fascismo e intraprende la carriera politica nel 1925 divenendo uno degli esponenti principali della Federazione Torinese del PNF. Il 9 dicembre 1933 venne nominato Senatore in ragione delle imprese che con la propria capacità ebbe costruito.
Nel 1940 conseguì l'"arianizzazione": fatto, quest'ultimo, assolutamente inusuale visto che era figlio di ebrei e sposato a un'ebrea. Dopo questo evento poté riprendere possesso di beni e cariche; anzi, fece domanda - ma non ebbe seguito - di essere reintegrato nel PNF...
Dopo l'armistizio di Cassibile e l'occupazione tedesca, tuttavia, Levi si trovò nuovamente in pericolo. Decise quindi di convertirsi e, favorito dalla sua influenza, riuscì a rifugiarsi presso le autorità ecclesiastiche in Vaticano sino alla liberazione di Roma... Alla fine della guerra, si deve faticosamente difendere in tribunale anche dagli attacchi di molti suoi correligionari. Si ritira quindi a vita schiva e privata, morendo a Roma il 6 marzo 1949.
Privo di eredi diretti, una parte consistente finì, dietro sua disposizione, alla Santa Sede...
https://it.wikipedia.org/wiki/Isaia_Levi
Isaia Levi nasce a Torino il 20 novembre 1863 da Donato, commerciante, e Marianna. Egli appartiene a una delle più importanti famiglie della borghesia ebraica d’Italia. Frequentato brillantemente il Liceo, consegue la Laurea nella sua città e intraprende la professione imprenditoriale. Sposa Nella Coen e alla fine del secolo XIX ha già costruito numerose imprese. Quale industriale ottiene tali e tanti successi da diventare Cavaliere del Lavoro. Saluta positivamente l’avvento del Fascismo e intraprende la carriera politica nel 1925 divenendo uno degli esponenti principali della Federazione Torinese del PNF. Il 9 dicembre 1933 venne nominato Senatore in ragione delle imprese che con la propria capacità ebbe costruito.
Nel 1940 conseguì l'"arianizzazione": fatto, quest'ultimo, assolutamente inusuale visto che era figlio di ebrei e sposato a un'ebrea. Dopo questo evento poté riprendere possesso di beni e cariche; anzi, fece domanda - ma non ebbe seguito - di essere reintegrato nel PNF...
Dopo l'armistizio di Cassibile e l'occupazione tedesca, tuttavia, Levi si trovò nuovamente in pericolo. Decise quindi di convertirsi e, favorito dalla sua influenza, riuscì a rifugiarsi presso le autorità ecclesiastiche in Vaticano sino alla liberazione di Roma... Alla fine della guerra, si deve faticosamente difendere in tribunale anche dagli attacchi di molti suoi correligionari. Si ritira quindi a vita schiva e privata, morendo a Roma il 6 marzo 1949.
Privo di eredi diretti, una parte consistente finì, dietro sua disposizione, alla Santa Sede...
https://it.wikipedia.org/wiki/Isaia_Levi
Aurora 88 (Nizzoli)
Voci (non) attendibili e (non) confermate vorrebbero che, tra il 1936 e il 1937, si fosse sottoposto a una operazione di chirurgia plastica per la ricostruzione del prepuzio.RiAff ha scritto: ↑mercoledì 3 marzo 2021, 21:48 Saluta positivamente l’avvento del Fascismo e intraprende la carriera politica nel 1925 divenendo uno degli esponenti principali della Federazione Torinese del PNF. Il 9 dicembre 1933 venne nominato Senatore in ragione delle imprese che con la propria capacità ebbe costruito.
Nel 1940 conseguì l'"arianizzazione": fatto, quest'ultimo, assolutamente inusuale visto che era figlio di ebrei e sposato a un'ebrea. Dopo questo evento poté riprendere possesso di beni e cariche; anzi, fece domanda - ma non ebbe seguito - di essere reintegrato nel PNF...
Dopo l'armistizio di Cassibile e l'occupazione tedesca, tuttavia, Levi si trovò nuovamente in pericolo. Decise quindi di convertirsi e, favorito dalla sua influenza, riuscì a rifugiarsi presso le autorità ecclesiastiche in Vaticano sino alla liberazione di Roma...