Mi sono finalmente deciso a proporre a voi gentili lettori del Forum una recensione riguardante la famigerata ammiraglia di casa Pelikan: la Souveraen M1000.
Parto dicendo che personalmente in una stilografica cerco sempre la massima scorrevolezza del pennino possibile, perciò la scelta dello spessore del tratto, che spesso è un fattore che la influenza considerevolmente, è stata ardua.
Ho optato per un pennino Fine, dato che la penna sarebbe stata in prima linea nell’uso di tutti i giorni.
Aperta la scatola è stato subito amore: le strisce verticali verdi del corpo forniscono un look senza tempo e accattivante, che creano un perfetto connubio con il nero lucido del fondello e del tappo e con la placcatura oro della clip, verette e testa del cappuccio.
Nelle foto che finora ho visto su internet non si nota abbastanza bene l’effetto che forniscono le strisce del fusto: sono parallele in verticale (per fortuna!) ma non lo sono in profondità: ad esempio, si nota che una parte di striscia è posta più “in superficie” di altre, fornendo una sorta di effetto “celluloide vintage”, quando il fusto verde delle vecchie Pelikan era completamente in celluloide, rendendo possibile apprezzare le varie sfumature e “onde” del materiale.
Svitato il tappo (poco più di mezza rotazione), svelo l’enorme pennino bicolore in oro a diciotto carati, adagiato su un alimentatore in plastica munito di enorme collettore. Che dire, finora ai miei occhi è la penna perfetta.
Dimensioni e peso sono accuratamente descritti in altre recensioni del Forum, che nella mia mano non hanno deluso. La penna me la aspettavo molto più pesante (anche in seguito ad uno strano sogno nel quale non riuscivo addirittura a sollevarla
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Successivamente l’ho inchiostrata, utilizzando il non meno famoso Pilot Iroshizuku Yama-Budo e ho subito scritto una paginetta.
Il tratto Fine è leggermente (ma solo leggermente!) tendente al Medio-Fine, ma voglio soffermarmi sulla qualità di scrittura.
Non mi sarei mai aspettato che da un pennino fine avrei ottenuto una scrittura tanto scorrevole. Scivola sulla pagina senza alcun intoppo, paragonabile al mio pennino Dreamtouch in Palladio (M) Visconti, con solo una microscopica quantità di feedback in più.
Sono davvero rimasto estasiato, perché avvicinarsi così tanto al mio pennino Dreamtouch, che ha feedback pressoché assente, oltretutto essendo un Fine, è impressionante.
Attenzione però: spesso grande scorrevolezza deriva da un flusso troppo abbondante o dalla presenza di baby’s bottom.
Nel mio caso: sederino assente e flusso lungi dall’essere un idrante, come ci si aspetterebbe da una Pelikan (o da una Visconti, che nel mio caso lo è quasi!); infatti, la quantità d’inchiostro è sì, abbondante, ma è perfettamente utilizzabile e per me, amante di inchiostri ben valorizzati, è davvero gradevole.
Insomma, con questa penna, posso scrivere anche le cose più odiose, sapendo che l’esperienza che fornisce mi solleva completamente il morale.
L’alta qualità di fabbricazione è percepibile anche nel meccanismo a pistone: non è necessario alcuno sforzo per caricare la penna e il fatto che sia fabbricato in ottone mi fa sorridere sapendo che non mi darà mai e poi mai problemi. Inoltre la casa Pelikan ha aggiunto un piccolo e utile accorgimento: prima di poter estendere il pistone, il fondello gira per circa mezza rotazione; meccanismo che evita che l’inchiostro esca se azionato inavvertitamente il sistema.
Concludo dunque dicendo che Pelikan mi ha fornito una penna eccellente, che adesso è al primo posto nella mia collezione, superando di gran lunga la mia Visconti Homosapiens Bronze e la mia Pilot VP.
Per il prezzo che l’ho pagata, ho ottenuto in cambio un enorme valore. Nessun centesimo sprecato.
E infine, grazie per la lettura! Spero di essere stato in qualche modo utile
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