Era tempo che ne volevo aggiungere una alla mia collezione fatta di penne prodotte industrialmente in grande serie dal dopoguerra agli anni '70. Purtroppo le trovavo solo a prezzi che ritenevo esorbitanti per una penna che era molto criticata su ogni forum. Qualche giorno fa nientepopodimeno che il GM ne mette in vendita una ad un prezzo civilissimo. Non ho potuto astenermi.
Eccola qui, una Parker 180 (centro, prodotta dal 1977) a confronto con una Parker 75 (sopra, dal 1964) ed una Aurora Hastil (sotto, dal 1970):
E' sottile. Ma non molto diversa dalla 75, che appare più ciccia, ma ha la presa a sezione triangolare e della Hastil. Per tenerla confortabilmente mi sono trovato ad arretrare leggermente la posizione del pollice.
E' leggera e corta, come per le altre due, mi trovo meglio ad usarla calzata. In particolare, mentre il cappuccio della 75 è tenuto in posizione calzata dalla sua molla interna e quello della Hastil dalle ganascette in plastica nera, quello della 180 ha un meccanismo ad incastro con tanto di "click".
La caratteristica che la contraddistingue da ogni altra penna è il pennino:
E' piatto, lungo, rigido come tutti quelli di quegli anni. Ha un doppio alimentatore sopra e sotto la penna. Su quello inferiore sono incise le lettere X ed M, ad indicare che il pennino è un medio che ribaltato scrive da eXtra fine.
Una particolarità di cui mi sono accorto lavando la penna è che il foro di sfiato dell'alimentatore è quel triangolo nero che si vede sulla parte superiore dell'alimentatore.
Infine, ecco una penosa prova di scrittura per dimostrare la differenza tra pennino dritto e pennino rovescio. L'inchiostro è Pelikan Tanzanite, ma qui appare grigio (misteri della fotocamera del mio aifon)
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22 febbraio 2025 - Hotel Hilton, via Galvani 12
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Parker 180 (la molto vituperata)
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Michele
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Bella descrizione grazie!
Si, anche io ho visto questa penna nelle vendite online e mi incuriosiva abbastanza per quel suo pennino, che vanta come punto particolare quello che quasi tutte le stilo fanno... la scrittura rovesciata
Certo potrebbe essere presa per una vera e propria arma!
Anche io però sono stato frenato dal prezzo collegato. Grazie per avermela descritta!
Si, anche io ho visto questa penna nelle vendite online e mi incuriosiva abbastanza per quel suo pennino, che vanta come punto particolare quello che quasi tutte le stilo fanno... la scrittura rovesciata
Certo potrebbe essere presa per una vera e propria arma!
Anche io però sono stato frenato dal prezzo collegato. Grazie per avermela descritta!
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Ciao Michele dalle tue parti ho visto che spesso la usano come freccetta. 
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Era una penna molto in voga in quegli anni, costava sensibilmente meno della Hastil (anche perché il pennino è in acciaio), io la acquistai (versione dorata) subito dopo la laurea, nei primi anni '80.
Dopo non molti mesi iniziò a perdere la doratura del collarino vicino al pennino, ma, più che altro, iniziò a dimostrare una sua forte personalità: scriveva quando voleva lei, non quando volevo io. E così divorziammo per incompatibilità di carattere. (Debbo ammettere, per onestà, che allora avevo l'esuberanza della gioventù e non la, sia pur poca, esperienza oggi acquisita: o la penna scriveva subito, o la gettavo in un cassetto).
Rimasi in casa Parker ed acquistai (anzi, mi venne regalata) una Falcon 50 colore nocciola, che mi ha fedelmente, e con mia piena soddisfazione, accompagnato per moltissimi anni (unico difetto che su questa ho riscontrato: impugnatura scivolosa).
Comunque, le ho ancora entrambe.
Mia personale conclusione sulla 180: si poteva fare di meglio, ma non è un disastro, la sezione garantisce una buona presa, è cortina ma le si può calzare il cappuccio (a me pare di ricordare che, anche dopo il "click", manifestasse un po' di gioco, ma non ne sono più certo), il flusso incostante di inchiostro forse sul mio esemplare avrebbe potuto venire risolto con un approfondito lavaggio (che non le ho mai fatto), ed i problemi di corrosione erano (purtroppo) comuni a quasi tutte le penne di allora (Waterman comprese): i materiali utilizzati non erano propriamente al top.
Dopo non molti mesi iniziò a perdere la doratura del collarino vicino al pennino, ma, più che altro, iniziò a dimostrare una sua forte personalità: scriveva quando voleva lei, non quando volevo io. E così divorziammo per incompatibilità di carattere. (Debbo ammettere, per onestà, che allora avevo l'esuberanza della gioventù e non la, sia pur poca, esperienza oggi acquisita: o la penna scriveva subito, o la gettavo in un cassetto).
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Comunque, le ho ancora entrambe.
Mia personale conclusione sulla 180: si poteva fare di meglio, ma non è un disastro, la sezione garantisce una buona presa, è cortina ma le si può calzare il cappuccio (a me pare di ricordare che, anche dopo il "click", manifestasse un po' di gioco, ma non ne sono più certo), il flusso incostante di inchiostro forse sul mio esemplare avrebbe potuto venire risolto con un approfondito lavaggio (che non le ho mai fatto), ed i problemi di corrosione erano (purtroppo) comuni a quasi tutte le penne di allora (Waterman comprese): i materiali utilizzati non erano propriamente al top.
Giuseppe.
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C'era anche col pennino in oro, penso che in quel caso il prezzo fosse in linea con l'Hastil.Pettirosso ha scritto: ↑mercoledì 28 ottobre 2020, 22:58 Era una penna molto in voga in quegli anni, costava sensibilmente meno della Hastil (anche perché il pennino è in acciaio), io la acquistai (versione dorata) subito dopo la laurea, nei primi anni '80.
Dopo non molti mesi iniziò a perdere la doratura del collarino vicino al pennino, ma, più che altro, iniziò a dimostrare una sua forte personalità: scriveva quando voleva lei, non quando volevo io. E così divorziammo per incompatibilità di carattere. (Debbo ammettere, per onestà, che allora avevo l'esuberanza della gioventù e non la, sia pur poca, esperienza oggi acquisita: o la penna scriveva subito, o la gettavo in un cassetto).
Rimasi in casa Parker ed acquistai (anzi, mi venne regalata) una Falcon 50 colore nocciola, che mi ha fedelmente, e con mia piena soddisfazione, accompagnato per moltissimi anni (unico difetto che su questa ho riscontrato: impugnatura scivolosa).
Comunque, le ho ancora entrambe.
Mia personale conclusione sulla 180: si poteva fare di meglio, ma non è un disastro, la sezione garantisce una buona presa, è cortina ma le si può calzare il cappuccio (a me pare di ricordare che, anche dopo il "click", manifestasse un po' di gioco, ma non ne sono più certo), il flusso incostante di inchiostro forse sul mio esemplare avrebbe potuto venire risolto con un approfondito lavaggio (che non le ho mai fatto), ed i problemi di corrosione erano (purtroppo) comuni a quasi tutte le penne di allora (Waterman comprese): i materiali utilizzati non erano propriamente al top.
La parte che da problemi per la scarsa qualità dei materiali plastici o la cattiva progettazione è la sezione, che nel 70% delle 180 in giro è deformata.
Almeno secondo la mia esperienza
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Confesso che non l'ho usata abbastanza per potermi dolere di eventuali problemi di partenza. Lavata e caricata scrive che è una meraviglia.Pettirosso ha scritto: ↑mercoledì 28 ottobre 2020, 22:58 Mia personale conclusione sulla 180: si poteva fare di meglio, ma non è un disastro, la sezione garantisce una buona presa, è cortina ma le si può calzare il cappuccio (a me pare di ricordare che, anche dopo il "click", manifestasse un po' di gioco, ma non ne sono più certo), il flusso incostante di inchiostro forse sul mio esemplare avrebbe potuto venire risolto con un approfondito lavaggio (che non le ho mai fatto), ed i problemi di corrosione erano (purtroppo) comuni a quasi tutte le penne di allora (Waterman comprese): i materiali utilizzati non erano propriamente al top.
Il cappuccio calzato ha un leggero gioco in senso trasversale (decimi di mm), ma non mi dà fastidio.
Non essendo poi dorata, la mia non ha perso la doratura. (Less is more!)
Beh, in tal caso, se abbiamo problemi con le plastiche della sezione, direi che siamo perfettamente in linea con la Hastil.maxpop 55 ha scritto: ↑giovedì 29 ottobre 2020, 8:51 C'era anche col pennino in oro, penso che in quel caso il prezzo fosse in linea con l'Hastil.
La parte che da problemi per la scarsa qualità dei materiali plastici o la cattiva progettazione è la sezione, che nel 70% delle 180 in giro è deformata.
Almeno secondo la mia esperienza
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Michele
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A differenza con le Hastil si deforma la sezione come impugnatura, se è integra rimane tale,
Al contrario le Hastil hanno problemi sempre, si può rompere il cilindretto che buca la cartuccia, l'anellino vicino al pennino si spana facilmente.
Secondo me se la 180 arriva con la sezione sana sana dopo quarant'anni rimane tale.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Esattamente, proprio quel leggerissimo gioco trasversale ricordavo, mentre sulla Hastil il cappuccio rimane ben saldo (a parte che, essendo più lunga, io la uso abitualmente senza calzarlo).
La mia sezione fortunatamente non si era deformata, ma quell'anellino era diventato veramente inguardabile (ha ragione Zionale: less is better, ma, che volete, io fin da allora avevo lo spirito della gazza...).
La mia sezione fortunatamente non si era deformata, ma quell'anellino era diventato veramente inguardabile (ha ragione Zionale: less is better, ma, che volete, io fin da allora avevo lo spirito della gazza...).
Giuseppe.
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Ho anch'io una 180 ma la mia è inutilizzabile: la sezione non ha alcuna capacità di ritenere alimentatore e pennino che non solo ruotano, ma escono liberamente. Probabilmente un esemplare particolarmente sfortunato ma credo che la platica utilizzata non fosse granchè.
Ciao a tutti. Davide
Ciao a tutti. Davide