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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Mimetismo stilografico
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- Snorkel
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Mimetismo stilografico
Salve a tutti.
Quanto conta ( e chi è stato per primo) per voi l'immagine primaria che vi ha fatto innamorare di questo strumento bellissimo. Intendo il modello di riferimento: il prof, un nonno, un attore , ecc.
Per me il mio ( re)innamoramento è stato Mastroianni nel film della Arxhibugi " verso sera". Il primo mio zio con la sua Aurora 88 nikelgenta.
Quanto conta ( e chi è stato per primo) per voi l'immagine primaria che vi ha fatto innamorare di questo strumento bellissimo. Intendo il modello di riferimento: il prof, un nonno, un attore , ecc.
Per me il mio ( re)innamoramento è stato Mastroianni nel film della Arxhibugi " verso sera". Il primo mio zio con la sua Aurora 88 nikelgenta.
- Massimo59
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Mimetismo stilografico
ma...sinceramente a me l'hanno data in mano in terza elementare, per sostituire la cannuccia e il pennino, e da li è sempre stata nelle mie mani... poi forse, col tempo e con questo "stramaledetto" forum, non è rimasta più sola...
- Hiver77
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Mimetismo stilografico
Il nonno materno in primis (la sua Waterman Strong è una delle penne che ho felicemente recuperato) quando stavo al liceo.
Un collega di Storia dell'Arte e la sua Parker Vector mi hanno invece fatto riscoprire la "passione sepolta".
Un collega di Storia dell'Arte e la sua Parker Vector mi hanno invece fatto riscoprire la "passione sepolta".
Chiara
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
G. Polya
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
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- Monet63
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Mimetismo stilografico
Sono sempre stato appassionato di colori (si era capito, no?).
Alle elementari dove andavo io avevano adottato le biro da pochissimo, ma io - forse in terza elementare - vidi una stilografica nella vetrina della cartoleria sotto casa. Niente di che, era un'economica con il caricamento a siringa, ma la proprietaria ne aveva una identica che usava in negozio. Io rimasi affascinato quando vidi che la caricava: ricordo nitidamente quel blu intenso che invadeva il serbatoio (che era tipo Noodler's Ahab odierna), l'alberino di metallo che risucchiava l'inchiostro, la forma della boccetta che mi sembrava la cosa più bella del mondo. Insomma, dissi a mia mamma che la volevo e lei - che era intelligentissima e garbata, ma non particolarmente condiscendente - mi rispose con un "Ottimo! Allora metti i soldini da parte!"; e io così feci, finché ebbi il necessario per la penna e una boccetta di Pelikan 4001 blu.
Questa storia dei soldi messi da parte giocò a mio favore quando, al momento della prima comunione, mi fu regalata una Waterman C-F in livrea moirée cromata. Mio papà non voleva farmela usare perché troppo preziosa, io invece me la sognavo la notte e trovavo ingiusto tenerla al buio in un cassetto. Allora intervenne mia mamma che, da brava calabrese, spiegò gentilmente ma con risolutezza che un bambino che arriva a mettere da parte i soldi per comprare una stilografica invece che i fumetti del Piccolo Ranger, è senz'altro abbastanza maturo da usare una stilografica pregiata, e quindi gli avrebbe concesso di fare come diceva lei.
Da allora non scrissi più con altro per decenni, e solo in età avanzata ho concesso nuovamente alle biro e simili di tornare nelle mie mani.
Alle elementari dove andavo io avevano adottato le biro da pochissimo, ma io - forse in terza elementare - vidi una stilografica nella vetrina della cartoleria sotto casa. Niente di che, era un'economica con il caricamento a siringa, ma la proprietaria ne aveva una identica che usava in negozio. Io rimasi affascinato quando vidi che la caricava: ricordo nitidamente quel blu intenso che invadeva il serbatoio (che era tipo Noodler's Ahab odierna), l'alberino di metallo che risucchiava l'inchiostro, la forma della boccetta che mi sembrava la cosa più bella del mondo. Insomma, dissi a mia mamma che la volevo e lei - che era intelligentissima e garbata, ma non particolarmente condiscendente - mi rispose con un "Ottimo! Allora metti i soldini da parte!"; e io così feci, finché ebbi il necessario per la penna e una boccetta di Pelikan 4001 blu.
Questa storia dei soldi messi da parte giocò a mio favore quando, al momento della prima comunione, mi fu regalata una Waterman C-F in livrea moirée cromata. Mio papà non voleva farmela usare perché troppo preziosa, io invece me la sognavo la notte e trovavo ingiusto tenerla al buio in un cassetto. Allora intervenne mia mamma che, da brava calabrese, spiegò gentilmente ma con risolutezza che un bambino che arriva a mettere da parte i soldi per comprare una stilografica invece che i fumetti del Piccolo Ranger, è senz'altro abbastanza maturo da usare una stilografica pregiata, e quindi gli avrebbe concesso di fare come diceva lei.
Da allora non scrissi più con altro per decenni, e solo in età avanzata ho concesso nuovamente alle biro e simili di tornare nelle mie mani.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Mimetismo stilografico
Non penso di aver avuto alcun esempio, deve essere stata una passione innata, dalle medie ho iniziato a usare la stilografica e ricordo le magnifiche vetrine di alcune "cartolerie" in città stracolme di penne che ogni volta mi tenevano li incollato. E poi i regali stilografici di mia nonna...quanti bei ricordi!
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- Snorkel
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Mimetismo stilografico
Specifico meglio il senso del mio post. Io mi riferivo non tanto all'oggetto in sè; lo strumento e il suo uso, o la sua bellezza esteriore che ci ha colpiti magari da piccoli davanti ad una cartoleria prima di entrare a scuola. No; io parlo proprio del modello primario che stimola il desiderio mimetico che ci forma da piccoli e ci fa evolvere attraverso quelle persone che abbiamo visto in quella fase di crescita.
Noi spesso amiamo qualcosa ( in questo caso un oggetto) perché vogliamo essere chi lo ha usato .
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- Monet63
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Mimetismo stilografico
Ho capito.
In questo caso, nessun desiderio mimetico; ho fatto tutto da solo. D'altra parte, anche per altre cose, io sono stato più stimolato dall'oggetto in sé e dalla sua funzione che non da persone.
In questo caso, nessun desiderio mimetico; ho fatto tutto da solo. D'altra parte, anche per altre cose, io sono stato più stimolato dall'oggetto in sé e dalla sua funzione che non da persone.
Ultima modifica di Monet63 il giovedì 18 febbraio 2021, 20:58, modificato 1 volta in totale.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Mimetismo stilografico
Anche a me "me l'hanno data in mano alle elementari". Non ricordo se l'amore scattò allora, però ricordo quel momento con particolare precisione, quindi un effetto su me l'ha fatto...
Mimetismo stilografico
Stavo per rispondere che non ho avuto nessun modello mimetico, come lo hai giustamente definito tu, ma in realtà non è così.
Un medico specialista che mi ha seguito dalla nascita fino a quando è andato in pensione scriveva con la stilografica, secondo me era una Montblanc.
Ricordo la sua scrittura, un flusso abbondante (B almeno) di un bellissimo nero corvino, col quale firmava o compilava i referti e la cartella clinica.
Il legame con la mia famiglia e altre famiglie di pazienti era così forte che qualche volta ci scriveva cartoline di auguri dagli Stati Uniti - andava spesso alla Mayo Clinic di Rochester - sempre con la stilografica.
Le conservo come ricordi preziosissimi.
Un medico specialista che mi ha seguito dalla nascita fino a quando è andato in pensione scriveva con la stilografica, secondo me era una Montblanc.
Ricordo la sua scrittura, un flusso abbondante (B almeno) di un bellissimo nero corvino, col quale firmava o compilava i referti e la cartella clinica.
Il legame con la mia famiglia e altre famiglie di pazienti era così forte che qualche volta ci scriveva cartoline di auguri dagli Stati Uniti - andava spesso alla Mayo Clinic di Rochester - sempre con la stilografica.
Le conservo come ricordi preziosissimi.
Ultima modifica di Hiroshi il giovedì 18 febbraio 2021, 21:41, modificato 1 volta in totale.
Mimetismo stilografico
Anche per me, nessuna persona da citare come esempio nell'uso della stilografica. L'ho sempre usata da piccolo, a scuola, e riscoperta spontaneamente in età matura.
Mimetismo stilografico
Sinceramente non ricordo alcun riferimento. Tutto è cominciato quando mi hanno regalato un set 98 (stilografica-biro) quando avevo 8 anni. I Mio padre si appropriò subito della biro (grazie a Dio) che riusci’ a perdere in breve tempo. Io ripresi l’uso della stilografica al liceo. Mi piaceva il tratto, lo scontillio dell’inchiostro appena scritto. Poi cominciai a usarla per gli scritti e le sottoscrizioni più importanti. La 98 la ho ancora ...
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- Stantuffo
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Mimetismo stilografico
Per me è stato... Un cassetto. La proverbiale stilografica trovata in un cassetto da bambino, una economica Niji rosso marmorizzato. La vedevo così diversa dalle Replay che si usavano a scuola, non sapevo come si usasse, come si caricasse, e se si ricaricasse o meno. Poi, vidi mio zio che possedeva (e possiede ancora) tanti di quegli strani strumenti. Ne ero affascinato, ma non li avevo mai usati, fino a che qualche anno fa è rispuntata fuori quella Niji, che ho deciso di far funzionare. E da lì è nato tutto, mi si è aperto un mondo. Ho acquistato la mia prima stilografica, una Metropolitan, poi il forum... E tutti voi sapete come continua
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- Snorkel
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Mimetismo stilografico
Hiroshi ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 21:03 Stavo per rispondere che non ho avuto nessun modello mimetico, come lo hai giustamente definito tu, ma in realtà non è così.
Un medico specialista che mi ha seguito dalla nascita fino a quando è andato in pensione scriveva con la stilografica, secondo me era una Montblanc.
Ecco, questo intendevo. L'oggetto in sè ( e la sua relativa carica attrattiva) ha una valenza relativa se è disgunto da una persona che ce lo fa desiderare o meno. Siamo animali sociali , ci direbbe un antropologo; e quei modelli primari ci accompagnano da piccoli ; consapevoli o inconsci.
- Monet63
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Mimetismo stilografico
Vuoi dire che alla base di una passione c'è sempre un senso di emulazione, magari inconscio? Perché, per quanto mi riguarda, è invece proprio l'oggetto e la comprensione delle sue potenzialità che mi hanno sempre scatenato le passioni.cirovallone ha scritto: ↑giovedì 18 febbraio 2021, 22:04 Ecco, questo intendevo. L'oggetto in sè ( e la sua relativa carica attrattiva) ha una valenza relativa se è disgunto da una persona che ce lo fa desiderare o meno. Siamo animali sociali , ci direbbe un antropologo; e quei modelli primari ci accompagnano da piccoli ; consapevoli o inconsci.
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La penna sicuramente no. L'ho sempre avuta senza troppe storie o attenzioni. Doveva essere una Norex la prima, un'auretta col pennino piatto e poi una Parker Vector a cui avevo fatto la testina dorata coi colori da modellismo e poi smaltata col "Vernidas". Già impapocchiavo roba.
L'emulazione di sicuro: un amico di famiglia che riparava tutto.
Lui pero' aveva la vena artistica. Io no
Per Polemarco: per un periodo alle elementari avevo una 98 biro dorata. Pesante che spiombava.
La odio ancora: come tutte le penne dorate.
Una penna di lusso in mano a un bambino delle elementari credo sia un errore
L'emulazione di sicuro: un amico di famiglia che riparava tutto.
Lui pero' aveva la vena artistica. Io no
Per Polemarco: per un periodo alle elementari avevo una 98 biro dorata. Pesante che spiombava.
La odio ancora: come tutte le penne dorate.
Una penna di lusso in mano a un bambino delle elementari credo sia un errore
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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