Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Scadenza inchiostri
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Sì il colore è lo stesso. Nero.
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Scadenza inchiostri
Anche Montegrappa (che lasciando perdere le penne discutibili produce, o si fa produrre, ottimi inchiostri) applica un'etichetta con data di scadenza. Anche Montblanc. Pensavo che in qualche modo gli inchiostri giapponesi fossero diversi. Sempre che per poterli vendere in Europa non abbiano dovuto procedere con l'omologazione ed eliminare i fenoli che erano ottimi conservanti con proprietà antimuffa. Le ricerche ritengono che siano cancerogeni, anche se a mio parere questi consentivano di usare tutto l'inchiostro della boccetta, a differenza di quelli odierni a base d'acqua che si alterano dopo poco tempo, soprattutto ad ogni apertura del flacone, quando penetra aria. Non mi spiego però la data di scadenza della confezione vecchia. Di quando sarebbe? A mio parere hai diritto ad una sostituzione da parte del commerciante, che non poteva vendere una confezione scaduta. Non è per il valore, ma una questione di principio.
Alessandro
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Anche io ho delle cartucce Saylor di 3 tipi una Jemtle ink, laltra e la serie indelebile xhe non ha la scadenza sul retro ma sul lato corto e una boccetta di shikiori.
Per il momento sono ancora intere le cartucce perché ho usato al momento solo le cartucce di scorta con la mia Saylor ecoule e pur non usandola spesso ogni volta che la aprivo mi partiva sempre perfettamente e mi durava molto a lungo l'inchiostro, magari erano delle cartucce vecchio stampo senza date di scadenza ma ho notato un odore tipo pongo "DAS" quando apro la stilografica e lo trovo anche piacevole non so le altre se hanno an he questa caratteristica o come hanno detto alcuni di voi hanno tolto alcuni elementi che magari davano questo odore e facevano durare di piu fli inchiostri e li rendevano piu fluidi.
La boccetta invece l'ho usata su una Pelikan 200 anni 80 e mi da ancora quella sensazione di odore di DAS anche se meno marcato e anche sulla Pellikan non mi ha dato grandi problemi se non che mi pare sia evaporato un po prima rispetto alle vartucce ma forse e per via di una chiusura diversa della penna che magari fa passare quel filo di aria in più che la da evapprare prima.
Per il momento sono ancora intere le cartucce perché ho usato al momento solo le cartucce di scorta con la mia Saylor ecoule e pur non usandola spesso ogni volta che la aprivo mi partiva sempre perfettamente e mi durava molto a lungo l'inchiostro, magari erano delle cartucce vecchio stampo senza date di scadenza ma ho notato un odore tipo pongo "DAS" quando apro la stilografica e lo trovo anche piacevole non so le altre se hanno an he questa caratteristica o come hanno detto alcuni di voi hanno tolto alcuni elementi che magari davano questo odore e facevano durare di piu fli inchiostri e li rendevano piu fluidi.
La boccetta invece l'ho usata su una Pelikan 200 anni 80 e mi da ancora quella sensazione di odore di DAS anche se meno marcato e anche sulla Pellikan non mi ha dato grandi problemi se non che mi pare sia evaporato un po prima rispetto alle vartucce ma forse e per via di una chiusura diversa della penna che magari fa passare quel filo di aria in più che la da evapprare prima.
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Forse sì tratta di inchiostri con l'additivo. Io ho usato tranquillamente boccette di Pelikan nero risalenti al 1995. Non ho avuto alcun problema. Quello recente è completamente inodore, a differenza dei vecchi, e intasa paurosamente le penne, anche le Pelikan.
Alessandro
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Ho usato l'app "traduttore" di Google su Android che consente la traduzione a partire da una immagine acquisita dalla fotocamera dello smartphone.
Nell'immagine con il retro delle scatole delle cartucce, per le due a sinistra, i due ideogrammi prima della data sono stati tradotti con la dicitura "fabbricazione".
Gli stessi ideogrammi sembrano presenti anche in altre immagini.
Edit: Aggiungo che, se non ricordo male, la convenzione del formato data in Giappone e' AAMMDD (anno, mese, giorno)
Geraldo
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Si immaginavo anche io fosse la data di fabbricazione in quanto le ho acquistate ben dopo il 2017 e sapevo che i giapponesi come gli americani usavano prima l'anno poi il mese e poi il giorno al contrario di noi.gbiotti ha scritto: ↑venerdì 25 settembre 2020, 18:24Ho usato l'app "traduttore" di Google su Android che consente la traduzione a partire da una immagine acquisita dalla fotocamera dello smartphone.
Nell'immagine con il retro delle scatole delle cartucce, per le due a sinistra, i due ideogrammi prima della data sono stati tradotti con la dicitura "fabbricazione".
Gli stessi ideogrammi sembrano presenti anche in altre immagini.
Edit: Aggiungo che, se non ricordo male, la convenzione del formato data in Giappone e' AAMMDD (anno, mese, giorno)
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Grazie molte per questa importante informazione che mi aiuta non poco nell'individuare il problema.gbiotti ha scritto: ↑venerdì 25 settembre 2020, 18:24Ho usato l'app "traduttore" di Google su Android che consente la traduzione a partire da una immagine acquisita dalla fotocamera dello smartphone.
Nell'immagine con il retro delle scatole delle cartucce, per le due a sinistra, i due ideogrammi prima della data sono stati tradotti con la dicitura "fabbricazione".
Gli stessi ideogrammi sembrano presenti anche in altre immagini.
Edit: Aggiungo che, se non ricordo male, la convenzione del formato data in Giappone e' AAMMDD (anno, mese, giorno)
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Ma scusate una domanda forse banale voi le bottiglie di inchiostro non le agitate prima come si fa con la vernice? Mi avevano detto che si doveva agitare la boccetta d'inchiostro sopratutto se ferma da molto tempo, il rischio è quello di trovarsi con delle cariche o troppo liquide o troppo "spesse".Roby59 ha scritto: ↑martedì 6 ottobre 2020, 22:28 Tempo fa mi regalarono due boccette di inchiostro Pelikan blue ( classiche boccettine che si vendono insieme alla stilografica in scatola antichizzata ) non portavano nessun valore di scadenza le stesse furono da me accantonate e utilizzate tempo dopo , morale caricato il converter , scritto , stilografica ferma due tre giorni , ripresa , scrittura a tratti , colore tendente al violaceo , tratto molto lento in asciugatura , intasamento totale del gruppo scrittura ( Lamy All-Star) con successiva pulitura ecc.ecc.
A vista sembrava presente del fondo o meglio inchiostro molto denso , gettato il tutto .
Forse con gli ultimi inchiostri non è così ma penso sia valido per quelli un po più datati.
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Allora non sono l'unico, me lo avevano insegnato a scuola per gli inchiostri da usare con il pennino.Automedonte ha scritto: ↑martedì 6 ottobre 2020, 23:00 Io lo faccio sempre, magari non serve a nulla ma male non fa
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Il principio di fondo non è sbagliato ma bisogna considerare che sul fondo della bottiglia spesso si formano dei depositi che così vanno in sospensione e possono intasare la penna.Automedonte ha scritto: ↑martedì 6 ottobre 2020, 23:00 Io lo faccio sempre, magari non serve a nulla ma male non fa
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Sono d'accordo.vikingo60 ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 7:39Il principio di fondo non è sbagliato ma bisogna considerare che sul fondo della bottiglia spesso si formano dei depositi che così vanno in sospensione e possono intasare la penna.Automedonte ha scritto: ↑martedì 6 ottobre 2020, 23:00 Io lo faccio sempre, magari non serve a nulla ma male non fa
Tolti gli inchiostri ai pigmenti, un inchiostro stilografico standard non dovrebbe aver bisogno di essere agitato prima dell'uso, perché i coloranti sono in soluzione, non in sospensione.
L’opera d’arte è sempre una confessione.
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Premesso che mi fido del vostro parere, mi domando allora come mai si formano dei depositi?
Cesare Augusto
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Possono esserci molti motivi, come una sovrasaturazione, sbalzi di temperatura, invecchiamento, etc. In ogni caso si forma un precipitato.Automedonte ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 15:58Premesso che mi fido del vostro parere, mi domando allora come mai si formano dei depositi?
In linea di massima, però, gli inchiostri, qualsiasi tipo di inchiostro che usa coloranti, è una soluzione; ciò accade per via della natura stessa dei coloranti, che sono solubili in un solvente (nel nostro caso l'acqua). I pigmenti, invece, non sono solubili, e quindi devono essere tenuti insieme (sospensione) da un legante.
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Speigo il motivo della domanda, probabilmente è una mia impressione ma su alcuni inchiostri mi pare che rovesciando un paio di volte la boccetta diventino più densi.
Cesare Augusto