Mabie Todd "Swallow" - Jade
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Mabie Todd "Swallow" - Jade
...e dopo gli stormi degli altri ben noti pennuti, tra cigni, taccole e merli ecco che direttamente dall'America mi è giunta questa Swallow, una rondine.
In particolare ho tra le mani quello che è la prima variante realizzata, in celluloide Jade, verde giada, la cui colorazione non ha subito viraggio, se non un limitato schiarimento diffuso.
Le altre colorazioni erano oltre al classico nero, rosso corallo, rosso e nero marmorizzato e blu. Cromie a mio avviso molto belle, particolari e inusuali per una penna di fascia bassa.
Una variante di poco successiva realizzata in celluloide Black and Pearl aveva l'unica differenza di essere dotata di un fermaglio di tipo step clip su cui era impresso il nome del modello. Copia spudorata di una Sheaffer Flat Top
Le ultime penne prodotte vedevano una Swallow completamente stravolta, prodotta talvolta in versione combo con un portamine incorporato al posto del fondello e realizzate in forma ogivale con le estremità tronche, assolutamente paragonabili a molte penne americane dell'epoca. Tornando alla Swallow Jade in oggetto, ahimè, si apprezza appieno la fattura economica e la tendenza al risparmio sui materiali. La penna innanzi tutto, se non fosse per l'incisione del modello sul fusto e forse per le dimensioni, potrebbe benissimo essere scambiata per una penna anonima. Non presenta nessuna caratteristica che la possa rendere così diversa e distinguibile da qualcos'altro.
Poi è leggera, troppo rispetto al peso che ci si aspetterebbe da una penna di queste dimensioni, è stata la prima cosa che ho notato; la celluloide difatti è molto più sottile confrontando gli spessori del materiale su una qualsiasi altra Swan;
ancora, la clip non è proprio il massimo, risulta tutto sommato fragile rispetto alle step clip montate su Swan e Blackbird ed è senz'altro generica, uguale a quelle utilizzate da tante marche minori e sottomarche americane.
Il pennino montato è a 14Ct e porta inciso MT&Co. 14CT No.2, in questo caso il fato mi ha voluto donare un semiflessibile di tratto medio. Altre Swallow analoghe sono dotate di pennini molto più flessibili e con i tratti più disparati, segno che MT non ha mai tagliato sulla qualità di scrittura anche sulle economiche.
A differenza degli altri pennini Mabie Todd non vi è riportato il nome del modello. L'alimentatore ovviamente di ebanite e del tipo "ladder", con le alette molto sottili, anch'essa caratteristica esclusiva della produzione americana, le cui lamelle sono particolarmente fragili.
La penna misura:
13cm chiusa
10,2cm aperta
14cm aperta a cappuccio calzato
5,5cm il cappuccio
1,2cm diametro del cappuccio
0,9cm diametro del fusto nel punto più largo
0,7cm diametro della sezione nel punto più stretto
Sul fusto è inciso il nome del modello sulla prima riga, in basso sono riportati i brevetti. Le iscrizioni sono ancora visibili ma molto sbiadite. Il sistema di caricamento è a levetta laterale. Monta una leva lunga, ma il meccanismo è dotato di J bar e non della barra di pressione dritta e del pioletto di ancoraggio della levetta stessa in posizione di riposo.
Tutto sommato, a mio avviso, la penna è bella e molto valida nella scrittura, considerando le piccole mancanze dovute alla realizzazione un po' più a buon mercato. Dopo l'intensa pulizia ed una veloce messa a punto la penna scrive così: Concludo con una foto di gruppo di tutti e quattro i modelli Mabie Todd:
Swan SF2
Blackbird BB2/60
Jackdaw
Swallow
Il modello, la cui produzione e vendita era confinata soltanto al territorio americano, era posizionato al gradino più basso nella gerarchia delle Mabie Todd; lo stesso livello era ricoperto dalle Jackdaw nel Regno Unito a cui era relegato il compito di servire gli studenti come penna economica per la scuola.
In particolare ho tra le mani quello che è la prima variante realizzata, in celluloide Jade, verde giada, la cui colorazione non ha subito viraggio, se non un limitato schiarimento diffuso.
Le altre colorazioni erano oltre al classico nero, rosso corallo, rosso e nero marmorizzato e blu. Cromie a mio avviso molto belle, particolari e inusuali per una penna di fascia bassa.
Una variante di poco successiva realizzata in celluloide Black and Pearl aveva l'unica differenza di essere dotata di un fermaglio di tipo step clip su cui era impresso il nome del modello. Copia spudorata di una Sheaffer Flat Top
Le ultime penne prodotte vedevano una Swallow completamente stravolta, prodotta talvolta in versione combo con un portamine incorporato al posto del fondello e realizzate in forma ogivale con le estremità tronche, assolutamente paragonabili a molte penne americane dell'epoca. Tornando alla Swallow Jade in oggetto, ahimè, si apprezza appieno la fattura economica e la tendenza al risparmio sui materiali. La penna innanzi tutto, se non fosse per l'incisione del modello sul fusto e forse per le dimensioni, potrebbe benissimo essere scambiata per una penna anonima. Non presenta nessuna caratteristica che la possa rendere così diversa e distinguibile da qualcos'altro.
Poi è leggera, troppo rispetto al peso che ci si aspetterebbe da una penna di queste dimensioni, è stata la prima cosa che ho notato; la celluloide difatti è molto più sottile confrontando gli spessori del materiale su una qualsiasi altra Swan;
ancora, la clip non è proprio il massimo, risulta tutto sommato fragile rispetto alle step clip montate su Swan e Blackbird ed è senz'altro generica, uguale a quelle utilizzate da tante marche minori e sottomarche americane.
Il pennino montato è a 14Ct e porta inciso MT&Co. 14CT No.2, in questo caso il fato mi ha voluto donare un semiflessibile di tratto medio. Altre Swallow analoghe sono dotate di pennini molto più flessibili e con i tratti più disparati, segno che MT non ha mai tagliato sulla qualità di scrittura anche sulle economiche.
A differenza degli altri pennini Mabie Todd non vi è riportato il nome del modello. L'alimentatore ovviamente di ebanite e del tipo "ladder", con le alette molto sottili, anch'essa caratteristica esclusiva della produzione americana, le cui lamelle sono particolarmente fragili.
La penna misura:
13cm chiusa
10,2cm aperta
14cm aperta a cappuccio calzato
5,5cm il cappuccio
1,2cm diametro del cappuccio
0,9cm diametro del fusto nel punto più largo
0,7cm diametro della sezione nel punto più stretto
Sul fusto è inciso il nome del modello sulla prima riga, in basso sono riportati i brevetti. Le iscrizioni sono ancora visibili ma molto sbiadite. Il sistema di caricamento è a levetta laterale. Monta una leva lunga, ma il meccanismo è dotato di J bar e non della barra di pressione dritta e del pioletto di ancoraggio della levetta stessa in posizione di riposo.
Tutto sommato, a mio avviso, la penna è bella e molto valida nella scrittura, considerando le piccole mancanze dovute alla realizzazione un po' più a buon mercato. Dopo l'intensa pulizia ed una veloce messa a punto la penna scrive così: Concludo con una foto di gruppo di tutti e quattro i modelli Mabie Todd:
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Complimenti, non si trova spesso un verde così ancora vivido. E complimenti anche per la presentazione.
Grazie
Luigi
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- lucawm
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Grazie mille!
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Tornando alla celluloide, non ne ho la certezza ma è solo una mia fantasiosa ipotesi, che il materiale di cui sono fatte queste penne non sia la celluloide "Jade" del tipo Parker o Sheaffer (Permanite e Radite) che diventa molto scura e bruna a contatto con i gas dei sacchetti in lattice.
Questa è soltanto una mia interpretazione ma il fatto è che non ho visto altre Mabie Todd (anche Swan, tra cui le 242 in "Jade") in condizioni disperate come certe Parker. Certo, sbiadiscono anche le Mabie Todd, ma è come se avessero una resistenza maggiore. Chissa?
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Anzitutto complimenti per la penna, davvero bella e ben conservata. Mi approprierò delle foto...
Riguardo alle celluloidi verde giada senz'altro ne esistono diverse. Ho ho qualche Wahl-Eversharp e nessuna arriva ai livelli di imbruttimento di quelle Parker, e stanno anche meglio di quelle della Sheaffer. Lo stesso l'ho riscontrato nelle Patrician (quelle viste in giro, la Jade Green è poco comune nelle Waterman, ma su quel modello c'era) che in genere anch'esse sono meno degradate. E' senz'altro possibile che provengano da produttori che usavano metodi di lavorazione diversi, ma vista la preponderante significanza statistica del campione (nessuna) restiamo nel mondo delle impressioni...
Simone
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- lucawm
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Grazie per le informazioni, immaginavo e contento di essere stato utile. Ho fatto una veloce ricerca di immagini di MT verde giada ed effettivamente a parte qualcuna, la maggior parte mantiene una colorazione più che accettabile.
Buona serata.
Buona serata.
- Giorgio1955
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Per quanto riguarda il famoso scolorimento delle celluloidi verde giada (ma anche blu lapislazzuli ed anche pearl & black) era dovuto alla somma della minore 'qualità' della celluloide e della maggiore 'tossicità' dei sacchetti di gomma.
Giorgio
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La penna "è al sicuro" ora, con il suo bel sacchetto di silicone all'internoGiorgio1955 ha scritto: ↑mercoledì 25 novembre 2020, 7:56 Per quanto riguarda il famoso scolorimento delle celluloidi verde giada (ma anche blu lapislazzuli ed anche pearl & black) era dovuto alla somma della minore 'qualità' della celluloide e della maggiore 'tossicità' dei sacchetti di gomma.
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Grazie per la bella recensione, corredata di fotografie eccellenti, che consentono d'apprezzare il modello.
E complimenti per la calligrafia!
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Alberto Casirati
"Just my two pence, of course"
“La penna è un po’ come la cravatta: una sola non basta” (Umberto Legnani)
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Bellissima penna Luca! Con un bel tono di verde, esaltato anche dall'inchiostro 
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Gentilissimi, grazie!
...e si, di solito non mi importa più di tanto dell'accoppiamento penna/inchiostro, ma in questo caso il Pelikan Edelstein Aventurine era d'obbligo... (ed è l'unico verde che ho
)
Buona giornata
...e si, di solito non mi importa più di tanto dell'accoppiamento penna/inchiostro, ma in questo caso il Pelikan Edelstein Aventurine era d'obbligo... (ed è l'unico verde che ho
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Buona giornata