Voglio farvi vedere come scrivevo quando ero in seconda elementare (si chiamava così) in questa letterina di auguri che ho trovato in una vecchia busta nella solita soffitta. Allora si usava il pennino con la cannuccia e si intingeva nel calamaio in vetro inserito in un'asola ricavata nel banco. Questo era biposto, fatto in legno e dipinto in nero. Il piano inclinato si sollevava per custodire i quaderni e il "sillabario". Quando qualche compagno più turbolento urtava il banco erano guai perché dal calamaio, senza tappo, usciva un'onda nera gigantesca che inondava tutto quaderni, libri e tutto quello che trovava nel percorso. Mi ricordo che assistevo meravigliato alla "magia" della maestra che, dopo aver riempito alla fontana un bottiglia, inseriva una polverina e l'acqua diventava nera. Questo della lettera è un bel nero che, dopo tutti questi anni, è ancora tale ma altre volte, dopo pochi giorni, virava sul marrone scuro.
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Se ho mantenuto quelle promesse? In linea di massima direi di si, abbastanza.
inserisco anche la pagella, dello stesso periodo, per farvi vedere come scriveva la maestra quando compilava il documento.Anche lei usava il pennino, non mi ricordo che avesse una stlografica. Il papà firmava con la mia penna.
questa volta non mi sono preoccupato di violare la "privacy"
mandi