Leonardo Momento Zero 2020: l'evoluzione di una penna
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Leonardo Momento Zero 2020: l'evoluzione di una penna
Mi accingo all’ennesima recensione di una penna che sta facendo parlare molto di se, come del resto il suo produttore, ovvero la Momento Zero Grande 2020 di Leonardo Officina Italiana.
Prima di iniziare ci terrei a fare una premessa, la penna l’ho comprata direttamente dal titolare di Leonardo, il quale mi ha ceduto ad un prezzo da penna usata la usa nr. 001, per me un onore. La recensione ho comunque cercato di farla in maniera oggettiva e con lo spirito di condividere la mia esperienza, cosa che tendo a fare quando ho a che fare con qualcosa che mi colpisce, sia positivamente che negativamente, e con penne che si possono trovare senza difficoltà sul mercato.
Inizio però un po' dal lontano cercando di dare un contesto storico a questa penna. Come è ben noto Leonardo Officina Italiana raccoglie l’eredità stilistica di Delta, il suo fondatore Salvatore Matrone si è formato proprio in Delta, azienda fondata dal padre insieme ad altri due soci, dove lavorava come designer contribuendo alla realizzazione di diversi modelli, tra cui la The Journal. Quando la Delta The Journal fu immessa sul mercato riscosse ottimi giudizi dagli appassionati, prevalentemente sul lato estetico, il suo stile piacque molto, una penna che si rifaceva alle flat top degli anni 30 con linee moderne e dimensioni ideali per un uso giornaliero. Geniale fu’ anche l’idea di potere accedere al converter svitando il cupolino del fusto così da poterla ricaricare a mo' di penna a pistone, ovviamente si poteva anche svitare il fusto in maniera tradizionale ed accedere al converter a vite, o usare le cartucce. Infine il prezzo non era malvagio, la si portava a casa a meno di 150€ con un buon pennino in acciaio.
Perchè sono partito da così lontano, perché la The Journal è stata la penna a cui Leonardo Officina Italiana si è legittimamente ispirata per il suo cavallo di battaglia di Leonardo, la Momento Zero. Insomma è la capostipite di questa fortunata famiglia di penne che passando poi attraverso piccole ma continue migliorie ci ha portati fino alla penna in oggetto di questa recensione.
Ecco la capostipite The Journal a fianco della Momento Zero e della Momento Zero Grande 2020. La Momento Zero Grande 2020 è non solo il frutto dell’ennesima rivisitazione stilistica, in cui si è reso più filante la linea con il cupolino del cappuccio leggermente più conico e il cappuccio che si chiude senza più formare lo scalino con il fusto, ma è anche la dimostrazione di come questa giovane azienda è attenta alle critiche degli appassionati. Sulla precedente versione della penna la cosa più criticata è stato il sistema di caricamento, ovvero il pistone esterno alias il captive converter, sulla nuova versione è stato implementato un vero pistone.
Ecco le dimensioni:
lunghezza chiusa – 15.1cm
lunghezza corpo penna – 13.3 cm
lunghezza con cappuccio calzato – 17.2 cm
diametro fusto – 16 mm
peso - 30 gr.
Parliamo quindi di una penna di dimensione importante, ma che conserva una linea filante essendo leggermente rastremata verso le due estremità
... to be continued
Prima di iniziare ci terrei a fare una premessa, la penna l’ho comprata direttamente dal titolare di Leonardo, il quale mi ha ceduto ad un prezzo da penna usata la usa nr. 001, per me un onore. La recensione ho comunque cercato di farla in maniera oggettiva e con lo spirito di condividere la mia esperienza, cosa che tendo a fare quando ho a che fare con qualcosa che mi colpisce, sia positivamente che negativamente, e con penne che si possono trovare senza difficoltà sul mercato.
Inizio però un po' dal lontano cercando di dare un contesto storico a questa penna. Come è ben noto Leonardo Officina Italiana raccoglie l’eredità stilistica di Delta, il suo fondatore Salvatore Matrone si è formato proprio in Delta, azienda fondata dal padre insieme ad altri due soci, dove lavorava come designer contribuendo alla realizzazione di diversi modelli, tra cui la The Journal. Quando la Delta The Journal fu immessa sul mercato riscosse ottimi giudizi dagli appassionati, prevalentemente sul lato estetico, il suo stile piacque molto, una penna che si rifaceva alle flat top degli anni 30 con linee moderne e dimensioni ideali per un uso giornaliero. Geniale fu’ anche l’idea di potere accedere al converter svitando il cupolino del fusto così da poterla ricaricare a mo' di penna a pistone, ovviamente si poteva anche svitare il fusto in maniera tradizionale ed accedere al converter a vite, o usare le cartucce. Infine il prezzo non era malvagio, la si portava a casa a meno di 150€ con un buon pennino in acciaio.
Perchè sono partito da così lontano, perché la The Journal è stata la penna a cui Leonardo Officina Italiana si è legittimamente ispirata per il suo cavallo di battaglia di Leonardo, la Momento Zero. Insomma è la capostipite di questa fortunata famiglia di penne che passando poi attraverso piccole ma continue migliorie ci ha portati fino alla penna in oggetto di questa recensione.
Ecco la capostipite The Journal a fianco della Momento Zero e della Momento Zero Grande 2020. La Momento Zero Grande 2020 è non solo il frutto dell’ennesima rivisitazione stilistica, in cui si è reso più filante la linea con il cupolino del cappuccio leggermente più conico e il cappuccio che si chiude senza più formare lo scalino con il fusto, ma è anche la dimostrazione di come questa giovane azienda è attenta alle critiche degli appassionati. Sulla precedente versione della penna la cosa più criticata è stato il sistema di caricamento, ovvero il pistone esterno alias il captive converter, sulla nuova versione è stato implementato un vero pistone.
Ecco le dimensioni:
lunghezza chiusa – 15.1cm
lunghezza corpo penna – 13.3 cm
lunghezza con cappuccio calzato – 17.2 cm
diametro fusto – 16 mm
peso - 30 gr.
Parliamo quindi di una penna di dimensione importante, ma che conserva una linea filante essendo leggermente rastremata verso le due estremità
... to be continued
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Leonardo Mometo Zero 2020: l'evoluzione di una penna
Grande penna, bel colore ed un magnifico pennino
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Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Sul cappuccio, che si rimuove con un giro esatto, troviamo la classica clip a ruzzolina, e si calza in maniera sicura in scrittura, la penna però diventa davvero enorme pur rimanendo tutto sommato bilanciata.
Il fusto presenta uno scalino poco sopra la filettatura su cui si avvita il cappuccio, gradino però addolcito da un anellino metallico e che comunque non infastidisce in scrittura essendo abbastanza in alto. La sezione è molto comoda, l’ho apprezzata appena presa la penna tra le dita, ha una svasatura che si restringe fino a 11mm, un forma ed un diametro che trovo perfetto per le mie mani. La penna viene commercializzata in due diverse versioni, una base con pennino in acciaio ed una, che definirei “deluxe”, con pennino in oro 14K. La penna oggetto di questa recensione era corredata di pennino in acciaio di gradazione M, in un secondo momento ho preso quello in oro a 14K nella stessa gradazione, entrambe i pennini sono di produzione Bock. L’alimentatore, a prescindere dal pennino è sempre lo stesso, in ebanite realizzato da Leonardo. Entrambe i pennini hanno scritto bene fin dalla prima volta che hanno toccato la carta, in maniera diversa però. Il pennino in acciaio l’ho trovato più generoso sia nel tratto che nel flusso, è un pennino morbido ma poco elastico, molto liscio dal feedback poco pronunciato. Il pennino in oro invece è leggermente più esile, ha un tratto ed un flusso più controllato ma comunque non scarso. Lo trovo più morbido del pennino in acciaio e consente una variazione di tratto un po’ più pronunciata, il feedback è molto simile a quello in acciaio, forse un pelino più presente.
Ecco una prova di scrittura comparativa dei due pennini con inchiostro P.W. Akkerman Sbrebrown. La scelta tra uno o l’altro pennino reputo che sia dettato da preferenze di scrittura personali e dal portafogli. Personalmente guardando il fattore economico e le performance di scrittura direi che il pennino in acciaio è la scelta migliore, scrive davvero bene e si risparmiano ben 200€.
Rapporto qualità prezzo, vediamo: per meno di 300€ di listino ci portiamo a casa una penna di misura importante fatta in resina, di cui una più bella dell’altra, ricarica a pistone di buona capacità, conduttore in ebanite e pennino in acciaio, insomma facendo un po’ di paragoni in giro direi che non è male. Per 200 cucuzze in più abbiamo il modello deluxe con pennino in oro, ancora tutto sommato non male paragonando con altri marchi nostrani.
Il fusto presenta uno scalino poco sopra la filettatura su cui si avvita il cappuccio, gradino però addolcito da un anellino metallico e che comunque non infastidisce in scrittura essendo abbastanza in alto. La sezione è molto comoda, l’ho apprezzata appena presa la penna tra le dita, ha una svasatura che si restringe fino a 11mm, un forma ed un diametro che trovo perfetto per le mie mani. La penna viene commercializzata in due diverse versioni, una base con pennino in acciaio ed una, che definirei “deluxe”, con pennino in oro 14K. La penna oggetto di questa recensione era corredata di pennino in acciaio di gradazione M, in un secondo momento ho preso quello in oro a 14K nella stessa gradazione, entrambe i pennini sono di produzione Bock. L’alimentatore, a prescindere dal pennino è sempre lo stesso, in ebanite realizzato da Leonardo. Entrambe i pennini hanno scritto bene fin dalla prima volta che hanno toccato la carta, in maniera diversa però. Il pennino in acciaio l’ho trovato più generoso sia nel tratto che nel flusso, è un pennino morbido ma poco elastico, molto liscio dal feedback poco pronunciato. Il pennino in oro invece è leggermente più esile, ha un tratto ed un flusso più controllato ma comunque non scarso. Lo trovo più morbido del pennino in acciaio e consente una variazione di tratto un po’ più pronunciata, il feedback è molto simile a quello in acciaio, forse un pelino più presente.
Ecco una prova di scrittura comparativa dei due pennini con inchiostro P.W. Akkerman Sbrebrown. La scelta tra uno o l’altro pennino reputo che sia dettato da preferenze di scrittura personali e dal portafogli. Personalmente guardando il fattore economico e le performance di scrittura direi che il pennino in acciaio è la scelta migliore, scrive davvero bene e si risparmiano ben 200€.
Rapporto qualità prezzo, vediamo: per meno di 300€ di listino ci portiamo a casa una penna di misura importante fatta in resina, di cui una più bella dell’altra, ricarica a pistone di buona capacità, conduttore in ebanite e pennino in acciaio, insomma facendo un po’ di paragoni in giro direi che non è male. Per 200 cucuzze in più abbiamo il modello deluxe con pennino in oro, ancora tutto sommato non male paragonando con altri marchi nostrani.
Ultima modifica di francoiacc il venerdì 18 settembre 2020, 19:35, modificato 1 volta in totale.
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Amo alla follia la The Journal, e anche la sua versione in legno, la Seawood, che pure posseggo.francoiacc ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 19:24 Quando la Delta The Journal fu immessa sul mercato riscosse ottimi giudizi dagli appassionati, prevalentemente sul lato estetico, il suo stile piacque molto, una penna che si rifaceva alle flat top degli anni 30 con linee moderne e dimensioni ideali per un uso giornaliero. Geniale fu’ anche l’idea di potere accedere al converter svitando il cupolino del fusto così da poterla ricaricare a mo' di penna a pistone, ovviamente si poteva anche svitare il fusto in maniera tradizionale ed accedere al converter a vite, o usare le cartucce.
Personalmente ho apprezzato davvero moltissimo questa scelta, perché il produttore ha dimostrato grande intelligenza e buon senso da vendere: ora, chi preferisce e vuole una penna a converter (tipo quelli come me) prende la MZ, magari con un bel pennino d'oro (è il mio prossimo acquisto); chi invece vuole il pistone - quello vero e molto capiente - prende questa. Chiaro e diretto, senza giri di parole; davvero bravo.francoiacc ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 19:24 La Momento Zero Grande 2020 è non solo il frutto dell’ennesima rivisitazione stilistica, in cui si è reso più filante la linea con il cupolino del cappuccio leggermente più conico e il cappuccio che si chiude senza più formare lo scalino con il fusto, ma è anche la dimostrazione di come questa giovane azienda è attenta alle critiche degli appassionati. Sulla precedente versione della penna la cosa più criticata è stato il sistema di caricamento, ovvero il pistone esterno alias il captive converter, sulla nuova versione è stato implementato un vero pistone.
Tra l'altro, il fatto che i pennini possano essere Jowo, un produttore che prediligo rispetto a Bock perché non ho mai trovato un loro pennino che scrivesse meno che bene, è un ulteriore punto che mi fa venire immediatamente voglia di comprarne una; cosa che, nonostante io preferisca la cartuccia/converter, farò sicuramente entro fine anno, non appena avrò deciso il colore (forse qualcosa sul blu-nero, voglio vedere bene cosa c'è di disponibile), in modo da dare alla mia Mezzanotte una sorellina degna con una certa affinità.
Sulla bellezza manco mi pronuncio: basta avere gli occhi.
Grazie Franco, la tua recensione mi è davvero molto gradita.
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L’opera d’arte è sempre una confessione.
Umberto Saba
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Sempre felice di essere d’aiuto
Riguardo ai pennino, hai ragione sul fatto che i gruppi scrittura Bock sono meno affidabili, nel senso che se ne trovano più frequentemente di fallati, tuttavia quelli che scrivono io li trovo molto più piacevoli degli JoWo. Ora se consideri che la maggior parte dei problemi dei gruppi scrittura Bock sono dovuti agli alimentatori (che non sono usati sulla Momento Zero Grande 2020) e che comunque ogni pennino/gruppo scrittura viene controllato prima di essere messo in vendita, sinceramente una chance io direi di dargliela. Le mie tre momento zero usano tutte pennini Bock e scrivono piacevolmente senza alcun problema; tra questi c’è un meraviglioso Stub 1.5mm.
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Riguardo ai pennino, hai ragione sul fatto che i gruppi scrittura Bock sono meno affidabili, nel senso che se ne trovano più frequentemente di fallati, tuttavia quelli che scrivono io li trovo molto più piacevoli degli JoWo. Ora se consideri che la maggior parte dei problemi dei gruppi scrittura Bock sono dovuti agli alimentatori (che non sono usati sulla Momento Zero Grande 2020) e che comunque ogni pennino/gruppo scrittura viene controllato prima di essere messo in vendita, sinceramente una chance io direi di dargliela. Le mie tre momento zero usano tutte pennini Bock e scrivono piacevolmente senza alcun problema; tra questi c’è un meraviglioso Stub 1.5mm.
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Complimenti bella presentazione
Anch'io felicissimo possessore dopo la mz pietra marina con pennino in acciaio sf che scrive benissimo e una mz stub 1.1 sono passato alla mz grande stavolta però ho fatto il botto una dark Hawaii pennino oro elastic f Meravigliosa
Le Leonardo sono come le ciliege una tira l'altra e io già sto pensando a mangiarmene ancora
Luigi
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Una domanda si impone: pennino in oro (in alternativa a quello di acciaio) con finiture “rodiate” ?
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Bella penna davvero, vedo che siete tanti gli estimatori è un po’ che ci penso alla Momento Zero.
Tu Francesco però fai la collezione
Per ora l’unica Leonardo che ho è la Speranza, gran bella penna anche Lei.
Tu Francesco però fai la collezione

Per ora l’unica Leonardo che ho è la Speranza, gran bella penna anche Lei.
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Quei gruppi scrittura Bock hanno esaurito le occasioni che sono disposto a concedere. Però, dato che mi ci fai pensare, il discorso sugli alimentatori e sul controllo uno a uno dei gruppi cambia un po' le carte in tavola; mi fermo un attimo a decidere, ma se deciderò di dargli un'altra occasione non sarà certo per merito di Bock, bensì di Leonardo, che ci mette la faccia.francoiacc ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 21:01 Sempre felice di essere d’aiuto![]()
Riguardo ai pennino, hai ragione sul fatto che i gruppi scrittura Bock sono meno affidabili, nel senso che se ne trovano più frequentemente di fallati, tuttavia quelli che scrivono io li trovo molto più piacevoli degli JoWo. Ora se consideri che la maggior parte dei problemi dei gruppi scrittura Bock sono dovuti agli alimentatori (che non sono usati sulla Momento Zero Grande 2020) e che comunque ogni pennino/gruppo scrittura viene controllato prima di essere messo in vendita, sinceramente una chance io direi di dargliela. Le mie tre momento zero usano tutte pennini Bock e scrivono piacevolmente senza alcun problema; tra questi c’è un meraviglioso Stub 1.5mm.![]()
Con tutto il rispetto per qualsiasi materiale, e pur da utente convinto che gli acciai di oggi siano eccellenti e che non ci sia reale differenza di resa (alla fine scrive l'iridio), personalmente per un calibro del genere prenderò il pennino in oro, non rodiato perché con un blu mi piacciono le finiture in oro. Di questo modello prenderò solo un esemplare, e quindi lo valorizzerò al massimo.
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Per La penna in oggetto con le finiture rodiate il pennino è in oro bianco.
Leonardo Momento Zero 2020: l'evoluzione di una penna
Perfetto !francoiacc ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 21:57Per La penna in oggetto con le finiture rodiate il pennino è in oro bianco.
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Luigi complimenti per la Dark Hawaii è un materiale meraviglioso, e sono assolutamente d’accordo con te sulla pericolosità delle penne Leonardo: danno dipendenzaLotus56 ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 21:15 Complimenti bella presentazione
Anch'io felicissimo possessore dopo la mz pietra marina con pennino in acciaio sf che scrive benissimo e una mz stub 1.1 sono passato alla mz grande stavolta però ho fatto il botto una dark Hawaii pennino oro elastic f Meravigliosa
Le Leonardo sono come le ciliege una tira l'altra e io già sto pensando a mangiarmene ancora
Luigi
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Una penna favolosa la SperanzaAutomedonte ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 21:31 Bella penna davvero, vedo che siete tanti gli estimatori è un po’ che ci penso alla Momento Zero.
Tu Francesco però fai la collezione![]()
Per ora l’unica Leonardo che ho è la Speranza, gran bella penna anche Lei.
Le momento zero sono una penne pratiche, essenziali, che con le loro resine non passano inosservate, penne fatte per scrivere e accompagnarci tutti i giorni. E poi non trovare una resina di gradimento è impossibile.

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Infatti già ho visto in anteprima la Furore grande e sto solo aspettando di vedere i 4 colori per la sceltafrancoiacc ha scritto: ↑sabato 19 settembre 2020, 8:13Luigi complimenti per la Dark Hawaii è un materiale meraviglioso, e sono assolutamente d’accordo con te sulla pericolosità delle penne Leonardo: danno dipendenzaLotus56 ha scritto: ↑venerdì 18 settembre 2020, 21:15 Complimenti bella presentazione
Anch'io felicissimo possessore dopo la mz pietra marina con pennino in acciaio sf che scrive benissimo e una mz stub 1.1 sono passato alla mz grande stavolta però ho fatto il botto una dark Hawaii pennino oro elastic f Meravigliosa
Le Leonardo sono come le ciliege una tira l'altra e io già sto pensando a mangiarmene ancora
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