schnier ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 19:20 Ah sì scusate allora: https://www.google.com/search?q=commerc ... m-srp..0l5


schnier ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 19:20 Ah sì scusate allora: https://www.google.com/search?q=commerc ... m-srp..0l5
Il primo a mettere "tributarista" nel titolo del post sono stato io. Ma devo ammettere che non pensavo al tributarista come "praticone che traffica con i tributi". Pensavo di riferirmi ad un avvocato che si occupa di diritto tributario, tipo Uckmar o Tremonti (prima che facesse il politico o si inventasse "economista").Automedonte ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 18:38 Ti prego allora mi vuoi proprio male![]()
Non vorrei apparire antipatico ma io sono un Commercialista, (Dottore Commercialista per la precisione) i tributaristi sono una cosa diversa![]()
Bella domanda, e non credo che sia sciocca, io credo che posso vendere quel che mi pare, chi mi contesta che lo faccio per lucro non essendoci nessuna ricevuta fiscalemuristenes ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 18:57 Chiedo preventivamente scusa per l'intromissione e per la domanda sciocca, ma a me non è mai stata rilasciata alcuna ricevuta nei mercatini all'aperto, neppure in quelli antiquari frequentati dai venditori professionisti. Avrei avuto il diritto di richiederla e contestualmente ci sarebbe stato un obbligo di rilascio da parte loro? Grazie mille!
come spiegato nel primo link che avevo inserito, quel che conta è la frequenza dell'attività che deve essere occasionale e non abituale. Nel link c'è chiaramente l'esempio che spiega come la partecipazione come venditore ad un paio di mercatini l'anno magari nel paese dove si vive configura sicuramente una attività occasionale, viceversa la partecipazione settimanale a tutti i mercatini della regione è attività professionale a tutti gli effetti.Linos ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 9:41Bella domanda, e non credo che sia sciocca, io credo che posso vendere quel che mi pare, chi mi contesta che lo faccio per lucro non essendoci nessuna ricevuta fiscalemuristenes ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 18:57 Chiedo preventivamente scusa per l'intromissione e per la domanda sciocca, ma a me non è mai stata rilasciata alcuna ricevuta nei mercatini all'aperto, neppure in quelli antiquari frequentati dai venditori professionisti. Avrei avuto il diritto di richiederla e contestualmente ci sarebbe stato un obbligo di rilascio da parte loro? Grazie mille!![]()
Capito, mai frequentato mercatini, quello che vendo è stato acquistato con regolare scontrino fiscale cestinato dopo il periodo voluto dalla legge, inoltre tutto il materiale da me venduto è stato pagato 10 e rivenduto per 8Automedonte ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 10:15come spiegato nel primo link che avevo inserito, quel che conta è la frequenza dell'attività che deve essere occasionale e non abituale. Nel link c'è chiaramente l'esempio che spiega come la partecipazione come venditore ad un paio di mercatini l'anno magari nel paese dove si vive configura sicuramente una attività occasionale, viceversa la partecipazione settimanale a tutti i mercatini della regione è attività professionale a tutti gli effetti.
Quindi chi compra non può sapere se, chi vende, deve emettere la ricevuta oppure no perchè non sai se è un occasionale o un professionale. Dovrebbero esserci i Vigili che girano per i mercatini e verificano la regolarità delle vendite.
Pensare di poter fare quel che si pare è totalmente fuori luogo perché tutto va bene finchè nessuno contesta nulla e nei mercatini in effetti non c'è grande controllo. Però nel momento in cui la Finanza contesta la non occasionalità bisogna poi essere in grado di smontare l'eventuale accertamento che si riceve.
Esempio: a molti mercatini per partecipare bisogna avere il permesso del Comune si fa richiesta, si paga il contributo ed assegnano lo spazio che si può occupare. Questi documenti restano nei comuni ed i finanzieri non sono scemi, basta farsi dare gli elenchi dei partecipanti ai vari mercatini regionali, incrociare i dati e vedere a quanti mercatini hai partecipato nell'ultimo anno. Se Ti trovano in due non c'è problema, Ti trovano in 4/5 su 30 magari lasciano stare ma se sei presente in 25 su 30 lo fai per mestiere e scattano le sanzioni.
A questo punto entri in un vortice di accertamenti, ricorsi, Commercialisti, Tributari, Avvocato e Commissioni tributaria che Ti fanno pentire di aver venduto 4 penne![]()
Detto questo, difficilmente la Finanza o l'ufficio imposte si prendono la briga di far certi controlli perchè sanno benissimo che perderebbero un sacco di tempo e porterebbero a casa molto poco.
Dimostrate che qualcuno non è occasionale è abbastanza semplice, come ho descritto sopra, il problema poi è quantificare l'evasione. Ovviamente ci sono le sanzioni per non aver aperto la partita iva, versato i contributi e tutto quanto dovuto che sono importi pesanti per chi li subisce (qualche migliaio di euro) ma poco rilevanti per l'Agenzia delle Entrate alla quale interesserebbe sapere quanto hai evaso in base ai ricavi percepiti che però è ben difficile scoprire e quantificare.
Ogni tanto però lo fanno, piombano in qualche mercatino, controllano tutti e sanzionano chi ritengono stia violando la legge.
Interessante.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 10:15
come spiegato nel primo link che avevo inserito, quel che conta è la frequenza dell'attività che deve essere occasionale e non abituale. Nel link c'è chiaramente l'esempio che spiega come la partecipazione come venditore ad un paio di mercatini l'anno magari nel paese dove si vive configura sicuramente una attività occasionale, viceversa la partecipazione settimanale a tutti i mercatini della regione è attività professionale a tutti gli effetti.
Ti ringrazio per la tua risposta illuminante, sopratutto nella parte relativa ai mancati accertamenti . Devo ammettere che non mi ero posto lo scrupolo prima di questa interessante discussione, perché il mancato rilascio della ricevuta è assolutamente consuetudinario, tanto da convincermi fosse una prassi corretta.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 10:15
come spiegato nel primo link che avevo inserito, quel che conta è la frequenza dell'attività che deve essere occasionale e non abituale. [...]
Certamente, le considerazioni fatte valgono in qualunque contesto compreso internet. Ovviamente ogni contesto ha modalità di verifica diverse.maylota ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 10:30
Interessante.
Per analogia questo si applica anche all'attività di "mercatino" o di "servizi" fatta su internet?
L'altra cosa che non ho mai capito è se queste attività ricadano nelle "prestazioni occasionali", dove è vero che non hai obbligo di partita IVA o altri adempimenti ma i guadagni sotti i 5000€ per legge li devi comunque dichiarare.
Anche perchè al mercatino è tutto sottotraccia ed in contanti, ma su internet passi comunque per un conto corrente e quindi (teoricamente) molto più facilmente tracciabile.
Ringrazio anch'io Cesare Augusto per la sua accurata consulenza, e spero, restando sul tema, che non ci mandi la fattura...lucacecchi ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 14:19 Ringrazio Cesare per il prezioso contributo.
Luca
Sarà mica "quellidelleli....".Automedonte ha scritto: ↑giovedì 16 luglio 2020, 17:17
semplice, nasce in un Forum motociclistico Automedonte era l'auriga di Achille e guidava un carro a due ruote l'antesignano della moto![]()
D'accordo , ma il fisco come fa a sapere se ho venduto in perdita o in utile?Automedonte ha scritto: ↑venerdì 17 luglio 2020, 11:12 OMISSIS=
Sono i guadagni quelli che interessano il fisco non le transazioni in se, la maggior parte di noi compra e vende penne perdendoci dei soldi quindi al fisco questo in interessa![]()
Siamo considerati utenti finali non professionali, anche perchè un professionista che vendesse a meno di quanto compra dura poco.