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È una mia impressione? (il mercato delle stilografiche)

I problemi che incontriamo nel mondo delle Penne, oltre quelli generali. Parliamone.
Hiroshi

È una mia impressione? (il mercato delle stilografiche)

Messaggio da Hiroshi »

È una mia impressione che da qualche anno a questa parte, (la mia esperienza inizia nel 2012 quando mi si è riaccesa la passione) il mercato delle stilografiche si sia arricchito di nuovi attori, e oggi appaia piuttosto vivace rispetto a qualche anno fa?
Il mio osservatorio è limitato, principalmente importanti siti specializzati, ma ho l'impressione che a fronte della scomparsa di alcuni marchi importanti come Omas si siano aggiunte tantissime altre proposte in termini di fabbricanti e modelli.
Rinnovato interesse che ha alimentato il mercato, viceversa, o entrambi gli aspetti?
Mentre d'altro canto, almeno nei supermercati emiliani, ho visto scomparire gli ultimi blister di penne stilografiche scolastiche e cartucce Pelikan, ormai ci sono soltanto le sferografiche. Ma basta spostarsi qualche centinaio di km in Trentino Alto Adige e la storia già cambia.
Ho l'impressione che il mercato "di base" (scolastico) sia in notevole contrazione anche in cartoleria, ma soprattutto su internet stiano fiorendo notevolmente la gamma media e alta.
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Monet63
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È una mia impressione? (il mercato delle stilografiche)

Messaggio da Monet63 »

A me pare che le cose siano più o meno come prima, almeno per quanto riguarda il mercato del lusso.
Per le penne scolastiche in genere, invece, ho notato un'aumentata facilità a trovare modelli di primo prezzo (parliamo di stilografiche da 2 euro ai 7/8 circa), grazie alla presenza sul territorio di determinati stores tedeschi, come i negozi Tedi, che hanno, anche nei piccoli centri, un certo assortimento di penne molto economiche (anche 2,5 euro) ma di qualità. Non so fino a quanto questo trend sia corretto, perché parlo esclusivamente della mia zona (basso Lazio), dove oltretutto ho possibilità di avere ben due negozi estremamente forniti (Roma e Isernia), facilmente raggiungibili. Roma, poi, è un tripudio di piccole cartolerie dove si trova effettivamente ogni cosa, avendo voglia di girare. Tuttavia, nei circa 4 anni vissuti in Emilia (a Parma, ma ero tutte le settimane a Reggio), qualche difficoltà l'ho avuta, anche se ora non saprei com'è realmente la situazione.
Ciò che ho visto letteralmente fiorire è l'offerta di inchiostri, che mai come oggi è stata sterminata e presente in Italia, anche relativamente a quei produttori che un tempo era difficile trovare; chi ricorda, ad esempio, gli anni in cui trovare una boccetta di Perle noire era davvero complicato? O il desiderio di poter avere determinati Noodler's?
Io spero proprio che le cose migliorino ancora. Proprio stasera sono stato da Tedi a comprare la carta. Una follia: una scelta sterminata, prezzi davvero bassissimi (3 quaderni cuciti A5 da 60 fogli, tipo alcuni Moleskine o certi Clairefontaine, a 2,5 euro), carta generalmente adatta alla stilografica; certo, in Germania le stilografiche le usano da piccoli, ma mi piacerebbero più negozi come quello.
Insomma, io vedo le penne più o meno come prima, ma un aumento di offerta dei consumabili per stilografica.
:wave:
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Messaggio da Gargaros »

Non posso dare una risposta granché affidabile, ma voglio riportare una cosa che sta succedendo dalle mie parti: c'è un locale che ha appaltato "a una azienda seria" la produzione di stilografiche di fascia economica destinate quindi alla gioventù, sulla quale ci farà apportare un suo marchio. Dovrebbero essere smerciate da una nota cartolibreria della mia cittadina, e infatti è dal titolare di questa che ho avuto le informazioni. Mi ha detto nome della marca e zona di produzione, ma ho dimenticato tutto (la zona è comunque nei paraggi, stessa provincia, se non ricordo malissimo). Non ho invece dimenticato che sono tre mesi che sto aspettando l'arrivo di queste penne, perché la curiosità è davvero grande.

Dicento "dalle mie parti" devi immaginare una realtà molto piccola: la mia cittadina è composta da poco meno di 27mila anime. Di sicuro questo nuovo produttore distribuirà anche nella altre città del circondario, ma qualcosa mi dice che non andrà oltre. Poi magari sbaglio.

Ad ogni modo, ecco. Cosa vorrà dire? Che forse quello che hai notato è vero, e c'è fermento.

Oppure non significa niente e 'ste cose sono sempre successe, cioè si sono sempre fatti avanti una marea di produttori che poi sono spariti dall'oggi al domani, per insuccesso o per mancanza di interesse...

Se fa piacere, aggiornerò sulla faccenda di cui sopra.
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Messaggio da Phormula »

A salvare il mercato delle stilografiche economiche sono stati due fattori.
Il fatto che in Germania, Austria e Svizzera siano ancora molto usate nelle scuole (non si sono fatti travolgere dalle biro cancellabili), anzi in alcune scuole sono ancora obbligatorie. Questo, oltre a creare la domanda delle stilografiche scolastiche sotto i 25 Euro e quindi consentire a marchi come Lamy, Pelikan, Schneider, Online, Faber Castell, Stabilo, Herlitz, Waterman, Kaweko ... di continuare ad offrirle, continua a creare generazioni di persone che hanno imparato a scrivere con la stilografica e continuano ad usarla anche alle superiori, all'università, sul lavoro... creando di riflesso il mercato per penne di prezzo superiore ma senza esagerare, consentendo alle stesse o ad altre aziende di offrire i loro prodotti. Quando in una riunione a livello europeo vedo qualcuno che scrive con la stilografica, o è un appassionato o è un tedesco...
Ad essi si aggiungono molti produttori indipendenti, che comprano quello che i tedeschi chiamano "nocepiece", cioè il blocco pennino + alimentatore dai soliti noti e lo integrano in una penna. La realizzazione di una stilografica una volta realizzato il roller comporta solamente la modifica del puntale per alloggiare il nocepiece. E' quello che fa, per esempio, ACME, che vende i roller e poi vende a parte una impugnatura con il pennino che trasforma il roller in una stilografica.

Cina e Giappone hanno un tipo di scrittura che si presta all'uso della stilografica più che alla biro. Non a caso le penne gel sono nate da loro. Inoltre fino a qualche anno fa la Cina non disponeva della tecnologia per realizzare le sfere utilizzate nelle biro. Come per la Germania, poter contare su un mercato interno non è cosa da poco. Aggiungo, anche se sembra assurdo, che le aziende giapponesi da una parte sono molto innovative, ma dall'altro tendono a mantenere in vita i prodotti più a lungo di altre. Ad esempio Sony è andata avanti ad offire radio ad onde corte di un certo livello per anni, dopo che il mercato per questo tipo di prodotto era scomparso per la chiusura delle grandi stazioni internazionali.

Infine, come per altre tecnologie (ascolto di musica in vinile, fotografia a pellicola e istantanea, ...) dopo l'ubriacatura con le nuove tecnologie, di solito si osserva un ritorno. Da prodotto di massa diventa prodotto di nicchia, apprezzato da un numero limitato ma comunque significativo di appassionati. E' quello che sta succedendo alle stilografiche.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Automedonte
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Messaggio da Automedonte »

Monet63 ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 0:26
Insomma, io vedo le penne più o meno come prima, ma un aumento di offerta dei consumabili per stilografica.
:wave:
Che se fosse vero sarebbe un'ottima notizia, significa che le penne stilografiche incominciano ad essere usate e non più ad essere regali di Comunioni e Cresime abbandonati in qualche cassetto :thumbup:

Approfitto per farti una domanda, da quel che ho capito sei un grande utilizzatore di penne stilografiche di tutti i "livelli", secondo qale criterio utilizzi penne da 2,5 euro o penne con un certo blasone?
Cesare Augusto
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Messaggio da schnier »

Da alcuni anni è tornata di moda la scrittura a mano e di conseguenza c'è molta curiosità per la calligrafia e il cosiddetto lettering, in particolar modo tra il pubblico femminile. Quindi ecco che tra brushpen, pennarelli etc. per fare il bullet journal, qualche bel biglietto per feste e cerimonie et similia spunta anche la penna stilografica o la penna con pennino e calamaio. Un altro target tipico è l'impiegato di ufficio logorato dalla vita informatizzata che si rivolge al piacere della scrittura analogica. Del resto anche nel forum sono gli utenti che vanno per la maggiore. In entrambi i casi la causa è la rivalutazione del gesto dello scrivere e del riflettere nell'era della frenesia digitale dei social e degli smartphone.
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Messaggio da Monet63 »

Automedonte ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 10:13
Monet63 ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 0:26
Insomma, io vedo le penne più o meno come prima, ma un aumento di offerta dei consumabili per stilografica.
:wave:
Che se fosse vero sarebbe un'ottima notizia, significa che le penne stilografiche incominciano ad essere usate e non più ad essere regali di Comunioni e Cresime abbandonati in qualche cassetto :thumbup:

Approfitto per farti una domanda, da quel che ho capito sei un grande utilizzatore di penne stilografiche di tutti i "livelli", secondo qale criterio utilizzi penne da 2,5 euro o penne con un certo blasone?
Prima di tutto devono scrivere molto bene, a prescindere dal prezzo. Chiaramente una penna da 2 euro di marca sconosciuta la compro a cuor leggero, se non va bene pazienza; mentre dai circa 20 euro in poi preferisco marchi noti, e ho i miei preferiti. In quanto a scegliere cosa adoperare, accade in base all'inchiostro che voglio usare (scelto a sua volte in base alla carta su cui scrivo, e al colore che mi occorre), e all'estro del momento. La bellezza estetica e la preziosità dei materiali non sono per me motivo di scelta, ma se una penna mi piace per qualcosa (mi piaceva moltissimo la Schneider ID) la uso di preferenza. In pratica pur avendo penne di ogni tipo, e una ventina di pregio, la mia scelta esula dal costo o dal blasone; ho penne preferite che non sono mai state messe a riposo, come la Mezzanotte (finora quattro anni di servizio circa, interrotti per due settimane solo perché è stata mandata in assistenza, ci ho scritto qualcosa come 1800 pagine fitte fitte, sempre con un blu-nero non ferrogallico), e la Reform da pochi euro (perennemente carica da una quindicina di anni con un inchiostro bordeaux, al momento Montblanc).
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Messaggio da Automedonte »

grazie per la risposta, sarei curioso di approfondire l'argomento ma andremmo fuori tema.

Magari aprirò una discussione apposita ;)
Cesare Augusto
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Messaggio da JetMcQuack »

Monet63 ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 14:37
Automedonte ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 10:13

Che se fosse vero sarebbe un'ottima notizia, significa che le penne stilografiche incominciano ad essere usate e non più ad essere regali di Comunioni e Cresime abbandonati in qualche cassetto :thumbup:

Approfitto per farti una domanda, da quel che ho capito sei un grande utilizzatore di penne stilografiche di tutti i "livelli", secondo qale criterio utilizzi penne da 2,5 euro o penne con un certo blasone?
Prima di tutto devono scrivere molto bene, a prescindere dal prezzo. Chiaramente una penna da 2 euro di marca sconosciuta la compro a cuor leggero, se non va bene pazienza; mentre dai circa 20 euro in poi preferisco marchi noti, e ho i miei preferiti. In quanto a scegliere cosa adoperare, accade in base all'inchiostro che voglio usare (scelto a sua volte in base alla carta su cui scrivo, e al colore che mi occorre), e all'estro del momento. La bellezza estetica e la preziosità dei materiali non sono per me motivo di scelta, ma se una penna mi piace per qualcosa (mi piaceva moltissimo la Schneider ID) la uso di preferenza. In pratica pur avendo penne di ogni tipo, e una ventina di pregio, la mia scelta esula dal costo o dal blasone; ho penne preferite che non sono mai state messe a riposo, come la Mezzanotte (finora quattro anni di servizio circa, interrotti per due settimane solo perché è stata mandata in assistenza, ci ho scritto qualcosa come 1800 pagine fitte fitte, sempre con un blu-nero non ferrogallico), e la Reform da pochi euro (perennemente carica da una quindicina di anni con un inchiostro bordeaux, al momento Montblanc).
Curiosità: cosa scrivi in 1800 pagine fitte fitte?
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Messaggio da Monet63 »

JetMcQuack ha scritto: venerdì 25 settembre 2020, 21:11 Curiosità: cosa scrivi in 1800 pagine fitte fitte?
Un trattato di tecniche pittoriche professionali avanzate con una sezione enorme riguardante i pigmenti, che prende il grosso delle pagine, e quello che doveva essere un semplice racconto, e invece sta diventando altro.
:wave:
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Messaggio da Gargaros »

OT
Monet, anche io mi sto interessando di inchiostri. Mi consiglieresti qualche libro in italiano che ne parla? Va bene la storia, ma gradirei anche qualcosa di più scientifico.
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Messaggio da Monet63 »

Gargaros ha scritto: sabato 26 settembre 2020, 11:06 OT
Monet, anche io mi sto interessando di inchiostri. Mi consiglieresti qualche libro in italiano che ne parla? Va bene la storia, ma gradirei anche qualcosa di più scientifico.
Purtroppo non conosco libri in lingua italiana che parlino di inchiostri in quel senso. Per dirla tutta, anche nella tecnica pittorica avanzata la stragrande maggioranza dei testi validi sono tutti in lingua inglese.
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Messaggio da sansenri »

io ho l'impressione che il mercato, soprattutto nella fascia alta, si sia globalizzato e che il traino in quella fascia lo facciano gli appassionati come i membri di FP.it, FPN, e molti altri forum diffusi in altri paesi non solo in EU e US ma molti anche in Asia.
L'offerta di gamma alta si rivolge quindi molto a costoro (e un po' meno com'era una volta al mercato del lusso o dei regali da occasione importante) e da parte dei produttori ho impressione ci sia una consapevolezza che offrire molte novità a ritmo più veloce di una volta sia un modo per mantenere alto l'interesse e il desiderio dei sensibili al fascino delle nuove offerte esclusive (spesso in tiratura limitata, o in una gamma elevata di varianti).
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È una mia impressione? (il mercato delle stilografiche)

Messaggio da Invernomuto »

Tempo fa (un annetto) avevo letto un articolo di analisi di mercato che dava queste tendenze:
1) numero di penne vendute in contrazione
2) fatturato in aumento, trainato dai prodotti di media e alta gamma

In sintesi, si vendono meno penne ma di maggiore qualità o blasone. Come hanno già evidenziato altri interventi, potrebbe essere una transizione verso un mercato di nicchia.
La cosa parrebbe confermata dall'intervista (pubblicata in qualche intervento qui sul forum) a Cesare Verona, l'AD di Aurora, che conferma che la mossa di abbandonare la fascia bassa (scolastiche, ecc) per concentrarsi sui prodotti di fascia medio alta è stata per loro assolutamente vincente.
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Messaggio da maylota »

Invernomuto ha scritto: lunedì 28 settembre 2020, 9:57 Tempo fa (un annetto) avevo letto un articolo di analisi di mercato che dava queste tendenze:
1) numero di penne vendute in contrazione
2) fatturato in aumento, trainato dai prodotti di media e alta gamma

In sintesi, si vendono meno penne ma di maggiore qualità o blasone. Come hanno già evidenziato altri interventi, potrebbe essere una transizione verso un mercato di nicchia.
La cosa parrebbe confermata dall'intervista (pubblicata in qualche intervento qui sul forum) a Cesare Verona, l'AD di Aurora, che conferma che la mossa di abbandonare la fascia bassa (scolastiche, ecc) per concentrarsi sui prodotti di fascia medio alta è stata per loro assolutamente vincente.
Credo ti riferisca alla ricerca qui citata:
https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=19471

La mia impressione dopo averla letta, è però diversa dalla tua sulla strategia di abbandono delle scolastiche da parte dei marchi italiani: se abbandoni il mercato delle penne usate dai giovani, ti "autocondanni" alla nicchia dell'anziano ultra sessantacinquenne (per usare i termini della ricerca).
E sei fuori ad esempio da possibili trend di recupero della scrittura analogica.
Leggevo da qualche parte che Instagram ha avuto un ruolo molto forte sul boom degli inchiostri cui stiamo assistendo. Però se il mercato dei giovani lo abbandoni perchè scolastica=economica=pochi profitti, forse rischi di rimanere ai margini.
Venceremos.
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