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Spero di no!
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quella è una pagliacciata, altro che Alchemy!!klapaucius ha scritto:Oddio, un'altra Alchemy?![]()
Spero di no!
Capisco che la penna non ti piaccia ,Rampa ha scritto:quella è una pagliacciata, altro che Alchemy!!klapaucius ha scritto:Oddio, un'altra Alchemy?![]()
Spero di no!
Se l'autore è Visconti mi spiace, ma penso che sia da inserire nelle serie limitate orribili...
Allora tu confermi che quella è proprio una Visconti!dante ha scritto:Capisco che la penna non ti piaccia ,Rampa ha scritto: quella è una pagliacciata, altro che Alchemy!!
Se l'autore è Visconti mi spiace, ma penso che sia da inserire nelle serie limitate orribili...
Ma sai dirmi che cosa è l'Alchimia ?
Hai una vaga idea perchè la penna sia stata disegnata così ?
Il significato dell Ouroboros ,il dragone alchemico sai quale sia ?
Il doppio pennino F e M unico caso al mondo assieme alla Zerollo perchè è un simbolo alchemico ?
Lo sapevi che Jung nella sua teoria sulla psicoanalisi si rifà all'alchimia?
Ti chiedo scusa e aggiungo che fai bene a difendere il tuo lavoro e le tue idee, se così l'hai pensata, così deve essere. Io posso dirti solo che il principio alchemico, che non ha niente a che fare con pentoloni magici o teorie follemente esoteriche, è un qualcosa di prezioso racchiuso in un segreto non facilmente accessibile. La carica simbolica della tradizione alchemica, così come hai giustamente riportato tu. è stata bene percepita anche da Jung, è anche cammino iniziatico e viaggio alla conoscenza dello spirito attraverso la materia. Fondamentale a questo proposito è stato il contributo di Kircher, il quale spesso raccomandava di andare alla ricerca dell'oro spirituale e non di quello metallico, inutilmente cercato da tanti ciarlatani di tutte le epoche. La tua penna "Alchemy" a mio parere tradisce prima di tutto il suo scopo primario: scrivere. In secondo luogo i simboli, i colori e le materie sono usati in modo fin troppo manifesto, o forse irriverente, per cui l'osservatore ha poco da "iniziare" un cammino in tal senso, si ritrova in un florilegio di colori abbaglianti ove sembra si sia abbandonato ogni senso della discrezione. Ciò detto faccio ancora una volta ammenda del mio essermi espresso in modo un pò troppo diretto, ma al tempo stesso auspico che il valido artigiano ci sappia stupire con nuove forme e sostanze.dante ha scritto:Renditi conto che hai definito una mia penna una pagliacciata, un termine non consono in alcun forum
Se ti riferisci alla Alchemy non c'è dubbio che come anche la Dupont che suggeriva Alessandro, la arcinota Montegrappa Chaos ed una fila di altre penne riportate da me nella discussione come galleria degli orrori delle edizioni limitate, sono state prodotte sulla base di una indicazione possano avere una clientela.maxpop 55 ha scritto:Se è stata ideata e costruita vuol dire che ci sono persone interessate ad essa.
Per cui Dante non può che prendere nota che come per tutte le serie limitate ci sarà chi le apprezzerà e chi no.
Tranquillo Rampa ho capito , a volte capita la parola sbagliata .Rampa ha scritto:Ti chiedo scusa e aggiungo che fai bene a difendere il tuo lavoro e le tue idee, se così l'hai pensata, così deve essere. Io posso dirti solo che il principio alchemico, che non ha niente a che fare con pentoloni magici o teorie follemente esoteriche, è un qualcosa di prezioso racchiuso in un segreto non facilmente accessibile. La carica simbolica della tradizione alchemica, così come hai giustamente riportato tu. è stata bene percepita anche da Jung, è anche cammino iniziatico e viaggio alla conoscenza dello spirito attraverso la materia. Fondamentale a questo proposito è stato il contributo di Kircher, il quale spesso raccomandava di andare alla ricerca dell'oro spirituale e non di quello metallico, inutilmente cercato da tanti ciarlatani di tutte le epoche. La tua penna "Alchemy" a mio parere tradisce prima di tutto il suo scopo primario: scrivere. In secondo luogo i simboli, i colori e le materie sono usati in modo fin troppo manifesto, o forse irriverente, per cui l'osservatore ha poco da "iniziare" un cammino in tal senso, si ritrova in un florilegio di colori abbaglianti ove sembra si sia abbandonato ogni senso della discrezione. Ciò detto faccio ancora una volta ammenda del mio essermi espresso in modo un pò troppo diretto, ma al tempo stesso auspico che il valido artigiano ci sappia stupire con nuove forme e sostanze.dante ha scritto:Renditi conto che hai definito una mia penna una pagliacciata, un termine non consono in alcun forum
Il mio era un intervento sul geneale sulle edizioni limitate, anche a me non piace la Alchemy , ma senz'altro ci sarà a chi piacerà e farà follie per averla.piccardi ha scritto:Se ti riferisci alla Alchemy non c'è dubbio che come anche la Dupont che suggeriva Alessandro, la arcinota Montegrappa Chaos ed una fila di altre penne riportate da me nella discussione come galleria degli orrori delle edizioni limitate, sono state prodotte sulla base di una indicazione possano avere una clientela.maxpop 55 ha scritto:Se è stata ideata e costruita vuol dire che ci sono persone interessate ad essa.
Per cui Dante non può che prendere nota che come per tutte le serie limitate ci sarà chi le apprezzerà e chi no.
Il che non cambia di una virgola il mio personalissimo giudizio sul fatto che siano tutte (Alchemy compresa) bruttissime e terribilmente pacchiane.
Al momento l'unica ditta cui non sono consapevole di edizioni limitate pacchiane è la Lamy, complice anche il fatto che di edizioni limitate non ne fa proprio. Ci possiamo aggiungere la Pilot, che facendo come edizioni limitate delle Maki-e al limite le fa con decorazioni troppo pesanti, ma anche in quel caso restano comunque penne con una linea sensata e coerente. Ma data la mia ignoranza in termini di moderne potrei tranquillamente essermi perso qualche loro "capolavoro".
Le edizioni limitate citate invece, per quanto mi riguarda, restano oggetti brutti e, viste le forme eccessive, assolutamente inutili.
Simone
In penne come Alchemy o Chaos limpatto estetico è molto difficile da catalogare perchè personale quindi capisco che siano penne che non piacciano.piccardi ha scritto:Se ti riferisci alla Alchemy non c'è dubbio che come anche la Dupont che suggeriva Alessandro, la arcinota Montegrappa Chaos ed una fila di altre penne riportate da me nella discussione come galleria degli orrori delle edizioni limitate, sono state prodotte sulla base di una indicazione possano avere una clientela.maxpop 55 ha scritto:Se è stata ideata e costruita vuol dire che ci sono persone interessate ad essa.
Per cui Dante non può che prendere nota che come per tutte le serie limitate ci sarà chi le apprezzerà e chi no.
Il che non cambia di una virgola il mio personalissimo giudizio sul fatto che siano tutte (Alchemy compresa) bruttissime e terribilmente pacchiane.
Al momento l'unica ditta cui non sono consapevole di edizioni limitate pacchiane è la Lamy, complice anche il fatto che di edizioni limitate non ne fa proprio. Ci possiamo aggiungere la Pilot, che facendo come edizioni limitate delle Maki-e al limite le fa con decorazioni troppo pesanti, ma anche in quel caso restano comunque penne con una linea sensata e coerente. Ma data la mia ignoranza in termini di moderne potrei tranquillamente essermi perso qualche loro "capolavoro".
Le edizioni limitate citate invece, per quanto mi riguarda, restano oggetti brutti e, viste le forme eccessive, assolutamente inutili.
Simone
Io credo che quest'ultimo paragrafo di Dante risolva in modo chiaro le perplessità generate anche nell'altro thread sulle penne limitate. Si fanno perchè c'è un progettista (forse sarebbe meglio chiamarlo artista) che ci crede, e perchè sono in grado di generare utili e prestigio per chi le produce.dante ha scritto: La penna fu lanciata nel 2002 con una risonanza mondiale e ha vinto tutti i premi del settore compreso quello delle vendite.
Harrods ne ha ordinata una fatta appositamente con oltre 2.000 diamanti che fu venduta a oltre 200.000 euro.
La collezione in : in argento / vermeil , in oro giallo / oro bianco , ed infine in diamanti gialli / diamanti bianchi ha generato vendite per ben oltre un milione di euro.
Genny ha perfettamente colto il punto, non progettista ma artista.genny ha scritto:Io credo che quest'ultimo paragrafo di Dante risolva in modo chiaro le perplessità generate anche nell'altro thread sulle penne limitate. Si fanno perchè c'è un progettista (forse sarebbe meglio chiamarlo artista) che ci crede, e perchè sono in grado di generare utili e prestigio per chi le produce.dante ha scritto: La penna fu lanciata nel 2002 con una risonanza mondiale e ha vinto tutti i premi del settore compreso quello delle vendite.
Harrods ne ha ordinata una fatta appositamente con oltre 2.000 diamanti che fu venduta a oltre 200.000 euro.
La collezione in : in argento / vermeil , in oro giallo / oro bianco , ed infine in diamanti gialli / diamanti bianchi ha generato vendite per ben oltre un milione di euro.
Il fatto che a molti possano non piacere (ma visto che generano utilim ad un certo numero di persone piacciono sicuramente) non cambia questi due fatti.
Genny