Un’avventura al crepuscolo: Summit Scribbler
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Un’avventura al crepuscolo: Summit Scribbler
Un’avventura quasi forzata, perché l’avvento di questo nuovo strumento di scrittura ha stravolto il mercato, grazie alle sue qualità pratiche ed al basso costo. Nessun grande produttore di stilografiche può sottrarsi alla competizione ed anche Summit fa il suo passo, proponendo una penna con qualche pregio: cappuccio a vite, inserimento del refill molto pratico, tramite un fondello svitabile, materiale di buona qualità (celluloide anziché plastica ad iniezione) e clip dorata.
Nel complesso, una penna molto moderna, ma con un minimo di classe. Il prezzo era molto più basso di quello di una stilografica, anche perché Summit mai rinunciò al pennino d’oro: solo 3 Scellini e 3 Pence. Il refill, per il quale fu ottenuto il brevetto n. 57374T, costava 1 Scellino e 3 Pence. L’anno successivo, Summit introduce il suo secondo modello di penna a sfera: la Z. 160 (https://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?t=14853), che va ad affiancare la stilografica S. 160 e la matita meccanica P. 160.
Nelle fotografie di questa presentazione vi offro anche qualche confronto visuale fra le due penne a sfera. Ma ecco le caratteristiche principali della Scribbler:
- Lunghezza chiusa: 131 mm
- Lunghezza aperta: 125 mm
- Lunghezza aperta con il cappuccio calzato: 150 mm
- Diametro medio della sezione: 7,9 mm
- Diametro massimo del fusto: 10 mm
- Diametro massimo del cappuccio: 11 mm
- Lunghezza della sezione: 29 mm
- Peso: 12 gr
- Peso del cappuccio: 3 gr La clip della Scribbler è dotata di buona elasticità e mantiene bene la presa nel taschino. La trasparenza della celluloide alla base del cappuccio aggiunge un tocco di lucentezza piacevole.
Non posso offrirvi una prova di scrittura, perché il refill, ancora nella penna, è esaurito. La lunghezza della sezione e le dimensioni della penna, tuttavia, suggeriscono una scrittura confortevole, anche a cappuccio calzato. Tre anni dopo l’introduzione della Scribbler, Summit sceglie di chiudere i battenti. Lo fa in modo ordinato, senza fallimenti o procedure concorsuali; quasi in punta di piedi, ma con stile.
E’ la fine d’una storia cominciata verso la fine del XIX secolo, ancora in gran parte da scoprire.
Ultima modifica di A Casirati il sabato 9 maggio 2020, 22:25, modificato 2 volte in totale.
Alberto Casirati
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Grazie Alberto!
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TOTO'
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- A Casirati
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Alberto Casirati
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Sei uno di quei compagni di forum che corro a leggere tutte le volte che posti qualcosa...Grazie!
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Bella la recensione, impreziosita da un titolo che trovo affascinante. Grazie!
Laura
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Concordo
Enrica
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Un’avventura al crepuscolo: Summit Scribbler
Ho letto con grande attenzione e piacere anche questo tuo articolo.
Ogni volta imparo qualcosa, e apprezzo sempre la tua elegante scrittura e l'accurato corredo fotografico.
Certo che la mia vena malinconica verso la fine del tuo testo si è un po' accentuata.
Grazie, e buona domenica.
Michele
Ogni volta imparo qualcosa, e apprezzo sempre la tua elegante scrittura e l'accurato corredo fotografico.
Certo che la mia vena malinconica verso la fine del tuo testo si è un po' accentuata.
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Gent.mo Alberto, apprezzo così tanto le tue "storie" che potrebbero parlare anche di stuzzicadenti usati; personalmente le leggerei col medesimo trasporto.
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Alberto, grazie.
Qui una lacrimuccia è scesa.A Casirati ha scritto: ↑sabato 9 maggio 2020, 16:50 Tre anni dopo l’introduzione della Scribbler, Summit sceglie di chiudere i battenti. Lo fa in modo ordinato, senza fallimenti o procedure concorsuali; quasi in punta di piedi, ma con stile.
E’ la fine d’una storia cominciata verso la fine del XIX secolo, ancora in gran parte da scoprire.
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È una lettura veramente gradevole ed istruttiva; un articolo ottimamente scritto, molto interessante e ben documentato, grazie per averlo condiviso 
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Chiara
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Grazie a tutti per le parole gentili!
Alberto Casirati
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Un’avventura al crepuscolo: Summit Scribbler
Il consumismo, in generale, ha minato le sorti di tante aziende che ricercavano la qualità del prodotto. Oggi, mi pare, che il valore della ricerca della qualità possa riemergere, perché il consumismo sta mostrando i suoi limiti. Non nego che l’ampia diffusione di prodotti di largo consumo, a basso costo, abbia consentito a grandi fasce di popolazione di godere di beni prima fuori della portata economica, ma ad un elevato prezzo di impatto sull’ambiente. Così il mondo oggi è pieno di plastica, proveniente anche da miliardi di Bic e similari. Prodotti come la Summit invece, pure se a sfera, o si trovano ordinatamente riposti in qualche cassetto, della memoria familiare, o vanno nei mercatini. Difficilmente dispersi, senza controllo nell’ambiente.
Purtroppo per essere apprezzata là qualità necessità di un approccio culturalmente, elevato, oggi non tanto in voga.
Non è il censo che fa la cultura. Chi non può permettersi una Aurora Optima, ma la conosce e tutti i giorni utilizza una Bic, in genere è anche un consumatore consapevole. A fine vita smaltisce la Bic ordinatamente, senza inquinare. Poi magari al posto di cambiare tre smartphone in tre anni, riesce a permettersi anche la Optima...e da quel momento smette di utilizzare le Bic. Chi invece è ignorante non lo fa, e persiste in un consumismo oramai senza prospettive.
Io ho fiducia nei giovani e penso che in un futuro ci sarà un ritorno verso la qualità e durabilità degli oggetti, non legati al digitale, anche come forma di disintossicazione da un mondo, in larga parte, senza prospettive di stabilità a medio lungo periodo.
Saluti stilografici e buona domenica

Purtroppo per essere apprezzata là qualità necessità di un approccio culturalmente, elevato, oggi non tanto in voga.
Non è il censo che fa la cultura. Chi non può permettersi una Aurora Optima, ma la conosce e tutti i giorni utilizza una Bic, in genere è anche un consumatore consapevole. A fine vita smaltisce la Bic ordinatamente, senza inquinare. Poi magari al posto di cambiare tre smartphone in tre anni, riesce a permettersi anche la Optima...e da quel momento smette di utilizzare le Bic. Chi invece è ignorante non lo fa, e persiste in un consumismo oramai senza prospettive.
Io ho fiducia nei giovani e penso che in un futuro ci sarà un ritorno verso la qualità e durabilità degli oggetti, non legati al digitale, anche come forma di disintossicazione da un mondo, in larga parte, senza prospettive di stabilità a medio lungo periodo.
Saluti stilografici e buona domenica
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Grazie per il commento, riflessione che condivido totalmente.
Alberto Casirati
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