Ottorino ha scritto: ↑domenica 20 dicembre 2020, 11:47
Invece, al contrario di Simone, io la sto usando e mi ci trovo bene.
"Cinesi" per me è troppo generico. Questa è fatta con dei materiali migliori, Non perde pezzi, non si graffia.
Sono d'accordo con Ottorino, in particolare riguardo ai materiali: dissi fin da subito che quella plastica era a mio avviso di qualità superiore, non la solita plasticaccia da due centesimi.
Ce l'ho e il mio esemplare va benissimo, il pennino è gradevolissimo, il flusso impeccabile, la chiusura perfetta (ha una guarnizione) che mantiene l'inchiostro in punta fresco anche dopo molti giorni (col PR Avocado, almeno); di conseguenza è perennemente carica.
FrancescoGal82 ha scritto: ↑domenica 20 dicembre 2020, 7:33
È innegabile che certi marchi, oltre ai materiali, e alla cura costruttiva si facciano pagare, appunto il "marchio", lo status simbol di possedere tale oggetto. Non vedo nulla di male in ciò ma questo è un dato di fatto.
Spero mi perdonerete il lungo OT.
Io faccio il pittore, e di conseguenza possiedo vari cavalletti, tra cui due molto pesanti e costosi; tutti, indistintamente di marca Mabef (un'azienda italiana nata nell'immediato secondo dopoguerra). In realtà ne ho comprati anche di altre marche, che nell'arco di 40 anni di attività - però - non sono sopravvissuti; Il mio primo Mabef (che ha oltre 35 anni), invece, si. il più longevo di altre marche è stato sempre un italiano, di marca secondaria, durato circa un lustro (cedette il vassoio inferiore).
I Mabef costano: anche il doppio di altri marchi, sempre italiani, e oltre il quintuplo di marchi cinesi. Nonostante ciò, vista la durata e la capacità di sopportare con disinvoltura un uso estremamente prolungato e intensivo (sono attrezzature professionali), hanno alla fine un prezzo convenientissimo. Gli equivalenti cinesi, a scuola, comprati contro il mio espresso parere, non arrivarono a fine anno per varie ragioni; alla lunga, non furono un buon affare, anche se inizialmente ci fu chi disse "per quello che costano sono ben più convenienti, fanno la stessa cosa", o "io tutta sta differenza non la vedo".
I Mabef costano? Si, innegabile, e molti li odiano per questo.
Arriviamo al punto.
Paghi il marchio? Ovviamente si: la fama se la sono guadagnata con il chilometraggio e un'accurata progettazione affinata nel corso dei decenni, e sono sostanzialmente gli unici (tranne, forse, un secondo marchio sempre italiano, che però è comunque inferiore) ad avere quell'esperienza e quella capacità, perché non dovrebbero far pesare tutto questo?
Il post vendita? Dopo oltre 20 anni di uso intenso di un modello medio, un giorno si ruppe il blocco superiore di serraggio; mi spedirono, gratuitamente, il ricambio, con lettera di ringraziamento per aver scelto una loro realizzazione, scusandosi per l'inconveniente (tra le righe lasciavano intendere che i loro cavalletti, di norma, sopravvivono ai pittori che li usano, cosa peraltro vera).
Fine OT