Meno di un 1 mese, suvvia. Sono io che mi faccio prendere dalle ansie dell'attesa... colpa del digitale: tutto più veloce, tutto più immediato.
(e per non andare OT mi fermo)
Meno di un 1 mese, suvvia. Sono io che mi faccio prendere dalle ansie dell'attesa... colpa del digitale: tutto più veloce, tutto più immediato.
Rodelinda ha scritto: ↑venerdì 15 gennaio 2021, 0:46 Avviso che 1) Ho imbucato come previsto qualche giorno fa la lettera per Valhalla; e che 2) Ho ricevuto una panzuta busta da Pierre, con caratteristiche sommamente interessanti che mi hanno messo sulle tracce della possibile soluzione a come mai lui sembri vivere in un buco nero da cui non parte e non arriva posta.
Mi sento di informare tutti, ivi compreso Pierre medesimo, che potrebbe esserci una ragione per le lungaggini/lentezze/inceppamenti da voi riscontrati nelle varie spedizioni (oltre al cronico ritardo - in senso proprio e figurato - di Poste Italiane). Se vorrete seguirmi negli esiti di quest'indagine certosina, potreste rimanere stupiti.
Avete fatto partire la soundtrack della serie "Sherlock" per meglio godervi il resoconto a seguire?
Potete, in caso, trovarla a questo link.
Ma bando alle ciance, e fuoco alle polveri!
Non so se tutti voi siate a conoscenza di alcuni affascinanti particolari di come funzionino le spedizioni con francobollo, ma di recente - anche a causa del Covid, che rende decisamente rischioso recarsi all'ufficio postale - io mi sono messa di buzzo buono ad approfondire quest'argomento: ho scoperto che sarebbe virtualmente possibile spedire con francobollo praticamente qualsiasi cosa (persino dei pacchetti, e ci ho anche provato con esiti esilaranti).
Infatti, per cosa sono stati concepiti i francobolli? Per incorporare in un tariffario fisso, predeterminato dal monopolio di Stato, i costi di trasporto e consegna di un collo (come delle accise ambulanti, se avete famigliarità col concetto). Questo tariffario fisso è calcolato aprioristicamente principalmente su una progressiva distanziometrica e sul peso del bene: anche se i valori emessi dalle Poste sono solo due, è possibile ricoprire i costi di queste spedizioni con più o meno francobolli.
Fin qui, niente di nuovo - non fosse che gli appassionati della posta analogica sono più rari dei liocorni, e chi è disposto a ricoprire di minuscoli valori bollati il retro di una busta sobbarcandosi la rogna di stare lì a fare delle misurazioni precise al millimetro del collo da imbucare anche meno, per cui oggi si sono persi questi concetti che solo fino a quarant'anni fa erano patrimonio comune.
Ed è qui che l'umile sottoscritta, armata di una tignosità fuori dall'ordinario e di un solido odio per le liti e i casi umani che si incontrano solo negli uffici postali (secondo me, l'anticamera dell'inferno), ha deciso di mettere alla prova la tenuta di un sistema che ha visto i suoi fasti in epoca vittoriana e ai tempi delle diligenze dei Thurn-und-Taxis, scoprendo che peraltro si può vincere.
Attraverso alcune affascinanti sperimentazioni, consigliata dal mio tabaccaio di fiducia - il figlio dello stesso signore che quando ero piccola mi vendeva le Nazionali per mio nonno, anche se avevo cinque anni, una roba che oggigiorno sarebbe semplicemente improponibile perché nel giro di due minuti chiamerebbero i Servizi Sociali, la polizia, i Carabinieri, l'Intelligence Service di Sua Maestà e i sommozzatori a cavallo - ho appurato che ci sono principalmente tre fattori che, sul territorio nazionale (per l'estero è un'altra faccenda, ma neanche troppo) possono influenzare la rapidità e l'effettiva consegna di una lettera o di un pacchetto grossomodo più grande di una busta:
1) Le dimensioni/la forma della busta stessa;
2) Il peso della medesima, che dev'essere calcolato con estrema precisione;
3) La nitidezza con cui l'indirizzo viene scritto sul retro.
Infatti, come potete ben constatare dai prospetti - tratti dal sito di Poste Italiane - che allego a seguire, esistono vari formati di spedizioni e buste, la cui dimensione va calcolata al millimetro: i macchinari che smistano la posta, infatti, sono tarati per riconoscere solo certe dimensioni, e non oltre, e associare ad esse automaticamente un costo.
Per cui, volendo spedire una lettera in economia, inizierei a controllare che essa rientri esattamente nel cosiddetto "piccolo standard", che prevede "invii rettangolari con lunghezza da 14 a 23,5 cm; altezza da 9 a 12 cm"; ma attenzione: occorre anche fare caso allo spessore, che dev'essere estremamente contenuto e non superare "da 0,15 mm a 5 mm".
In caso contrario, a prescindere dal peso, la spedizione potrebbe rientrare nel "medio standard", ossia "Invii rettangolari con lunghezza da 14 a 35,3 cm; altezza da 9 a 25 cm; spessore da 0,15 mm a 2,5 cm".
Qualsiasi invio rettangolare al di sopra di questi limiti, per altezza, larghezza o spessore, o che non sia rettangolare (quindi anche quadrato), è "extra standard" (che ne so: volete inviare un Picasso rubato dai nazisti e da voi fortunosamente recuperato dopo mille peripezie al ricettatore che vi renderà favolosamente ricchi, in un contenitore cilindrico? Quella lì è sicuramente una spedizione non standard, e mica solo perché se vi cattura l'Ispettore Zenigata dovete contare che Goemon e Jigen vengano a salvarvi).
Fin qui ci siamo?
La cosa ha una fondamentale importanza in quanto gli invii extra standard fatti con francobollo non solo costano di più - e parecchio - del "medio standard", ma essendo così strani per forma e dimensione la stragrande maggioranza delle volte vengono smistati a mano. Questo, come tutte le operazioni non automatizzate, comporta dei rallentamenti significativi nella loro consegna, anche fino a un mese.
Inoltre, se può capitare che buste di piccolo o medio standard possano sfuggire alle operazioni di pesatura - per cui può verificarsi che invii che superano, magari di poco, il limite dei 20 gr di peso passino inosservati e arrivino comunque a destinazione - non succede praticamente mai per gli invii extra standard. Essi saranno minuziosamente pesati, catalogati, e - se trovati mancanti dell'affrancatura - mandati al macero senza pietà.
Personalmente, ho provato a spedire a un'utente del forum con cui ho in ballo un fruttuoso scambio di campioni di inchiostro, un pacchetto in busta formato piccolo standard: lo spessore - a causa delle fialette e della cospicua imbottitura in gommabolle - superava abbondantemente il mezzo centimetro consentito, ma non i 2,5 cm nel punto più ampio, quindi essa rientrava nel medio standard. Dopo averla pesata, ho acquistato i tre francobolli necessari ad arrivare alla capienza di 3,60 euro e l'ho serenamente imbucata.
Un mese dopo è arrivata a destinazione, in perfette condizioni di imballaggio... ma la lentezza non era dovuta alla forma bitorzoluta, bensì al fatto che l'indirizzo era scritto male con due pennarelli di spessore diverso, per cui era stato necessario smistarla e consegnarla manualmente. Se fosse stato scritto a macchina, non sarebbe accaduto.
Il secondo fattore fondamentale, appurate le dimensioni, è senza dubbio il peso. Qualsiasi busta, anche in formato perfettamente standard che più standard non si può, la busta che fa sesso solo la domenica nella posizione del missionario, la busta che rispetta l'anagrafica media nazionale, se pesa troppo per l'affrancatura finirà al macero.
Il mondo delle buste non sa cosa sia la body positivity.
Ed è questo - suppongo - il problema di Pierre. La lettera di Pierre mi è arrivata sontuosamente confezionata in una - bellissima - carta da lettere Clairefontaine in un color beige chiaro, quasi un'avana con una componente crema molto accentuata. Quando l'ho presa in mano, ho subito pensato: "Un grafomane come me!", perché era ben ponderosa.
In realtà, la lettera era redatta su un foglio di cartoncino - non carta, proprio cartoncino - da almeno 200 gr., dello stesso peso della busta. Insieme, lettera e busta pesavano - ellapeppetta! - ben 48 grammi, pur essendo state inviate con un francobollo "B" da 1,10. Perciò, la lettera di Pierre mi è arrivata per una fortunosa combinazione di busta standard medio internazionale perfetto, e lassismo generale del mio ufficio postale (in media, a me arriva un po' qualsiasi cosa in buste standard e niente è mai stato mandato al macero: sono riuscita a spedirmi un quaderno da disegno quadrato del peso di oltre cento grammi in una busta quadrata con un francobollo da 1,10, una volta).
Ora, non ho la presunzione di dedurre da questo invio il comportamento medio di Pierre come corrispondente, ma mi vien da pensare che a Cuneo siano molto più rigidi rispetto a qui e che, semplicemente, mandino al macero le lettere che superano lo standard minimo di peso sia in entrata che in uscita. Nella corrispondenza con un altro utente originario della stessa zona di Pierre è capitato a una mia lettera (per la quale impiegai una carta da lettere piuttosto ricca anche io) che svanisse nel nulla.
Dal che deduco semplicemente che Pierre e i suoi corrispondenti debbano fare molta attenzione al peso delle loro confidenze - non solo in termini di qualità, ma proprio di quantità - provvedendosi del valore di affrancatura esatto.
Da ultimo, un fattore essenziale per consentire l'espletamento delle operazioni di smistamento automatico in tempi non geologici è la chiarezza e la nitidezza dell'indirizzo.
Infatti, tanto più esso è chiaro, leggibile e segue le indicazioni di Poste Italiane per numero di righe e collocamento sul retro della busta, tanto più le operazioni di smistamento e distribuzione saranno veloci.
Anche in questo caso, ho constatato un'anomalia nel modo in cui Pierre posiziona il destinatario: lo colloca al centro, anziché in basso sulla destra: questo rende indispensabile leggerlo e smistarlo manualmente, il che - se magari il destinatario di suo è lontano - può rendere tutto quanto più lento.
Se poi la lettura è proprio impossibile ai macchinari, la consegna può accumulare i ritardi di un Intercity regionale, rendendo più pratico trasferirsi su Alpha Centauri con un razzo a pedali.
E' quello che è successo al mio pacchetto di cui sopra: il valore di affrancatura era corretto e calcolato al millimetro per peso e dimensioni, ma purtroppo mentre scrivevo l'indirizzo il trattopen indelebile ha smesso di funzionare e ho dovuto terminare le ultime due righe con un pennarello nero punta grossa, il che ha creato una discrepanza calligrafica tale da rendere impossibile ai macchinari lo smistamento diretto della posta.
Anche il colore è importante: in media, il nero è più decifrabile del blu, e il blu scuro è meglio di un blu elettrico brillante o di un turchese, o di un teal. Altri colori non sono ammessi, quindi non scommettete su un seppia, un porpora, un fucsia o un viola: le lettere che sono considerate prive di destinatario vengono direttamente spedite al riciclaggio.
Anche in questo caso, il mio ufficio postale di zona si distingue per una tolleranza fuori dall'ordinario: un anno fa una buontempona kazaka del Postcrossing mi mandò una cartolina con l'indirizzo scritto in giallo. Arrivò lo stesso, ma la postina mi raccontò espressamente che si era trasformata in una specie di scherzo per tutti i suoi colleghi, quindi invece di buttarla me l'aveva consegnata solo per vedere che faccia avrei fatto (citofonò apposta).
Sarebbe anche meglio - e questo lo dico contro gli interessi della nostra categoria di appassionati stilomani - usare un inchiostro indelebile, per evidenti motivi.
Poi boh, magari ho scritto quest'affascinante spataffiata senza alcun motivo, perché tutti voi eravate a conoscenza di queste notizie e ogni avaria o disguido che tutti noi abbiamo conosciuto negli ultimi anni di corrispondenza è frutto, semplicemente, della cronica incapacità di Poste Italiane di fare quello che ci si aspetta da essa (consegnare la posta).
Nel qual caso, interpretate la lunga requisitoria di cui sopra come l'ennesima manifestazione della mia straripante eccentricità e curiosità scientifica, e passate oltre scuotendo la testa con compatimento (come ha fatto mio padre vedendomi alle prese con una bilancia di precisione per pesare dei fogli; mia madre si è semplicemente chiesta dove abbia sbagliato nella vita).
Un abbraccio a tutti, avrete presto mie notizie.
Via posta, ovviamente
PosteItaliane!.png
PosteItaliane!2.png
Su quest'ultimo punto hai avuto conferma da qualche ufficio postale?Rodelinda ha scritto: ↑venerdì 15 gennaio 2021, 0:46 Infatti, per cosa sono stati concepiti i francobolli? Per incorporare in un tariffario fisso, predeterminato dal monopolio di Stato, i costi di trasporto e consegna di un collo (come delle accise ambulanti, se avete famigliarità col concetto). Questo tariffario fisso è calcolato aprioristicamente principalmente su una progressiva distanziometrica e sul peso del bene: anche se i valori emessi dalle Poste sono solo due, è possibile ricoprire i costi di queste spedizioni con più o meno francobolli.
Sì, sono sicura.valhalla ha scritto: ↑mercoledì 20 gennaio 2021, 13:07Su quest'ultimo punto hai avuto conferma da qualche ufficio postale?Rodelinda ha scritto: ↑venerdì 15 gennaio 2021, 0:46 Infatti, per cosa sono stati concepiti i francobolli? Per incorporare in un tariffario fisso, predeterminato dal monopolio di Stato, i costi di trasporto e consegna di un collo (come delle accise ambulanti, se avete famigliarità col concetto). Questo tariffario fisso è calcolato aprioristicamente principalmente su una progressiva distanziometrica e sul peso del bene: anche se i valori emessi dalle Poste sono solo due, è possibile ricoprire i costi di queste spedizioni con più o meno francobolli.
Perché una volta era indubbiamente così, ma leggendo il sito delle poste sembrerebbe invece che si debba usare solo il francobollo preciso per il prodotto che si vuole spedire, quindi per l'Italia francobollo B fino a 20 grammi (entro i limiti di formato citati) e francobollo B_50 fino a 50 grammi, mentre per l'estero i vari francobolli B Zona (1|2|3) ecc, e che le combinazioni di francobolli non si possano più fare, da quando han tolto l'indicazione del valore sui francobolli.
https://www.poste.it/prodotti/posta-ord ... 3800422608
https://www.poste.it/prodotti/postamail ... 3800422608
Ci sono dei tabaccai che mi hanno proposto combinazioni di francobolli per spedire all'estero, ma visto che la combinazione che mi stavano dando in alcuni casi non era neanche sufficiente a coprire il prezzo, mi viene il sospetto che non sapessero esattamente di cosa stavano parlando.
L'avevo inteso come “se si spediscono cose da più di 50 grammi si deve spedire necessariamente andando in posta" (come leggo che si deve fare nel caso di spedizioni internazionali con merci extra EU, anche se questa è una novità https://www.poste.it/nuove-regole-spedi ... ra-ue.html )
uhm... da qui sembrerebbe che le isole Marshall siano semplicemente in zona 3, per la quale in teoria (vedi sotto) ci sono i francobolli apposta https://www.poste.it/zone-tariffarie-po ... onale.html
zona C? quella sul sito non c'è neanche