Mostra Scambio - Pen Show - di Firenze
17 maggio 2025 - Hotel AC Marriot, via Luciano Bausi, 5
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L'eredità della Omas
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L'eredità della Omas
Sarebbe interessante vedere se qualcuno che ci ha lavorato dentro o a fianco come cliente negli ultimi 20 anni ha una opinione.
In effetti a guardare velocemente i bilanci, Omas era da tempo moribonda: il valore delle rimanenze era il triplo del fatturato...
Certi dati però fanno pensare anche a problematiche commerciali oltre che di prodotto. Forse sono stati lenti ad adeguarsi a modalità di vendita che minimizzassero i rischi di stock: la "moda" delle edizioni speciali, limitate, fatte apposta per il rivenditore, in esclusiva, a tempo, solo per un paese ecc ecc altro non è che un modo astuto di produrre sul venduto e ridurre i rischi di rimanenze. Quelle rimanenze che a OMAS pesavano 3 volte il fatturato annuale.
Forse per sostenere il fatturato concedevano sconti insostenibili ai distributori. Forse avevano una struttura distributiva rimasta ferma al secolo scorso.
Onestamente il costo del personale in questo contesto mi sembra quasi l'ultimo dei problemi. In ogni caso (pur senza avere nessun riscontro di prima mano e quindi magari mi sbaglio clamorosamente) sembra che la gestione fino all'ultimo sia stata abbastanza corretta: i debiti verso l'erario, che sono il primo indicatore di una azienda che fallendo lascerà il cerino in mano a tanta gente innocente, non erano elevati - di solito questo è un indicatore.
In effetti a guardare velocemente i bilanci, Omas era da tempo moribonda: il valore delle rimanenze era il triplo del fatturato...
Certi dati però fanno pensare anche a problematiche commerciali oltre che di prodotto. Forse sono stati lenti ad adeguarsi a modalità di vendita che minimizzassero i rischi di stock: la "moda" delle edizioni speciali, limitate, fatte apposta per il rivenditore, in esclusiva, a tempo, solo per un paese ecc ecc altro non è che un modo astuto di produrre sul venduto e ridurre i rischi di rimanenze. Quelle rimanenze che a OMAS pesavano 3 volte il fatturato annuale.
Forse per sostenere il fatturato concedevano sconti insostenibili ai distributori. Forse avevano una struttura distributiva rimasta ferma al secolo scorso.
Onestamente il costo del personale in questo contesto mi sembra quasi l'ultimo dei problemi. In ogni caso (pur senza avere nessun riscontro di prima mano e quindi magari mi sbaglio clamorosamente) sembra che la gestione fino all'ultimo sia stata abbastanza corretta: i debiti verso l'erario, che sono il primo indicatore di una azienda che fallendo lascerà il cerino in mano a tanta gente innocente, non erano elevati - di solito questo è un indicatore.
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Quello che dici nella tua analisi è condivisibile, ma nel caso di OMAS devi anche andare a vedere "ricavi" cosa vuol dire.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 26 giugno 2020, 14:33
I costi non sono mai troppi alti in assoluto, ma solo in termini relativi rispetto ai ricavi. È da questa differenza che derivano gli utili o profitti che dire si voglia.
Se costruire una penna mi costa 2.000 euro e riesco a venderla a 3.000 il problema non esiste.
Facciamo un esempio, vendi ad un cliente 10 nuove penne modello "Megacelluloid turbo" da 500€ al pubblico che a te costano 100 con uno sconto 50 (ipotizziamo per l'esempio che sia lo sconto medio nel settore - su questo andrebbe aperto una discussione autonoma

Fatturi 2500 euro, con un costo di 1000. Ci può stare.
Se però:
Il cliente ti dice che il modello "megacelluloid turbo" gli piace ma che il modello precedente "celloloid iper" gli è rimasto tutto li perchè su fountainpen.it (ad esempio

Poi c'è il problema del magazzino del cliente, che ti fa vedere una distesa di OMAS perchè vendono solo alcuni modelli, mentre le (mettici la marca che vuoi) "quelle si che si vendono", perchè fanno pubblicità, hanno azzeccato il colore, ne parlano meglio in giro e soprattutto "costano meno" (io lavoro in un settore diverso ma per qualche strano motivo i concorrenti per i clienti "costano sempre meno", anche quelli che costano il doppio...).
Tu gli dai un contributo di 500€ per fare i saldi (altrimenti la "megacelluloid turbo" non la vendi).
Siamo già a 2500€ di fatturato con 1700€ di costi.
Se poi per sfortuna (che ci vede benissimo) il modello "megacelluloid turbo" ha un piccolo problema in fabbrica e arriva al negozio il 26 Dicembre dopo Natale, finisce che gli devi fare pure una nota di credito parziale altrimenti non ti paga.
Ho semplificato, ma se una azienda non gira, è facile arrivare a costi troppo alti rispetto ai ricavi purtroppo.
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Non cambia la sostanza del mio ragionamento, l’esempio che hai fatto Tu è quello di un prezzo di listino troppo alto. In valore assoluto o percepito come tale.
Io parlavo di qualcosa che mi costa 2.000 e che si venda veramente a 3.000. Non che viene posta in vendita a 3.000 ma a quella cifra non la compra nessuno.
Il Tuo esempio è la classica situazione di una società che poi fallisce perchè ha un prodotto che non si vende.
Io parlavo di qualcosa che mi costa 2.000 e che si venda veramente a 3.000. Non che viene posta in vendita a 3.000 ma a quella cifra non la compra nessuno.
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Cesare Augusto
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Ma tu di scimmie ne hai un esercito appollaiato sulla spalla!

Chiara
"Una grande scoperta risolve un grande problema, ma nella soluzione di qualsiasi problema c'è un pizzico di scoperta."
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Io le allevo.
Sto già su eBay con la ricerca sempre attiva: “Omas Ogiva”. È bellissima!
Tommaso
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Si hai ragione, infatti non volevo assolutamente cambiare il tuo ragionamento.Automedonte ha scritto: ↑venerdì 26 giugno 2020, 18:45 Non cambia la sostanza del mio ragionamento, l’esempio che hai fatto Tu è quello di un prezzo di listino troppo alto. In valore assoluto o percepito come tale.
Io parlavo di qualcosa che mi costa 2.000 e che si venda veramente a 3.000. Non che viene posta in vendita a 3.000 ma a quella cifra non la compra nessuno.
Il Tuo esempio è la classica situazione di una società che poi fallisce perchè ha un prodotto che non si vende.
Forse mi son spiegato male, ma a mio parere OMAS non aveva necessariamente un prezzo sbagliato o costi unitari troppo alti. Ma tanti problemi di mix, politiche commerciali vecchie, scelte di marketing sbagliate che poi si riflettevano in rimanenze iperboliche e conseguente necessità di "forzare" le vendite. E' questo che leggo nella riga ricavi.
Le penne si vendevano pure, forse addirittura anche la Bologna

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Ovviamente qui si parla in astratto perchè non ho i dati precisi, evidentemente il prezzo non era giusto se è fallita
Le grandezze importanti sono 3: costi, prezzo e numero di vendite. O primi erano alti o i secondi troppo bassi
Certamente le ragioni erano più di una e si trascinavano da tempo.

Le grandezze importanti sono 3: costi, prezzo e numero di vendite. O primi erano alti o i secondi troppo bassi

Certamente le ragioni erano più di una e si trascinavano da tempo.
Cesare Augusto
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Dall’esame dei bilanci più risalenti, i costi di produzione erano a volte quasi il doppio del ricavato...
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Siamo OT ma ... VAC mini F o EF e calamaio dedicato, il kit perfetto per i novelli Bruce Chatwin.
fine OT
Bastano poche gocce di polonio per avvelenare i pozzi, e molte persone, a esclusivo danno della loro intelligenza, si abbeverano a quell’acqua. [M.Serra]