cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:52
cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 23:39
D'altra parte la teoria del desiderio mimetico non è mia ; ma del grande studioso francese Renè Girard. Uno dei piu grandi intellettuali del secondo novecento, emerito professore di letteratura nelle università americane . Anche se il suo campo di studio è stata l'antropologia .
Il tuo desiderio in quella vetrinetta della cartoleria non è " vergine" e avulso attraverso un' empirismo primitivo, ma sempre assoggettato alle nostre relazioni sociali. Se scavi bene è qualcuno non " qualcosa" il nostro desiderio . La penna in sè non stimola nessun interesse particolare ma è solo un mattone che costruisce la nostra ideale figura di un modello.
Ho riletto tutto il thread ed il post primario che l'ha generato. Avendo sorvolato sommariamente su ciò che vi era scritto, ho fornito un mio contributo, che ritengo ora poco attinente.
Rileggendo tuttavia i vari passaggi, mi sono arricchito di una visione che sposo totalmente: c'è sempre un senso di emulazione, conscio o meno, all'origine in ogni cosa
che ci spinge verso una certa direzione (mi complimento con cirovallone per averlo stigmatizzato con un'ottima proprietà di linguaggio).
Nel caso di specie, riformulo il mio post: fu il nostro stimato medico di famiglia, che quando stilava i suoi referti o prescriveva i medicinali, utilizzava una Hastil oppure una Thesi. A dire il vero, fu la Thesi, che attirò in primis la mia attenzione. Da lì il desiderio di avere belle penne. Belle sì, ma adeguate al mie disponibilità economiche da ragazzino. Oggi, a distanza di 35 anni, tra Hastil e Thesi ne conto una decina nella mia collezione.
Nell'avvalorare ulteriormente la tesi del "mimetismo", ricordo che, da teenager, un mio amico possedeva una batteria "muta" (è una pseudo batteria che permette di fare pratica senza disturbare il vicinato). Vederlo armeggiare con quel kit, scatenò in me una voglia smodata di imparare e a possedere quello strumento. Eppure il mio modello (l'amico batterista) non era proprio un esperto musicista, ma fu il mezzo che mi mise a contatto con la passione per quell'oggetto.
Viene da sé pensare che i rapporti sociali ci stimolano continuamente, ed i modelli di riferimento sono per noi fonte imprescindibile di apertura mentale.
Un saluto a tutti.