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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Mimetismo stilografico
Mimetismo stilografico
Fin da piccola mi affascinava "il mondo" delle stilografiche, viste ad esempio in TV. Ma non le avevo mai avute, pensavo: "Troppo complicate per me". Ero quasi sicura di non saperle usare e caricare. Insomma una come me non poteva certo prendersi cura delle stilografiche... A casa poi, nessuno ne ha mai posseduta una, quindi alla fine non ero neppure abituata.
Invece qualche anno fa la scoperta vera e propria.
Il mio ragazzo le portava sempre a lavoro (lavoravamo insieme... È lì che ci siamo conosciuti ) e ricordo queste penne colorate fuori e dentro. Eh sì gli inchiostri anche erano e sono molto interessanti. Quante me ne ha fatte provare... Non nascondo che all'inizio avevo paura ma lui mi ha dato "il coraggio" di utilizzarle ("Non si rompono mica"). E così dopo una prima stilografica regalata, poi una seconda e una terza ho iniziato anche io ad acquistarle e soprattutto ad usarle senza più timori.
Ora continuo a riceverle come regali, stilografiche sempre belle e preziose e continuo ad acquistarle.
Mi piace scrivere pensieri e riflessioni con le mie penne e mi diverto a caricarle. Ogni volta è piacevole pensare all'inchiostro che userò e ai vari "abbinamenti".
Per fortuna non è mai troppo tardi per scoprire delle passioni.
E questa (come tante altre che ho scoperto di avere) è davvero fantastica. Felicissima di essere entrata in questo meraviglioso "mondo".
Invece qualche anno fa la scoperta vera e propria.
Il mio ragazzo le portava sempre a lavoro (lavoravamo insieme... È lì che ci siamo conosciuti ) e ricordo queste penne colorate fuori e dentro. Eh sì gli inchiostri anche erano e sono molto interessanti. Quante me ne ha fatte provare... Non nascondo che all'inizio avevo paura ma lui mi ha dato "il coraggio" di utilizzarle ("Non si rompono mica"). E così dopo una prima stilografica regalata, poi una seconda e una terza ho iniziato anche io ad acquistarle e soprattutto ad usarle senza più timori.
Ora continuo a riceverle come regali, stilografiche sempre belle e preziose e continuo ad acquistarle.
Mi piace scrivere pensieri e riflessioni con le mie penne e mi diverto a caricarle. Ogni volta è piacevole pensare all'inchiostro che userò e ai vari "abbinamenti".
Per fortuna non è mai troppo tardi per scoprire delle passioni.
E questa (come tante altre che ho scoperto di avere) è davvero fantastica. Felicissima di essere entrata in questo meraviglioso "mondo".
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Mimetismo stilografico
Il mimetismo è una pulsione di necessità evolutiva , ma allo stesso tempo , nella crescita , la via per crearsi modelli attrattivi a cui ispirarsi e accrescere la peopria identità sociale. I bambini, nelle prime fasi di crescita , imparano attraverso gli occhi chi li educa, e questo lo possano fare imitando quel modello di riferimento. Così come il piccolo scimpanzé è attratto dal bastoncino di legno di sua Madre che scava con quello strumento nel formichiere per procurarsi il cibo. Cito ancora Girard a proposito di mimetismo.
" Agli appetiti e ai bisogni determinati dalla sfera biogica, comune agli umani e agli animali, legata a oggetti fissi che di conseguenza sono sempre gli stessi , si possono contrappone il desiderio o la passione, fenomeni esclusivamente umani. Vi è passione , desiderio intenso, a partire dal momento in cui le nostre aspirazioni indeterminate si fissano su un modello che ci suggerisce cosa desiderare , il più delle volte desiderandolo lui stesso. Questo modello può essere la società nel suo insieme ( le mode; n.d.r.), ma è spesso un individuo che noi ammiriamo. Gli uomini hanno il potere di trasformare in modello chiunque ai loro occhi sia dotato di ptestigio , e questo vale non solo per i bambini e gli adolescenti, ma anche per gli adulti.."
" Agli appetiti e ai bisogni determinati dalla sfera biogica, comune agli umani e agli animali, legata a oggetti fissi che di conseguenza sono sempre gli stessi , si possono contrappone il desiderio o la passione, fenomeni esclusivamente umani. Vi è passione , desiderio intenso, a partire dal momento in cui le nostre aspirazioni indeterminate si fissano su un modello che ci suggerisce cosa desiderare , il più delle volte desiderandolo lui stesso. Questo modello può essere la società nel suo insieme ( le mode; n.d.r.), ma è spesso un individuo che noi ammiriamo. Gli uomini hanno il potere di trasformare in modello chiunque ai loro occhi sia dotato di ptestigio , e questo vale non solo per i bambini e gli adolescenti, ma anche per gli adulti.."
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Mimetismo stilografico
Guarda Angelo, hai condensato in due parole quello che intendo. Per molte cose, per me, è stato esattamente così; ad esempio quando mi sono appassionato alla fotografia, spinto dall'oggetto che vedevo tutte le notti, verso mezzanotte, nella vetrina di un fotografo a 2 metri dalla fermata dove aspettavo l'autobus. Tra l'altro impazzivo per la forma particolare del rullo 35mm, avevo una voglia matta di inserirlo in quella macchina e scattare a qualsiasi cosa mi arrivasse davanti. L'amore per il legno e la sua lavorazione, invece, fu effettivamente indotto da un "nonno acquisito" con cui stavo sempre insieme da bambino, che era sempre nella sua bottega a fare qualcosa.
Anche qui mi ci ritrovo, ho evidenziato in blu ciò che è anche il mio pensiero. Io sono stato il primo nella mia "cerchia" a usare la stilografica, e quando è successo la causa scatenante è stato il blu Royal che saliva nel serbatoio. D'altra parte, io ero quello che si era messo a raccattare pezzi di vetro dalla strada, perché mi affascinavano i vari colori che aveva se trasguardati verso il sole. Mia madre si arrabbiò molto e quindi smisi di accumularli, ma la fissa la ebbi ancora a lungo.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 19 febbraio 2021, 10:12 Dissento, teoria interessante probabilmente valida per tanti ma non per tutti.
Sono più in linea con il ragionamento dì Umberto, non ricordo nessuno nella mia infanzia che usasse la stilografica , a scuola negli anni 70 le avevano già dismesse, mio padre parenti o professori non le hanno mai usate. Forse avrò visto qualche film dove le usavano ma non ricordo, a me è capitato come Monet le ho viste in cartoleria mi ha appassionato il loro funzionamento ed ho deciso di comprarla, le ho usate saltuariamente fino si 26/27 anni e poi abbandonate a favore della tastiera. Ora da un paio d’anni ho ripreso un uso intenso per il piacere dell’oggetto in se è cerco di usarle anche sul lavoro pur essendo poco funzionali allo scopo
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartoleria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:39 D'altra parte la teoria del desiderio mimetico non è mia ; ma del grande studioso francese Renè Girard. Uno dei piu grandi intellettuali del secondo novecento, emerito professore di letteratura nelle università americane . Anche se il suo campo di studio è stata l'antropologia .
Ho riletto tutto il thread ed il post primario che l'ha generato. Avendo sorvolato sommariamente su ciò che vi era scritto, ho fornito un mio contributo, che ritengo ora poco attinente.
Rileggendo tuttavia i vari passaggi, mi sono arricchito di una visione che sposo totalmente: c'è sempre un senso di emulazione, conscio o meno, all'origine in ogni cosa
che ci spinge verso una certa direzione (mi complimento con cirovallone per averlo stigmatizzato con un'ottima proprietà di linguaggio).
Nel caso di specie, riformulo il mio post: fu il nostro stimato medico di famiglia, che quando stilava i suoi referti o prescriveva i medicinali, utilizzava una Hastil oppure una Thesi. A dire il vero, fu la Thesi, che attirò in primis la mia attenzione. Da lì il desiderio di avere belle penne. Belle sì, ma adeguate al mie disponibilità economiche da ragazzino. Oggi, a distanza di 35 anni, tra Hastil e Thesi ne conto una decina nella mia collezione.
Nell'avvalorare ulteriormente la tesi del "mimetismo", ricordo che, da teenager, un mio amico possedeva una batteria "muta" (è una pseudo batteria che permette di fare pratica senza disturbare il vicinato). Vederlo armeggiare con quel kit, scatenò in me una voglia smodata di imparare e a possedere quello strumento. Eppure il mio modello (l'amico batterista) non era proprio un esperto musicista, ma fu il mezzo che mi mise a contatto con la passione per quell'oggetto.
Viene da sé pensare che i rapporti sociali ci stimolano continuamente, ed i modelli di riferimento sono per noi fonte imprescindibile di apertura mentale.
Un saluto a tutti.
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Vittima della pubblicità.
In II o III Elementare, già stanco della Bic punta fine (quella col fusto giallo), fui rapito dalla pubblicità della Pelikan Pelikano (l'Antimacchia) su Topolino, al tempo il mio periodico di riferimento per quanto concernesse il lifestyle.
Chiesi a mia madre com'era scrivere con la stilografica e lei mi portò alla cartoleria per provarla. Decisi per quella azzurra.
Poche cartucce blu e molte cartucce nere, che la cartolaia pare vendesse solo a me, e Bic punta fine relegata all'uso del rosso.
Unico della classe a usare la stilografica anche alle medie, e forse anche alle superiori, a parte il fatto che lì eravamo tutti costretti a usare la stilografica caricata a Royal Blue per i compiti in classe di Matematica, ma questa è un'altra storia.
In II o III Elementare, già stanco della Bic punta fine (quella col fusto giallo), fui rapito dalla pubblicità della Pelikan Pelikano (l'Antimacchia) su Topolino, al tempo il mio periodico di riferimento per quanto concernesse il lifestyle.
Chiesi a mia madre com'era scrivere con la stilografica e lei mi portò alla cartoleria per provarla. Decisi per quella azzurra.
Poche cartucce blu e molte cartucce nere, che la cartolaia pare vendesse solo a me, e Bic punta fine relegata all'uso del rosso.
Unico della classe a usare la stilografica anche alle medie, e forse anche alle superiori, a parte il fatto che lì eravamo tutti costretti a usare la stilografica caricata a Royal Blue per i compiti in classe di Matematica, ma questa è un'altra storia.
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Ciao Ciro,
per praticità copio e incollo il mio messaggio di presentazione (risale a 8 anni fa, circa):
per praticità copio e incollo il mio messaggio di presentazione (risale a 8 anni fa, circa):
Aineias ha scritto: ↑lunedì 12 agosto 2013, 17:56 Ciao Forum, sono Aineias.
Faccio una breve premessa prima di dirvi della mia piccolissima dotazione di penne stilografiche.
Dopo molti anni mi son ritrovato di nuovo, e per puro caso, a sentirmi attratto dall'uso della penna stilografica. Ho cominciato a usarla alle scuole superiori (17 anni, più o meno), e continuato per circa due anni. Molto probabilmente era pura emulazione nei riguardi degli insegnanti uomini, tutti ingegneri, e tutti con la propria personale/particolare penna stilografica (quante cose si possono poi apprendere delle persone già solo osservando il modello di penna che usano, lo lascio immaginare...). La mia era una Sheaffer Targa 1001, tutta in acciaio: bellissima!
....
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Mimetismo stilografico
Ancora qualcosa sul Mimetismo.Non ce ne rendiamo conto, ma tantissime cose che ci circondono e fanno parte della nostra esistenza; non sono altro che " aspirazioni indeterminate" ( mi scuso se cito ancora Girard) ; spesso beni di consumo ; in realtà simulacri che prendono consistenza ai nostri occhi solo se si appalesano su di un modello che noi riteniamo di prestigio .
Ringrazio gli ultimi post per i complimenti .
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Hannibal the Cannibal è sempre incisivo.Monet63 ha scritto: ↑venerdì 19 febbraio 2021, 13:28Guarda Angelo, hai condensato in due parole quello che intendo. Per molte cose, per me, è stato esattamente così; ad esempio quando mi sono appassionato alla fotografia, spinto dall'oggetto che vedevo tutte le notti, verso mezzanotte, nella vetrina di un fotografo a 2 metri dalla fermata dove aspettavo l'autobus. Tra l'altro impazzivo per la forma particolare del rullo 35mm, avevo una voglia matta di inserirlo in quella macchina e scattare a qualsiasi cosa mi arrivasse davanti.
Be', anch'io desideravo la Pentax Spotmatic che rimanevo ad ammirare col naso sulla vetrina.
Ovviamente adesso ce l'ho con un bellissimo parco obiettivi.
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Fantastica, l'ho usata a lungo prima di potermi prendere una Nikon F2, una macchina meravigliosa. Avevo un 50mm molto luminoso, con le lenti gialle, si diceva fossero radioattive. Ancora oggi conservo alcune reflex di quell'epoca, tra cui una MX.Bons ha scritto: ↑sabato 20 febbraio 2021, 15:56Hannibal the Cannibal è sempre incisivo.Monet63 ha scritto: ↑venerdì 19 febbraio 2021, 13:28
Guarda Angelo, hai condensato in due parole quello che intendo. Per molte cose, per me, è stato esattamente così; ad esempio quando mi sono appassionato alla fotografia, spinto dall'oggetto che vedevo tutte le notti, verso mezzanotte, nella vetrina di un fotografo a 2 metri dalla fermata dove aspettavo l'autobus. Tra l'altro impazzivo per la forma particolare del rullo 35mm, avevo una voglia matta di inserirlo in quella macchina e scattare a qualsiasi cosa mi arrivasse davanti.
Be', anch'io desideravo la Pentax Spotmatic che rimanevo ad ammirare col naso sulla vetrina.
Ovviamente adesso ce l'ho con un bellissimo parco obiettivi.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Più che per le stilo, per l’inchiostro verde nel mio caso: lo utilizzava il mio professore di matematica delle scuole medie e penso sia proprio “colpa” sua se oggi è l’inchiostro di quella che ritengo la “mia” penna e se ogni tanto lo uso anche sulle cartelle cliniche, sebbene in teoria potrebbe essere una cosa contestabile.
Mimetismo ed emulazione? Forse, in quanto è stato per me il primo vero uomo di scienza con cui ho avuto la possibilità di rapportarmi in un’età che cominciava a essere vagamente quella della ragione
Mimetismo ed emulazione? Forse, in quanto è stato per me il primo vero uomo di scienza con cui ho avuto la possibilità di rapportarmi in un’età che cominciava a essere vagamente quella della ragione
Riccardo
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Ho sempre visto mio padre scrivere con la stilo
Forse un paio di volte in tutta la sua vita con la biro ...
Indubbiamente la passione è arrivata da lì, e anche tante stilo
E comunque la uso da sempre anche io
Partiamo dalla terza elementare e arriviamo ai giorni nostri
Forse un paio di volte in tutta la sua vita con la biro ...
Indubbiamente la passione è arrivata da lì, e anche tante stilo
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