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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Pilot Varsity anni '80
Pilot Varsity anni '80
Parte Prima
La Pilot Varsity - che mi accingo a recensire - risale (ma proprio questa) alla fine degli anni ’80.
Si tratta di una penna stilografica definita “disposable”, vale dire “usa e getta” (significativamente, un’altra traduzione del termine è: “che non si può usare più di tanto”).
Orbene, eravamo abituati a considerare alcuni oggetti “per sempre” come appunto le stilografiche o gli orologi che ci regalavano in occasione della cresima o della laurea; altri beni erano comunque “per lungo tempo” come le scarpe o i cappotti (che per i piccoli, ricorderete, si acquistavano con il principio della “crescenza”, vale a dire di taglie maggiori del necessario per essere usati per più tempo).
Ma una decina di anni prima si era scoperto l’ “effimero”, l’ontologicamente transeunte, l’approccio non più aulico alla cultura.
Qualcuno ricorderà le estati romane al Massenzio, l’Arch. Nicolini e la proiezione del Napoleon di Abel Gance nel 1981.
Probabilmente il portato di un pensiero debole (debole è soltanto la sua autodefinizione e non vuole essere un termine denigratorio)o del principio di incompletezza.
In quel periodo, esplode il fenomeno degli Swatch e Tex Willer comincia a valere quanto Renzo Tramaglino (che - comunque - ho sempre considerato un po’ cretino, degno futuro consorte di quella madonnina infilzata della Lucia, “quest'acqua cheta, questa santerella, questa madonnina infilzata, che si sarebbe creduto far peccato a guardarsene").
Non pensate che stia rimpiangendo i bei tempi andati.
Non è quello il senso.
E’ il prendere atto del cambiamento in corso, giusto o sbagliato che sia.
Insomma, venendo a noi, ritrovo giorni fa questa penna nel cassetto e, avendo già ricaricato un Pilot V5 Hi Tecpoint con successo (leggasi: senza spargimento di inchiostro, che nel caso di specie consisteva in un vecchio Quink Parker Solv X, made in England, della fine degli anni ’80, della serie: qui non si butta niente), mi domando perché non farlo anche con questa stilografica.
E, quindi, la smonto.
Ovviamente, per restare in tema, uso una pinza che ho pagato pochi centesimi e il rullo di plastica di una macchinetta per sigarette che si era rotta.
Per il gusto di andare controcorrente, per farla diventare una “fountain pen usa e non getta”.
Ecco la penna smontata.
Segue ...
La Pilot Varsity - che mi accingo a recensire - risale (ma proprio questa) alla fine degli anni ’80.
Si tratta di una penna stilografica definita “disposable”, vale dire “usa e getta” (significativamente, un’altra traduzione del termine è: “che non si può usare più di tanto”).
Orbene, eravamo abituati a considerare alcuni oggetti “per sempre” come appunto le stilografiche o gli orologi che ci regalavano in occasione della cresima o della laurea; altri beni erano comunque “per lungo tempo” come le scarpe o i cappotti (che per i piccoli, ricorderete, si acquistavano con il principio della “crescenza”, vale a dire di taglie maggiori del necessario per essere usati per più tempo).
Ma una decina di anni prima si era scoperto l’ “effimero”, l’ontologicamente transeunte, l’approccio non più aulico alla cultura.
Qualcuno ricorderà le estati romane al Massenzio, l’Arch. Nicolini e la proiezione del Napoleon di Abel Gance nel 1981.
Probabilmente il portato di un pensiero debole (debole è soltanto la sua autodefinizione e non vuole essere un termine denigratorio)o del principio di incompletezza.
In quel periodo, esplode il fenomeno degli Swatch e Tex Willer comincia a valere quanto Renzo Tramaglino (che - comunque - ho sempre considerato un po’ cretino, degno futuro consorte di quella madonnina infilzata della Lucia, “quest'acqua cheta, questa santerella, questa madonnina infilzata, che si sarebbe creduto far peccato a guardarsene").
Non pensate che stia rimpiangendo i bei tempi andati.
Non è quello il senso.
E’ il prendere atto del cambiamento in corso, giusto o sbagliato che sia.
Insomma, venendo a noi, ritrovo giorni fa questa penna nel cassetto e, avendo già ricaricato un Pilot V5 Hi Tecpoint con successo (leggasi: senza spargimento di inchiostro, che nel caso di specie consisteva in un vecchio Quink Parker Solv X, made in England, della fine degli anni ’80, della serie: qui non si butta niente), mi domando perché non farlo anche con questa stilografica.
E, quindi, la smonto.
Ovviamente, per restare in tema, uso una pinza che ho pagato pochi centesimi e il rullo di plastica di una macchinetta per sigarette che si era rotta.
Per il gusto di andare controcorrente, per farla diventare una “fountain pen usa e non getta”.
Ecco la penna smontata.
Segue ...
- zoniale
- Crescent Filler
- Messaggi: 1911
- Iscritto il: domenica 16 ottobre 2016, 13:48
- La mia penna preferita: Tutte, troppe, anni '40 - '60
- Misura preferita del pennino: Medio
- Località: Varese (circa)
- Gender:
Pilot Varsity anni '80
Ne ho diverse identiche alla tua in rosso / blu / nero. Ma non credo che la datazione sia corretta. La mie potrebbero - al più - essere degli ultimi anni '90, primi del 2000. Diverse ancora ben funzionanti con l'inchiostro originale.
Si lasciano rifornire bene, ma attenzione a non maltrattare il pennino: manovrandone uno con una pinza l'ho fatto diventare un po' grattereccio.
Si lasciano rifornire bene, ma attenzione a non maltrattare il pennino: manovrandone uno con una pinza l'ho fatto diventare un po' grattereccio.
Michele
Pilot Varsity anni '80
Il gusto di andare controcorrente, strappando un essente, ontologicamente transeunte, dalle morse del Nulla? Arginare il Nulla, condizione necessaria del Tutto?
Ben fatto.
Ogni essente è eterno, compreso la Pilot.
Ben fatto.
Ogni essente è eterno, compreso la Pilot.
Pilot Varsity anni '80
Ti ringrazio dell'informazione.zoniale ha scritto: ↑mercoledì 30 agosto 2017, 14:38 Ne ho diverse identiche alla tua in rosso / blu / nero. Ma non credo che la datazione sia corretta. La mie potrebbero - al più - essere degli ultimi anni '90, primi del 2000. Diverse ancora ben funzionanti con l'inchiostro originale.
Si lasciano rifornire bene, ma attenzione a non maltrattare il pennino: manovrandone uno con una pinza l'ho fatto diventare un po' grattereccio.
Per la data, insisto per la fine degli anni 80 primi inizi degli anni 90.
La ricordo con esattezza perchè un professionista la dimenticò sulla mia scrivania quando svolgevo una funzione che dismisi nei primissimi anni 90.
Devo ricaricarla per verificare eventuali danni al pennino.
Era caricata con inchiostro rosso, ma utilizzerò un vecchio Mont Blanc o il Parker Quink.
Bella risposta e bell'incoraggiamento.
Una scommessa sull'immortalità.
O forse, minore ma perseguibile obiettivo, sulla semplice sopravvivenza.
P.S.
Vogliate notare che sono spesso autoironico.
Polemarco
Pilot Varsity anni '80
Se posso permettermi una cattiveria feroce, trovo che questa sia una perfetta penna usa e getta. Con quel design da pennarello triste che si ritrova probabilmente dà più soddisfazione il gettarla che l'usarla...
Senza offesa, eh...
Senza offesa, eh...
Pilot Varsity anni '80
Beh, la ferocia è un'altra cosa ...
Prova, grafomane, a immaginare il piacere di vincere un destino a tutta prima ineluttabile (il dover gettare la penna e non il semplice decidere di gettarla volontariamente) con un intervento da poco.
Prova, ancora, a compiere un percorso apparentemente inverso: assegnare a uno strumento soltanto la funzione strumentale.
Ma è solo una opinione.
Polemarco
Pilot Varsity anni '80
Certo, la cosa dà quasi un senso di onnipotenza. Effimero, ma lo dà... Come quando sorpassi una Ferrari con una Due Cavalli. Può succedere e ti sei divertito...
Pilot Varsity anni '80
Parte seconda
Mi spiego:
1) dipende da chi guida le due autovetture;
2) dipende dalla differenza tra le due autovetture
3) dipende dalla destinazione finale delle due autovetture;
Mi spiego meglio: come direbbe il sodale lapalissiano di Arbore è meglio condurre in gita una bella bionda su una Due Cavalli che portare i libri della propria ditta nella sezione fallimentare del tribunale competente, con una Ferrari.
Se poi scrivi qualcosa di sensato: è sempre meglio.
E' solo una opinione.
Ma bando alle ciance (quelle mie)
Ecco il risultato
Posso convenire soltanto su un terzo dell'asserto (punto 2).
Mi spiego:
1) dipende da chi guida le due autovetture;
2) dipende dalla differenza tra le due autovetture
3) dipende dalla destinazione finale delle due autovetture;
Mi spiego meglio: come direbbe il sodale lapalissiano di Arbore è meglio condurre in gita una bella bionda su una Due Cavalli che portare i libri della propria ditta nella sezione fallimentare del tribunale competente, con una Ferrari.
Se poi scrivi qualcosa di sensato: è sempre meglio.
E' solo una opinione.
Ma bando alle ciance (quelle mie)
Ecco il risultato
Ultima modifica di Polemarco il giovedì 31 agosto 2017, 19:57, modificato 1 volta in totale.
Pilot Varsity anni '80
Per debito di verità nei confronti di Zoniale, la penna non è ripartita subito: l'alimentatore, nel reinserirlo nel fusto, si era leggermente incurvato e non toccava la parte finale (vicino alla punta) del pennino. Il risultato era che la penna scriveva solo a pennino rovesciato.zoniale ha scritto: ↑mercoledì 30 agosto 2017, 14:38 Ne ho diverse identiche alla tua in rosso / blu / nero. Ma non credo che la datazione sia corretta. La mie potrebbero - al più - essere degli ultimi anni '90, primi del 2000. Diverse ancora ben funzionanti con l'inchiostro originale.
Si lasciano rifornire bene, ma attenzione a non maltrattare il pennino: manovrandone uno con una pinza l'ho fatto diventare un po' grattereccio.
Ma con qualche intervento "manu militari" (leggi: lavorando alacremente di pinza) e fortunosamente (leggi: non si sa come) ho eliminato il problema.
E ora le misure:
1) Lunghezza totale capped: cm. 13,1
2) Lunghezza fusto: cm. 9,85
3) Lunghezza cappuccio: cm. 5,77
4) Profondità (interna) serbatoio: cm. 6,15
5) Larghezza (interna) serbatoio: cm. 0,82
6) Lunghezza sezione interna: cm. 2,14
7) Larghezza sezione interna: cm. 0,82
8) Larghezza fusto: cm. 1,1
I dati da 4 a 7 sono necessari per conoscere la capienza del serbatoio che ho caricato con poco meno di 1,8 millilitri (tenendomi basso).
Saluti
Polemarco
Pilot Varsity anni '80
Rispolvero questo topic perché presso un'edicola ho trovato una rimanenza di 10 varsity in vendita a meno di 10 euro e sarei tentato dall'acquisto.
MI chiedo se sia possibile diminuire un poco il flusso del gruppo scrittura visto che dalle recensioni che ho letto/visto mi sembra piuttosto abbondante.
Il fatto poi di poterla ricaricare e non usare (solo) come semplice usa e getta me la fa apparire ancora più interessante. :p
MI chiedo se sia possibile diminuire un poco il flusso del gruppo scrittura visto che dalle recensioni che ho letto/visto mi sembra piuttosto abbondante.
Il fatto poi di poterla ricaricare e non usare (solo) come semplice usa e getta me la fa apparire ancora più interessante. :p