Montblanc 146: tentativo di recensione
- tomcar
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Montblanc 146: tentativo di recensione
Ciao a tutti, sono utente di questo splendido forum da nemmeno una settimana e ho provato la mia prima stilografica circa 3 mesi fa.
La premessa serve per spiegare che ho deciso di cimentarmi nella mia prima recensione piuttosto precocemente, forse in un eccesso di sicurezza.
So benissimo che è un po' presto e che devo mangiarne di pane raffermo prima di provare, ma è altrettanto vero che chi non sbaglia non impara, quindi siate clementi. Anzi no, siate rigidi e bacchettatemi così la prossima sarà certamente meglio di questa.
Prendete dunque con le pinze quello che state per leggere poiché sono quasi certo che il 99% delle mie osservazioni sarà impreciso, opinabile errato e superficiale, ma tant'è...
Iniziamo col dire che è la mia prima Montblanc "ufficiale", da qualche settimana, infatti, ho già avuto modo di provare una bellissima 147 prestatami da un amico molto caro e sebbene solo per intinzione, mi sono fatto una vaga idea della qualità della scrittura di queste penne.
La 146, oggetto di questa recensione, è stata acquistata qui sul forum e propriamente inchiostrata tramite apposito stantuffo, dopo nemmeno 2 minuti dall'apertura del pacco XD
Qualche foto a supporto.
La Montblanc 146 è arrivata nel suo bellissimo astuccio immacolato e senza neppure il segno più lieve di normale usura. Una volta aperto, davanti ai miei occhi si sono palesate quelle splendide forme che avevo imparato a conoscere ed apprezzare nei giorni precedenti grazie all'uso intensivo della 147.
Da buon nerd, la prima cosa che ho fatto è stata affiancare le due penne cogliendo quasi subito un'inaspettata differenza nelle dimensioni. La 146, infatti, risulta leggermente più corta della cugina 147
Una volta tolto il cappuccio, la MB 146, a differenza della 147, rivela uno stupendo pennino monocolore. L'impatto tra i due pennini è molto diverso: ho trovato la prima più sobria e meno distraente durante la scrittura. Ma le differenze non finiscono qui: il pennino della 146 è sensibilmente più morbido.
Si ottengono variazioni senza particolari sforzi; non che la cosa mi sia di qualche utilità avendo io difficoltà anche con lo stampatello, ma credo valesse la pena farvelo sapere e per fare un po' lo sborone.
Il tratto delle due penne è pressoché identico: due fini che giocano a fare i medi e ci riescono alla grande. Anche la Lamy LX ha un tratto più fine, ma questo è tutt'altro che un problema perché apprezzo i tratti più corposi soprattutto quando scrivo senza occhiali, il che, al lavoro, accade piuttosto spesso.
Il fusto si presenta in condizioni eccellenti: non un graffio, non un segreto anche microscopico. La penna pare essere stata conservata in condizioni maniacalmente perfette. Cosa ci insegna tutto questo? Comprate dai maniaci: difficilmente prenderete delle sole XDSulla sommità del tappo ("tappo" lo chiamate così, vero?) oltre alla ben nota stella bianca, è presente l'incisione "W. Germany"
mentre sulla base spicca il classico "Meisterstück N°146"
Sul fusto, subito sopra la sezione (sto imparando qualche termine...) è presente la finestrella d'ispezione (si chiama così vero?) grigia, che ora non vedete perché la penna è imbottita come un uovo di iroshizuku Tsuky-Yo. A tal proposito, anche il sistema di caricamento in ottone funziona perfettamente.
Una volta nutrita, devo dire che la penna diviene sensibilmente più pesante, sembra una banalità, ma avendo usato la 147 sempre per intinzione, non avevo preso in considerazione la possibilità, certo che avrei potuto immaginarlo pure da solo...
Ecco, appunto, la scrittura; sarà meglio parlarne, ma non con me perché non sono minimamente in grado di giudicarla o di fare raffronti. L'unico che potrei osare è con una Lamy 2000, ma entrambe scrivono divinamente.
Forse la Lamy è più precisa nel pennino, "scappa via" leggermente meno, ma la MB, decisamente più leggera, è probabilmente più controllabile in mano forse anche grazie alla resina che se confrontata con il famoso makrolon risulta un po' più stabile e meno scivolosa.
Poi, il fatto che io scriva come un bambino di 5 anni, non è un problema che mi possa risolvere una Lamy 2000, una Montblanc o una Maki-e da 10000 euro.
Detto questo, il risultato è che sono felice di possederla, di usarla e di aver trovato un gruppo di persone che capisce la gioia che può dare scrivere con questa penna.
Poi, certo, la Montblanc 146 avrà mille difetti nascosti, decine di "fregature" evidenti ai più esperti, ma io non le ho ancora notate.
Quindi me la godo e scrivo... scrivo... scrivo...
ciao
La premessa serve per spiegare che ho deciso di cimentarmi nella mia prima recensione piuttosto precocemente, forse in un eccesso di sicurezza.
So benissimo che è un po' presto e che devo mangiarne di pane raffermo prima di provare, ma è altrettanto vero che chi non sbaglia non impara, quindi siate clementi. Anzi no, siate rigidi e bacchettatemi così la prossima sarà certamente meglio di questa.
Prendete dunque con le pinze quello che state per leggere poiché sono quasi certo che il 99% delle mie osservazioni sarà impreciso, opinabile errato e superficiale, ma tant'è...
Iniziamo col dire che è la mia prima Montblanc "ufficiale", da qualche settimana, infatti, ho già avuto modo di provare una bellissima 147 prestatami da un amico molto caro e sebbene solo per intinzione, mi sono fatto una vaga idea della qualità della scrittura di queste penne.
La 146, oggetto di questa recensione, è stata acquistata qui sul forum e propriamente inchiostrata tramite apposito stantuffo, dopo nemmeno 2 minuti dall'apertura del pacco XD
Qualche foto a supporto.
La Montblanc 146 è arrivata nel suo bellissimo astuccio immacolato e senza neppure il segno più lieve di normale usura. Una volta aperto, davanti ai miei occhi si sono palesate quelle splendide forme che avevo imparato a conoscere ed apprezzare nei giorni precedenti grazie all'uso intensivo della 147.
Da buon nerd, la prima cosa che ho fatto è stata affiancare le due penne cogliendo quasi subito un'inaspettata differenza nelle dimensioni. La 146, infatti, risulta leggermente più corta della cugina 147
Una volta tolto il cappuccio, la MB 146, a differenza della 147, rivela uno stupendo pennino monocolore. L'impatto tra i due pennini è molto diverso: ho trovato la prima più sobria e meno distraente durante la scrittura. Ma le differenze non finiscono qui: il pennino della 146 è sensibilmente più morbido.
Si ottengono variazioni senza particolari sforzi; non che la cosa mi sia di qualche utilità avendo io difficoltà anche con lo stampatello, ma credo valesse la pena farvelo sapere e per fare un po' lo sborone.
Il tratto delle due penne è pressoché identico: due fini che giocano a fare i medi e ci riescono alla grande. Anche la Lamy LX ha un tratto più fine, ma questo è tutt'altro che un problema perché apprezzo i tratti più corposi soprattutto quando scrivo senza occhiali, il che, al lavoro, accade piuttosto spesso.
Il fusto si presenta in condizioni eccellenti: non un graffio, non un segreto anche microscopico. La penna pare essere stata conservata in condizioni maniacalmente perfette. Cosa ci insegna tutto questo? Comprate dai maniaci: difficilmente prenderete delle sole XDSulla sommità del tappo ("tappo" lo chiamate così, vero?) oltre alla ben nota stella bianca, è presente l'incisione "W. Germany"
mentre sulla base spicca il classico "Meisterstück N°146"
Sul fusto, subito sopra la sezione (sto imparando qualche termine...) è presente la finestrella d'ispezione (si chiama così vero?) grigia, che ora non vedete perché la penna è imbottita come un uovo di iroshizuku Tsuky-Yo. A tal proposito, anche il sistema di caricamento in ottone funziona perfettamente.
Una volta nutrita, devo dire che la penna diviene sensibilmente più pesante, sembra una banalità, ma avendo usato la 147 sempre per intinzione, non avevo preso in considerazione la possibilità, certo che avrei potuto immaginarlo pure da solo...
Ecco, appunto, la scrittura; sarà meglio parlarne, ma non con me perché non sono minimamente in grado di giudicarla o di fare raffronti. L'unico che potrei osare è con una Lamy 2000, ma entrambe scrivono divinamente.
Forse la Lamy è più precisa nel pennino, "scappa via" leggermente meno, ma la MB, decisamente più leggera, è probabilmente più controllabile in mano forse anche grazie alla resina che se confrontata con il famoso makrolon risulta un po' più stabile e meno scivolosa.
Poi, il fatto che io scriva come un bambino di 5 anni, non è un problema che mi possa risolvere una Lamy 2000, una Montblanc o una Maki-e da 10000 euro.
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Poi, certo, la Montblanc 146 avrà mille difetti nascosti, decine di "fregature" evidenti ai più esperti, ma io non le ho ancora notate.
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ciao
Tommaso
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Montblanc 146: tentativo di recensione
Ottima recensione, tieni presente che la 146 attuale ha le stesse dimensioni della 147.
Alfredo
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Bella recensione e ottime foto a corredarla! Anche io preferisco il pennino monocolore, tra i due.
- tomcar
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Montblanc 146: tentativo di recensione
Belle le foto, e esaustiva la recensione. Penso che una recensione sia una raccolta di impressioni personali, quindi fatta da un esperto o da un neofita, vale sempre la pena di leggerle. E inoltre, essendo appunto sensazioni personali, non ce n'è mai abbastanza, anche per una stessa penna. Una Montblanc 146 con pennino medio, nell'usarla a me darà sensazioni e "feedback" che sarà diverso da un'altra persona. Dipende dal modo di impugnare la penna, dalla pressione esercitata, dalle preferenze per il tipo di tratto... Quindi, ben vengano le recensioni, chiunque le faccia
- maxpop 55
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Montblanc 146: tentativo di recensione
La tua 146 è una serie precedente all'attuale, credo inizi anni '80, oltre le dimensioni, ed il pennino monocolore è differenziata dal conduttore.
Anche se da te non fotografato, dovrebbe essere quello in ebanite che a mio parere è superiore all'attuale in plastica.
Se giri le penne, la 147 ha quello in plastica e potrai tu stesso vedere le differenze.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Bravo simpatica recensione e divertiti con la mia penna
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Cesare Augusto
- tomcar
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No no è in plastica. Direi sia successiva. Probabilmente primi anni ‘90. Molto grunge.maxpop 55 ha scritto: ↑sabato 13 giugno 2020, 18:45La tua 146 è una serie precedente all'attuale, credo inizi anni '80, oltre le dimensioni, ed il pennino monocolore è differenziata dal conduttore.
Anche se da te non fotografato, dovrebbe essere quello in ebanite che a mio parere è superiore all'attuale in plastica.
Se giri le penne, la 147 ha quello in plastica e potrai tu stesso vedere le differenze.
Tommaso
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Ho trovato la recensione utile. Ti faccio i complimenti
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Concordo pienamente! Mi è piaciuta molto la tua recensione Tomcar,spiritosa e veramente diretta, al di là degli approfondimenti tecnici (seppure utilissimi...sono ben contento di leggere anche quelli)
Aggiungo anche io qualcosa (sono al tuo livello eh?) così per partecipare.. la scritta W. Germany (West Germany) significa che la penna è stata prodotta prima della caduta del muro di Berlino (1991).
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Molti qundo si tratta di Montblanc, storcono il naso, pensando ad una penna "status simbol", usata per far figura in pubblico. Io dico che sono ottime penne, ben costruite e (almeno le due che possiedo) scrivono benissimo.
Fa più rumore un albero che cade che un'intera foresta che cresce.
Lao Tsu
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Grazie mille a tutti dei suggerimenti, delle critiche e degli apprezzamenti. Ne farò tesoro.
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Fammi una foto degli alimentatori, quella in mono colore deve essere in ebanite, altrimenti è stato sostituito.tomcar ha scritto: ↑sabato 13 giugno 2020, 19:40No no è in plastica. Direi sia successiva. Probabilmente primi anni ‘90. Molto grunge.maxpop 55 ha scritto: ↑sabato 13 giugno 2020, 18:45
La tua 146 è una serie precedente all'attuale, credo inizi anni '80, oltre le dimensioni, ed il pennino monocolore è differenziata dal conduttore.
Anche se da te non fotografato, dovrebbe essere quello in ebanite che a mio parere è superiore all'attuale in plastica.
Se giri le penne, la 147 ha quello in plastica e potrai tu stesso vedere le differenze.
Ti posto delle foto di una 146 come la tua col pennino monocolore nuova di rimanenze di negozio.
Vedi l'alimentatore se è come il tuo.
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- alfredop
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La transizione da pennino monocolore a pennino bicolore è coinciso con il passaggio alla plastica dell'alimentatore. Però, come al solito c'è stato un periodo intermedio per cui si trovano penne con pennini bicolore e alimentatori in ebanite, e viceversa penne con pennini monocolore e alimentatori in plastica.
Comunque una foto dell'alimentatore toglierebbe qualsiasi dubbio.
Alfredo
Comunque una foto dell'alimentatore toglierebbe qualsiasi dubbio.
Alfredo
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