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17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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Case costruttrici:quale futuro?
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Case costruttrici:quale futuro?
Come tutte le aziende che producono vari prodotti,anche nel settore delle stilografiche si è assistito ai fallimenti,ai fenomeni di assorbimento di una Casa da parte di un'altra,e altro ancora.
Ciò è accaduto sia quando il mercato della stilografica era florido,negli anni '30-'40,sia ai tempi di oggi.
Negli anni '30-'40 le principali cause furono gli strascichi della crisi finanziaria del 1929,le situazioni patrimoniali critiche di questo o quel costruttore,in particolare se di piccole dimensioni e con prodotti poco diffusi sul mercato,seppur di ottima qualità.Poi lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,che dapprima limitò l'uso di materiali preziosi,come l'oro prima (e il palladio poi) da impiegare come valuta pregiata,e poi la riconversione a fini militari di alcune aziende.Una di queste,per esempio,fu l'americana Sheaffer,che tuttavia riuscì a tornare alla produzione di stilografiche dopo la guerra.Altre furono meno fortunate;risulta che anche in Italia diverse aziende furono riconvertite a fini bellici.Una di queste (credo si chiamasse Artom) fu costretta a produrre cingoli di carri armati;naturalmente sparì.Altre aziende ebbero semplicemente le fabbriche distrutte dai bombardamenti (ad esempio la tedesca Montblanc di Amburgo),e poche riuscirono a riprendersi.
Il colpo di grazia fu dato dall'avvento della penna biro negli anni '50,che provocò la scomparsa di molte aziende,alcune delle quali anche molto prestigiose.
Il resto è storia dei nostri giorni:riorganizzazioni industriali,cessioni,assorbimenti vari hanno condotto alla presenza sul mercato di pochi marchi autonomi.
E come si può immaginare,il mercato è in continuo movimento;i fenomeni più famosi riguardano aziende note come Parker,Waterman e Paper Mate.Dopo essere state tutte acquisite dalla Gillette,queste aziende furono cedute all'americana Sanford.Ciò ebbe grosse ripercussioni sui prodotti:Parker venne orientata alla produzione di penne di fascia medio-bassa,ad eccezione del costoso modello Duofold;la Waterman venne impiegata per riempire il segmento di fascia alta,con modelli che certamente non erano all'altezza dei precedenti,quanto a qualità.La Paper Mate fu relegata in Giappone a produrre materiale di cancelleria e roller usa e getta.
Altro caso tutto italiano è quello di Omas,acquistato nel 2000 dai francesi di Louis Vuitton,i quali ebbero almeno il buonsenso di non modificare la produzione,e ceduto poi ai cinesi nel 2007.La produzione,rimasta a quanto si sa in Italia,ebbe poche modifiche nelle penne di fascia alta,mentre furono lanciati sul mercato anche modelli "economici" (si fa per dire) con caricamento a cartuccia/converter,che la Casa fino a quel momento non aveva mai prodotto,e dall'estetica quanto meno dubbia.
Poche Case si sono salvate da questi fenomeni,alcune delle quali italiane.
Si assiste ora alla nascita,nonostante gli effetti devastanti della globalizzazione ed in un momento che riguarda un prodotto ormai di nicchia,come quello della penna stilografica,di marchi moderni come Delta,Stipula e Visconti,e di altri marchi per così dire "resuscitati",che cioè sono stati rifondati dopo la loro scomparsa avvenuta 40,50 o 60 anni addietro.
Non è quest'ultimo,quello di approvare o meno i marchi resuscitati,il punto che intendo approfondire.
Il punto è invece questo:riusciranno aziende neonate,o resuscitate,a sopravvivere al momento attuale che vede un risveglio di interesse verso questo glorioso strumento,ma che tuttavia è ancora dominato dalle biro,dai roller e dalle tastiere dei PC?Naturalmente non si possono fare previsioni a lungo termine;ma bisogna riconoscere che imprenditori italiani e stranieri che si sono lanciati in questa impresa hanno avuto molto coraggio.L'Italia,più di altre nazioni europee,è penalizzata dal fatto che per la scuola non si prevede l'uso della stilografica.E' vero,ci sono i floridi mercati esteri,che "tirano",stando almeno a quanto si dice un articolo recentemente comparso sulla stampa britannica.
Si vedrà come andranno le cose;mi auguro però che le aziende seriamente impegnate in questo rilancio non abbiano serie difficoltà,o che non vengano ingurgitate da qualche multinazionale americana con il solo scopo di trarre profitti a detrimento della qualità dei prodotti e di chi li acquista.
E qui,senza voler peccare di vanità,vedo l'utilità del nostro Forum,che è ormai in rapida espansione grazie anche al sapiente lavoro degli Amministratori,e la sua nobile funzione:far conoscere il più possibile lo strumento stilografico,anche usando un pò di pazienza con coloro che quando ce lo vedono in mano ci guardano come se avessero visto un UFO.
Un cordiale saluto a tutti
Ciò è accaduto sia quando il mercato della stilografica era florido,negli anni '30-'40,sia ai tempi di oggi.
Negli anni '30-'40 le principali cause furono gli strascichi della crisi finanziaria del 1929,le situazioni patrimoniali critiche di questo o quel costruttore,in particolare se di piccole dimensioni e con prodotti poco diffusi sul mercato,seppur di ottima qualità.Poi lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale,che dapprima limitò l'uso di materiali preziosi,come l'oro prima (e il palladio poi) da impiegare come valuta pregiata,e poi la riconversione a fini militari di alcune aziende.Una di queste,per esempio,fu l'americana Sheaffer,che tuttavia riuscì a tornare alla produzione di stilografiche dopo la guerra.Altre furono meno fortunate;risulta che anche in Italia diverse aziende furono riconvertite a fini bellici.Una di queste (credo si chiamasse Artom) fu costretta a produrre cingoli di carri armati;naturalmente sparì.Altre aziende ebbero semplicemente le fabbriche distrutte dai bombardamenti (ad esempio la tedesca Montblanc di Amburgo),e poche riuscirono a riprendersi.
Il colpo di grazia fu dato dall'avvento della penna biro negli anni '50,che provocò la scomparsa di molte aziende,alcune delle quali anche molto prestigiose.
Il resto è storia dei nostri giorni:riorganizzazioni industriali,cessioni,assorbimenti vari hanno condotto alla presenza sul mercato di pochi marchi autonomi.
E come si può immaginare,il mercato è in continuo movimento;i fenomeni più famosi riguardano aziende note come Parker,Waterman e Paper Mate.Dopo essere state tutte acquisite dalla Gillette,queste aziende furono cedute all'americana Sanford.Ciò ebbe grosse ripercussioni sui prodotti:Parker venne orientata alla produzione di penne di fascia medio-bassa,ad eccezione del costoso modello Duofold;la Waterman venne impiegata per riempire il segmento di fascia alta,con modelli che certamente non erano all'altezza dei precedenti,quanto a qualità.La Paper Mate fu relegata in Giappone a produrre materiale di cancelleria e roller usa e getta.
Altro caso tutto italiano è quello di Omas,acquistato nel 2000 dai francesi di Louis Vuitton,i quali ebbero almeno il buonsenso di non modificare la produzione,e ceduto poi ai cinesi nel 2007.La produzione,rimasta a quanto si sa in Italia,ebbe poche modifiche nelle penne di fascia alta,mentre furono lanciati sul mercato anche modelli "economici" (si fa per dire) con caricamento a cartuccia/converter,che la Casa fino a quel momento non aveva mai prodotto,e dall'estetica quanto meno dubbia.
Poche Case si sono salvate da questi fenomeni,alcune delle quali italiane.
Si assiste ora alla nascita,nonostante gli effetti devastanti della globalizzazione ed in un momento che riguarda un prodotto ormai di nicchia,come quello della penna stilografica,di marchi moderni come Delta,Stipula e Visconti,e di altri marchi per così dire "resuscitati",che cioè sono stati rifondati dopo la loro scomparsa avvenuta 40,50 o 60 anni addietro.
Non è quest'ultimo,quello di approvare o meno i marchi resuscitati,il punto che intendo approfondire.
Il punto è invece questo:riusciranno aziende neonate,o resuscitate,a sopravvivere al momento attuale che vede un risveglio di interesse verso questo glorioso strumento,ma che tuttavia è ancora dominato dalle biro,dai roller e dalle tastiere dei PC?Naturalmente non si possono fare previsioni a lungo termine;ma bisogna riconoscere che imprenditori italiani e stranieri che si sono lanciati in questa impresa hanno avuto molto coraggio.L'Italia,più di altre nazioni europee,è penalizzata dal fatto che per la scuola non si prevede l'uso della stilografica.E' vero,ci sono i floridi mercati esteri,che "tirano",stando almeno a quanto si dice un articolo recentemente comparso sulla stampa britannica.
Si vedrà come andranno le cose;mi auguro però che le aziende seriamente impegnate in questo rilancio non abbiano serie difficoltà,o che non vengano ingurgitate da qualche multinazionale americana con il solo scopo di trarre profitti a detrimento della qualità dei prodotti e di chi li acquista.
E qui,senza voler peccare di vanità,vedo l'utilità del nostro Forum,che è ormai in rapida espansione grazie anche al sapiente lavoro degli Amministratori,e la sua nobile funzione:far conoscere il più possibile lo strumento stilografico,anche usando un pò di pazienza con coloro che quando ce lo vedono in mano ci guardano come se avessero visto un UFO.
Un cordiale saluto a tutti
Alessandro
Re: Case costruttrici:quale futuro?
Carissimo Alessandro, anche io mi auguro con tutto il cuore che le aziende del settore che noi amiamo così tanto, riescano a conquistare sempre più proseliti ; dal canto nostro con il Forum , cercheremo di dare una mano stimolando la curiosità e la voglia di accostarsi al meraviglioso mondo della Stilografica -
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Paradossalmente un mercato di dimensioni non gigantesche come quello attuale favorisce l'esistenza di tante aziende di dimensioni "umane", se la stilografica fosse un oggetto di massa probabilmente ci sarebbero meno aziende, tutte di grandi dimensioni ed in forte competizione tra loro (da qui la mancanze di aziende di dimensione media).
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Credo che questa crisi che stiamo attraversando non risparmi purtroppo nessun settore e quindi anche quello a noi caro, ma sono convinto che le aziende ben strutturate che lavorano con serietà e che producono oggetti di qualità siano in grado di assorbire il colpo e pronte a rilanciare.
Toni
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Io sono fiducioso. Per produrre una stilografica non servono grandi investimenti in attrezzature e ricerca.
Inoltre, molta della componentistica più costosa, come gli stampi per il cilindro e il tappo, può essere condivisa con altre penne (tipicamente il roller), mentre quella dedicata (pennini e alimentatori) può essere condivisa con altre penne stilografiche della stessa marca o delegata ad un produttore esterno che, fornendo più marchi, può ammortizzare le attrezzature.
Ma la cosa più importante è che le stilografiche per funzionare non hanno bisogno di infrastrutture, hardware o software particolari, o di fornitori esterni di prodotti e servizi.
Non è una considerazione banale, perchè, molti oggetti del passato, anche non troppo remoto, sono diventati obsoleti non perchè abbiano smesso di funzionare, ma perchè manca q
Cito, come esempio, le radio a valvole in onda media (ormai è rimasta una sola stazione RAI), i computer MS-DOS, le macchine fotografiche a pellicola ...
Tutto quello che serve ad una stilografica per funzionare è un foglio di carta e una boccetta di inchiostro.
Se anche domani smettessero di fabbricarle, ci sono miliardi di penne stilografiche in giro nel mondo e, paradossalmente, l'inchiostro uno se lo potrebbe fabbricare in proprio.
Inoltre, molta della componentistica più costosa, come gli stampi per il cilindro e il tappo, può essere condivisa con altre penne (tipicamente il roller), mentre quella dedicata (pennini e alimentatori) può essere condivisa con altre penne stilografiche della stessa marca o delegata ad un produttore esterno che, fornendo più marchi, può ammortizzare le attrezzature.
Ma la cosa più importante è che le stilografiche per funzionare non hanno bisogno di infrastrutture, hardware o software particolari, o di fornitori esterni di prodotti e servizi.
Non è una considerazione banale, perchè, molti oggetti del passato, anche non troppo remoto, sono diventati obsoleti non perchè abbiano smesso di funzionare, ma perchè manca q
Cito, come esempio, le radio a valvole in onda media (ormai è rimasta una sola stazione RAI), i computer MS-DOS, le macchine fotografiche a pellicola ...
Tutto quello che serve ad una stilografica per funzionare è un foglio di carta e una boccetta di inchiostro.
Se anche domani smettessero di fabbricarle, ci sono miliardi di penne stilografiche in giro nel mondo e, paradossalmente, l'inchiostro uno se lo potrebbe fabbricare in proprio.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
- Ottorino
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Pero' hanno bisogno di una rete di distribuzione/riparazione/carburazione.Phormula ha scritto:Io sono fiducioso. Per produrre una stilografica non servono grandi investimenti in attrezzature e ricerca.
Inoltre, molta della componentistica più costosa, come gli stampi per il cilindro e il tappo, può essere condivisa con altre penne (tipicamente il roller), mentre quella dedicata (pennini e alimentatori) può essere condivisa con altre penne stilografiche della stessa marca o delegata ad un produttore esterno che, fornendo più marchi, può ammortizzare le attrezzature.
Ma la cosa più importante è che le stilografiche per funzionare non hanno bisogno di infrastrutture, hardware o software particolari, o di fornitori esterni di prodotti e servizi.
Mi pare che invece questa sia venuta a mancare.
Se ci fai caso molte persone che arrivano qui chiedono consigli sul lavaggio, sui salti e sui rebbi disallineati.
Secondo me e'' segno che la rete di vendita (con le dovute eccezioni, naturalmente) non è in grado di contentare il cliente, nel caso ci sia un problema.
Aiutare la gente "stilografica". Che sia uno dei compiti futuri del forum e del wiki ??
E' un pezzo che non accendo la radio "vera", ma le onde medie mi risultano sempre attive. Prova la notte.Phormula ha scritto: Cito, come esempio, le radio a valvole in onda media (ormai è rimasta una sola stazione RAI),
Sono le onde corte che vengono mandate in pensione. Da internet.
Sebbene ascoltare le voci che vengono dall'altra parte del globo via etere, ha un fascino che internet se lo sogna.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
In realtà quel che tu sostieni non è tanto legato al venir meno del mercato, ma al fatto che è cambiata la metodologia di acquisto.
Siamo passati, e non solo per le penne stilografiche, da un sistema di distribuzione basato sui piccoli negozi, ad uno che si regge sulla grande distribuzione e su internet.
Prendi un paio di pantaloni, per esempio. Una volta li compravi in un negozio, il cui titolare spesso era anche un sarto, li provavi, te li accomodava, ti consigliava.
Oggi li compri in un outlet, prendendoli da uno scaffale e ti accomodi alla cassa.
Idem le penne, siamo passati dal piccolo negozio al reparto articoli da regalo del grande magazzino, ad internet.
Per la commessa del grande magazzino la penna stilografica è un oggetto come un'altro. A volte non sanno nemmeno che i pennini hanno una misura.
Se parli con i titolari dei piccoli negozi, non solo di penne, senti di un sacco di persone che entrano, si informano, assorbono competenza e poi comprano in rete o nel centro commerciale.
Prova a chiedere ai (pochi) negozi di fotografia rimasti, quanta gente entra a chiedere informazioni su una fotocamera, e poi "ci pensa su", nel senso che va a casa e la compra su Amazon.
E' chiaro che questo modello di vendita determina una perdita di competenze, lo scopo di questi negozi, sia reali che online, è movimentare il maggior numero di articoli nel minor tempo possibile, quella che gli addetti ai lavori chiamano "rotazione degli stock", una penna non può restare invenduta per anni, e in questo modello la competenza di prodotto non è un valore aggiunto. Conta il prezzo e al massimo l'immagine del negozio (se l'oggetto è destinato ad essere un regalo).
Le onde medie sono destinate a sparire, come sono già sparite le onde corte e sparirà la banda FM.
Saranno sostituite dal DRM e dal DAB.
Siamo passati, e non solo per le penne stilografiche, da un sistema di distribuzione basato sui piccoli negozi, ad uno che si regge sulla grande distribuzione e su internet.
Prendi un paio di pantaloni, per esempio. Una volta li compravi in un negozio, il cui titolare spesso era anche un sarto, li provavi, te li accomodava, ti consigliava.
Oggi li compri in un outlet, prendendoli da uno scaffale e ti accomodi alla cassa.
Idem le penne, siamo passati dal piccolo negozio al reparto articoli da regalo del grande magazzino, ad internet.
Per la commessa del grande magazzino la penna stilografica è un oggetto come un'altro. A volte non sanno nemmeno che i pennini hanno una misura.
Se parli con i titolari dei piccoli negozi, non solo di penne, senti di un sacco di persone che entrano, si informano, assorbono competenza e poi comprano in rete o nel centro commerciale.
Prova a chiedere ai (pochi) negozi di fotografia rimasti, quanta gente entra a chiedere informazioni su una fotocamera, e poi "ci pensa su", nel senso che va a casa e la compra su Amazon.
E' chiaro che questo modello di vendita determina una perdita di competenze, lo scopo di questi negozi, sia reali che online, è movimentare il maggior numero di articoli nel minor tempo possibile, quella che gli addetti ai lavori chiamano "rotazione degli stock", una penna non può restare invenduta per anni, e in questo modello la competenza di prodotto non è un valore aggiunto. Conta il prezzo e al massimo l'immagine del negozio (se l'oggetto è destinato ad essere un regalo).
Le onde medie sono destinate a sparire, come sono già sparite le onde corte e sparirà la banda FM.
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Non mi sembra di aver detto che dipende da un venir meno del mercato.
E sono d'accordo su tutto quello che hai detto.
E' cambiato il sistema di vendita e lo hai descritto benissimo, sia per le penne che per tutto il resto.
E' molto probabile che io sia all'antica, e in effetti sono nato oltre la meta del secolo scorso
(messa cosi' fa un po' effetto !!).
Pero' i miei fornitori competenti (attrezzi, penne, computer, scarpe e quant'altro) me li tengo ben stretti perchè son quelli che mi risolvono i problemi.
Se non mi risolvono il problema consigliandomi la cosa giusta per quello che voglio, in effetti è meglio andare al centro commerciale o su internet.
E sono d'accordo su tutto quello che hai detto.
E' cambiato il sistema di vendita e lo hai descritto benissimo, sia per le penne che per tutto il resto.
E' molto probabile che io sia all'antica, e in effetti sono nato oltre la meta del secolo scorso
(messa cosi' fa un po' effetto !!).
Pero' i miei fornitori competenti (attrezzi, penne, computer, scarpe e quant'altro) me li tengo ben stretti perchè son quelli che mi risolvono i problemi.
Se non mi risolvono il problema consigliandomi la cosa giusta per quello che voglio, in effetti è meglio andare al centro commerciale o su internet.
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Anch'io me li tengo stretti, purtroppo non dipende solo da me.
Due negozi di abbigliamento dai quali mi servivo, per esempio, hanno chiuso.
C'è da sperare che nel mondo delle penne si riesca a fare abbastanza massa critica da permettere ai negozi, gestiti da persone competenti, che sanno consigliare, sistemare e riparare, di sopravvivere e prosperare.
Due negozi di abbigliamento dai quali mi servivo, per esempio, hanno chiuso.
C'è da sperare che nel mondo delle penne si riesca a fare abbastanza massa critica da permettere ai negozi, gestiti da persone competenti, che sanno consigliare, sistemare e riparare, di sopravvivere e prosperare.
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
In effetti gli unici negozi fisici che mi pare reggano di più sono proprio quelli che vendono stilografiche.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Re: Case costruttrici:quale futuro?
Mica tanto, uno dei miei baluardi (lo posso citare, non esiste più), la Maison du Porte Plume, a Buxelles, ha chiuso i battenti di entrambi i negozi.maxpop 55 ha scritto:In effetti gli unici negozi fisici che mi pare reggano di più sono proprio quelli che vendono stilografiche.
Un altro paio di negozi si è ridimensionata, e qualche altro ha allargato l'offerta, aggiungendo alle penne oggetti di pelletteria.
I tempi in cui sotto Natale e nel periodo di cresime e comunioni si facevano le code purtroppo appartengono al passato.
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