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Riscatto? Ricordi? Collezionismo? Cosa vi dicono le vostre stilografiche?

Per fare due chiacchiere insieme su argomenti vari
Spiller84
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Riscatto? Ricordi? Collezionismo? Cosa vi dicono le vostre stilografiche?

Messaggio da Spiller84 »

Per me le penne stilografiche non sono (magari non sono ancora) legate a significati così elevati. Sono uno strumento che mi ha sempre affascinato, che da piccolo vedevo come le "penne da grandi" e che mi tenevano lontane perché avrei fatto pasticci. Poi, sono sparite dalla mia vita, io sono della generazione che a scuola ha purtroppo usato le Replay beige cancellabili, che odiavo profondamente e che aravano il foglio più che scriverci.
Poi, sono tornate ad affascinarmi, anche grazie a mio zio che ha una bella collezione, e che guardavo (e guardo ancora) ammirato.
Mi piace usarle, mi piace la sensazione che mi danno in scrittura e mi piace la loro eterogeneità e variabilità, gli inchiostri, i sistemi di caricamento...
Al momento sono disoccupato, ma soero di dover firmare con una bella stilografica un contratto da docente, vincendo il concorso. Quella sarebbe una stilografica carica di significati più elevati
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Monet63
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Messaggio da Monet63 »

Ho fatto il marinaio per moltissimi anni.
Appassionato di stilografiche dai tempi delle elementari (classe 1963), le ho sempre usate, e ne ho possedute diverse, alcune di valore, altre che ho dimenticato. Di quel primo periodo della mia vita ricordo in particolare una Waterman CF Moiré con pennino in oro 18Kt, che ho usato per tutte le scuole medie e al Liceo Artistico.
In un periodo parecchio buio della mia vita ho dovuto accettare cambiamenti drastici, prendere decisioni che non mi lasciavano alternative. Mi sono trovato, nel giro di pochi mesi, da una situazione economica stabile a essere senza casa: andavo alla stazione di Santa Maria Novella la mattina per lavarmi, avevo venduto tutto (ovviamente anche le penne) e avevo acquistato una economicissima Fiat Regata (in sostituzione della macchina precedente che avevo dovuto vendere) con l'impianto a metano, che usavo anche per dormirci. Lì ho capito quanto sia facile sprofondare; cambiai radicalmente proprio come persona e smisi di lamentarmi.
Quando le cose si misero meglio, grazie a un carissimo amico che mi aiutò a rompere la gabbia e al rientro in servizio, ebbi un lungo periodo di perenne ripresa, durante il quale acquistai alcune penne (poche) tra cui la Talentum (che posseggo ancora). Purtroppo intorno al 2006 arrivò una malattia che, peggiorando rapidamente, mi bruciò altri anni; ma tanto, cosa potevo fare? Lasciai il servizio, e a quel punto decisi di rischiarmela trasformando in lavoro vero e proprio la passione per la pittura e il disegno; proposito in cui riuscii, soprattutto grazie a un paio di mercanti (uno di essi un caro amico) che scommisero sul mio lavoro. Approfondii moltissimo, studiai continuamente, anche un po' di chimica, e mi ritrovai in una vita totalmente diversa. Per un certo periodo ho prodotto colori a olio artigianali, in vendita soprattutto nella zona di Lucca-Viareggio, e la cosa - molto promettente - sarebbe andata avanti fino a diventare una questione imprenditoriale se esattamente 5 anni fa (il 10 gennaio 2016) un infarto piuttosto esteso non mi avesse quasi ucciso e costretto a fermarmi. Quindi, nuova valutazione del tutto e nuovo cambio di rotta: al diavolo l'imprenditoria (chi me la fa fare?), e concentrazione solo su cose che amo davvero e che mi piacciono. Tutto questo mi ha fatto diventare molto avaro di tempo; ho avuto la netta sensazione di averlo finito, non ero spaventato ma ricordo benissimo l'intenso dispiacere. Il tempo è l'unica, vera merce di valore, e io non devo sciuparlo. Per celebrare quella che io reputo la mia seconda nascita, acquistai una Delta Mezzanotte, che è diventata - per me - il simbolo di quella morte scampata. Mezza-notte, come una notte che non è notte del tutto. La n° 52, come gli anni che avevo quando sono rinato.
Sono pochissime le penne che hanno un significato.
La Mezzanotte ovviamente, ma anche la mia Talentum (ha navigato con me per anni, è stata trattata senza riguardi, ed è ancora impeccabile), una piccola Parker 25 che ha scritto quanto la Talentum, una Visconti Van Gogh Mini con cui ho apposto firme importanti, una Parker Frontier. Ho una fissa per la mia prima penna: quando vedo una Waterman C-F non riesco a contenermi, e se posso la acquisto. Non ho mai trovato, finora, il modello esatto di quella che ebbi e usai da ragazzo, ma prima o poi la scoverò. Tendo anche a ricomprare gemelle delle penne che vendetti quando la priorità era la sopravvivenza, o ad acquistare penne che ho sempre voluto e per qualche motivo non ho mai preso; quello è il mio riscatto.
:wave:
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Messaggio da francoiacc »

Monet63 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:59 Ho fatto il marinaio per moltissimi anni.
Una cosa in comune ce l’abbiamo di sicuro, siamo stati (e lo siamo ancora in fondo) entrambe marinai. Io ero marina di Taranto:
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Ma credo ne abbiamo già parlato.
Conservo dei bei ricordi. :wave:
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Messaggio da Lilli »

Ho "conosciuto" le stilografiche grazie al mio fidanzato, ad oggi non ho una penna con un significato così profondo, ma chi può dirlo, magari a breve con una bella stilografica firmerò un contratto di lavoro (sarebbe fantastico). 🤞🏻
Ricordo però che qualche tempo fa, per conto di un mio datore di lavoro, spesso mi recavo in una cartoleria (la stessa che frequento ora) e mi fermavo a guardare in una vetrinetta all'entrata una bellissima penna stilografica nera (Delta Mezzanotte) e lì "sognavo". 🤩
Non avrei mai pensato di poterle usare un giorno. Ora quasi non posso fare a meno delle stilografiche. E così, anche grazie ai consigli del mio fidanzato la passione per le stilografiche cresce sempre di più. 💪🏻
Tra quelle che ho (non sono tantissime), la mia preferita è L'Aurora 98 riserva magica, un bellissimo regalo di Natale, con la quale spero di poter presto firmare qualche documento importante... 🤞🏻
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Messaggio da Pierre »

Spiller84 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:18 Per me le penne stilografiche non sono (magari non sono ancora) legate a significati così elevati. Sono uno strumento che mi ha sempre affascinato, che da piccolo vedevo come le "penne da grandi" e che mi tenevano lontane perché avrei fatto pasticci. Poi, sono sparite dalla mia vita, io sono della generazione che a scuola ha purtroppo usato le Replay beige cancellabili, che odiavo profondamente e che aravano il foglio più che scriverci.
Poi, sono tornate ad affascinarmi, anche grazie a mio zio che ha una bella collezione, e che guardavo (e guardo ancora) ammirato.
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Al momento sono disoccupato, ma soero di dover firmare con una bella stilografica un contratto da docente, vincendo il concorso. Quella sarebbe una stilografica carica di significati più elevati
Anch'io sono passato da 'ste replay. Ne masticavo l' estremità fino a bucarle.
Per me che ero mancino poi, creavano una sorta di nebbia azzurra ovunque sul foglio passassi la mano. Una jattura.
Pierre

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Messaggio da Pierre »

Monet63 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:59 Ho fatto il marinaio per moltissimi anni ... quello è il mio riscatto.
:wave:
Grazie.
Pierre

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Messaggio da Silemar »

Monet63 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:59Il tempo è l'unica, vera merce di valore, e io non devo sciuparlo. Per celebrare quella che io reputo la mia seconda nascita, acquistai una Delta Mezzanotte, che è diventata - per me - il simbolo di quella morte scampata. Mezza-notte, come una notte che non è notte del tutto. La n° 52, come gli anni che avevo quando sono rinato.
Grazie Monet63 per questo tuo scritto.
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Messaggio da Monet63 »

francoiacc ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 17:16 Una cosa in comune ce l’abbiamo di sicuro, siamo stati (e lo siamo ancora in fondo) entrambe marinai.
Franco come tu sai, e come sanno tutti quelli come noi, marinai una volta, marinai per sempre. Io sono tarantino, e alcuni (pochi) anni di servizio li ho vissuti nella mia città natale. Intrepido, Aquila, Minerva, Sibilla, Libeccio. Ci facevano da piccoli, io mi arruolai che avevo 16 anni appena compiuti (e la Waterman C-F in tasca), la visita all'infermeria di Mergellina l'avevo fatta a 15 anni; è chiaro che resti per tutta la vita con quell'animo, a prescindere da cosa poi farai in seguito, e quando ti incontri con un ex compagno ti capisci al volo.
:wave:
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Messaggio da sussak »

Mi ha profondamente colpito la descrizione della vita di Mimmo, ma soprattutto il suo coraggio di fronte alle avversità e la sua tenacia nel ricominciare sempre e comunque daccapo. Ti auguro una lunga vita e tutta la serenità che non hai avuto prima.
Sono nato anch'io sul mare, ma molto più su, sopra un silurificio ed una base di sommergibili, a Fiume, nel posto descritto da D'Annunzio "Siamo trenta su tre gusci, su tre tavole di ponte..." Nel 1969 sono finito nella stessa caserma alpina di Brà della Taurinense, che "accolse" mio padre nel 1938. Scherzi del destino.
La mia prima stilografica seria è stata la Pelikan M800 nera, che ha lavorato con me per quasi 45 anni, ed è ancora come nuova, ed ora si gode un poco di meritata pensione, uno strumento fedele ed affidabile, come chiedo a ciò a cui mi affeziono maggiormente. Uno strumento di lavoro. Poi è venuto tutto il resto, e visto che siamo in un anno di neve, una valanga.
Umberto

Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. Benedetto Croce
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Messaggio da Miata »

La mia passione per le stilografiche è recente (più o meno il primo acquisto risale a maggio 2016), sebbene mi avessero sempre affascinata. Mi sono decisa ad affrontare il timore che avevo nei loro confronti, proprio perché desideravo uno strumento di scrittura che mi aiutasse a dare valore al semplice atto di scrivere a mano, cosa che non stavo quasi più facendo.
Trovo che siano dei bellissimi oggetti e che per la loro funzione, si prestino bene a diventare "simboliche"; è per questo che difatti rimando l’acquisto di un pezzo importante per quando avrò qualcosa di bello da celebrare. Se fino ad ora non l’ho fatto, evidentemente non ho combinato granché di buono nella mia vita negli ultimi 4 anni (sigh...).

Però ho preso una Platinum PTL-5000 con la quale sto scrivendo due diari per mia nipote di 4 anni (uno delle sue vacanze in terra sicula, e uno dei tempi moderni) e che poi, un domani, le donerò insieme agli scritti. Pochi giorni fa gliel’ho anche fatta usare, e l’ho immortalata in foto con la penna in mano. Ecco una forma di simbolismo che personalmente mi piace attribuire a questi oggetti.

p.s. ringrazio in particolare Pierre, francoiacc e Monet63 per le loro confidenze, che sono per me una grande fonte di ispirazione e motivo di forte stima nei loro confronti.
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Messaggio da Automedonte »

Monet63 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:59 Ho fatto il marinaio per moltissimi anni.
Vedi che avevo ragione a stimarti :D ed ora aumenta anche il rispetto per il Tuo coraggio.

Io non ho ricordi legati all’uso di una stilografica ma solo una particolare affezione ad una delle mie per la sua origine.

Tanti anni fa qualcuno regalò a mio padre una Aurora 88 big, penna che non si sarebbe potuto permettere di acquistare, lui però non la volle mai utilizzare per lasciarla intonsa per il giorno in cui mi fossi laureato.
Così è stato e quel giorno mi consegnò la penna dicendomi che l’aveva conservata per me, io non ebbi il coraggio di inchiostrarla per paura che si rovinasse e quindi l’ho conservata NOS (si dice così vero?).
Purtroppo qualche anno fa mio Babbo è venuto a mancare ed ho deciso che era giunto il momento di caricare la mia Aurora 88!
In questo modo ogni volta che la uso penso a Lui e a tutte le rinunce che, insieme a mia madre, hanno fatto per permettermi di studiare e di essere quello che sono.
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Messaggio da Monet63 »

sussak ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 18:19 Ti auguro una lunga vita e tutta la serenità che non hai avuto prima.
Ti ringrazio moltissimo Umberto. Ricambio l'augurio di tutto cuore, sottolineando la considerazione che ho nei tuoi confronti, e in particolare nel tuo modo di fare.
Automedonte ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 20:36
Monet63 ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 15:59 Ho fatto il marinaio per moltissimi anni.
Vedi che avevo ragione a stimarti :D ed ora aumenta anche il rispetto per il Tuo coraggio.
E' tutto reciproco, ma questo l'avrai capito da tempo.
:wave:
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Messaggio da Pierre »

Questa è l'umanità.
Meravigliosa e terribile.

Quando scalavo una montagna e arrivavo in punta a volte (poche) c'era il tempo di fermarsi (ogni buon alpinista sa che non è d'uopo fermarsi troppo in vetta, quest'ultima è come una sirena... ti ammalia con il panorama e con il sole per nasconderti la discesa spesso più insidiosa della salita).
Ferrea disciplina alpestre a parte, a volte ci si poteva fermare... e da lassù pensavo a cose simili a quelle che ci siamo raccontati: vedevo i tetti minuscoli luccicare sole, le strade affumicate, le città sparpagliate sulla terra. Si percepiva chiaramente quanto è minuscolo l'affaccendarsi umano, le sue battaglie e i suoi rovesci... e per quel quarto d'ora ci si sentiva felicemente espulsi, un osso di seppia, un qualcosa di altro. Sensazione impagabile e difficilmente replicabile altrove.
Da lassù si ha chiara l'idea che il nostro affanno è quello delle formiche. La volontà, il riscatto, l'avidità, il tradimento, l'odio, il rancore, la morte, la lealtà, l'amore e chissà cos'altro percorrevano quella vista, vibravano in silenzio e in maniera infinitesimale. Roccia e ghiaccio assistervano immutabili e indifferenti ad una faccenda che in fin dei conti risultava essere di poco pondo, e capace di terminare da un attimo all'altro...
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Messaggio da Monet63 »

Pierre ha scritto: domenica 10 gennaio 2021, 21:18 Questa è l'umanità.
Meravigliosa e terribile.

Quando scalavo una montagna...
... capace di terminare da un attimo all'altro...
Che poi, se ci si pensa bene, un alpinista non è che sia tanto diverso da un marinaio.
:)
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Messaggio da ricart »

La penna che per me è più importante è una modesta Pelikan 120 che mia madre mi regalò quando andai alle superiori. Tutto cominciò in terza media (1965) quando il nuovo professore di lettere ci obbligò a usare la stilografica. Al panico che ne seguì rimediò il mio compagno di banco il giorno dopo quando mi prestò una vecchia penna di suo fratello. Non so che penna fosse, mi ricordo solo che era nera tipo Parker 51, si caricava a stantuffo e gli mancava il finto fondello, il tratto era molto grosso colpa anche della pessima carta dei quaderni di allora. Per quell'anno tirai avanti con quella e a fine anno la resi al compagno. Poi venne lei che tuttora conservo come una reliquia sia per il ricordo di mia madre ma anche perché fu la fedele compagna di scrittura per molti anni. Tuttora è funzionante nonostante le numerose cicatrici. Poi vennero altre e altre si aggiungeranno ma il primo amore non si scorda.

Mandi
Riccardo

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (G.U.)
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